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Autore: MissSaade    25/01/2015    3 recensioni
London High School...
Gabriella Styles: cheerleader, bella, popolare... tanto buona da non essere indifferente alle cattiverie che Liam, ogni giorno, è costretto a subire.
Amy Horan: migliore amica di Gabriella, dolce, sensibile, timida...triste perchè non riceve affetto dal fratello e per essersi innamorata di chi è già impegnato in una relazione complicata.
Liam Payne: vittima, solo, testardo...che presto conoscerà la vera amicizia e poi l'amore, quello che guarisce anche le ferite più profonde.
Harry Styles: bello, affascinante, popolare, seduttore... un gioco di sesso che coinvolgerà, poi, anche i sentimenti con un'insegnate e che si complicherà con l'arrivo di qualcun'altra.
Niall Horan: migliore amico di Harry, egoista, arrogante, antipatico...inizialmente menefreghista nei confronti della sorella e poi geloso non appena un ragazzo poserà i suoi occhi su di lei.
Louis Tomlinson: allenatore di calcio, frequentatore di casa Styles e con un matrimonio in vista.
Celine Brums: coach delle cheerlaeders, fidanzata di Louis e presto mamma.
Zayn Malik: proprietario del bar più esclusivo di Londra, grande amico di Niall e Harry e sarà colui che aiuterà Liam a credere di nuovo in se stesso.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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The last day of school
 
 
 
La London High School era pronta per salutare i suoi studenti. Le lezioni erano terminate, gli esami si sarebbero tenuti di lì a una settimana, quelli del primo anno già pensavano alle vacanze e a quello che avrebbero fatto. Mentre gli studenti dell’ultimo cercavano di godersi questa giornata per poi mettersi a capofitto nello studio per poter superare gli esami.
Niall non ci pensava proprio. « Passamene un altro. » disse alla sua ragazza.
I due si trovavano nei bagni del primo piano e stavano riempiendo una cassettina piena di palloncini ad acqua. Già ne avevano preparate due e avvisato tramite sms tutti i loro amici per poter partecipare alla battaglia di palloncini ad acqua per festeggiare l’ultimo giorno di scuola.  Maryssa s’era decisa ad aiutarlo e così aveva saltato l’ora di arte e aveva raggiunto il fidanzato nel bagno dei ragazzi.
« Amore, la Coral ci ucciderà! »
Niall rise. « Non saprà mai che siamo stati noi. Non preoccuparti, quella megera non si è accorta che dei cretini picchiavano Liam, o che tra Harry e Olivia Button c’era una storia, come potrà scoprire che tutto è partito da me e te? »
« Se lo dici tu.»
Legò un palloncino azzurro e lo ripose nella cassettina. Faceva molto caldo, una battaglia ad acqua ci voleva proprio, avrebbe rinfrescato tutti. Sarebbe stata la sua prima estate in coppia, pensò. Gli anni precedenti li aveva sempre trascorsi tra locali, mare, feste e uscite tra amici. Ora, invece, doveva dedicare del tempo anche alla sua ragazza e non vedeva l’ora di andare con lei in spiaggia. L’avrebbe portata ad un parco divertimenti, voleva divertirsi, stare insieme e non pensare a nulla. Si distrasse a guardarla mentre contava i palloncini nelle cassette. Era bella Maryssa ed era sua. Comprese per un attimo il timore di Harry nel perdere sua sorella, Amy gli aveva raccontato tutto. Forse doveva dare una possibilità al suo migliore amico.
