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Autore: hebi chan    24/01/2015    7 recensioni
Ci si può innamorare di qualcuno ancora e ancora? Ci si può innamorare di qualcuno mille volte, in mille modi diversi? Ci si può innamorare di ogni dettaglio sconosciuto, di ogni nuova piega delle labbra?
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ndHebi.

Al volo al volo un piccolissimo appunto. Ho immaginato Sasuke e Naruto nati nel 1988, quindi nel primo ricordo hanno 13 anni. Preferisco che lo sappiate, così sarà un po' più facile tenere il filo. Ci vediamo in fondo.

 

 

 

Tutto quello che vuoi

 

Vorrei incontrarti fra cent'anni
tu pensa al mondo fra cent'anni
ritroverò i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli più di ieri

 

°°°

 

3 Marzo 2051

 

Naruto si fa guidare da una cameriera giovane ed elegante al tavolo che Sasuke ha prenotato per loro. “Un caffè” ha detto, e poi ha prenotato in un locale vergognosamente costoso. Un sorriso sfugge alle labbra di Naruto mentre pensa alla volta in cui Sasuke aveva detto “andiamo a prendere un gelato” e poi aveva fatto la stessa cosa.

Accarezza l'imbottitura della sedia, si siede e reclina la testa sullo schienale in un moto un po' bambino, un po' teso.

«Le porto qualcosa, mentre aspetta?»

«Non c'è bisogno, la ringrazio»

Hinata gli ha detto che sarebbe stata contenta di passare un pomeriggio a badare a Neji con Himawari, che passasse pure delle ore piacevoli con il suo vecchio amico. Naruto le ha sorriso con tenerezza e le ha baciato una guancia.

É arrivato con qualche minuto di anticipo, si è raccontato che l'ha fatto perché a Sasuke non piace aspettare, la realtà è che spera di convincere il suo cuore a smettere di battere così furiosamente prima che arrivi.

Uno, due, tre minuti.

Sperava di riuscire ad affrontarlo con cortese risolutezza, ma il suo corpo è lo specchio indesiderato del tumulto che gli sta sconvolgendo l'animo. Può asciugare sui pantaloni il sudore delle sue mani, convincere il suo respiro a farsi più lento, ma basterà perché Sasuke non si accorga dei suoi occhi lucidi? Li sente pizzicare e non può farci nulla.

Sette, otto, nove minuti.

Non lo vede da quasi trent'anni, non lo stringe da molti di più...

 

1 Gennaio 2001

 

Gong

«Akemashite omedetou1 'tebayo

«Akemashite omedetou, baka»

Naruto abbraccia Sasuke di slancio e seppellisce il naso tra i suoi capelli neri. Ama farlo, profumano di buono.

Le braccia di Sasuke gli cingono la vita ricambiando il suo abbraccio con esitazione, e lui si ripromette di non dire nemmeno una parola pur di non farlo scappare via. Lo stringe a sé un po' di più e strofina appena la guancia sulla sua. La sua pelle è morbidissima.

Gong

«Avanti voi due, rientrate! È pronta la soba!» la voce allegra di Kushina li richiama da dentro la bella villa degli Uchiha, dove gli adulti e Itachi sono rimasti a scambiarsi gli auguri per il nuovo anno. Naruto sbuffa appena contro il collo di Sasuke, non ha alcun desiderio di lasciare l'engawa2 dove sono usciti per vedere i fuochi d'artificio. Ma Sasuke non ha allentato la presa esitante sul suo corpo e Naruto si sente coraggioso abbastanza da gridare in risposta alla madre «appena smettono di suonare le campane! Promesso!»

Gong

Ancora 105 rintocchi per stringersi a Sasuke. Sorride.

Ti voglio bene, 'Suke.

 

 

5 Ottobre 2005

 

«Sai, dobe. Penso che ti bacerò»

Naruto capisce che Sasuke si è pentito immediatamente di aver aperto bocca mentre lui stava bevendo la propria limonata ghiacciata, perché, nell'estremo tentativo di non soffocare, è finita quasi tutta tra i suoi capelli neri e sulla sua camicia di lino.

