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Autore: sevy    26/11/2008    3 recensioni
Questa è una fanfiction venutami di getto, sulla coppia Albus/Minerva... è ambientata dopo l'ultima battaglia di Hogwarts e tiene conto di tutti gli avvenimenti del settimo libro tranne il rapporto Grindelwald/Silente.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per una collana... Nuovo capitolo, sperando sempre in qualche commento... spero vi piaccia. Buona lettura!
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La festa si rivelò, come previsto, sfarzosa e una delle migliori che Hogwarts avesse ospitato.
Le armature erano state stregate in modo da fungere da camerireri (Ron aveva insistito, appoggiato fermamente da un'orgogliosissima Hermione, perchè gli elfi domestici fossero lasciati in pace), le statue di pietra cantavano inni di gioia a chiunque passasse loro davanti, volavano numerose saette, che ogni tanto esplodevano in dorati coriandoli che riempivano chiunque avesse la sfortuna di trovarsi nelle vicinanze. Inoltre la Sala Grande era stata liberata da tutti i tavoli, tranne quello degli insegnanti, che era stato trasformato in un palco, messo in perpendicolare alla stanza. Le luci magiche saettavano per la stanza fornendo un'illuminazione molto movimentata, a seconda del ritmo di musica cambiavano. Inoltre - di sicuro un'idea di Augusta- erano stati messi dei poster di Harry Potter con in mano un boccino che recava la scritta "VOLDEMORT E' UN'ERA PASSATA!". Inoltre la Sala Grande, che già di per sè era enorme, era stata ulteriormente ampliata.
Augusta non aveva scherzato, quando aveva detto che avrebbe invitato molta gente: sembrava che il flusso di persone che stavano entrando dal cancello non dovesse mai finire: c'erano tutti quelli dell'ordine, tutti gli studenti, molti anche degli anni precedenti, quasi tutti i genitori, quasi tutto il ministero della magia al completo - Pius O'tusoe aveva preferito rimanere a casa a riprendersi del tutto - e naturalmente tutto il corpo docenti di Hogwarts. C'era davvero di che riempire la scuola.
Minerva sorrise guardando ammirando stupita la sala. Si era cambiata, dopo una discussione con Augusta, l'abito, e aveva indossato quello che le aveva regalato lei il natale precedente, sperando che lo indossasse (vana speranza, aveva pensato allora). Era nero (Minerva non indossava più altro), e molto più attillato, e risaltava la bellezza che Minerva per tanto tempo aveva voluto nascondere. Su un punto, però, era stata irremovibile: non avrebbe sciolto la stretta crocchia per nulla al mondo.
"Stai benissimo, Min!" esclamò Augusta allegra vedendola a bocca aperta davanti ai suoi "lavori di restauro" alla scuola. "I poster sono un'opera mia. Ho imparato da un'ottima insegnante..." sussurrò poi sorridendole.
Minerva non potè evitare un sorriso, forse il primo sincero della serata.
"Così mi piaci, Min! Su con la vita, trovati un cavaliere e balla!" Disse correndo via.
Minerva rise. Sentiva il bisogno di tornare una ragazza, una volta tanto, di dimenticarlo.
La rincorse fino all'altra parte della Sala. Gli studenti si girarono stupiti piacevolmente di una professoressa McGranitt una volta tanto felice e così... umana.
"Lo sai che nessun cavaliere potrebbe volermi!" fece notare Minerva all'amica.
"Perchè? Fino ad ora non ti ho mai visto ad un ballo senza cavaliere!" le fece notare maliziosamente.
"Facciamo un patto, ognuna di noi invita a ballare la prima persona che vede passare, d'accordo?" propose di nuovo.
"Decisamente la tua faccia tosta non si ferma di fronte a niente, vero? Hm... d'accordo, ci sto!" rispose lei decisa. Quella serata non si sarebbe fermata di fronte a niente.
"Ah, ecco..." Augusta aveva già trovato il prescelto. "Signor Ministro, mi degnereste di questo ballo?" chiese lei sfacciatamente. Il neo-minstro Kingsley Shackebolt si girò stupito, ma vedendo chi fosse a richiederlo, acconsentì con un inchino.
"Tocca a te, se hai il coraggio" sussurrò all'amica.
"Oh, sì che ho il coraggio!" rispose Minerva stupita di sè stessa.
"Oh no.. dimmi che mi sono sbagliata... accidenti è lui!" gemette Minerva McGranitt. Augusta sbuffò cercando di nascondere un risolino.
"Horace, hai voglia di ballare?" Ecco. L'aveva fatto davvero. Non poteva essere.
"E c'è bisogno di chiederlo? Scendi in pista, Minerva! Anzi, sai che ti dico? Noi due siamo degni del palco!" rispose Horace Lumacorno
"Oh, no davvero, non c'è bisogno..." provò a dire lei, ma senza risultato. Si trovò in centro alla pista, sotto gli occhi divertiti (oh, ma li avrebbe distrutti lei,se avessero provato a fiatare!) di studenti e professori.
Vicino a lei si trovavano Hermione e Ron, lui impegnatissimo a cercare di non pestarle i piedi, lei a cercare di schivarli, Neville e Luna, svagata come al solito e -il cuore di Minerva ebbe un tuffo, eppure ormai avrebbe dovuto esserci abituata - Ginny e Harry, che si stavano baciando alla fine di una canzone romantica.
"Finalmente ti sei accorta di me!" disse Lumacorno, con il suo solito tatto da troll di montagna "Finchè c'era Silente ballavi solo con lui! Ho capito le questioni burocratiche, ma io sono più affascinante, non è vero?" provò a fare il cascamorto. Ma, decisamente, aveva scelto il metodo sbagliato.
Minerva disse addio alla bella serata e si maledisse per l'accompagnatore poco galante, ingoiando le lacrime bollenti che premevano per salire.
Lui la condusse sulla pista. Nonostante le previsioni, era un ottimo ballerino. Ad un certo punto lui le portò una mano ai capelli, cercando di scioglierle la crocchia.
"No" disse lei, pacata, ma decisa.
Lui scostò la mano, non molto toccato. Evidentemente aveva altre risorse.
"Sai, sei bellissima. Con una collana saresti perfetta." le sorrise galantemente.

