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Autore: _Giuls17_    25/01/2015    0 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Provarci
 
In fondo sapeva che stava per fare una cazzata allucinante, non tanto per la sua decisione di rubare all’Istituto ma per quella di consegnare gli anelli alla Regina delle fate, credendo che fosse sbagliato.
Si diresse deciso verso la Biblioteca sapendo di non trovarci Maryse, in quanto era in riunione con gli altri membri del Conclave, almeno con quei pochi che erano rimasti a New York.
 
“C’è anche tua nonna, potresti andare da lei.”
Ne abbiamo già parlato, non riesco a considerarla in quel modo.
“Ma potrebbe darti informazioni su i tuoi genitori, non sei curioso almeno un po’?”
Non so neanche più chi considerare la mia famiglia e chi no.
 
Scosse la testa cercando di scacciare anche quei pensieri, nonostante non si sentisse minimamente un Herondale in fondo voleva conoscere la sua storia, ma avrebbe voluto dire tradire Clary e in fondo non sapeva se poteva farcela.
Passò in mezzo alla stanza e salì rapidamente le scale per arrivare alla parte superiore della Biblioteca, trovò la teca di cui gli aveva parlato Isabelle e senza pensarci usò lo stile per aprire un cerchio sul vetro, entrò la mano e prese gli anelli.
Erano così piccoli che gli sembrano anche finti, se li girò sul palmo della mano e poi lo chiuse, sentiva che stava per succedere qualcosa ed aveva bisogno di vedere i suoi fratelli.
Scese velocemente per dirigersi alla porta ma in quel momento sentì la voce di Jocelyn e Maryse accompagnata da quella di Alec, così decise di correre verso un tavolo libero, prese un libro e rimase in attesa, ma prima si assicurò di aver conservato gli anelli nella tasca dei pantaloni.
 
-Oh Jace.- Alec urlò il suo nome e lui alzò lo sguardo.
-Jace cosa ci fai qui?- chiese Maryse, entrando accompagnata dagli altri.
-Stavo leggendo qualcosa.- disse, tranquillamente.
-Ci dispiace interromperti, ma avevo bisogno di parlare con te.- sussurrò Jocelyn.
-Con me?-
-Sì, Clary… Sei sicuro di non sapere dove sia? Sei l’ultimo che l’ha vista ed io non riesco a mettermi il cuore in pace.-
 
Oh bè siamo in due: però io ho appena stretto un accordo con la Regina, pur di non restare fermo in attesa.
 
-Avevo già detto al Conclave tutto.-
-Non ti viene in mente neanche un dettaglio? Qualcosa che ci aiuterebbe?-
-Jocy ricordati che le ricerche sono momentaneamente sospese…-
-Lo so Maryse, ma quando le riprenderete non sarà per cercare Clary, ma per uccider Jonathan ed io non posso permetterlo.-
-Non puoi contravvenire agli ordini del Conclave, i tuoi figli saranno una nostra priorità dopo Idris.-
-Mia figlia, lui non è mio figlio. Io ho solo Clary.-
 
-Così mi offendi madre, mi odi ancora dopo tutto questo tempo?-
Jace sentì il suo sangue ghiacciarsi all’improvviso e il suo cuore rallentare, conosceva quella voce e non l’avrebbe mai potuta scordare, dopo tutto, non si può dimenticare chi hai ucciso.
Alzò lo sguardo e trovò Jonathan, con indosso dei semplici vestiti, quasi Mondani, il suo ghigno sul viso e accanto a lui Clary.
Percepì la sua bocca leggermente aperta per lo stupore, se l’era immaginata sporca, legata, ferita, devastata ma quella Clary, quella ragazza che aveva davanti stava bene, era la sua Clarissa.
 
-Jonathan… Clary!- urlò Jocelyn, come se non riuscisse a crederci.
-Sai cosa prendere, vero sorellina?-
-Dammi due minuti.- rispose quest’ultima dandogli le spalle per prendere alcuni libri nella libreria.
-Cosa state facendo?-
-Ci servivano solo alcune cose, ma togliamo presto il disturbo, sapete l’aria degli Istituti non mi è mai piaciuta e a te, Clarissa?-
-Neanche a me, ti senti soffocare.- sussurrò, senza voltarsi.
 