«Cazzo Naruto, sei un maiale!»

Sasuke gli rivolge il suo sguardo più intimidatorio ma, mentre tenta di tossire via la limonata che gli è rimasta incastrata in gola, Naruto non può fare a meno di mettersi a ridere, perché con i capelli che gocciolano sul pavimento non fa poi così paura.

«È colpa tua! Io... ma che cavolo... ma come te ne esci?!» farnetica, mentre cerca di ricomporsi, invano. Sasuke gli sta battendo una mano sulla schiena con più vigore del necessario.

«Sei un imbecille»

Prima che possa rispondere qualsiasi cattiveria, Sasuke lo afferra per le spalle e gli chiude la bocca con la propria.

Tutto quello che vuoi. Sono tutto quello che vuoi, Sas'ke.

 

 

17 Ottobre 2007

 

«Kami, quando fai quella cosa con la lingua...»

Sasuke pianta gli occhi lucidi nei suoi e non si da nemmeno la pena di farsi scivolare del tutto la sua erezione fuori dalle labbra prima di parlare. Naruto è convinto che non esista niente di più dannatamente erotico al mondo.

«Quale cosa?»

Le sue mani pallide gli tengono il bacino ancorato al letto e Naruto ama da impazzire il contrasto con la propria pelle abbronzata. I suoi palmi sono bollenti e la pelle dei suoi fianchi formicola in risposta al suo tocco. Ama le sue mani.

Gli accarezza con delicatezza i capelli mentre Sasuke smette di ghignare e si abbassa di nuovo su di lui.

«Non lo so... Dio Sas'ke! Quella cosa!»

La risata di Sasuke riverbera sulla sua erezione congestionata. Che cosa voleva dire?

Ti amo, Sasuke. Non importa, glielo dirà la prossima volta.

 

22 Dicembre 2012

 

Naruto è sdraiato nel letto del suo monolocale, a Konoha. Le tende con motivo di rane lasciano entrare appena la luce calda del tramonto, creando strani effetti sulla pelle bianchissima di Sasuke, tra i suoi addominali accennati, sotto suoi i pettorali delicati. Gli sta accarezzando distrattamente la pancia con la punta delle dita e Naruto, mentre lo guarda e intreccia le sue dita con quelle della sua mano libera, pensa che non glielo farà notare per nessun motivo al mondo, purché non smetta.

«Quando pubblicherò il mio primo romanzo-»

«Quale romanzo?»

«Oh andiamo, teme! Quello che scriverò!»

«Ma certo, come ho potuto non pensarci»

«Ma sta' zitto! Dicevo. Quando pubblicherò il mio primo-»

«Ma se non hai mai finito nemmeno una storia»

«Sas'ke! Vuoi finirla?! Fammi parlare. Quando pubblicherò il mio primo romanzo, che scriverò  e finirò, per prima cosa comprerò un appartamento vero»

Sasuke non ferma il movimento delle dita di cui forse non si è nemmeno accorto, ma solleva appena il capo posato sulla spalla forte di Naruto per poterlo guardare negli occhi.

«Qui a Konoha?»

«Ma sì! Sarà bellissimo. Avrò una vera camera da letto, con un letto enorme pieno di cuscini. Una cucina gigantesca-»

«Ma se non sai cucinare! Una “cucina gigantesca” usata solo per scaldare ramen. Una grande idea»

«Ho intenzione di imparare! Sarò abbastanza ricco e avrò abbastanza tempo libero per seguire un corso, e se non imparerò sarò comunque abbastanza ricco da potermi permettere una cuoca. E non ridere, teme!»

Sasuke sghignazza e allora Naruto sale a cavalcioni sul suo bacino nudo e comincia a fargli il solletico sulle costole, fastidioso. Te lo do io un motivo per ridacchiare, bastardo!

«D'accordo, d'accordo, un corso o una cuoca! Sta' fermo, mannaggia a te! Dai continua»

Ridendo, Naruto torna a sdraiarsi sul letto e a guardare il soffitto. È così assorto che potrebbe toccarle, quelle mura.

