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Autore: Sel_OdF    25/01/2015    2 recensioni
Il regolamento dice di scrivere una trama, non sono brava in queste cose; non so mai cosa dire potrei partire col dirvi che la soria parla di Ace, di Ace e della sua vita, delle sue gioie e delle sue paure e di come una ragazza gli abbia cambiato la vita o di come lui l'abbia cambiata a lei, questo dipende dai punti di vista. Magari non è una novità, lo so ma l'ho scritta col cuore perchè non accetto che con la sua morte il sangue del Re dei Pirati smetta di vivere e di scorrazzare per i mari. Sel
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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6- Buster Call

Sono stesa sul letto quando sento un altro botto, come lo sparo di un cannone. Mi affaccio alla finestra, la nostra stanza è all'ultimo piano, le navi della marina hanno cominciato a bombardare.
Non ha senso. Non capisco il motivo. Se continueranno così distruggeranno tutta questa parte di isola e con essa tutti i civili presenti.
Vado giù, oggi c'è anche la proprietaria "Sbrigati, cosa stai facendo ancora qui?!" e se ne va correndo.
Per strada è l'inferno: case che bruciano, donne, uomini, bambine e anziani che corrono, o ci provano; c'è chi chiama i propri familiari, chi urla, chi piange e si dispera. Non c'è via di scampo se non raggiungere il corso d'acqua che divide l'isola e con un po' di fortuna arrivare sull'altra sponda, è impossibile sopravvivere ormai.
"Vieni, Kira, andiamocene!" è mia madre.
"Dove?" le chiedo ormai rassegnata, ha in mano la sua solita scatoletta, ricordo che quando ero piccola cercavo di scoprire cosa ci fosse dentro e anche oggi nel vederla non posso fare a meno di chiedermelo.
"Proviamo ad andare verso il... KIRA!" mi spinge di lato facendomi cadere, mi alzo massaggiandomi il sedere "Ma si pò sapere che razza di idee ti... -blocco la frase a metà- MAMMA!!"
Una trave le è caduta addosso schiacciandole le gambe e impedendole di muoversi. Provo a sollevarla ma è troppo pesante.
"Vattene!" urla.
"No! Non ti lascio qui!"
Non siamo mai andate d'accordo ma in fondo ci siamo sempre volute bene.
Scorgo la cuoca seduta su una panchina che sta fumando una sigaretta, mi vede "Dov'è il tuo pirata adesso?!" c'è della rabbia nella sua voce.
"Sono qui."
Mi volto verso la voce. Ace. Comincio a pensare che sia diventato anche una specie di angelo custode, il mio.
"Vieni, dobbiamo andare via di qui. Se rimaniamo qui moriremo. La marina sta distruggendo l'isola."
Guardo prima lui e poi mia madre stesa a terra "Non posso lasciarla qui..."
Proviamo di nuovo a spostare la trave ma niente, non si muove.
"Lasciate perdere, salvatevi! Anche se riusciste a spostarela non potrei comunque correre o camminare, vi sarei d'intralcio."
"Ti porterò io, sulle mie spalle" dico in un ultimo tentativo di spostare il peso dalle sue gambe. Mia madre si rivolge ad Ace "Portala via, ti prego! Salvala... Almeno lei... Prenditi cura di lei, promettimelo."
Io continuo a provare, mi sono graffiata tutte le braccia e le mani.
"Si, te lo prometto."
"Grazie, grazie. Forse voi uomini di mare non siete tutti uguali. Metti quella scatoletta nel tuo zaino."
"Vieni, andiamo" dice toccandomi una spalla. Faccio segno di diniego con la testa.
"Si, vai. Andate! Nonostante quando tuo padre è partito io non ti volessi più, mi ricordavi che lui ci aveva abbandonato... Non era colpa tua, nonostante tutti i nostri litigi per sciocchezze e non, ti voglio bene, Kira. Tanto. Sono fiera della donna che stai diventando, bambina mia. Quando sarai in salvo apri la scatoletta. Tu hai la chiave."
Sento una lacrima scorrermi sul viso "Ti voglio bene anch'io, mamma" lei sta piangendo ma sorride.
"Ora andate, prima che sia troppo tardi."
Annuisco, Ace mi prende la mano e cominciamo a correre; non so dove stiamo andando, lui lo sa, io mi fido e questo mi basta.
Mi fermo di colpo "La scatola!" gli urlo .
"Non ti fermare, è nello zaino!"