« Lo sai che da domani dovrai metterti sotto a studiare, vero? »
Il biondo guardò la ragazza di sottecchi. « Ho ancora del tempo. »
Maryssa gli passò un altro palloncino. « Vuoi che ti aiuti? Ripeti ed io ascolto. »
« Stai scherzando? – si avvicinò alla ragazza e l’attirò a sé prendendola per la vita. – Sicuramente mi distraggo con te. Sarà meglio chiedere aiuto a quell’imbecille di Harry. »
Si diedero un bacio e poi tornarono a fare quello che avevano lasciato. Quello era per Niall il miglior modo per poter riallacciare i rapporti con il suo migliore amico.
« Questo è l’ultimo. » disse Maryssa, passandogli un palloncino giallo.
« Bene. »
Finito di riempirlo, posizionarono una cassetta per piano e poi uscirono fuori portando con sé una ventina di palloncini. Quando la campanella suonò fu il delirio. I ragazzi erano stati avvisati dei palloncini e quindi chi munito di suo, chi li prendeva dalla cassettina, iniziarono a lanciarseli l’uno contro l’altro, rincorrendosi per tutta la scuola. Niall ne lanciò uno dritto a Bill, poi cercò Harry tra la folla ma non lo trovò. Maryssa invece puntò a Gabriella e Liam che si stavano baciando amorevolmente vicino al parcheggio.
« Così si fa! » disse Niall, tirando e centrando Liam sulla gamba.
Maryssa scoppiò a ridere, mentre Liam, girandosi dietro, prese un palloncino viola e senza farsi notare colpì il biondo sul sedere.
« No, si fa in questo modo Maryssa! » si rivolse alla ragazza Liam, facendo le smorfie a Niall.
Gabriella si piegò in due per le risate e imitò Liam facendo però cilecca e non riuscendo a prendere il biondo.
« Ce l’avete tutti con me? » chiese alzando un palloncino in aria.
Liam annuì e poi prese Gabriella per mano e iniziò a correre dalla parte opposta per evitare di bagnarsi. Niall li seguiva e Maryssa gli correva dietro con altri palloncini tra le mani. Era una scena alquanto comica.
L’ultimo giorno di scuola, trascorse in quel modo, avrebbero dovuto svuotare gli armadietti ma approfittarono della bella giornata per stare altro tempo fuori a giocare con l’acqua. In realtà stavano lasciando una scuola elementare ad occhio esterno poiché nonostante fossero liceali, avevano una parte interiore ancora infantile e si divertivano così, tirandosi i palloncini addosso.
La preside Coral li osservava dalla finestra e si domandò come avrebbero superato gli esami molti di loro. Pensò alle classi dell’ultimo anno e soprattutto a quella di Horan, quanti guai le aveva fatto passare quel mascalzone. La donna sorrise a quelle immagini e le venne un po’ di nostalgia poiché i suoi studenti le sarebbero mancati, tanto. Non aveva marito, non aveva figli o nipoti, la scuola era la sua unica e grande famiglia. Ripensò alla vicenda della Button e di come si era affaticata a cercare di non far espandere la notizia anche in altri plessi. Si sentiva anche un po’ in colpa poiché non era stata abbastanza attenta ad accorgersene. Abbassò lo sguardo e chiuse le persiane. Prese lo scatolone con all’interno la sua roba e spense la luce. L’estate sarebbe passata in fretta.
 
