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Autore: TheyCallMeGaybriel    25/01/2015    10 recensioni
Pairing Sabriel/Destiel, HighSchool!AU, Human!AU.
Gabriel e Castiel si sono appena trasferiti, ed è il loro primo giorno di scuola. All'ingresso, fanno subito conoscenza con i fratelli Winchester, con i quali si stabilirà un legame più profondo del previsto. A partire da quando Sam va a sbattere contro Gabriel, nei corridoi, e Dean difende Castiel da uno studente più grande.
Ma la vita dei Novak non è così semplice: c'è un motivo se si sono trasferiti, e se non vogliono mai parlare della loro famiglia. Starà a Sam e Dean cercare di scavare oltre alla maschera spavalda di Gabriel e al sorriso timido di Cas, per scoprire cosa nasconde il loro passato.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Look From You And I Would Fall From Grace'
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Castiel è piuttosto stupito che nessuno dei due Winchester si sia intestardito per restare lì con loro; devono aver sentito la necessità dei fratelli Novak di stare un attimo da soli, e di riposare. In ogni caso, sono usciti da ormai quasi un minuto, e loro non hanno fatto altro che evitare uno lo sguardo dell'altro.
Gabriel sospira.《Come stai, kiddo?》
Castiel sbuffa una risata poco convinta. Lui è accasciato sul divano, pallido e sfinito, la faccia gonfia e viola...e chiede a lui come sta. Probabilmente, anche per evitare lui stesso la medesima domanda.
Solleva gli occhi blu sul biondo, e forza un sorriso accennato.《Ho paura. E sono arrabbiato, e preoccupato》risponde alla fine, andando a sedersi di fianco a lui.
《Non riguardo a...Lucifer, ma con Dean, intendo》.
È strano come la sola menzione del nome del ragazzo abbia il potere di riscaldarlo un minimo. Le sue labbra si piegano all'insù in modo più spontaneo, ora, e forse è proprio in quel momento che realizza davvero tutto quello che è successo.
Una cosa dopo l'altra, e non ha avuto proprio il tempo di pensarci. Il modo in cui lo ha baciato, e il viaggio in macchina fino a casa di loro zio, Bobby, nel tentativo di scoprire qualche novità sui piani di John Winchester. E poi la telefonata di Sam.
Ma, al di là di quello che è capitato dopo...Dean si è lasciato andare, e non se lo aspettava per niente. Non era nemmeno sicuro di piacergli, maledizione.《Devo ancora realizzarlo, immagino》ammette infine.《Ma sono...estasiato》.
Gabriel sbuffa, probabilmente a causa della scelta lessicale del fratello, come sempre insolita, ma sta sorridendo.《Ehi, Dean è un bravo ragazzo. Ma se prova a-》inizia Gabriel, dopo essersi schiarito la voce.
《Lo riduci in fin di vita, lo so. Non preoccuparti, Gabe》lo frena, prima che si lanci nel classico discorso da fratello iperprotettivo. I loro occhi si incrociano, e quelli del più grande sono rossi, stanchi.
Castiel realizza che deve aver pianto prima, con Sam, e sa quanto debba essere stato difficile per lui farsi vedere in quello stato dai Winchester, così...debole, bisognoso d'aiuto. Ma è ridotto piuttosto male: questa volta Lucifer non si è curato di evitare la faccia, a differenza di quanto, a detta di Gabriel, era abituato a fare. La pelle del suo viso è gonfia e arrossata; le sue labbra sono tagliate, un sopracciglio è spaccato. Qualcuno, forse Sam, ci ha messo un cerotto. Da sotto il collo della felpa enorme si intravedono altri lividi, e il ragazzo siede ripiegato su se stesso, come se il solo stare in quella posizione lo affaticasse terribilmente.
Probabilmente è così, quindi Castiel si alza, e gli porge una mano.《Vieni, ti porto a letto》mormora, e quella frase suona così strana, perché di solito è l'altro a prendersi cura di lui.
