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Autore: HermioneCH    07/02/2005    1 recensioni
Questo racconto è diciamo l’Ordine dalla Fenice in un modo un po’ differente.. È una storia diciamo personalizzata.. Ci sarà un personaggio in più che è un po’ al centro della storia con Harry..
Genere: Romantico, Commedia, Triste, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un Angelo per Jess'
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Lunedì mattina la lettera scritta da Lupin arrivò nella mani di Jessica.

Cara Jessica.
Io sto bene grazie, scusa se ci ho messo così tanto a risponderti..
Senti Giovedì sera devo venite ad Hogwarts per parlare con Silente, che ne dici di vederci? Ti aspetto fuori dal portone d’entrata alla 19.30..

Remus.

La felicità di Jessica per la buona notizia durò tutta la giornata, era così contenta che avrebbe rivisto Lupin.

In un lampo arrivò Giovedì, Jessica si preparò con cura e alle 19 in punto lasciò la Sala Comune, ci mise un po’ più del previsto ma alle 19 e 30 in punto era fuori dal portone.

“Ciao Jessica” la ragazza si voltò e Lupin era lì appoggiato al muro, si guardò in giro, non c’era nessun studente, perfetto! Si avvicinò all’uomo.

“Ciao Remus, è bello vederti” disse Jessica poi baciò Lupin ma c’era qualcosa che non andava in quel tenero bacio, c’era qualcosa che non andava in lui.

“Remus cosa c’è?” chiese Jessica.

“Ecco vedi, stasera ti ho fatto venire qui perché volevo dirti che questa situazione non può continuare, non possiamo andare avanti così, tu sei un ragazza splendida Jessica, mentre io.. io sono..”

“Un uomo fantastico” concluse Jessica.

“Grazie, ma vedi noi non possiamo più vederci così, sai come la penso, tu credi di amarmi, ma questa è solo un illusione, il tuo posto è con Harry!” disse Lupin.

“Ma Remus io amo te! Voglio stare con te! Non con Harry! Perché non lo vuoi capire! Non posso stare senza di te!” disse Jessica esasperata.

“Questa è una cosa assurda Jessica, tu non puoi amare un uomo della mia età!”
”Perché no? Dimmelo, spiegamelo!” disse Jessica.

“Basta! Questa è la mia ultima parola! Noi non potremmo mai e ripeto mai stare assieme! È una assurdità solo pensarlo! Ora scusami ma Silente mi attende” disse Lupin e fece per andarsene, Jessica non sapeva più che fare, era in preda alla disperazione, prese Lupin per un braccio e prima che lui finisse di voltarsi lo baciò intensamente, lui le prese i polsi e la allontanò.

“Stupida ragazzina, la vuoi capire, è inutile che continui così” disse Lupin mentre strigenva la ragazza per i polsi, non era un comportamento da lui ma doveva farglielo capire.

“Ahia Remus, mi fai male” disse Jessica, Lupin la lasciò e la ragazza si sedette per terra piangendo, “Ti prego non odiarmi” disse Lupin e se ne andò.

Jessica si alzò, entrò nel castello..

Ma perché tutti gli uomo mi fanno del male pensò Jessica, con uomoni evidentemente intendeva Harry, Lupin e Malfoy.

Salì le scale per tornare nel dormitorio, al secondo piano incontrò i gemelli Weasley.

“Ciao Jessica, ma cos’ hai?” disse Fred.

“Niente, non ti preoccupare!” disse Jessica, si vedeva così tanto la tristezza che opprimeva il suo cuore?
”Ragazzi, vi va gi infrangere un po’ di regole?” chiese Jessica.

“Cosa intendi?” chiesero in coro i gemelli.

“Bè io avrei in mente provare qualcosa di forte, di bere qualcosa di forte, capito?”

“Bè nn mi dispiacerebbe” disse George.

“Di sopra abbiamo Wisky Incendiario” disse Fred.

“Siii, è vero, aspettate qui vado a prenderlo” disse George.

Dieci minuti dopo Gorge tornò con la bottiglia, andarono nell’aula di Incantesimi e se la scolarono tutta, bè veramente la maggior parte la bevvé Jessica, voleva dimenticare e il modo migliore che gli era venuto in mente in quel momento era l’acol.

Era passati venti minuti da quando erano nell’aula di Incantesimi, Jessica era sdraiata su un banco, ubriaca, mentre i gemelli erano seduti sulla cattedra di Vitius.

Jessica si tirò su, le girava la testa, era la prima volta che si ubriacava, si mise in piedi sul banco e per poco non cadde.

“Jessica fai attenzione” disse Fred.

“Ora la signorina Jessica Smith vi canterà una canzone!” disse Jessica.

