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Autore: RobyLupin    26/11/2008    7 recensioni
Cinque passi della vita di una persona.
Cinque piccoli scalini per percorrere quella strada chiamata vita.
Perchè Haruhi ancora non lo sa, ma i cinque passi possono fare una storia. La sua.
[Piccola raccolta sperimentale di flashfiction: ognuna di esse ha come protagonista assoluta Haruhi alle prese con le varie fasi di un rapporto di coppia. Volete sapete con CHI? Aprite la pagine ed entrate. Sperando che non mi linciate in massa. xD]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Haruhi Fujioka
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Flash

Ed ecco qui la quarta storia della raccolta. Questa volta, purtroppo per voi, è più lunghetta del solito: 869 parole: non una flash fiction, ma nemmeno una one-shot. Scusate, so che avevo promesso solo storie corte, ma non sapevo come e cosa tagliare, né mi sembrava giusto leare spezio all'argomento, quindi... X°D

Prima di lasciarvi a leggere, però, rispondo alle vostre recensioni...^^

- Lady Hawke: Ma le zie non sono forse quelle che viziano schifosamente i nipoti, scusa? Ovvio che devi apprezzarmi... U_U X°D Ok, seriamente, sono contenta che apprezzi. E se inizio ad essere troppo sdolcinata, esorcizzami, ok? XD A presto zietta. Besos^^

- Kura92: Eh sai, molto furbescamente ho pescato il giorno in cui ho meno tempo libero a disposizione per aggiornare. Che genio, eh? XD (Ci tengo a sottolineare che i problemi temporali sono subentrati DOPO la decisione e l'inizio del postaggio bisettimanale XD) Tornando a noi... Grazie, sono contenta che la storia ti sia piaciuta. ^^ Tamaki dici? Beh, effettivamente l'ho fatto un sacco imbranato Tizio. Se poi somigli davvero al baka lascio a te decidere. XD Grazie mille per la tua recensione, kura. Spero che continuerà a piacerti questa raccolta. ^^

- Lely1441: Nel manga non saprei. E, sinceramente, preferisco rimanere nella mia beata ignoranza per ora, quindi sei avvertita: guai a te se mi psoileri qualcosa, non solo nelle recensioni. XD Grazie mille per la tua recensione, Lizzie Liz. Spero gradirai anche questa. xD Besos^^

- Smemo92: A dire il vero, Haruhi non è esattamente imbranata: semplicemente, è già una talpa di suo; se fai il conto che è senza occhiali, senza lenti a contatto, e che è buio pesto, capirai il perchè del mezzo disastro in camera. XD Tizio, invece, è imbranato sul serio: forse perchè io adoro i tipi un po' imbranati. X3 Quanto alla sua astrazione... beh, sapevo che il rischio c'era, ma volevo lasciare spazio al lettore. Temo quindi di non poter fare molto a tal proposito, mi spiace. ^^ Mi spiace che la storia non ti sia piaciuta molto, però. Spero di rimediare con questa, almeno in parte. Qui, almeno, Tizio è più attivo e un po' meno astratto. XD Besos^^

- Rosy_chan: Un'altra parteggiate per Tamaki. Dei, siete in tante, sapete? XD Seriamente, sono contenta che la raccolta ti piaccia, Rosy. Spero ocntinuerai a seguirla. ^^ Besos^^

- Freddymercury: Sì, fin troppo di lusso, direi. Potrei combinargli qualche tiro: in fondo, per ora deve solo ringraziarmi, no? xD Imbranato è imbranato, per forza: tu sai quanto li adoro, gli imbranati! x3 Grazie mille per esserti fermata qui, sorellona. Spero ti piacerà anche questa storiella, nonostante sia pià lunga delle altre. XD Besos^^

 

Bene, detto ciò vi rimando a fondo pagina. Buona (spero) lettura a tutti. ^^

 

 

 

 

4-     KODOMO

 

“Allora, si può sapere quanto ci vuole, ancora?”

Haruhi alzò gli occhi su Mei-chan, che batteva impaziente il piede accanto a lei.

“Sulla scatola c’è scritto tre minuti; secondo il mio orologio ne mancano due e mezzo. ”

“Avrebbe potuto metterci di meno. Nelle questioni di vita o di morte, tre minuti possono uccidere una persona.”

Haruhi inarcò le sopracciglia, confusa: che c’entrava questo con quello che stavano facendo?

“Ma questo è solo un test di gravidanza, Mei-chan,” obiettò.

Mei-chan sbuffò, borbottando un imbronciato “Dettagli” che fece sorridere l’amica. Subito, gli occhi di entrambe tornarono al test posato sul lavandino di fronte a loro. Ad Haruhi parve impossibile di trovarsi davvero lì; ancora più incredibile le parve di essere lei la protagonista del momento.

Si girò al dito la fede dorata, improvvisamente nervosa: erano settimane che era tormentata da nausee mattutine e, quando ne era riuscita a parlare con Mei-chan, imputando il tutto ad una forma influenzale piuttosto acuta, quella era sbiancata, l’aveva fatta sedere, si era informata su altri dettagli… particolari che lei non aveva considerato ed era sfrecciata fiori di casa. Tempo dieci minuti, poi, ed era rientrata con un test di gravidanza in mano, spiegandole la sua teoria.