 
 
***
 
 
 
 
Celine aveva convocato tutti i suoi ragazzi in palestra. Sedevano a semicerchio, alcuni con i vestiti bagnati, altri con scatoloni e zaini pieni di roba.
« Tim, per favore puoi chiudere la porta? » chiese ad uno di loro, quando si rese conto che tutti erano presenti in palestra.
Prese una sedia e la portò al centro, aspettò il ritorno di Tim e poi sorrise radiosa.
« È stato un anno magnifico! – aveva gli occhi lucidi, non avrebbe voluto lasciarli. – Abbiamo vinto le regionali ragazzi e ancora non riesco a crederci. Siete stati in gamba e io non posso fare altro che ringraziarvi.  »
Si voltò a guardare la coppa e la indicò. « Questa ve la meritate tutta e spero possiate raggiungere grandi traguardi il prossimo anno, anche se io non ci sarò…»
Tutti si guardarono straniti, fu Gabriella a chiedere il motivo della sua assenza.
« Tu ci sarai, perché dici così? »
La coach si alzò e si avvicinò a quel gruppo di ragazzi che aveva allenato con tanta determinazione e con amore soprattutto. Era arrivato il momento di dire loro cosa le stava accadendo e sapeva che avrebbero festeggiato con lei, perché loro erano fantastici e le avrebbero dato tutto l’appoggio che le serviva. Finalmente tutto stava girando nel verso giusto, le acque a casa si erano calmate e Louis era stato accettato da sua madre e da suo padre.
« Si, per un po’ non ci sarò però appena posso ritornerò ad allenarvi. »
« Perché? » domandò Loreen Chase.
Celine portò una mano al ventre. « Sono incinta. »
La stanza si riempì di sospiri. Gabriella sgranò gli occhi e si domandò cosa le passasse per la testa in quel periodo. Quante cose le erano sfuggite? Addirittura non aveva capito che Celine era gravida. Si chiese se ci fosse ancora qualcos’altro da scoprire e quindi le venne quasi spontaneo dire:
« Il padre? »
« Louis. »
Celine spiegò loro, molto superficialmente, come lo aveva scoperto e il segreto che si era portata a lungo dentro. Chiese innanzitutto scusa per il suo comportamento, spesso si distraeva ed era distante; poi invitò tutti ad andarla a trovare durante le vacanze.
Si salutarono con un abbraccio di gruppo e lasciarono malinconici la palestra.
Celine era rimasta per prendere tutte le sue cose, Gabriella ne aveva approfittato per potersi congratulare personalmente per la gravidanza.
« Sai già se sarà femmina o maschio? »
« No. »
Era stata dal dottore e a visita pochi giorni prima e aveva preferito non sapere il sesso del bambino perché voleva che fosse una sorpresa. Louis l’aveva accompagnata, anche sua madre e la signora Tomlinson. Non aveva mai visto il suo ragazzo così teso e poi emozionato non appena il dottore aveva fatto sentire loro il battito del bambino. Era stata un’esperienza bellissima che mai avrebbe dimenticato.
« Sono felice Celine, sia per te che per Louis. » disse con sincerità Gabriella e andò ad abbracciare la sua coach.
« Sei un tesoro. »
Avevano sempre avuto un rapporto speciale, molto di più e che andasse oltre quello tra studentessa e coach. Erano diventate amiche, nonostante la differenza di età.
« In bocca al lupo. » la strinse ancora un po’ e poi lasciò la palestra, pronta ad andarsene a casa.
Celine caricò la macchina di tre scatoloni. Passò per i campetti e vide Louis sistemare tutti i palloni di calcio. Rientrò all’interno della scuola e raggiunse la presidenza, tolse dalla bacheca degli avvisi tutti i volantini che aveva messo durante l’anno e poi si recò in bagno per sciacquarsi il viso, faceva troppo caldo e stava sudando.
Si guardò allo specchio e sorrise. Ora tutti sapevano della sua gravidanza e poteva anche urlarlo al mondo intero che aspettava un bambino. Già si vedeva a fare la mamma e immaginò allo specchio l’immagine riflessa della sua possibile futura bambina che si rinfrescava dopo una giornata di allenamenti.
Uscì e percorse i corridoi ancora stracolmi di studenti che stavano svuotando gli armadietti. Intravide alcuni suoi allievi e li salutò felice. Attraversò il portone principale e respirò profondamente, raggiunse la macchina e trovò Louis ad aspettarla bagnato dalla testa ai piedi.
« Cosa ti è successo? »
Il ragazzo strizzò i capelli. « Niall. »
Celine scoppiò a ridere. « Ti toccherà andare a piedi! »
 
 
***
 
 
 