«Avrò un bagno enorme, con tutte le piastrelle sane a al loro posto, e una vasca idromassaggio incredibile»

«Mmmh, questo mi pace. Nient'altro?»

Sasuke si sistema meglio nell'incavo del suo braccio e si mette a fissare il soffitto pure lui, come se così potesse davvero vedere i dettagli di quell'appartamento che sta facendo sospirare Naruto.

«Avrò un salone grandissimo e luminoso, con le finestre enormi e il parquet»

«Ah-ha»

«Ah, e le tende arancioni»

«No»

«Prego?»

«Non entrerà nessuna tenda arancione in casa mia, Usuratonkachi»

Naruto spalanca gli occhi e il suo cuore prende a battere così velocemente che sembra voglia sfuggire alla presa del petto. Si gira a guardare Sasuke che ha gettato indietro la testa prendendo a ridere in quel modo speciale che mostra solo a lui, senza malizia, senza perfidia.

D'accordo, 'Suke. Niente tende arancioni in casa nostra.

 

6 Novembre 2014

 

Il sole splende sulla lapide bianchissima e ferisce lo sguardo.

Gli occhi di Sasuke, invece, sono persi in un buio così profondo che Naruto si chiede come sia possibile che nessuno si sia accorto che la sua oscurità sta adombrando il sole. Per lui è così reale che la sente avvolgergli le spalle come un mantello.

Sfiora con la spalla quella di Sasuke e ringrazia che ci sia tutta quella gente al funerale di Itachi Uchiha, così può prendere una sua mano tra le proprie e lasciarsi inghiottire dal buio insieme a lui, senza che nessuno faccia caso a loro.

Nessuno nota la rigidità innaturale delle spalle di Sasuke, la durezza violenta del suo sguardo, la piega dolorosamente amara delle sue labbra. Nessuno nota le sue unghie affondate così profondamente nella carne di Naruto tanto che sottili rivoli di sangue sporcano le sue mani abbronzate.

Nessuno si è accorto che parte della sua anima non lascerà la tomba di marmo bianco di Itachi, eccetto Naruto, che spacca la sua e ne dona parte a quel luogo, purché non si senta mai solo.

 

15 Dicembre 2014

 

«Ma non capisci? Itachi è morto e agli occhi di mio padre io sono tutto ciò che è rimasto del nostro nome. Ho dei doveri verso di lui e verso la mia famiglia. Perché non provi a capire?»

Naruto lo guarda e vede la determinazione nei suoi occhi, la certezza di star facendo la cosa giusta. Gli manca il respiro. Gli occhi della sua mente stanno volgendo il loro sguardo ad una vita senza Sasuke e improvvisamente la felicità sembra gli stia scivolando tra le dita come sabbia. Si affanna ma non riesce a trattenerla, così come sa che non riuscirà a trattenere Sasuke, qualsiasi cosa dirà, qualsiasi cosa farà. Li perderà entrambi.

«Io ti amo, Sas'ke» le parole escono in un soffio dalle sue labbra.

«Ti amo anch'io. E non ha importanza. Mi trasferisco ad Oto, non ti cercherò più»

Non ha importanza.

 

28 Giugno 2017

 

«Mi hai fatto passare un pomeriggio bellissimo, Naruto-kun, grazie»

Hinata non lo guarda negli occhi mentre parla, e si torce appena le mani, il viso rosso d'imbarazzo. Il cuore di Naruto è pieno di tenerezza per quella ragazza dolcissima. Le sfiora il viso, accarezza i suoi capelli scuri e le posa un bacio sulla fronte.

Kiba ha insistito così tanto perché la invitasse ad uscire che alla fine non ha potuto far altro che invitarla a passare un pomeriggio insieme. Dovrebbe ringraziarlo, perché non si sentiva così sereno da tanto tempo. Non felice, sereno.

La sua felicità, quella Sasuke se la rigira da sempre tra le dita, tenendola prigioniera delle sue mani eleganti.

