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Autore: Angel_R    26/11/2008    4 recensioni
Gabriella, dopo vari trasferimenti, arriva ad Albuquerque, dove incontra la studiosa Taylor, la pianista Kelsi, e l’amante della danza Martha. Troy è il capitano della squadra di basket e il ragazzo più ammirato della scuola. Sharpay è la Regina di Ghiaccio alla quale non si deve mai dire di ‘no’, mentre Ryan, suo fratello gemello, si rifugia sempre nel suo posto preferito, il teatro… Sembra tutto normale, ma se Troy non fosse carino e gentile? E se Gabriella non lo vedesse di buon occhio? E se Sharpay non amasse il teatro ma i pom-pon? E se Ryan non fosse morbosamente attaccato alla sorella? E se… e se volete saperne di più… leggete!! Questa è la mia primissima long, quindi recensite in tanti!! Anche i commenti negativi sono ben accetti, servono a migliorare, sempre che non siano offensivi… Grazie in anticipo!!^^.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14: Quando una parte della propria vita finisce, ne inizia sempre una nuova.



La mattina dopo, a scuola, non vidi Bryce. Neanche sapevo perché lo stessi cercando…
Alla prima ora avevamo lezione con la Darbus. Come al solito eravamo tutti mezzi addormentati e non ascoltavamo niente.
Mi guardai attorno. Troy fissava un punto imprecisato del muro dietro alla professoressa, Chad aveva la testa appoggiata sul banco e cercava di stare sveglio, Zeke e Jason si lanciavano palline di carta, Taylor guardava dritto davanti a sé facendo finta di essere interessata alla lezione, Kelsi e Ryan si scambiavano sguardi dolci di tanto in tanto, Martha leggeva una rivista di danza moderna, Sharpay si fissava indisturbata nello specchietto che teneva in bilico sopra al quaderno, e Bryce… mi fissava.
Gli sorrisi, ma lui distolse lo sguardo.
Cominciai a pensare che fosse arrabbiato per qualcosa che gli avevo fatto o detto… Ma cosa?
Finita l’ora, schizzammo tutti fuori dall’aula.
Volevo parlare con Bryce, ma lui corse verso il corridoio e sparì inghiottito dalla folla di studenti.
Mi avviai verso il mio armadietto e riposi i libri.
“Wow! Interessante la lezione”.
“Che vuoi Bolton?”, chiesi senza neanche voltarmi.
“Mm… Mettermi a ballare un valzer qui, in mezzo a tutti”.
“Vattene”.
“Oggi sei più nervosa del solito”.
“Non sono nervosa. Comunque è meglio che la smetti di parlare con me, ti potrebbe vedere qualcuno, e poi la tua bella sta arrivando, non farla aspettare”.
Sharpay camminava al centro del corridoio perfettamente in equilibrio sulle sua scarpe col tacco col solito seguito di cheerleader. Troy non la guardò.
Sorrise.
“Oggi ho l’allenamento. Finisco alle 18:00, ci vediamo”.
Lo osservai allontanarsi e affiancarsi alla reginetta dell’East High. La prese per i fianchi e la attirò a se baciandola. Disgustoso.
Chiusi lo sportello dell’armadietto e mi diressi verso l’aula di letteratura.


“Finalmente è finita! Sembrava che questa giornata non passasse più”, sbuffò Martha mentre uscivamo da scuola.
“Io vado a casa, ci vediamo domani”.
“D’accordo Gabby, ma ricordati dell’incontro di domani”, mi ripeté come al solito Taylor.
Camminavo tenendo lo sguardo basso. Dovevo proprio togliermi quella cattiva abitudine.
“Se non stai attenta, rischi di sbattere contro qualcosa... o qualcuno”.
Alzai la testa. Era Bryce.
“Ah… già. Non dovresti avere l’allenamento adesso?”.
“Sì, ma è saltato. Credo che il coach avesse degli impegni improrogabili”, spiegò scrollando le spalle.
“Davvero?”.
Ci fu un momento di assoluto silenzio.
“Perché oggi mi hai evitata? Ho fatto qualcosa di male?”.
“Cosa? No, no!! E’ solo che…vedi…ieri…ecco, non so cos’è successo, ma non vorrei che equivocassi, e non vorrei farlo neanche io, quindi…”.
“Beh, nemmeno io so cos’è accaduto, però… ti sarebbe dispiaciuto?”.
Bryce si avvicinò di più e mi baciò dolcemente.
“Può bastare come risposta?”.
“Credo di sì”.
“Sai, avrei voluto farlo dalla sera del vostro pigiama- party, quando hai sceso le scale e mi hai chiesto di portare via tutti, eri buffa”.
Quella sera…
“Buffa? Ma sentilo. Io ero arrabbiata con voi, e tu mi dici che ero buffa?”.
“Sì, ma in un senso buono”.
“Dovrò allenarmi a essere più credibile, allora. Perché hai aspettato tanto a dirmelo?”.
“So cosa pensi di noi atleti, e poi, sai, essendo amica di Taylor, non volevo…”.
Già, Taylor, come avremmo fatto a dirle qualunque cosa stesse accadendo tra suo fratello e me?!
Bryce intuì la domanda che mi girava in testa.
“Se aspettassimo? In fondo anche noi dobbiamo ancora capire cosa stia succedendo… giusto?”.
“Sì, hai ragione…”.
Passammo il pomeriggio insieme, poi, ci salutammo e ognuno raggiunse casa propria.


Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi. Non potevo credere a ciò che stava accadendo.
Non avevo mai pensato a Bryce in quel modo, ma, in fondo, avevamo scoperto di avere varie cose in comune.
Mi trovavo davvero bene con lui, e poi, almeno, era un Wildcat con un minimo di cervello, non come qualcun altro di mia conoscenza… No!! Non dovevo pensare a lui!
Accesi la radio alzando il volume al massimo.
Vidi il mio cellulare illuminarsi da sopra la scrivania. Era arrivato un messaggio. Lo presi e lessi il mittente. Troy.
Fui tentata di cancellarlo senza leggerlo, ma non lo feci.
‘La canzone che stai ascoltando è davvero bella, ma i tuoi vicini non sembrano molto contenti…’.
Abbassai il volume e sentii il campanello suonare.
Scesi ad aprire e mi ritrovai davanti Troy, con il solito sorriso beffardo stampato su quella sua faccia da schiaffi.
“Certo che ti fai sempre aspettare. Sono almeno cinque minuti che suono, eppure te lo avevo detto che ci saremmo visti. Sono un po’ in anticipo, lo so”.
“Che vuoi? Se è per quella stupida promessa, lascia stare, non mi devi dimostrare proprio niente”.
“Non credo proprio. Io mantengo sempre le mie promesse”.
“Ti credo, ma fai finta di non avermi mai detto niente. Non voglio più né parlare, né stare in qualsiasi posto sola con te.
Vattene”.
Troy mi fissò per un po’ stupito, poi, con uno scatto improvviso, mi mise con le spalle al muro e allungò le braccia poggiando i palmi delle mani vicino alle mie spalle.
“Che ti prende? Ti ha morso l’insetto dell’antipatia oggi?”.
“Chi cavolo credi di essere? Pretendi che tutte stiano ai tuoi piedi, e se non lo fanno, lo ottieni con la forza. Credi di essere il migliore, ma in realtà non sei altro che un arrogante.
Non capisco proprio come ho fatto a pensare che tu potessi essere diverso. Hanno ragione tutti gli altri: sei un arrivista, tutto quello che fai e le persone che conosci, sono solo strumenti per ottenere ciò che non riesci a conquistare da solo.
Io non voglio aver niente a che fare con uno come te, quindi vattene e lasciami in pace, torna da Sharpay, vi meritate a vicenda, e poi, adesso, ho una persona a cui pensare”.
Troy continuava a guardarmi intensamente.
“Stai con qualcuno?”, chiese come se non avesse sentito niente di ciò che avevo detto prima.
“Sì. Hai qualche problema con questo?”.
“Certo che no, perché dovrei?”.
Il suo viso era inespressivo, ma la sua voce suonava lievemente roca. Certamente era una mia impressione.
Era molto vicino a me. I suoi occhi azzurri erano fissi nei miei. Cercai di non guardarli, ma sembrava fossero calamite, non riuscivo a distogliere lo sguardo.
“Lasciami andare”.
“Dovrei?”.
“Troy…”.
Le sue labbra s’incresparono quasi impercettibilmente, dopodiché, fece cadere le braccia lungo i fianchi e si allontanò di qualche passo.
Io mi affrettai a raggiungere la porta, e a richiudermela alle spalle.
Troy restò immobile. Dopo qualche secondo si girò e raggiunse la sua auto.
Dalla finestra dell’ingresso osservai mentre dava gas e partiva.
Il cuore mi batteva forte. Non aveva fatto altro negli ultimi minuti.
Ero ancora scossa e assolutamente stupita di ciò che era uscito dalla mia bocca. Non credevo di essere riuscita a dire a Troy tutte quelle cose brutte, e, soprattutto di avergli detto di stare con qualcuno…
Dovevo ancora capire ciò che era successo. In pochi minuti avevo distrutto qualsiasi sorta di rapporto che si era venuto a creare fra Troy e me.
Non devo pensarci. Bolton aveva avuto ciò che si meritava. Mi stava prendendo in giro, ed io non sono il tipo da farmi abbindolare così.
Stava solo giocando con me, e voleva farmi credere di essere un’altra persona, ma, in realtà, non era così.
Stava attaccato a quella bionda senza cervello per i suoi scopi, e io non potevo accettare di stare vicino ad una persona del genere.
Avevo Bryce. Lui non mi avrebbe mai trattata come faceva Troy con tutte le ragazze.
Sì, dovevo guardare avanti e lasciarmi alle spalle tutto ciò che era successo fino ad allora.
Succede sempre così: quando una parte della propria vita finisce, ne inizia una nuova.
Ma allora, perché mi sentivo male…?


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Fine quattordicesimo capitolo.

Ho voluto pubblicare subito questo capitolo perchè il 13 in realtà non dice niente... ho provato a fare del mio meglio con questo, anche se l'ho scritto di fretta... quindi aspetto qualche recensione...

Spero che nessuno cominci a volermi male dopo questo capitolo... Siate buoni, please!!^^
Gabriella adesso si è legata ad un'altra persona, e non a Troy, ma la storia non finisce qui :P

Arrivederci alla prossima!!^^

Nella prossima puntata:
Taylor raccolse i libri sparsi sul tavolo e si diresse verso le scale.
La seguii e la raggiunsi in camera sua.
“Che cos’hai? Sei arrabbiata con noi? Scusa se non te l’abbiamo detto subito, ma prima di farlo sapere in giro volevamo essere davvero sicuri di ciò che stavamo facendo, e allora…”.

“Gabby, calmati, anzi, scusami. Non ce l’ho con voi, anche se devo ammettere che sono rimasta sorpresa”.

“Allora non credi che mi sia bevuta il cervello mettendomi con un Wildcat?”.

Angel_R
  
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