Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    24/01/2015    9 recensioni
Quanto può essere forte ciò che ci lega ad un ricordo?
Dean e Sam stanno per scoprirlo. A loro modo naturalmente!!!
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Va’ bene!! Defibrillatore!!” disse il dott. Coleman. “Ha bisogno di un aiuto più forte per riprendersi.” Disse mentre preparava le due piastre elettriche e faceva posto all’infermiera che scoprì il petto di Dean. “Carica a 250…LIBERA!!!!”

Sam vide il corpo di suo fratello inarcarsi con uno scatto quando la scarica gli attraversò il corpo. E poi ancora e ancora!!
Ma Dean sembrava non reagire.

“Deeeean!!” lo chiamò con la voce tremante il fratello.
“Fatelo uscire!!” gridò il dottore.
“Nooo!!” infuriandosi per quella richiesta.
“Ho detto fuori!!” ordinò più duramente.
“No..No….Deean!!” urlò ancora mentre due infermieri lo presero quasi di peso e lo fecero uscire completamente dalla stanza.
 
I minuti che passarono , dopo che Sam fu messo alla porta, sembrarono infiniti per il giovane. Il ragazzo si costringeva a guardare fuori da una finestra poco lontana da lui. Si rese conto che stava albeggiando e si ritrovò a pensare a quanto fosse stata assurda quella notte e a quanto poteva ancora diventare più assurda e tragica la giornata che sarebbe seguita, se Dean non fosse riuscito a “trovare” quella porta.
Poi, finalmente la porta della sua stanza si aprì di nuovo. Ne uscirono prima due infermiere che portavano fuori i vari carrelli per le emergenze, poi, subito dietro di loro, il dott. Coleman, visibilmente esausto. E forse amareggiato.

Fu quel “forse” a terrorizzare il più giovane dei Winchester.

“Dottore?!” lo richiamò con la paura di dover sentire quelle parole che lo avrebbero annientato definitivamente. E non era pronto a sentirle.
“Non ricordo di aver mai dovuto affrontare una situazione del genere. Nemmeno durante il tirocinio!” fui lo strano epilogo. “Suo fratello sarebbe stata la dannazione di molti dei miei colleghi alle prime armi!”
“Che…che significa!?”
“….” non rispose scuotendo la testa come se stesse ancora cercando di capire quello che era successo.
“Lui è..” ma non riuscì a completare la frase. Non ne aveva il coraggio.
“Lui è….. sveglio!” disse invece il medico sorridendo alla luce radiosa che vedeva tornare sul volto del ragazzo che aveva di fronte. “Ha superato la crisi ed è venuto fuori dal coma. Ora, naturalmente sta riposando, ma non credo che ci sia più pericolo. Quando sarà sveglio, gli faremo dei controlli per escludere ogni complicazione.” lo rassicurò.
Sam avrebbe voluto abbracciarlo e ringraziarlo di tutto cuore per avergli restituito suo fratello. Cercò di trattenersi, ma la gioia che sentiva dentro non glielo permise.
Agguantò letteralmente il piccolo medico e lo strinse forte. “Grazie , dottore. Grazie di cuore!!”
“Dovere, Sam! Dovere!” fece quasi ansimando Coleman, stretto tra le braccia di quel gigante.
Quando Sam, lo lasciò andare, entrambi si ricomposero.
“Quando posso vederlo?!” chiese ansioso Sam.
“Le sto facendo portare una poltrona, potrà stare accanto a suo fratello fin quando non si sveglierà, ma dopo una notte come questa, non credo che riuscirà a riposare su una sedia. E mi creda anche lei ha bisogno di qualche ora di sonno!” fece , strizzandogli l’occhio.

