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Autore: drem_of_love    24/01/2015    3 recensioni
Primo Capitolo Revisionato. Sto rivedendo la storia così da corregere eventuali distrazioni e aggiungere ciò che manca.
Spoiler Tratto dal 15 capitolo:
Avevo deciso avrei fatto un ultimo grande gesto d'amore per lei. Alzai il telefono e chiamai Seiya.
- Qualsiasi cosa ti conti oggi Usagi non crederle. Non ha passato la notte con nessun'altro uomo. Lei ama solo te. ieri lo incontrata dopo il tuo annuncio stampa. Era disperata e le ho chiesto di aiutarmi a scegliere un regalo per Rei
Mio fratello rimase in silenzio per un po, poi mi chiese.
- Perché mi dici queste cose? Perché dovevi comperare un regalo per Rei?
- Perché lei ti vuole allontanare. Ora che sei famoso ha paura. Comunque dovevo comprare un'anello di fidanzamento
- Wow fratellone che notizia. Ora devo scappare
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny, Yaten | Coppie: Ami/Taiki, Mamoru/Rei, Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Nda: Ci siamo amici/che eccoci giunti al penultimo capitolo di questa mia creatura. Dedico questo capitolo a tutti quelli che leggono, a chi mi ha inserito nelle seguite/preferite e a chi trova il tempo di recensire. Soprattutto lo dedico alla mia amica Sakura che non smette mai di sostenere le mie storie e a Neikos che trova sempre il modo di farmi sapere cosa ne pensa. Spero di ricevere l’opinione anche delle altre, sarebbe bello sapere cosa ne pensate. Un bacio Drem!
 
Capitolo 23
Il mare mi parla di te.

Eravamo saliti in camera per rinfrescarci. Camminavo strisciando, mi sentivo così strano. Non avevo mai portato a casa nessuna. Immaginavo toccasse di diritto a Usagi, ora vedermi affiancato da un'altra donna nella mia routine, mi faceva sentire strano. Un traditore? Forse non aveva senso ma era così che mi sentivo. Mi ero subito rassegnato infilandomi in una nuova relazione. Appena varcai la porta della mia camera, la rossa mi si fiondò al collo come una medusa.
— Tesoro vieni qui! — aveva esclamato sensuale stringendomi sinuosamente.
Un campanello d'allarme trillò nella mia mente, in ogni angolo della mia camera rivedevo lei: i suoi occhi, i suoi capelli, il suo sorriso. Tutto mi parlava di Usagi e non riuscivo a immaginare lontanamente di poter amare un'altra donna in quelle quattro mura. Inventai una scusa su due piedi e mi defilai, non avrei tradito i miei ricordi così.
— Scusami piccola ma devo fare una commissione per mia madre, passo a prenderti dopo! — la informai baciandole le labbra. Kakyuu sembrò crederci per fortuna. In meno di dieci minuti, sfrecciavo con la mia Mazda rx8 per le strade di Tokyo. Con una scusa "banale" mi ero allontanato da casa. Avevo bisogno di respirare, di riflettere, volevo stare da solo!
 
Il paesaggio di Tokyo sfrecciava bello e inesorabile davanti ai miei occhi, avrei dovuto sentirmi a mio agio e invece... Mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Stare lontano da qui mi aveva aiutato a dimenticare, ora ritornando i ricordi mi stavano assalendo, tutto intorno gridava il suo nome!
 
Non mi ero reso conto, senza volerlo mi ero recato a Oshima Island. Spesso da bambini ci recavamo lì sotto invito degli Tsukino. Tante volte avevamo corso lungo quelle spiagge, quante litigate perché la schizzavo o per dispetto le rubavo il gelato... Sospirai mi mancava così tanto! Parcheggiai l'auto e cominciai a camminare. Chissà forse il mare mi avrebbe portato consiglio.
 
* * * * *
Da qualche ora fissavo annoiata il panorama di Oshima cullando la piccola Kousagi. Quella spiaggia luminosa mi ricordava tanto lui. Mi sembrava quasi di vederlo mentre lottavamo sulla sabbia da bambini o quando per dispetto mi strappava il gelato dalle mani. Eravamo solo dei bambini eppure ora avrei pagato tutto l’oro del mondo per rivedere quel sorriso sincero, quegli oceani luminosi che sembravano risplendere solo per me. Alla fine la piccola si era addormentata, decisi di poggiarla delicatamente nella culla, almeno lei avrebbe riposato! Poggiai la testa sul tavolo esausta, in quel momento entrò la mia salvezza.
— Immaginavo di trovarti così!
— Cosa ci fai qui? — domandai perplessa.
— Ho pensato che avessi bisogno di me, in fondo la festa è alle nove! — pronunciò poggiando le chiavi sul mobiletto.
Mi alzai d’impeto, non l’avrei mai ammesso ma negli ultimi tempi Mamoru era diventato indispensabile.
— Grazie Mamo – chan! — pronunciai abbracciandolo forte.
— Esci a farti un giro, bado io alla piccola. — mi consigliò scompigliandomi i capelli.
 