Naruto l'ha tenuta per mano, passeggiando nel parco, e ha visto brillare nei suoi occhi chiari una gioia incredibile e genuina, troppo bella per non lasciarsi contagiare almeno un po'.

Chissà, forse, con il tempo...

«Naruto-kun, andrai al matrimonio di Sasuke-kun e Sakura-chan? Sai, hanno invitato anche me... Sarebbe bello...»

Naruto spera che Hinata non si sia accorta di averlo trafitto con le sue sue parole. È bastato il suono del suo nome perché il velo dell'illusione di una vita sopportabile lontano da lui si squarciasse, inondandolo di tutto il dolore che aveva tentato di arginare. Naruto, invece di lasciarsi investire, lo abbraccia come un vecchio amico.

Spera sia convincente il suo sorriso irriverente, mentre riprende a parlare.

«E perché dovremmo andare? I matrimoni sono così noiosi! Bisogna vestirsi bene, comportarsi come damerini a tavola e far finta che la madre della sposa sia simpatica!»

È bella Hinata, quando ride.

«Risparmiamoci lo strazio! Ti porto al mare» dice, spegnendo la sua risata con le labbra.

 

3 Settembre 2023

 

«Naruto?»

Naruto sente la voce sorpresa raggiungerlo da dietro le spalle, ma è il profumo ad averlo raggiunto per primo. Ha fatto un respiro enorme prima di potersi fermare, e ora quell'odore gli sta stringendo lo stomaco e accarezzando il cuore.

Si volta e si specchia negli occhi scuri di Sasuke dopo quasi dieci anni.

Sasuke ha la mascella più squadrata e i capelli più morbidi intorno al viso, ma le sue mani, che ora stringono dei sacchetti del supermercato, sono sempre le stesse e Naruto può sentire ancora il loro tocco su di sé.

Porta la fede, e Naruto sente il metallo di quell'anello piantarglisi nel cuore. Brucia.

«Ciao Sasuke»

Dio, è così bello. Naruto stringe appena di più la manina di Himawari nella propria.

Si guardano per un attimo in silenzio, Naruto immagina che neanche lui sappia cosa dire. In realtà si chiede cosa l'abbia spinto a fermarlo.

«Oh, e questa bella bimba chi è?» chiede Sasuke chinandosi di fronte alla sua bambina, che si nasconde appena dietro le sue gambe incuriosita e timida, con un sorriso che Naruto non gli aveva mai visto, il sorriso tenero e impacciato di un papà.

Ci si può innamorare di qualcuno ancora e ancora? Ci si può innamorare di qualcuno mille volte, in mille modi diversi? Ci si può innamorare di ogni dettaglio sconosciuto, di ogni nuova piega delle labbra?

«Avanti polpetta! Com'è che ti chiami?»la incita Naruto. Adora sentirla parlare.

«'Wa... 'Wari» risponde con la sua voce piccina, arrossendo un po', proprio come la sua mamma.

«È Himawari, in realtà. Non sa dirlo ancora  bene»

«Ciao, Himawari. Io sono Sasuke, un amico di papà» Sasuke le lascia un sorriso prima di tornare in piedi.

Un amico di papà.

«Non sapevo avessi avuto una bambina»

«In realtà lei è la più piccola. Bolt ha due anni di più, ma ha preso la varicella ed è rimasto a casa con Hinata»

«Già, Sakura mi aveva detto che vi siete sposati. Anche noi abbiamo avuto una figlia, dovrebbe avere l'età del tuo, se ho capito bene»

I suoi occhi brillano per un momento di una gioia autentica, mentre sposta i tutti i sacchetti in una mano e mostra lo schermo del cellulare a Naruto, per mostrargli la foto in cui tiene in braccio una bambina imbronciata con i capelli nerissimi e gli occhiali di plastica rossa.

Davvero si può?

«È incredibile, un dannato terremoto!»