Quando Sam, finalmente, rientrò nella stanza ebbe quasi l’impressione di percepire il cambiamento fisico nella situazione del fratello.
Non lo sentiva più distante. Ora, lo sentiva di nuovo accanto a lui, anche se il maggiore era ancora addormentato.
Qualche minuto dopo, un infermiere gli portò la poltrona e Sam la sistemò accanto al letto di Dean e vi si sedette. Mise la sua mano sul braccio del fratello e sorrise sollevato. Gli nascose tra le mani il pezzo di scacchi che teneva ancora nel giaccone.
“Scacco matto, Dean! Ce l’abbiamo fatta anche questa volta, fratellone!!” disse sottovoce e poi piano piano cominciò a sentire davvero la stanchezza di quella notte.
Appoggiò la testa sul bordo del letto, piegandosi in due, come fanno quelli che hanno bisogno di recuperare dopo uno sforzo estremo. Chiuse gli occhi, ma non fece in tempo a riaprirli che si addormentò, sfinito.
 
Dean si sentiva un peso sullo stomaco e un braccio intorpidito. Aprì lentamente gli occhi, anche se la luce del sole che proveniva dalle finestre gli causava bruciore. Si guardò intorno e riconobbe in quello che vide le sembianze di una camera di ospedale. Sospirò, perché non ci voleva un genio, per capire che era fuori dall’ennesimo incubo. Era ancora vivo.
Cercò di muoversi ma ci riuscì ben poco. Quel peso e quell’intorpidimento glielo impedivano. Abbassò lo sguardo verso quel disagio che sentiva sul suo corpo e tutto ebbe senso.

Sam. Sammy!

Un suo braccio lo circondava all’altezza dei fianchi, come a volerlo trattenere. Mentre con l’altro braccio, Sam, tenendolo piegato sotto la sua testa come se fosse un cuscino, gli teneva ancora stretto il braccio più vicino a lui.
Quella posizione assurda, intenerì infinitamente Dean. Come era possibile che quel gigante di quasi due metri riuscisse a dormire in quella posizione, non se lo riusciva a spiegare. Non voleva svegliarlo. Ma il naturale istinto fraterno di volerlo rassicurare e confortare fu più forte e con la mano libera gli accarezzò la testa.
Sam, si issò di scatto, non appena la mano di Dean lo toccò.
Maledetto istinto da cacciatore con i sensi sempre in allerta!!, pensò il maggiore.
Sam gli sorrise, vedendo Dean che gli sorrideva, ormai salvo.
“Ciao, fratellino.”
“Bentornato, Dean!”
 
Il dott. Coleman, fu categorico nel voler tenere sotto controllo Dean per qualche altro giorno e il fatto che Sam fu rapido nel riferire a Dean la sua versione dei fatti, fu d’aiuto quando lo stesso poliziotto che interrogò lui, arrivò in ospedale per parlare anche con Dean. Per adesso erano a posto, ma dovevano, comunque, sparire da quella città, al più presto.

I due fratelli erano nella stanza e Dean era seduto sulla sedia a rotelle poiché appena tornato dall’ennesimo controllo. Giocherellava con il Re bianco che si era ritrovato tra le mani quando si era ripreso e quando Sam gli si avvicinò, il maggiore glielo mostrò interrogativo.
“Ancora non ti è passata la voglia degli scacchi?!” chiese a Sam.
“Te lo giuro. Da oggi, solo partite sul Pc!!” scherzò l’altro ed entrambi risero.
“Ascolta, ..mi hai fatto uscire dalla mia mente contorta, Sammy. Possibile che non riesci a convincere quel dottorino a lasciarmi andare? Mi sento come uno rapito dagli alieni. Mi stanno facendo ogni tipo di analisi e controllo!!” si lamentò, poi, il maggiore.
“Beh!! chissà che non scoprano finalmente che cosa c’è che non va in te!!” ironizzo scherzando Sam.
“Molto divertente, Sammy!!” rispose l’altro. Poi notò che qualcosa era cambiato all’improvviso sul volto del fratello. “Sam!?” lo richiamò.