« Ciao. »
Amy si voltò e trovò Harry a poca distanza che la guardava profondamente, come se volesse entrare nella sua testa. Non era sorpresa di vederlo, lo aveva evitato per tutta la mattinata, però era conscia che prima o poi lui l’avrebbe fermata, lo aveva capito da come l’aveva guardata in mensa e da come la seguisse con gli occhi ad ogni passo che faceva.
Chiuse l’armadietto, ormai svuotato tutto, e fece scattare il lucchetto.
« Ciao Harry. »
Il ragazzo si avvicinò poggiando una mano sull’anta dell’armadietto rosso. Era in trappola in quel modo e avrebbe dovuto per forza ascoltarlo, poiché lui voleva farle cambiare idea. Non aveva accettato la decisione sua di essere solo amici, poiché loro non lo erano mai stati e mai avrebbero potuto esserlo. C’era dell’attrazione, del sentimento, nulla a che vedere con l’amicizia. Ora che potevano tranquillamente vivere la loro storia senza la Button di mezzo, non capiva perché le cose si fossero complicate così.
« Voglio parlare con te. »
La bionda scosse il capo. « Ci siamo già detti tutto, non rendere le cose difficili. »
« Io? » chiese incredulo.
« Harry, non può funzionare tra me e te. »
A quel punto il ragazzo si rabbuiò. « Se non ci abbiamo neanche provato?!»
Amy non poteva dargli torto ma doveva accettare la cosa e andare avanti. Si erano create troppe situazioni sgradevoli e non voleva, assolutamente, che le cose potessero complicarsi ancora di più. Lei ne aveva sofferto, Niall e Gabriella ne avevano sofferto, Harry stesso e non osava immaginare come stesse soffrendo quel piccolo Axel senza la sua mamma. Il solo pensiero la faceva raggelare e nello stesso tempo sentire in colpa anche se sapeva benissimo non fosse la sua.
« Mi fai passare? Devo andare a casa. » disse, cercando di sembrare indifferente.
Harry, allora, poggiò anche l’altra mano all’armadietto e si abbassò per arrivare alla sua altezza.
« Cosa stai facendo? » chiese allarmata Amy, perché sapeva dentro di sé che non sarebbe stata capace di fermarlo.
« Shh…» e la baciò. Non fu ricambiato subito ma presto Amy si lasciò andare e seguì i movimenti della bocca di Harry, facendosi trasportare nel piacere.
Harry era la sua debolezza.
Il riccio si adagiò al corpo della ragazza e iniziò a carezzarle i capelli e le spalle, mentre con la lingua, lentamente, la baciava con passione.
Amy era la sua debolezza.
Aveva baciato tante ragazze nella sua vita da adolescente e mai aveva provato sensazioni simili. Amy lo scombussolava e sapeva che sarebbe stata quella giusta.
La bionda circondò le braccia attorno al collo di lui e lo strinse forte, avvicinandosi ancora di più e in punta di piedi per arrivare alla sua imponente altezza.
« Aspetta…» disse lui fermandosi all’improvviso.
Amy lo guardò negli occhi.
« Dopo gli esami parto per le vacanze con la mia famiglia, vieni con me. »
Le scappò un sorriso e si sentì importante in quel momento e avrebbe voluto dire di si ma sapeva che Niall avrebbe fatto di tutto per impedirle quella vacanza.
« Non credo…»
« Amy io voglio stare con te. »
Harry avvicinò di nuovo le labbra a quelle di lei e ci giocò un po’, baciandole dolcemente. Si sentiva bene al suo fianco e in quel momento non l’avrebbe voluta lasciare andar via mai più, per nessuna ragione al mondo. Si pentì di non averlo fatto prima o di non aver avuto modo di accorgersi anni prima che la migliore amica di sua sorella fosse così graziosa e amorevole. Si erano innamorati lentamente, in un modo diverso, nato da un errore, senza volerlo. Un amore un po’ complicato il loro, con alcune difficoltà e ostacoli da superare. Harry, però, era sicuro che il tempo avrebbe aggiustato le cose e che ora dovevano soltanto godere di ogni attimo per stare insieme.
« Devo andare. » disse Amy, staccandosi e superandolo.
« Ti accompagno? »
La bionda scosse la testa. « A volte ti ci metti d’impegno a complicare le cose. »
Harry si avvicinò. « Amy ti ho dimostrato che non possiamo non stare insieme, ti desidero e tu desideri me. Vorresti negarlo? »
« No e non l’ho mai fatto, ma è solo meglio per tutti e due se rimaniamo amici. Almeno per un po’.»
Harry annuì e comparì sul suo viso un piccolo sorriso. Era soddisfatto perché almeno così aveva scoperto che in un futuro tra loro si sarebbe potuto creare qualcosa. Non voleva forzare le cose e così la salutò con una bacio sulla guancia e lasciò la scuola con l’umore migliore rispetto a quello che aveva la mattina stessa. C’era ancora una speranza e Harry era deciso a fare in modo che Amy Horan diventasse la sua ragazza.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:

Ciao ragazze e buona domenica, come state?
Vi ringrazio per aver recensito la storia e sono felice che vi piaccia. In realtà mancano pochi capitoli alla fine e finalmente, pian piano, la sto concludendo. Questo capitolo è più corto perché è di passaggio. Spero continuerete a seguirmi, un bacio e alla prossima!

 
  
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