《Ce la faccio》borbotta Gabriel, sollevandosi lentamente dal divano. Il suo corpo viene scosso da brividi violenti, e le sue gambe tremano, tanto che, volente o nolente, è costretto ad aggrapparsi a Castiel.《Sono troppo vecchio per queste cose》cerca di scherzare, ottenendo una risata sbuffata da parte del fratello minore, che barcolla sotto il suo peso.
Un passo dopo l'altro, lo aiuta a raggiungere la camera. Lo sente trattenere il respiro, accanto a sé, e sussultare ad ogni urto, ma non si lamenta nemmeno una volta. Non appena riescono ad arrivare nella stanza, si lascia cadere sul materasso con un gemito soffocato.
《Hai...hai bisogno di qualcosa?》gli chiede Castiel, esitante, mentre si tormenta le mani.
Il fratello scuote la testa, scalciando via le scarpe con ben poca energia.《Sto bene, tranquillo. Buona notte, pasticcino》.
《Buonanotte, Gabriel》sussurra, mentre si infila il pigiama. Scivola sotto le coperte, e spegne la luce.
Nel buio della notte, può sentire Gabriel cercare di soffocare i singhiozzi nel cuscino, ma non riesce a fare niente. Sa che non vorrebbe che lui lo sentisse. Così non si muove, ma rimane sveglio a lungo, a fissare l'oscurità, e ad ascoltare il fratello piangere.


《Avanti, Gabriel》la voce di Crowley è suadente, le sue mani scorrono sulla sua pelle. Il ragazzo non dice una parola, mentre il suo capo lo spoglia, lo tocca in modo così invadente. Non parla, mentre lo spinge contro la parete, e nemmeno quando lo sente sussurrargli frasi sporche all'orecchio. E quando viola il suo corpo cerca di soffocare un urlo in tutti i modi, ma non ci riesce, non ci riesce. Fa troppo male. Preme i pugni contro il muro, stringe i denti finché non gli sembra di sentirli scricchiolare. Ma non può impedire alle lacrime di scorrere, a fiotti, lungo le sue guance arrossate.
《Lo stai facendo per Castiel, ricorda》mormora l'uomo.
Ma quando si gira non è più Fergus Crowley, che ha davanti. È Lucifer. Gabriel è di nuovo vestito, ma si trova intrappolato in un angolo della vecchia cucina, quella della casa dove viveva con la sua famiglia.
Una bottiglia si infrange accanto al suo orecchio, le schegge di vetro gli graffiano il viso, mentre il fratello avanza verso di lui.《È colpa tua, Gabriel》ringhia, colpendolo allo stomaco.《È colpa sua se papà se ne è andato. Non riusciva più a sopportarti》grida, e il ragazzo cade, coprendosi la testa con le mani.
《È colpa tua se il tuo capo ha presa in prova un altro, sei un buono a nulla! È colpa tua se presto Castiel morirà di fame, se dovrà dormire su una panchina!》
E Gabriel continua a piangere, perché sa che ha ragione, in fondo. Sa di meritarsi tutto quello.
《Mi stupisce che quel ragazzo, Samuel, ti giri ancora intorno. Si vede che non ti conosce ancora bene, Gabe. Aspetta che veda di cosa io sono capace, e poi vedremo se continuerà a frequentare uno come te》.
《Ti prego, lascia stare Sam》piange Gabriel, raggomitolandosi sulle piastrelle gelide.
Un attimo dopo, riapre gli occhi sul soffitto scuro della camera, le guance umide di lacrime. È in un bagno di sudore, e ogni singolo centimetro di pelle fa un male dannato.
Respira velocemente, si sente soffocare, vorrebbe scendere dal letto, ma è immobilizzato.
È stato solo un sogno.
Solo un sogno.
Riscivola piano piano nel sonno.


《Sam. Sam, svegliati》.
Il ragazzo mormora qualcosa di indistinto, e si gira dall'altra parte.
《Samuel!》
Identifica la voce come quella di Bobby, il che significa che gli conviene portare il suo culo giù dal letto, se non vuole ricevere una secchiata d'acqua gelida in piena faccia (è già successo).