Afferrai il soprabito e uscii, avevo bisogno di respirare. Perché era tutto così difficile? Avrei voluto poter correre da lui, rivelargli che non avevo mai smesso di amarlo, parlargli di noi! Mi tolsi le scarpe, volevo sentire la sensazione della sabbia umida sotto ai piedi. Passeggiavo malinconica per quella distesa dorata, quanto avrei voluto che la mia vita fosse un “romanzo”. Ero ferma a fissare il mare, in uno dei miei libri ora dal nulla sarebbe apparso il mio amore e con voce stravolta e spezzata dall’emozione avrebbe pronunciato il mio nome.
— Usagi sei proprio tu?
Non era possibile davvero sentivo la sua voce? Oddio quante seghe mentali mi facevo, il mio lavoro ormai mi aveva assorbito del tutto. Ignorai quel suono, presi un sasso dal bagnasciuga e lo lanciai nell’acqua. Come al solito affondò di colpo. Ero sempre stata una frana!
Sentii dei passi venire verso di me, oddio l’immaginazione faceva davvero dei brutti scherzi. All’improvviso una presa salda ma delicata allo stesso tempo sulla spalla, mi voltai spaventata. Quello che vidi mi tolse letteralmente il fiato.
— Usako sei davvero tu?
Il mio tormento era proprio lì davanti a me. Quanto mi erano mancati i suoi occhi, quelle pozze così scure, erano proprio come il mare di notte, ecco perché adoravo osservarlo. Non riuscivo a parlare, oddio mi mancava il fiato!
— Cosa ci fai qui? Non eri fuori città? — chiaro e diretto, almeno in questo non cambiava mai.
— Avevo un convegno pubblicitario poi è saltato, non mi andava di rientrare! Tu cosa ci fai qui? — pronunciai roteando l’indice.
Negli anni avevo imparato anch’io a essere più schietta sui miei sentimenti.
— Sono uscito per un giro. — pronunciò spavaldo infilandosi le mani in tasca.
— Ti auguro una buona passeggiata, non vorrei rubarti tempo! — mi voltai. Dovevo andarmene, faceva troppo male averlo di fronte e restare impassibile. Avrei voluto riempirlo di schiaffi, urlargli il mio dolore e soprattutto avrei tanto voluto dirgli che non avevo mai smesso di amarlo! Cercai di respirare, non dovevo piangere.
— Fermati! Non scappare ti prego! — m’implorò afferrandomi per un braccio.
Non mi girai, sarei crollata e non potevo permettermelo!
— Ho bisogno di risposte Usako, solo tu puoi darmele! — urlò stringendomi a sé
Eravamo uno di fronte all’altra, così vicini. Sentivo il suo respiro sul viso mentre il suo profumo confondeva i miei pensieri. Non riuscii a trattenermi oltre, calde lacrime presero a sgorgare come un fiume in piena dai miei occhi. Voleva delle risposte? Dov’era stato per tutto questo tempo? Cercai di liberarmi dal suo abbraccio colpendolo al petto.
— Sei serio? Vuoi delle risposte? Dove sei stato fin’ora? — ero furiosa.
— In Italia. Si sono serio! Merito delle risposte, visto che mi hai sempre negato un confronto! — strillò nevrotico afferrandomi per i polsi.
 In quel momento scorsi una cosa nei suoi occhi che mi fece tremare, Seiya era tremendamente serio. Cosa significava questa storia? L’avevo cercato così tante volte! Perfino dopo la sfuriata di Haruka.
— Non dire cazzate! Io ho cercato più volte di rintracciarti ma senza risultato. Ti ho chiamato così tante volte in questi mesi. Sai quando ho smesso? Quando tutte le tv, i giornali e i siti dell’intero stato ti davano fidanzato con la bella Kakyuu Kinmoku. Io mi disperavo e tu ti sollazzavi con la bella rossa. Non ho cancellato nemmeno il tuo numero! Che cretina che sono stata! — urlai tirandogli il telefono dietro.
— Non mi hai dato scelta! Mi sono messo con lei perché mi sentivo solo. Non hai più voluto sentirmi, rifiutavi ripetutamente le mie chiamate e poi un giorno mi hai mandato un email per dirmi che non ne volevi piu sapere di me!
— Non mi hai mai chiamata Seiya! Forse solo mezza volta a casa che Haruka era furiosa. Mi avevi mandato quell’email di pessimo gusto per lasciarmi. — gridai spintonandolo.
Seiya perse l’equilibrio, in un attimo fummo uno sull’altro distesi in mezzo alla sabbia. Eravamo così vicini. Indispettita gli tirai i capelli.
— Non me l’aspettavo da te! Io ti amavo davvero. — pronunciai trattenendo le lacrime.
— Io non ti ho mai scritto niente del genere. — strillò ribaltando la situazione.
Non mi aveva scritto niente del genere? Allora chi era stato? Com’era possibile che non avesse mai ricevuto una mia chiamata?
— Passami il tuo cellulare! — gli ordinai stizzita.
— Cosa centra adesso?
— è importante! Passamelo e non discutere! — sbottai mettendomi seduta. Dovevo interrompere quel contatto altrimenti gli sarei saltata al collo, visto che nemmeno a lui dispiaceva. Aveva sentito chiaramente il suo amichetto risvegliarsi.
Qualche attimo dopo si tirò su, mi porse il suo telefono.
— Tieni. Potevi anche dirlo che dovevi telefonare! — pronunciò sbuffando.
— Anche tu non sei affatto cambiato! Sei sempre tonto! Non devo telefonare. Hai ancora il mio numero?
* * * * *
Perché mi faceva una domanda del genere? Cosa centrava adesso? Per fortuna che aveva interrotto quel contatto poco prima, mi stavo eccitando come un coglione, chissà se l’aveva notato!
— Certo che ce l’ho. — ammisi aprendo la rubrica.
“Ondango” troneggiava imperioso con una linguaccia affianco.
— Chiamami! — pronunciò sorridendo mentre raccoglieva il suo cellulare dalla sabbia.
Non feci domande, pigiai il bottone e d’istinto mi portai il telefono all’orecchio.
“ Il numero da lei selezionato non è esistente, provi a verificarlo.” Com’era possibile? Eppure lei era proprio lì di fronte a me con il cellulare in mano.
— Allora? — la sua aria seria m’insinuò uno strano pensiero nella testa.
— Risulta inesistente. — ammisi infine abbassando lo sguardo.
Si avvicinò minacciosa puntandomi un dito al petto, la mia Ondango aveva carattere! Oddio com’ero stupido lei non era più mia.
— Sai cosa significa tutto questo? Io non ti ho mentito. Qualcuno ci ha tenuti lontani, forse dovresti guardarti ben intorno!
Le sue parole mi colpirono come uno schiaffo. Qualcuno mi aveva VOLUTAMENTE tenuto lontano da lei. Mi avevano fatto credere che non mi amasse più. Ero sconcertato chi aveva potuto fare una cosa del genere? Mi presi la testa tra le mani, era solo un brutto sogno tra poco mi sarei svegliato.
Lei era in piedi, gli occhi limpidi, le guance arrossate e i capelli arruffati. Improvvisamente il suono del suo cellulare mi riportò alla realtà.
— Tutto bene. Ci vediamo tra poco!
Con chi stava parlando? Che anche lei si fosse rifatta una vita? Dovevo chiederglielo, ora o mai più.
— Anche tu hai qualcun altro? — domandai infine indicandole il telefono.
— Non sono affari tuoi! — mi rispose scocciata alzandosi il cappuccio.
Stava andando via quando decisi, non potevo perderla di nuovo, non proprio adesso che l’avevo ritrovata.
— Dimmi che non mi ami più e ti lascerò andare? — le chiesi guardandola negli occhi.
— Non posso, ti mentirei. — rispose abbassando lo sguardo.
— Perché scappi? — strillai furibondo.
— Tu hai già qualcuno che ti aspetta! —mi rispose liberandosi dalla mia stretta.
— Io non la amo Usako! Dopo averti rivista ne sono più sicuro che mai!
Lo buttai fuori tutto d’un fiato, non avevo mai smesso di amarla.