Sorride e scherza, Sasuke, ma quando sposta lo sguardo dalla bambina sullo schermo a lui, qualcosa spegne i suoi occhi neri come le ali dei corvi, come l'oceano. Naruto non osa dargli un nome perché farebbe troppo male e lui ha voltato le spalle a quella sofferenza cinque anni prima, quando Hinata gli ha messo Bolt tra le braccia, sorridendo tra le lacrime più dolci che Naruto avesse mai visto, le lacrime di una mamma, le lacrime di una moglie innamorata.

Così sorride anche lui.

«La tua bambina è bella, Sasuke!»

Sotto la spessa montatura dei suoi occhiali ci sono i tuoi occhi.

 

3 Marzo 2051

 

Vede arrivare Sasuke al tavolo del bar dove si sono dati appuntamento.

Naruto può vedere nelle rughe sul suo viso e nei fili bianchi trai i suoi capelli tutti gli anni che sono trascorsi dal loro ultimo incontro. Gli occhi di Sasuke sono più opachi di come li ricordasse, la sua pelle più grigia e le sue mani più segnate; la sua bocca è più sottile, le sue guance più scavate e le sue ciglia meno folte, immagina che se chiudesse gli occhi non getterebbero ombra sulle sue guance come facevano tanti anni prima.

Abbassa lo sguardo sull'assenza della fede al suo dito e sente la malinconia invaderlo come un'onda di bassa marea, ad ogni stanco riflusso lo trascina più a fondo nell'oceano, e più lontano da Sasuke. Lo sposta su quella segnata dal tempo al proprio, e la consapevolezza di non aver mai dato ad Hinata quello che avrebbe meritato getta sale sulle sue ferite mai rimarginate. L'ha amata e la ama, la rispetta e le è fedele da sempre, ma lo sguardo di Sasuke nel suo, anche dopo tutto quegli anni, brucia e gli fa tremare il cuore come il suo non ha mai fatto.

Hinata è la brezza gentile che con amore ha raccolto i pezzi del suo cuore e della sua vita, che con dolcezza li ha tenuti in grembo perché non si perdessero nel vento.

Sasuke è la tempesta che ha sempre sconvolto la sua anima.

Prova a concentrarsi sui segni degli anni che hanno cambiato il viso di Sasuke, Naruto, ma non riesce a non pensare che non scalfiscono la sua bellezza affatto e che, ai suoi occhi, l'uomo stanco e brizzolato che sta scostando la sedia e gli si sta sedendo davanti è ancora la cosa più bella del mondo. Avrebbe voluto vederli apparire giorno dopo giorno sul suo viso, baciarli uno per uno, ridere con lui della prima ruga e del primo capello bianco, salutare con affetto la prima imperfezione di melanina sulle sue mani pallide.

Sasuke gratta con la sedia sul parquet mentre si accomoda e, finalmente, parla.

«Scusa il ritardo, Salada aveva bisogno che le tenessi Tomomi per un po'. È molto che aspetti?»

Naruto lascia che la sua voce gli entri nel petto e lenisca per un po' le cicatrici infette del suo cuore. È più roca di come la ricordasse, più graffiata e più sfibrata. Lui se innamora come l'ultima volta che l'ha sentita.

Stira le labbra in un sorriso educato ma una lacrima sfugge ad un occhio grigio-azzurro, tradendolo. Naruto la ignora e pensa alla risposta che ci si aspetta che debba dare, perché la vita ha scelto per loro tanti anni prima e lui da troppo tempo ha deposto le sue armi. Si asciuga il viso con un pollice e sospira.

«Un quarto d'ora» dice.

Ma la risposta che sente Sasuke, la risposta che sentono entrambi, è diversa.

Tutta la vita, Sasuke.

 

26 Febbraio 2051

 

«Moshi moshi»

Silenzio dall'altra parte del telefono.

No, non silenzio, se si impegna un po', Naruto può sentire dei sospiri, come di qualcuno che cerchi di contenere il fiatone dopo una lunga corsa.

«Pronto! Chi è? Pronto?»

Altri sospiri e, finalmente, qualcuno che si schiarisce la gola.