Sam, lo guardò. Un po’ imbarazzato, un po’ di timoroso di domandare quello che voleva chiedere.
“Sammy, che c’è?!” fece più apprensivo Dean, che percepì il disagio del giovane.
“Posso chiederti una cosa?!”
“Certo!”
“Tu hai detto…insomma quando…eravamo nella tua testa…tu hai detto di aver visto..anche…” e distolse lo sguardo forse pentendosi di aver iniziato quel discorso, ma Dean lo comprese e gli andò incontro.
“Sì, Sam. Mamma e papà!” e il giovane sembrò riaversi. Sembrò addirittura felice di quell’ammissione da parte del fratello.
“E loro…cioè…erano….”, infondo non sapeva se quello che aveva vissuto Dean fosse una sorta di viaggio onirico o visionario o chissà cos’altro.
“Non lo so, Sammy!” confessò sereno Dean. “Ma sono certo di una cosa. Erano loro. Lo so.”
“Che significa!?”
“Papà era papà. Il solito sergente che non ammette che uno dei suoi figli si possa arrendere!” fece sorridendo appena.
Va’ avanti nonostante il dolore!” ricordò Sam, ricordando il padre.
“Già! e la mamma….beh! lei…” perdendosi un attimo in quel ricordo.
“Come era lei?!” fece quasi ansioso o forse, e giustamente, curioso, Sam.
“So che purtroppo non hai suoi ricordi Sam, ricordi veri, e me ne dispiace tanto, credimi, davvero tanto. Ma…”
“Non è colpa tua , Dean!” lo interruppe Sam.
“… ma voglio che tu sappia una cosa. Che per quanto lei volesse che io tornassi indietro, il motivo principale per cui voleva che io reagissi, eri tu, Sammy!” rivelò al più giovane.
“Cosa?!”
Dean sorrise a quella sorta di sorpresa. “.. “Cerca quel ricordo che ti riporti da tuo fratello. Pensa fortemente a lui, a quello che vi lega, all’amore che provate l’uno per l’altro. Torna da lui. Proteggi il mio piccolo Sammy…. ”, questo è quello che mi ha detto la mamma, prima di lasciarmi andare.”, confessò mentre vedeva l’emozione far luccicare gli occhi del fratellino.

Per un attimo ci fu solo silenzio. Ma fu un silenzio dolce, carico di calore familiare, di ricordi reali e ricordi raccontati. Di immagini impresse nella memoria e di quelle rubate da una foto. Un silenzio tanto prezioso quanto raro nella vita di un cacciatore.
“Mi manca, Dean!” confessò alla fine di quel silenzio, Sam. “E  mi manca papà!” fece ancora.
“Lo so, Sammy. Mancano anche a me.” ammise il maggiore. “Ma se è vero che ognuno di noi avrà un Paradiso personale, sono sicuro che il nostro sarà con loro, fratellino.” sembrò rassicurarlo Dean, o forse promettergli.
 
Due giorni dopo, Sam e Dean erano di nuovo nella loro Impala, pronti a ripartire. Le richieste di nuovi chiarimenti da parte della polizia cominciavano ad essere pressanti e il ritrovamento del cadavere nel cassonetto di quel vicolo, non sarebbe stato facile da spiegare.
Era giunto davvero il momento di alzare i tacchi e sparire nel nulla.

Fu Sam a mettersi alla guida, per permettere al fratello di viaggiare più comodamente al lato passeggero e magari riposare un altro po’.
“Ehi Sammy?!”
“Mmmh!” fece il giovane mentre metteva in moto.
“Credo di doverti dire ancora una cosa!” fece senza guardarlo, forse per imbarazzo, che Sam colse.
“Cosa?!”
“Grazie per essermi venuto a prendere!” disse guardandolo finalmente e facendolo con orgoglio.
“Qualcuno deve pur salvarti il culo, quando sei nei guai!” rispose cercando di smorzare il momento, che comunque lo riempì di fraterna soddisfazione.
“Stronzo!”
“Fesso!”
E poi via, verso l’ennesima caccia. Uno accanto all’altro. Pronti a proteggersi e ad affrontare insieme quello che il destino aveva ancora in serbo per loro!
Ancora loro, contro il mondo!

 
 
N.d.A.:  E anche questa storia è andata. Spero di avervi tenuto compagnia piacevolmente e se così non fosse stato, abbiate pietà e ricordate che chi ha scritto ha la testa più o meno incasinata come quella del povero Dean.
Baci, Cin.
PS: Tanti auguri , Dean!!! Buon compleanno!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75