Jace guardò Alce ed annuì brevemente, non potevano lasciarli scappare, non adesso che avevano ritrovato lei.
-Jonathan non posso lasciarti andare.- estrasse una spada angelica, la animò e si lanciò nella battaglia.
-In fondo ci speravo fratellino.- sorrise, ed anche lui chiamò una spada, -Clary tu continua pure.- le sfiorò la schiena delicatamente e si avvicinò ad Alec e Jace.
-Allora siamo in due contro uno, non credo che sia molto equo.-
-Mi dispiace tanto.- commentò Alec sferrando il primo attaccato che venne parato prontamente da Jonathan.
-Bene, mi piace questa piega.-
Il figlio di Valentine alzò la spada e iniziò a combattere come un vero guerriero: come un’arma da guerra, forgiata col tempo dal suo stesso padre.
 
Jace si lasciò andare alla battaglia, non avrebbe avuto nessuna pietà questa volta, lo avrebbe ucciso anche davanti a Clary; si allontanò da Jonathan per riprendere fiato e guardò la scena davanti ai suoi occhi, il ragazzo non si era mai allontanato dalla sorella, le stava facendo da scudo.
Si voltò per guardare Jocelyn e Maryse, vide i muscoli tesi e le mani strette a pugno, sarebbero intervenute a qualsiasi costo, ma sapevano bene che non potevano farcela contro quel tipo di nemico.
-Cosa c’è Herondale, sei rimasto imbambolato?-
Quella parola lo fece voltare e vide Alec accasciato a terra, del sangue gli colava dalla fronte e capì che lo aveva atterrato in meno di mezzo secondo, ma quello che lo infastidì di più era sapere che Jonathan conosceva la verità.
Sapeva chi era lui ed era certo che fosse stato Valentine a dirgli tutto, nonostante tutto loro erano stati cresciuti dallo stesso psicopatico.
 
-Jace potresti venire con noi.-
Clary si affiancò al fratello e lo guardò.
-Cosa?!-
-Sì, in fondo siamo simili. Noi siamo una famiglia.- disse sorridendo.
-Cos’hai fatto a mia figlia!- urlò Jocy che si era ripresa dallo shock.
-Anche io sono tuo figlio, ma per te non ha mai avuto importanza! Hai preferito lasciami con Valentine, hai buttato via le chiavi della mia anima.-
 
Jace si spostò in tempo di vedere Maryse accanto a lui, stava brandendo una spada angelica, sapeva che nonostante fosse stata una grande Shadowhunters, adesso per lei non era più la stessa cosa.
-Lasciala andare.-
-Non è mia prigioniera.-
-Vieni via, Clarissa.-
-No, io sono a casa.- strinse i libri al petto e fece qualche passo indietro, Jonathan si piazzò davanti a lei per proteggerla.
-Credo che sia arrivato il momento di andare.-
Jace rimase paralizzato da quella scena, quella ragazza non era la stessa Clary che aveva conosciuto, sapeva che in fondo il legame di parabatai li aveva uniti, che credeva ci fosse altro dietro al mostro, ma non poteva mica pensare che si sarebbe arresa.
Vide un oggetto volare e notò che Jocelyn aveva lanciato un coltello che aveva colpito il suo bersaglio: la spalla di Jonathan.
Il ragazzo lo guardò come se la ferita non avesse alcuna importanza, come se fosse nulla ma lasciò che Clary si facesse avanti.
La ragazza portò le mani alla spalla e toccò la maglietta, una chiazza di sangue si stava allargando sempre più, ma lei non disse niente.
-Siamo legati, se muore lui, muoio io.- sussurrò, alzando lo sguardo verso il fratello.
Jace credette di essere stato l’unico a sentirlo ed osservò ad occhi sbarrati Jocelyn che si preparava di nuovo ad attaccare.
-Fermi! Fermatevi, non potete farlo.- urlò, avanzando verso di loro.
-In fondo lo sapevo che eri uno di noi.-
-Puoi ancora unirti a noi, Jace.- disse Clary.
Jonathan prese il suo anello ed improvvisamente sparirono da sotto i suoi occhi, rimase fermo ad osservare il punto dove prima c’eri Clary, credendo che fosse stato tutto un sogno.
 