“Ma vuoi farci scoprire?” disse George.

“Non avrai mica paura George, e poi ormai non me ne frega più di niente, allora vai con la musica maestro… Ma che beelll casteeello, marcondirondirondello!!!” ripeté la canzone un paio di volte finchè la porta non si apri ed entrò Piton, la scena a dir poco strana, Fred e George seduti chbattevano le mani e Jessica in piedi sul banco, ubriaca fradicia, che cantava. “Ma che succede qui?” disse Piton.

“Niente, professore” disse Jessica, Piton avanzò vide la bottiglia di Wisky e la raccolse.

“Eh questa?” chiese mostrando la bottiglia.

“Bhoooo” disse Jessica.

“Scendi subito di lì!” ordinò Piton.

“È più facile a dirsi che a farsi” disse Jessica, provò ad abbassarsi ma perse l’equilibrio, i gemelli Weasley corsero subito in suo aiuto per evitare le si spiaccicasse per terra.

“Direi che sei ubriaca! Il tuo alito lo conferma!” disse Piton ed esibì la sua faccia disgustata “30 punti in meno a Grifondoro e ora signorina vieni subito con me dal preside”

“Sì signore!” disse Jessica e fece il saluto da militare, i gemelli scoppiarono a ridere.

“Non c’è niente da ridere! 10 punti in meno a Grifondoro!” disse Piton.

Trascinò Jessica, che non smettava di ridere, fino all’ufficio di Silente. Bussò ed entrò.

“Muoviti stupida ragazza!” disse Piton, Jessica entrò purtroppo per il suo morale c’era ancora Lupin.

“Cosa succede Severus?” chiese Silente.

“Vede Preside, stavo andando nei sotterani quando ha sentito qualcuno che cantava, sono entrato nell’aula di Incantesimi e vi ho trovato la signorina Smith assieme ai gemelli Weasley come può vedere è completamente ubriaca!” disse Piton mentre Jessica usò tutto quel poco autocontrollo che le era rimasto per non scoppiare a ridere.

“Va bene Severus, puoi andare, adesso me ne occupo io” disse Silente calmo.

Piton guardò Jessica con sommo disgusto e uscì dall’ ufficio, Lupin si alzò subito.

“Jessica cosa hai fatto?” chiese Lupin, e le mise la mano sulla guancia per voltargli il viso così che potesso guardarla in faccia.

“Non mi toccare!” disse secca Jessica, e allontanò Lupin con un braccio.

“Ma Jessica” disse Lupin e gli mise la mano sul braccio.

“Ti ho detto che non devi toccarmi, stupido Lupo Mannaro” disse Jessica, arrabbiata, non sapeva nemmeno perché diceva quelle cose a Lupin, forse perché voleva fargli male, come lui lo aveva fatto a lei.

“Questa non sei tu a parlare, tu non sei così, tutta colpa di quel maledetto alcol!” disse Lupin, tristemente.

“Perché non dovrei essere io?! Io le cose le dico in faccia, non sono debole come te!” disse Jessica e diede una spinta a Lupin.

“Ora basta!” disse piano Silente “Direi che è meglio che tu vada in Grimmauld Place per un paio d’ore, almeno per smaltire un po’ la sbornia, che non avresti dovuto prendere!”

“Sono libera i fare quello che voglio!”

“Non in questa scuola Jessica” disse Silente.

“Ok preside, mi mandi a Grimmauld Place, almeno lì sono sicura di trovare qualcuno che mi vuole bene e che mi capisce!” detto questo diede un occhiata a Lupin.

“Phinneas hai sentito vero?” disse Silente a un personaggio del quadro.

“Si Silente vado subito!” disse il personaggio di nome Phinneas.

Silente si sedette e iniziò a scrivere su un pezzo di carta, a Jessica girava la testa perciò decise che forse era meglio sedersi.

“Ha detto che ne sarà felice di avere la Smith con lui per un po’” disse Phinneas appena tornato, Silente si alzò e prese un oggetto che trasformò in passaporta.

“Tieni” disse porgendo un foglio alla ragazza “ dallo a Sirius”

“Bene capo”

Jessica toccò la passaporta e in un paio di secondi fu nella cucina di Grimmauld Place, Sirius la prese al volo per evitare che cadesse.

“Ma cosa ti sei bevuta?” disse Sirius.

“Perché?” chiese Jessica.

“Hai un alito che fa paura!” Jessica sorrise, e diede il biglietto di Silente a Sirius.

“Che dice?” chiese.