* * * * *
 
Mi amava. Com’era strano sentirglielo dire dopo tanto tempo. Eppure ero adirata con lui. Come faceva a dire di sentire certe cose per me? In fondo non aveva esitato poi molto prima di fiondarsi sulla rossa.
— Allora cos’è? Del semplice sesso? Mi fai schifo sei diventato così squallido! — sputai fuori cattiva.
— Vorresti farmi credere che tu in tutti questi mesi non sia stata con nessuno? Sei di carne mica di ferro piccola Ondango!
— Con nessuno! Io ti amavo veramente stupido! — esclamai mollandogli uno schiaffo.
Si massaggiò la guancia offesa e sorrise.
— Non cambierai mai piccola Usako!
Fu un attimo, Seiya avanzò rapido verso di me catturando le mie labbra in un bacio mozzafiato. Mi spostai scottata, cosa dovevo fare?
— Scoprì la verità Seiya. Inoltre devi decidere con chi stare mio caro rockettaro!
— Mi sembra giusto! Scoprirò chi ti ha tenuta lontano da me. Contaci!
— Staremo a vedere!
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro afferrai le mie scarpe e andai via. Cosa sarebbe successo ora? Non ne avevo la minima idea. Seiya mi amava ancora ma davvero avrebbe lasciato la figlia del suo menager per me? Inoltre c’era la questione Kousagi da risolvere.


 
   
 
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