«Ciao, Naruto. Sono Sasuke»

Un attimo di silenzio, il cuore di Naruto che sprofonda nel petto, se ne sta fermo per un po' e poi comincia a correre come un dannato, come a voler raggiungere quello di Sasuke attraverso la cornetta del telefono.

Mi trasferisco ad Oto. Non ti cercherò più.

«Come stai?» la voce metallica che esce dal telefono è un po' incerta. Naruto si rende conto solo dopo averla sentita di non aver ancora risposto.

«Sto bene. Tu come stai?»

Sei felice, Sasuke?

«Bene. Sai... torno a vivere a Konoha. Salada si è trasferita un paio di anni fa con il marito e la bambina e ora che io e Sakura ci siamo lasciati ho pensato di pensato di seguirla, sai... per poterle stare vicino, non si sa mai...»

«Capisco, immagino-»

«Tu... tu vivi ancora lì?»

«Sì, sì certo»

«Senti, ti andrebbe di andare a prendere un caffè? Io... mi piacerebbe rivederti, Naruto»

Esita appena nella cornetta, Sasuke, ma poi non aggiunge altro.

Naruto non ha idea di quali siano le sue intenzioni, di cosa si aspetti da questo caffè. Sasuke non lo dice.

Ma non ha importanza.

Naruto non ha intenzione di voltare le spalle alla sua famiglia, alla vita che si è impegnato a costruire con determinazione per tutta la vita. Continuerà ad essere un marito affettuoso e presente, un buon padre e un nonno innamorato.

Continuerà a vivere il riflesso sfocato della felicità attraverso quella autentica delle persone che ama. Va bene così. Ha fatto la sua scelta quasi quarant'anni prima, quando ha promesso ad Hinata che le sarebbe stato a fianco ogni giorno della sua vita. L'ha confermata quando Bolt e Himawari sono venuti al mondo e con i loro occhi pieni d'amore innocente hanno dato un senso alla sua.

Non c'è posto per Sasuke, nella sua vita a metà. É tardi per fargli spazio e stravolgere l'equilibrio che ha tanto faticato per creare. Non ferirà Hinata per nulla al mondo, non deluderà i suoi figli.

Dopotutto, ha aspettato così tanto tempo. Tutti i suoi anni migliori se ne sono andati nello sforzo costante e inflessibile di non far mai mancare niente alla sua famiglia, nell'impegno di rendere le loro risa più forti delle urla del suo cuore.

Può aspettare ancora, per riaverlo accanto a sé.

Il filo rosso che lega le loro dita può logorarsi, schiarirsi, forse sfilacciarsi tra le pieghe del tempo, ma non rompersi. Tira e segna la carne di Naruto da quando Sasuke ha scelto per entrambi, allontanandosi dalle sue braccia quando il cuore di Itachi Uchiha ha smesso di lottare. Naruto sente quell'incisione bruciare ogni giorno, sotto al soffio fresco di Hinata e i suoi baci morbidi, a ricordargli che quel maledetto filo, quel benedetto e spietato legame è sempre lì, a tingere di porpora l'arazzo pallido della sua vita.

«Ma certo, Sasuke»

«Io... ehm... mi fa piacere. Non sapevo se avresti accettato»

«Però paghi tu!» Naruto si lascia sfuggire una sciocchezza come faceva tanti anni prima, quando Sasuke lo imbarazzava e lui cominciava a straparlare. Allenta la tensione ma profuma dolorosamente di casa.

«Sei sempre un'imbecille!» si sente rispondere in una risata.

Non può fare a meno di sorridere anche lui, Naruto.

Tutto quello che vuoi. La prossima volta sarò tutto quello che vuoi, Sasuke.

 

°°°

 

Vorrei incontrarti fra cent'anni
come un gabbiano volerò
sarò felice in mezzo al vento
perché amo e sono amato
da te che non puoi cancellarmi
e cancellarti non posso

 

 

 

1 È l'augurio che ci si scambia all'inizio del nuovo anno, in giapponese.

I 108 rintocchi vengono suonati nei templi buddisti alla mezzanotte, a simboleggiare i 108 peccati dell'anima, che viene purificata dal suono delle campane.