《C'è tuo padre giù》.
Le sue parole hanno lo stesso effetto del tanto temuto gavettone, e Sam apre gli occhi di scatto, cercando di mettere a fuoco la stanza. Si mette a sedere tanto in fretta che gli gira la testa, mentre cerca di associare la posizione delle lancette sul suo orologio da polso a un orario coerente.
Le sei emmezza. Il ragazzo geme, ha dormito tre ore in tutto, e cerca con lo sguardo Bobby, che in quel momento sta buttando Dean giù dal letto -letteralmente.《Cosa succede?》sbadiglia il maggiore dei fratelli, cercando di levarsi lo zio adottivo di dosso.
《Succede che John Winchester è sotto casa mia, e che sto cercando di svegliarvi da cinque minuti buoni. Non intendo fare la madre apprensiva un minuto di più, idioti, quindi datevi una sistemata e scendete》ringhia Bobby. Poi il suo tono si addolcisce.《Avanti, sbrigatevi. Cercheremo di far ragionare quella testa calda》.
A questo punto, l'attenzione di entrambi i ragazzi è pienamente concentrata su di lui. Sam può vedere l'espressione di Dean, a metà tra la confusione e il panico, e scommette che la sua non deve essere molto diversa.《Cosa ci fa qui?》chiede, forse un po' stupidamente. Dopo tutto, è loro padre. Ma ha un terribile sospetto...
《Vuole partire》dice infatti Bobby, le labbra strette nella sua classica espressione di disapprovazione.《Adesso. Mi dispiace》.
Sam guarda verso Dean. All'improvviso è del tutto sveglio, probabilmente a causa della scarica di adrenalina che sembra scorrergli nelle vene al posto del sangue. Entrambi scattano in piedi quasi nello stesso istante, infilandosi le prime cose che capitano, mentre Bobby torna al piano di sotto. Sam per poco non cade addosso al fratello, cercando di allacciarsi una scarpa, e si rialza barcollando.
Dean lo afferra per un braccio appena prima che possa fiondarsi giù per le scale, e lo guarda negli occhi. Il ragazzo lo conosce troppo bene, e riesce a vedere che deve essere nervoso quanto lui.
《Andrà tutto bene, Sammy》cerca di rassicurarlo, ma la sua voce non è poi così ferma.
Sam annuisce seccamente, e si fa i gradini due a due, per la fretta. Un nodo gli stringe lo stomaco, e il suo cuore batte troppo in fretta, mentre spalanca la porta di casa.
L'aria fuori è fredda, e lo fa rabbrividire. L'auto di John Winchester è parcheggiata lì davanti, piena di scatoloni e bagagli; il suo proprietario è appoggiato contro la portiera, con uno sguardo che lo fa rabbrividire.
Bobby si sposta di fianco a Sam, e Dean fa lo stesso. Nessuno di loro dice una parola.
《Ho fatto le valige, stiamo partendo. Ora》dice infine John.
Sam deglutisce, sentendo montare, oltre alla rabbia, anche un po' di panico. Gabriel ha bisogno di lui. Chissà se ha dormito, stanotte, o è stato tenuto sveglio dagli incubi e dal dolore. Chissà se proprio ora sta cercando di alzarsi, stringendo i denti, perché deve mostrarsi forte per Cass. E chissà come sta Castiel, a rivedere suo fratello in quelle condizioni, una volta di più, sapendo che Lucifer sa dove sono.
《Salite in macchina. E se quei due froci provano a seguirvi-》
Questa è la molla che fa scattare Sam, oltre a Dean. Il più grande dei due si avvicina a John, puntandogli un dito al petto, negli occhi uno sguardo pericolosamente ferito.《Non parlare di loro due in questo modo. Non. Ti. Permettere》sibila. Sam stringe i pugni, e anche lui si è avvicinato.
L'espressione del padre fino a poco tempo prima lo avrebbe spaventato, ma ora non ha più niente da perdere.