“Dice che ti ha mandato qui perché ti sei ubriacata, e fin qui c’ero arrivato da solo, così puoi stare un po’ con me e smaltire, dice anche che passerà fra un paio d’ore per vedere come stai” disse Sirius, poi prese la mano della ragazza “Dai andiamo in salotto, c’è un bel divano che ci aspetta” disse Sirius e accompagnò Jessica fino di sopra.

“Stenditi pure” disse Sirius. Jessica si sedette.

“Sirius vieni qui” disse e batté con la mano sul divano, cosi anche Sirius si sedette, Jessica si appoggiò alla sua spalla e lui la abbracciò.

“Ma si può sapere cosa ti è saltato in mente” disse Sirius.

“Niente, ne avevo voglia, ho fatto un po’ di festa” mentì Jessica “Solo che c’è stato un piccolo inconveniente di nome Piton che mi ha beccato” Sirius sorrise.

“Sei arrabbiato?” chiese la ragazza.

“No, non riuscirei ad essere arrabbiato con te, tu sei il mio angelo ricordi?!” disse Sirius.

Intanto ad Hogwarts Lupin stava parlando con Silente.

“Ma l’hai vista Silente, non era in lei”

“Non pensavo che potesse ridursi così” disse Silente.

“Non puoi biasimarla, negli ultimi tre mesi ha sofferto molto, prima Harry, poi Malfoy e adesso…”

“Andava fatto Remus, era necessario”

“Lo so che è stato necessiario, ma una ragazza della sua età non può ridursi così per problemi in amore, l’hai vista anche tu Silente, hai sentito quello che ha detto, non pensavo che potesse arrivare fino a questo punto” disse Lupin.

“Te la sei presa perché ha detto…”

“La verità Silente, ha detto solo la verità”

“Remus la sai come la penso, tu non sei debole”

“Però sono un Lupo Mannaro e questo basta, ora vado Silente, si è fatto tardi”

“Ciao Remus e mi raccomando” disse Silente.

Lupin uscì dalla studio di Silente mentre a Londra Jessica inizia a sentire una strana sensazione e per niente piacevole.

“Sirius”

“Che c’è?”

“Sto per sentirmi male” disse Jessica.

“Cosa?” chiese Sirius, preoccupato “Stai per vomitare?”

“Ho paura di si”

“Vieni” disse Sirius, prese Jessica in braccio e la portò di sopra in bagno.

“Come va?” chiese Sirius dopo cinque minuti, la porta del bagno si aprì.

“Molto meglio, grazie” disse Jessica “Dai torniamo di sotto”

Tornarono di sotto, parlano un po’ ma poi Jessica si addormentò fra le braccia del padrino.

Aprì gli occhi, le girava tutto, si alzò faticosamente dal divano e si guardò in giro, erano le cinque del mattino, Sirius non c’era, dove poteva essere andato? Decise di andare in cucina. Lentamente scese le scale, la luce della cucina era accessa però non si sentivano rumori provenire da essa.

Aprì la porta, in cucina c’era un uomo dai capelli lunghi si era addormentato sulla sedia, teneva le mani sopra il tavolo e le usava come un cuscino appoggiando sopra la testa, inoltre c’erano dei fogli di pergamena sparsi attorno a lui. Jessica si avvicinò al padrino, guardò un attimo i fogli e ne prese in mano uno.

“Papà” mormorò la ragazza, era una lettera di suo padre, una lettera che sua padre aveva mandato a Sirius, guardò meglio anche le altre lettere, non c’erano solo quelle di suo padre ma anche lettere di James e un paio di Lupin.

“Sirius, Sirius svegliati” sussurrò all’orecchio del padrino, quest’ultimo si mosse appena.

“Sirius!” ripetè la ragazza, l’uomo alzò lentamente la testa ancora mezzo addormentato.

“Ah sei tu!” disse Sirius vendendo Jessica.

“E chi pensavi che fosse?” chiese la ragazza “È passato Silente?”

“Sì, è arrivata verso mezzanotte, voleva portarti via ma gli ho chiesto di lasciarti ancora un po’ con me, perciò passerà a prenderti all’alba”

“Va bene” mormorò Jessica poi prese una delle lettere di suo padre “E queste, che sono?”

“Viene qui” disse Sirius, prese la ragazza e la fece sedere sulle sue gambe.

“Sirius per favore, non sono più una bambina” disse Jessica e tentò di alzarsi.

“No” disse Sirius trattenendola “no, per favore, stai un attimo, fallo per me”
”Se proprio ci tieni” rispose Jessica imbarazzata.

“Ah quanti ricordi” disse Sirius “Sai Jess, la notte in cui i tuoi genitori…”

“Morirono?!” chiese Jessica vedendo che Sirius aveva difficoltà a finire la frase.