La soba è il piatto tradizionale che si consuma dopo.

 

2 L'engawa non è altro che la veranda delle case tradizionali giapponesi.

I versi all'inizio e alla fine della storia sono parte di "Vorrei incontrarti fra cent'anni", una canzone di Ron.

 

 

 

ndHebi. (quelle vere)

[Un avvertimento: queste lunghissime, deliranti notediHebi sono piene zeppe di spoiler sul finale di “Naruto”]

 

Eccoci qui. Innanzi tutto vorrei scusarmi per la mia recente sparizione stile Mago Silvan. Vi chiedo scusa.

Da quando ho cominciato a scrivere qui mi sono ripromessa che avrei sempre risposto a messaggi e recensioni in un tempo accettabile, ma non l'ho fatto. Posso tirare fuori una marea di scuse per questa mia mancanza, sarebbero tutte vere, e tutt'ora ho difficoltà a trovare del tempo libero perché sto preparando degli esami. La verità è che, anche quando avrei potuto fare al volo un salto da queste parti, ho scacciato il pensiero come si fa con le zanzare e mi sono dedicata ad altro.

Questo perché ho cercato di ignorare con la massima convinzione il fandom di Naruto e le mie storie.

Il finale di un'opera che ho tanto amato mi ha ferita in modi che non vi sto neanche a spiegare. E vi stupirà, ma le coppie sono l'ultima cosa che mi ha delusa. Seguivo Naruto da così tanti anni che, per quanto mi piaccesse scrivere storie su Sasuke e Naruto e l'idea di loro due come coppia, ero innamorata del manga per tanti altri motivi.

Le coppie che sono venute fuori purtroppo non sono che il riflesso di tutto ciò che è stato violentato in questo finale.

Sasuke è risultato un personaggio senza alcuna personalità, solo in balia degli eventi, sminuendo una conversione che era arrivata con tanto tempo e  fatica (sua e di Naruto) assumendo di punto in bianco atteggiamenti e pensieri non suoi (ho amato l'idea del viaggio di redenzione, Sasuke è sempre stato il riflesso di qualcun altro, avrebbe dovuto prendersi del tempo per trovare se stesso. Ma un uomo in cerca della propria identità non è già certo che tornerà a casa, e per di più da una donna che ha sempre mal sopportato e che che non è cambiata da quando avevano dodici anni e lo irritava). Sakura si è rivelata una bambina che ha consacrato tutta la sua vita ad una cotta infantile, impacciata, balbettante, succube. E Naruto? Forse lui è l'unico ad esse maturato, crescendo anche in ambito amoroso, sganciandosi dalla sua cotta per Sakura per abbracciare un amore più maturo. Ma per questo era necessario trascurare i suoi figli e rinnegare il se stesso che abbiamo sempre conosciuto e amato? Non ce l'ho fatta a fargli uno sfregio simile nemmeno in questa storia...
Ah Kishimoto, me l'hai fa grossa.

L'unica cosa che non sono riuscita ad ignorare è stata questa storia, che è stato doloroso scrivere, ma anche catartico. Per questo la sto pubblicando ora che ho un secondo libero, per farvi sapere nell'unico modo che conosco che non mi sono smolecolarizzata e che, in un certo senso, ho fatto pace con dei personaggi che amo da quasi dieci anni.

Quello che vi prometto (e io mantengo le promesse, è il mio nindo!) È che comincerò da ora a rispondere alle vostre recensioni e ai vostri messaggi, perché scrivere mi piace davvero tanto e vi sono immensamente grata quando impiegate del tempo per farmi sapere cosa ne pensate. Mi pare che vi meritiate almeno la considerazione di una risposta.

Sesshy cara, a te nemmeno ti ringrazio. Sarebbe veramente troppo poco visto l'impegno che stai mettendo nel sopportarmi da Novembre a questa parte. Ho in mente qualcosa di meglio (e sai che il tempo non è mio amico, ma ce la farò :P) Ti voglio bene.

Vale!

 

Hebi

 

 

 

 

 

  
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