Continuiamo a correre fino a che un promontorio non mette fine alla nostra corsa, sotto c'è il mare che a dispetto di tutto e tutti, per ora, è ancora calmo. Ci guardiamo.
"E ora che facciamo? Non possiamo buttarci, c'è il mare!" la terra trema sotto i nostri piedi.
"Ti fidi di me?" mi sorride, un sorriso che ti spinge a fidarti anche quando a fartelo è un pirata pazzo che non sa nuotare.
"Sì, ma che vu..." non termino la domanda, mi prende il polso e mi trascina con se mentre si butta; stiamo precipitando nel vuoto, sotto di noi l'acqua pronta ad accoglierci, il problema è che ne nessuno dei due è in grado di stare a galla e tano meno di nuotare "SEI UN PAZZO! -gli urlo, lui come risposta ride- COSA RIDI, DEFICIENTE?! COSì MORIREMO LO STESSO!"

Grandioso, non siamo morti sull'isola per morire in mare. Forse avrei preferito morire con i piedi all'asciutto. In fin dei conti, però, è un bel modo per morire; siamo insieme.
Cosa sto pensando?! Io non voglio morire! Voglio vedere il mondo e perchè no, magari anche avere dei figli! Ho sedici anni, non mi va proprio di morire, neanche se sto stringendo la mano di Ace.
Aveva ragine la cuoca: Romeo e Giulietta, finisce male; Ace e Kira... A quanto pare cambiano soltanto i nomi e i fatti precedenti ma la fine è la stessa...


L'impatto con l'acqua è forte; le braccia e le mani, per via delle escoriazioni, a contatto col mare mi bruciano ma non gli lascio la mano e lui continua a stringere la mia.

Beh, almeno lasciamo questo mondo insieme. Magra consolazione...

Sento qualcosa che ci trascina verso l'alto, dopo di che ci ritroviamo seduti sul ponte di un'imbarcazione sulla quale ci sono Marco e gli altri.
"Grazie, ragazzi!" esclama felice Ace, che come risposta riceve un bel pugno in testa da Satch "Idiota! Se noi non fossimo passati di qua sai che fine avreste fatto?!"
Mi alzo e strizzo la cannotiera e i capelli "Beh, ma tanto sapevi che loro erano qua, no?! -lui fa un sorrisino da innocente- Fammi capire, tu non lo sapevi ma ti sei buttato lo stesso?! -anuisce- E mi hai trascinato con te?!"
"Esatto" risponde semplicmente alzandosi.
"Io ti ammazzo!"
"No! Cioè io lo sapevo ma non lo sapevo, non ne ero sicuro al cento per cento, diciamo al settanta. -uno sguardo di Marco gli fa cambiare idea- Okay, forse era cinquanta e cinquanta... -un'altra occhiataccia- Forse un po' meno..."