《Sono vostro padre, e siete voi che state mancando di rispetto a me. Ora salite su questa dannata auto》ringhia John, scendendo bene le parole.
Sam lo guarda negli occhi.《Tu non sei mio padre》mormora in tono piatto, prima di allontanarsi di un paio di passi. Dean fa lo stesso, e Sam si accorge che sta tremando appena. Lui è sempre stato il soldatino di papà, non si è mai ribellato, ha sempre fatto di tutto per non deluderlo. Castiel deve aver cambiato parecchio le cose, a quanto pare.
Stavolta è il turno di Bobby a parlare. Fino a quel momento si è tenuto in disparte, rigido, ma ora prende posizione.《John, ti sei spinto troppo oltre. Non ti lascerò rovinare la vita ai tuoi figli, né a quei poveri ragazzi. Ne hanno già passate abbastanza, a quanto ho sentito》.
L'uomo ride, ma è una risata vuota, come se non fosse più così sicuro di vincere.《E quindi, cosa intendi fare?》chiede, incrociando le braccia.
Bobby lo ignora, per voltarsi verso i ragazzi.《Sam, Dean, non siete obbligati ad andare con lui. Per non c'è problema a lasciarvi la stanza stabilmente, siete sempre a dormire qui comunque. Potete trasferirvi quando volete》dice loro.
Sam sposta lo sguardo dal padre a lui, sorpreso. Bobby ha fornito loro la soluzione migliore, che permetterebbe a entrambi di restare in città. Certo, John potrebbe comunque obbligarli a seguirlo -legalmente, ne ha il potere-, ma non gli converrebbe poi così tanto. Se anche andassero con lui, può stare sicuro che scapperebbero alla prima occasione, e farebbero di tutto per rendergli la vita un inferno. Una piccola luce di speranza inizia a palpitare, debole, nello sguardo che si lasciano lui e Dean.
John, invece, è impallidito.《Non sceglierebbero mai te al mio posto》.
Ma i suoi figli non dicono una parola, limitandosi a fissarlo in silenzio. La sua espressione cambia da rabbiosa a incredula, poi delusa, e infine...addolorata.《D'accordo. Me ne...solo...non osate chiamarmi di nuovo. Non osate presentarvi alla mia porta, mai più. Non osate》.
Tutta la rabbia di Sam, la sua paura, si trasformano in una sorda sofferenza. Vuole bene a suo padre, nonostante tutte le litigate, tutta la sua freddezza. Non intende lasciargli rovinare tutto, come ha fatto con Jess, ma vederlo così...lo spezza. L'intera situazione lo spezza. Papà che se ne va, forse per sempre. L'espressione di Dean, smarrita, ma decisa. Gabriel che sta così male, che soffre così tanto, e Castiel con lui.
Da quando hanno incontrato i Novak, è stato come se tutti i problemi di entrambi le famiglie si fossero mischiati, fossero diventati un peso da condividere, da sopportare aiutandosi a vicenda. Ed è esattamente questo quello che vorrebbe fare: chiamare Gabriel, o andare direttamente da lui, e raccontargli tutto mentre accarezza le sue ferite, una ad una. Anche perché non crede che nessuno di loro quattro abbia intenzione di andare a scuola, quel giorno.
Segue con lo sguardo suo padre, che sale in macchina, chiudendosi la portiera alle spalle, e accende il motore.
Lo guarda finché non sparisce dalla vista, e dalla loro vita.


Heilà! Ora, lo so, il capitolo era un po' forte -ho messo il rating arancione apposta-, spero che a nessuno abbia dato particolarmente fastidio. Also, devo tristemente annunciarvi che sono un po' indietro con la scrittura...ho praticamente finito il cap. 16, e so già cosa scrivere nei successivi, ma devo davvero darmi una mossa. Nel caso non ce la facessi proprio il prossimo weekend, dopo aver caricato il capitolo, vi farò sapere se ci saranno dei ritardi. Scusate tanto, farò il possibile per rimettermi in carreggiata!
  
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