-Perché li hai lasciati andare?- chiese Maryse, posandogli una mano sul braccio.
-Perché lei era ferita.- disse Alec, che si era ripreso dal piccolo trauma.
-Quel mostro, l’ha portata via un’altra volta.-
Jace guardò il viso amareggiato di Jocelyn voltarsi per uscire di corsa dalla Biblioteca, come se potesse recuperare le loro trace.
-Jace c’è qualcosa che dovresti dirmi sul tuo cognome? Herondale.-
-Non posso raccontartelo adesso, Maryse, mi dispiace.-
Il ragazzo si voltò verso il suo parabatai, come sempre gli bastò un occhiata ed entrambi uscirono di corsa dall’Istituto, dovevano correre da Magnus, adesso potevano fare qualcosa per lei.
Forse potevano provarci veramente.
 
***
 
-Quindi era come se loro fossero un’unica cosa?-
-Sì e Clary non sembrava neanche più lei, come se fossero una stessa persona, di cui Jonathan però detiene il comando.-
-E sei sicuro di aver sentito quelle parole?- chiese Magnus.
-Lei era ferita, nel punto esatto in cui Jocelyn aveva colpito Jonathan: sono sicuro. Il Conclave farà di tutto per ucciderlo ma se lui muore…-
-Muore anche lei.- disse Simon, guardandolo.
-Non possiamo permetterlo, dovremo trovare un modo per dividerli, per scinderli, così da ridare a Clary la sua indipedenza.-
-Dovrai metterti al lavoro, Magnus.- commentò Izzy, che si stava rigirando l’anello tra le dita.
-Sì, lo credo anche io.-
Jace nel frattempo si era alzato dalla sedia e stava guardando il tramonto, -Loro non sono qua a New York.-
-Che cosa intendi?-
-Credo che si muovano tra le varie dimensioni, loro non sono qui.-
-Quello che stai dicendo tu, è una cosa davvero complicata, sono pochi gli Stregoni che sanno usare quel tipo di magia, è difficile, potente e…-
-E ne sono sicuro, lo sento.-
-Proverò a cercare qualche altra cosa.-
-Izzy mettiti l’anello.-
-Perché Alec?-
-Non lo daremo alla Regina, io e lui abbiamo notato che può esserci molto utile.- concluse il fratello guardandola negli occhi.
-Cioè?- chiese mettendoselo.
-Potrai parlare con Jace telepaticamente.-
 
-Davvero?-
-Davvero.- rispose il biondino, guardandola.
 
-E perché dovremo usarlo?-
-Perché raggiungo Clary.- disse Jace, prendendo le sue armi dal tavolo.
-Non puoi farlo!-
Simon si accostò a lui e lo guardò, -Non sai se è pericoloso, non sai dove stai andando e se Clary sia sempre lei.-
-Io… L’ho vista Simon e quando mi ha chiesto di andare ho letto qualcosa nei suoi occhi, io non posso lasciarla.-
-Ma…-
-Niente Ma, trovate un modo per separarli e Izzy mi terrà aggiornato.-
-Non sparire.- gli disse Alec, posando una mano sulla sua spalla, -Terremo noi lontani la mamma da te e dal tuo segreto.-
-Grazie.- sussurrò, li guardò tutti e uscì da casa.
 
Clarissa non gli aveva detto né quando né dove andare, ma in cuor suo sapeva che se fosse tornato a Park Avenue li avrebbe trovati, in fondo quello era il loro posto.




Sclero Personale: Ragazzi inizio a chiedere scusa per il ritardo, ma venerdì non sono riuscita ad aggiornare e invece di slittare alla prossima settimana eccomi qui :D
Spero di farmi perdonare il prima possibile, ma come avete visto i nostri Morgenstern sono tornati <3
Bè, li adoro, nonostante tutto, quindi spero che vi piaccia anche a voi la piega che sta prendendo la storia e se avete voglia lasciatemi qualche commento che per me sono super importani :)
Grazie di cuore a tutti voi che concedete il vostro tempo alla mia storia, lo apprezzo molto **

 
   
 
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