“Sì.. Quella notte tu eri con me, di solito quando eri con me facevi sempre la brava e non piangevi quasi mai, ma quella notte no, continuavi a fare i capricci, a piangere, come se sapevi che stava per succedere qualcosa di brutto, ricordo che ti tenni tra le mie braccia tutta la notte e alla mattina arrivò Silente con la brutta notizia, mi battei molto perché venissi affidata a me, d'altronde ero io il tuo padrino, si è vero che Lily era la tua madrina, ma la notte in cui morirono i tuoi genitori tu eri con me e io mi sentivo in dovere verso di loro, comunque Silente pensò che fosse stato meglio che tu andassi a vivere con una vera famiglia, dove c’era un altro bambino, solo che pochi mesi dopo tu eri di nuovo sola, James e Lily erano morti, e non c’ero più per prendermi cura di te, mi dispiace di non essere stato accanto a te in tutti questi anni, ho fallito con James e Lily, con te e Harry, insomma non sono stato capace di fare niente” disse Sirius, una lacrima percorse il suo viso e sparì nella barba, Jessica non aveva mai visto il padrino così triste, lo abbracciò fortemente e disse “Sirius è inutile pensare al passato, l’importante è che adesso sei qui, abbiamo ancora tanto tempo davanti, non pensiamo al passato” si staccò da Sirius e sorrise.

“Hai ragione!” disse Sirius sorridendo, si alzò, prese le lettere e le mise in un cassetto.

“Queste non servono più” disse “Bene sono le cinque e mezza hai fame?” chiese sfregandosi le mani.

“Si un po’ di fame ce l’ho” disse Jessica “Che ne dici se preparò la colazione?”

“Eh no, no, no… Tu stai lì buona che la colazione la preparo io”

“Se proprio insisti” disse Jessica e si sedette.

Un quarto d’ora dopo sul tavolo della cucina c’era di tutto, Sirius aveva proprio preparato una colazione con i fiocchi.

“Sirius ma tu sei pazzo, non mangiaremo mai tutte queste cose in due!”

“Allora sottovaluti la mia fame” disse Sirius sorridento.

Erano le sei di mattina quando Silente apparse nella cucina di Grimmauld Place, Jessica aveva appena finito di mangiare mentre Sirius si gustava ancora i suoi manicaretti, si era davvero superato per quella colazione, era tutto squisito.

“Che buon profumino” disse Silente.

“Non c’è male” disse Sirius “Hai fame Silente?”

“No, no grazie, purtroppo è ora di andare” disse Silente, e rivolse uno sguardo a Jessica.

“Non posso restare ancora?” chiese Jessica.

“Mi dispiace, ma devi andare a scuola” disse Silente.

“Silente ha ragione Jessica, devi tornare a scuola, ricordati che quest’anno hai i G.U.F.O e non ti puoi permettere di perdere lezioni” disse Sirius.

“Si lo so, ma Sirius io non ti voglio lasciare ancora, questa volta ho anche un brutto presentimento” era vero, Jessica aveva paura che succedesse qualcosa di brutto a Sirius.

“Non ti preoccupare, qui sono in una botte di ferro, e ora va’ ci vedremo presto”

“Va bene” disse Jessica, si avvicinò al padrino e lo abbracciò.

“Sirius ho paura, giurami che non farai niente di stupido” mormorò la ragazza all’orecchio di SIrius. “Non ti preoccupare” disse Sirius, baciò la ragazza e la lasciò andare.

Jessica si diresse versò Silente che aveva in mano in bollitore.

“Ci vediamo presto” disse Sirius.

“Ciao” ripose Jessica e toccò la passaporta con quella orribile sensazione che le opprimeva il cuore, in un paio di secondi fu catapultata nell’ufficio del preside.

“Sai è incredibile” disse Silente mite.

“Che cosa è incredibile, signore” chiese Jessica.

“Quello che sei riuscita a tirare fuori da Sirius”

“Come prego?” non capiva dove Silente stava andando a parare.

“È incredibile la dolcezza che sei riuscita a tirar fuori da Sirius, quella dolcezza che credevo fosse svanita per sempre” spiegò Silente sorridendo.

“Si modestamente ho fatto un bel lavoro, no apparte gli scherzi, io voglio molto bene a Sirius semplicemente, non ha fatto chi sa che cosa, gli ho dato tutto il mio affetto e lui lo ricambia” disse Jessica

“Già, oggi ho scoperto una parte di Sirius che credevo essere morta”

“Non si finisce mai di imparare” disse Jessica sorridendo.

“Parole sante, bene! Ora ti consiglierei di andare nel tuo dormitorio” disse Silente.

Così Jessica tornò alla Sala Comune dei Grifondoro dove aspettò che gli altri si svegliassero.

  
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