Sulle rive del lago, poco dopo i MAGO di Minerva

Una figura femminile, in un bellissimo abito verde scuoro era seduta sulle rive del lago, malinconica, e fissava un punto imprecisato davanti a sè. Proprio non aveva voglia di tornare al ballo che si stava tenendo. Come se ci fosse bisogno di ricordarle che era l'unica ragazza della scuola senza fidanzato. Be', c'era un aspirante, a dire la verità. Tom Riddle la stressava da mesi, anzi sarebbe più corretto dire anni, per potere uscire con lei, ma lei, per quanto attratta da lui, non si sentiva di tradire il suo più grande amore, anche se non aveva la minima possibilità di farsi notare da quest'ultimo.
"Minerva" Lei trattenne il respiro. Quella voce. No, non si sbagliava. Ma non poteva essere lui. Non si girò, aveva paura di essersi, ancora una volta, immaginata tutto, di far svanire il sogno che si stava avvicinando a lei.
Silente si sedette accanto a lei e le prese delicatamente il mento fra le mani. Lei voltò docilmente il viso dove la conducevano le sue mani, così rassicuranti.
"Come mai non sei al ballo? Te lo meriteresti, hai avuto dei MAGO straordinari! L'unico alla pari con te è stato Tom Riddle, ma oserei dire che tu abbia più.. come si dice? ah, sì... classe di lui." Silente sorrise.
"Non direi, è il ragazzo più quotato della scuola" rispose lei.
"Io preferisco mille volte te, Minerva." lei fremette un attimo e sorrise sotto la luce della luna, spuntata proprio in quel momento da dietro una nuvola, come a volerla mettere in imbarazzo, ma lui parve non accorgersene.
"Non ci vedremo più dopo domani, allora?" chiese lui con tono leggero.
"Oh... be', veramente pensavo di rimanere qui ad insegnare, ho sentito che la professoressa di difesa andrà in pensione." ammise lei.
"E si può sapere come fai a saperlo?" chiese lui divertito.
"Io... oh.. be'... " esitò la ragazza. "Ero presente ad uno dei festini del professor Lumacorno, e Tom si è fatto sfuggire qualcosa."
Una ciocca di capelli le sfuggì alla crocchia. Lei stava per sistemarsela, quando lui el prese delicatamente un polso.
"Non torturarli sempre, sono così belli..." così dicendo, con un unico gesto fluido le sciolse i capelli corvini, che ricaddero come una cascata sulle spalle, belli e lucenti come non mai.
Minerva gli sorrise timida.
"Non mi ha mai visto nessuno così" ammise piano. Ma perchè l'aveva detto?
Silente non la prese male e le sorrise.
"Sono onorato di essere il primo... Ma ti manca qualcosa." disse poi dopo un attimo di riflessione, serio.
Lei trattenne il fiato.
"Chiudi gli occhi, Minerva."
Lei obbedì senza pensarci.
Lui venne dietro le sue spalle e fece scivolare qualcosa sul suo collo, toccandola gentilmente.
"Ecco, guarda, ora sei perfetta."
Lei si vide riflessa nell'acqua (indubbiamente un altro bel lavoro di Silente)
Aveva al collo una collana d'argento a forma di cuore, con una pietra color verde scuro incastonata al centro.
"è... bellissima..." disse senza fiato.
Lui le porse una mano aiutandola ad alzarsi.
"Oh no, mia cara, sei tu a renderla bellissima" rispose.
"Grazie, professor Silente!"
"Fra poco saremo colleghi, dovrai abituarti a chiamarmi Albus, Minerva"
Lei non rispose ma si limitò a fissarlo nei suoi bellissimi occhi azzurri.

Dietro di lei, qualcuno stava osservando la scena, ma lei non l'avrebbe mai saputo, se non molto tempo dopo...


"Sì, dicevo, ci vorrebbe una bella collana, Silente ha mai pensato di dartela, Minerva?" stava continuando imperterrito Lumacorno. Minerva si ritrovò a correre via, con le lacrime agli occhi, sperando che nessuno l'avesse notata.
"Ma Minerva, dove vai?" urlò lumacorno. Tutta la sala si voltò a guardare, ma la vide solo di spalle, mentre correva verso un luogo dove potesse essere finalmente sola e rinchiudersi di nuovo nel dolore che aveva sperato di evitare per una sera.
  
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