Un boato più forte, mi appoggio al parapertto e ilmio isolotto, quello che per anni è stato casa mia, tremare e bruciare sotto i colpi di cannone sferrati dalla marina.
Piango in silenzio come a volte mi capita la notte quando sono sola, con le mani stringo il legno sotto le mie dita sento bruciare, di nuovo, ma non smetto; continuo a farmi male fino a quando qualcuno non mi appoggia qualcosa sulle spalle, di scatto mi giro e gli mollo un pugno sulla mascella, lui mi ha salvato e io lo prendo a pugni: comportamento molto maturo da parte mia.
"Tu! Voi! Loro! -sto urlando- E' tutta colpa tua!! Solo tua! Se tu non fossi mai venuto sull'isola ora non verrebbe bombardata e quelli che sono morti e che stanno morendo sarebbero ancora vivi! -riprendo fiato e infine sussurro- E io non ti avrei mai incontrato..." mi lascio cadere in ginocchio mentre le lacrime continuano a scivolarmi sul viso.
"Hey..." lo fermo con un gesto della mano.
"Scusa -mi asciugo le guance- scusatemi anche voi" dico con voce più alta.
"Tranquilla, va tutto bene. Ora però dobbiamo allontanarci prima che sprofondi e di conseguenza si alzino le onde."
Mi sono alzata "Se ti metto questa sulle spalle mi tiri un altro pugno?" chiede Ace scherzosamente, gli sorrido imbarazzata.
"No... Ti ho già chiesto scusa... -poi mi rivolgo a Marco- Come sprofonda,non si limitano a prenderla a cannonate?!"
"No. Questo è un buster call, cara..."
A quanto pare lui crede che io sappia cosa sia questo buster call e se ne va a manovrare l'imbarcazione.
"Co-cos'è un buster call?"
"E' la distruzione totale di un'isola e di tutti i suoi abitanti, vengono praticamente cancellati dalla faccia della terra. - sono perplessa quindi Satch riprende a spiegare- Solo i vertici delle strutture governative hanno la possibiltà di richiederne l'attivazione. Gli unici marine che possono attivarlo sono gli ammiragli e il Grand'ammiraglio, attualmente Sengoku, oppure il Comandante Supremo delle forze armate e gli Astri di Saggezza che fanno parte del Governo Mondiale. In questo caso è l'ammiraglio Kizaru a dirigere il tutto."
"Una volta che il segnale viene captato -continua Jaws- cinque viceammiragli, con dieci navi, vengono inviati sul posto. Non è possibile cancellare l'ordine, purtroppo, tutto il resto passa in secondo piano. Questo tipo di attacco si basa sul concetto di giustizia assoluta; elimina tutti coloro che sono o che potrebbere diventare una minaccia per il Governo Mondiale e/o la Marina senza preocuparsi dei civili, innocenti, che rimangono coinvolti.
Arrivati sul posto cominciano a sparere colpi di prova per regolare la mira e coordinare gli attacchi, in modo tale da essere il più efficaci possibile. Hai capito?"
Annuisco allibita "Che schifo... E poi loro sarebbero i buoni, hanno il coraggio di dire in giro che sono la giustizia; cosa c'è di giusto nello sterminare intere isole, con tanto di cittadini innocenti, per salvare il mondo dai cattivi?! E gli abitanti delle isole distrutte non avevano anche loro il diritto di essere salvati, di vivere? Arrivati a questo punto comincio a chiedermi chi siano i buoni e chi siano i cattivi, ma forse esistono solo le scelte che facciamo e i punti di vista che abbiamo..."

Mi volto un'ultima volta verso casa, sta sprofondando, sta sprofondando lentamente. Sono di nuovo vicin alla ringhiera, Ace mi circonda le spalle e io appoggio il capo sulla sua. "Non hai tutti i torti, anzi... Ora, però, devi lasciarti il passato alle spalle e ricominciare da capo."
Non distolgo lo sguardo da ciò che rimane dell'isola "Tu starai con me?"
"Certo!" sorride.
"Per sempre?"
"Ovvio, non ti lascerò mai. Sarò sempre con te."
"E' una promessa?"
"Sì, è una promessa." mi stringe più forte a se, un'ultima lacrima cola dai miei occhi. La mia isola è sprofondata.







ANGOLO AUTRICE:
Salveee!!!! Eccomi qui, sono tornata! Pensavate di esservi liberati di me, ma non è così! Che dire di questo capitolo??! L'isola non c'è più, sua madre anche e Kira è libera di seguire il suo sogno (con Ace *sguardo complice e un po' malizioso*)
Forse ha reagito in modo un po' esagerato quando gli ha tirato un pugno però vabbe... io volevo che gli tirasse un pugno... u.u
Oks, ho finito di annoiarvi,  ci vediamo al prossimo capitolo!! ;)
baciux Sel
  
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