Ed era toccato ad Haruhi sbiancare.

Quindi si erano ritrovate così, entrambe con lo sguardo fisso su quell’affarino da cui dipendevano tanto, troppe cose, al momento.

“Quanto manca?” le chiese nuovamente l’amica.

Haruhi non fece in tempo a guadare l’orologio che il timer che avevano programmato trillò, facendole sobbalzare. Si lanciarono un’occhiata: si stupì di leggere tutto quel nervosismo negli occhi di Mei-chan, e si stupì ancora di più del fatto che non solo lo capiva, ma che lo provava a sua volta! Nello stesso momento sentì i palmi delle mani sudati per l’agitazione e, istintivamente, li fregò sui jeans, inspirando profondamente. Decisamente, l’agitazione non le piaceva.

“Pronta?” le chiese Mei-chan, come se non ne fosse del tutto sicura; Haruhi aggrottò le sopracciglia: si vedeva così tanto che il suo proverbiale sangue freddo l’aveva abbandonata?

Nonostante una parte di lei avrebbe voluto urlare “No!” per poi correre fuori dalla stanza, Haruhi annuì, stranamente decisa.

Entrambe le ragazze chiusero quindi gli occhi e si chinarono sul test, poi li aprirono di scatto.

E Haruhi sorrise senza nemmeno accorgersene.

 

Quando quella sera tornò a casa, si stupì non poco dell’insolito silenzio che vi regnava. Non che Haruhi fosse una persona particolarmente rumorosa, anzi: spesso, per essere sicuro che ci fosse realmente, controllava nelle varie stanze, finché non la scopriva intenta a leggersi un libro o a ricontrollare dei documenti, e quindi sospirava, rassicurato dalla sua presenza.

Lo stesso però non avrebbe potuto dirlo per Mei-chan: quella ragazza era l’essere vivente femminile più rumoroso che conoscesse, e dato che passava una sera sì e l’altra pure in casa loro, si era ormai abituato al suo chiacchiericcio continuo in sottofondo.

Quella sera, invece, c’era solo silenzio.

“Haruhi, sei in casa?” urlò dall’ingresso.

“In salotto!”

Sospirò: almeno non era rimasta al lavoro nonostante l’influenza che l’aveva colpita nell’ultimo periodo.

Si tolse le scarpe e si avviò verso il soggiorno, quando la voce di Haruhi lo bloccò.

“Ti spiace andare in cucina a prendermi la scatola sul lavandino, prima di venire qui?”

Lui sorrise: gli piaceva quando Haruhi dimostrava di aver bisogno di lui, anche per le piccole cose: era sempre così indipendente da tutti, che spesso si sentiva totalmente inutile. Per questo le rispose che sì, certo che l’avrebbe fatto, ed entrò nella stanza. Gli bastò un’occhiata veloce per individuare la scatolina incriminata. Sorrise di nuovo, avvicinandosi, felice di aver completato con successo la missione.

Stava già allungando la mano quando notò un specie di termometro sulla scatola: dei, che Haruhi avesse la febbre? Stava così male?

Lo afferrò, preoccupato, controllando i valori che segnava nel caso lei l’avesse già utilizzato, poi sbiancò: quel coso non sembrava un termometro. A meno che i termometri non avessero striscioline blu al posto dello schermino con i valori. Il dubbio lo colse, puntuale: afferrò la scatolina, voltandola in cerca delle istruzioni. Il cervello riuscì a cogliere le parole ‘test di gravidanza‘, ma lui continuò a leggere finché non trovò la frase che gli serviva: ‘se compare una striscia blu allora il test risulta…’ Boccheggiò, voltandosi verso la porta della cucina: Haruhi stava in piedi sulla soglia, sorridendogli. Una parte della sua mente si chiese vagamente da quanto tempo fosse lì a fissarlo con quell’espressione: sembrava… raggiante.

Indicò il test con l’indice.

“Questo è… ?”

Haruhi annuì.

“E tu l’hai… ?”

Annuì di nuovo.

“Ed è… ?”

Di nuovo.

“E quindi tu sei… ?”

Annuì per la quarta volta.

“E quindi noi aspettiamo un… ?”

 “Kodomo,” concluse lei, palesemente felice.

Lui fissò prima lei, poi il test, quindi di nuovo lei. Quindi, un’espressione ebete gli si dipinse sul viso.

“Kodomo…” ripeté, abbassando il viso sulla scatola. Haruhi lo guardò preoccupata, mentre lo vedeva scosso dai brividi: che stesse covando l’influenza? Quella vera, ovviamente. Poi lui alzò la testa, mentre una fragorosa risata gli usciva dalla gola.

“Kodomo!” ribadì, correndo verso di lei e stritolandola in un abbraccio, sollevandola da terra e facendola girare.

Fu quasi senza accorgersene che Haruhi ricambiò la stretta e si unì alla risata.









"Kodomo" significa semplicemente "bambino". Non è la parola esatta per definire figlio, ma quella giusta non mi piaceva, quindi ho tenuto questa. XD

.

 

Finita anche questa. Spero vi sia risultata gradita. ^^

A me si, abbastanza direi. Tizio lo adoro, l'ho già detto? x3

Ora vi lascio andare. Grazie mille per aver letto. ^^

Roby^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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