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Autore: lasognatricenerd    25/01/2015    1 recensioni
E' da più di un mese che Zayn Malik, agente dell'FBI, insieme ai suoi colleghi, cercando di scoprire chi è l'hacker che, quasi tutti i giorni, entra nei database per cercare qualcosa. Intanto, fuori dal lavoro e quindi nella vita privata, Zayn cerca di trovare qualcuno che possa amare, per cominciare una relazione che lo renda felice. Ma poi, come si suol dire, le persone non sono mai come te le aspetti..
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Lucky, sta fermo, okay? Ora ti do da mangiare, buono…”

Zayn era alle prese con il proprio cagnolino che aveva preso da davvero pochissimo tempo per il semplice fatto che, non solo amava quegli animali, ma almeno gli avrebbe fatto un po’ di compagnia. Aveva oramai 26 anni e non aveva ancora trovato nessuno nella sua vita che potesse amarlo ed accettarlo come succedeva con tutti i suoi colleghi. Loro avevano una vita felice, una vita da condurre con dei bambini ed una moglie. Lui era un ragazzo difficile, invece. Oltre ad essere omosessuale aveva anche un carattere particolare che andava quasi ad inquietare la gente. Ma che cosa poteva farci se era nato in quel modo e non era riuscito a cambiare con il tempo?
Pensava spesso che, visto che non aveva nessuno, sarebbe stato inutile cambiare ma forse era proprio per questo comportamento così menefreghista che lo ingannava e faceva sì che la gente non si avvicinasse a lui in quel senso.
Per di più… nessuno sapeva della sua omosessualità, quindi sarebbe stato difficile il doppio trovare qualcuno che potesse amarlo. Per quanto ne sapeva, gli omosessuali non andavano di certo in giro con un cartello sulla fronte con scritto “sono gay”, di conseguenza trovare qualcuno che potesse starci sarebbe stato come… impossibile. Mentre apriva i croccantini per i cani, dalla sua bocca uscì un grosso sospiro, quasi esasperato, che andò a far volare un foglietto che aveva sul bancone della cucina. Appoggiò di nuovo il mangiare del cane sul tavolo e prese la carte in mano, mettendolo al suo posto. Si avvicinò poi al telefono e decise di chiamare sua madre per cercare di colmare quel vuoto che lo prendeva ogni volta.

“Ehy, come stai?”

“Figliolo! Io sto bene, me la cavo. Ma ci manchi tantissimo! Come stai, tu? E il lavoro? E la fidanzatina? Eh?!”

Zayn sospirò.

“Sto bene, davvero. Anche… voi mi mancate. Il lavoro va benissimo, faticoso come sempre, ma va bene…” Deviò l’ultima domanda, sperando solo che sua madre non se ne accorgesse. Incrociò le dita come per buon presagio e per fortuna l’altra non se ne accorse. “Ti serviva qualcosa? Solitamente chiami la domenica…” Il moro girò gli occhi verso il calendario e lo fece scorrere fino al giorno corrente: cazzo, aveva ragione, non era domenica. Nemmeno ci aveva fatto caso. Troppo scosso da quel senso di vuoto che provava ogni volta che tornava a casa.

“No, no… volevo solamente salutare. E sapere come sta Waliyha.”

“Oh, tua sorella sta alla grande! Lo sai che ha trovato un ragazzo? Solo da qualche mese, ma dice sempre che vorrebbe che tu lo conoscessi! Sembra felice ed io e tuo padre speriamo sempre il meglio!”

Sua sorella era una bellissima ragazza, era normale che avesse trovato qualcuno che la amasse. Ed aveva solo 17 anni. Diciassette contro ventisei. “Mhn, magari ci sentiamo domenica, okay? Sono felice di averti sentito. Salutami tutti.” Detto questo mise giù velocemente e si sedette sullo sgabello con i gomiti appoggiati al tavolo e la testa fra le mani. Zayn, hai davvero bisogno di un compagno?
Per un breve secondo la risposta fu un “no” secco, ma poi si guardò intorno. La casa era così vuota da far spavento e la voglia di sentire un “bentornato a casa” quando varcava la soglia, era così tanta da fargli salire le lacrime agli occhi. Forse doveva solamente abbandonare l’idea, perché aveva anche tantissimo lavoro da fare. Si allungò sul ripiano, sporgendosi per prendere la bottiglia di birra che aveva aperto poco prima e se la portò alle labbra, così da poter bere un lungo sorso. Ubriacarsi non era nella sua indole, dunque sarebbe stato difficile farlo quella sera. Né le altre sere. Non era così disperato, sapeva viverci senza, diciamo che aveva solo un gran bisogno di… amore. Forse avrebbe dovuto mollare tutto e tornare dalla sua famiglia e cercare qualcuno lì. Scosse subito il capo e si alzò con la bottiglia di vetro in mano, mentre andava in salotto e si lasciava andare contro il divano, prendendo il computer in mano un attimo dopo. Stava per fare l’errore più orribile della sua vita, ma forse era l’unica via. Digitò sulla tastiera sito di incontri e i risultati furono tanti. Il terzo riguardava una chat che mai, prima d’ora, aveva adocchiato. Era strano per lui cercare certe cose su internet. Era il primo a dire che certe cose erano impossibili fin da subito, ma non era detto che avrebbe incontrato qualcuno. Ci avrebbe provato, così, per scherzo.
Entrò dentro la chat e notò che doveva registrarsi con un nome. Ne avrebbe messo uno in codice, ovviamente. Non avrebbe mai pensato di poter mettere il proprio nome completo.

“Lucky, come credi mi potrei chiamare?”

Il cane, in tutta risposta, salì sul divano e gli si stese affianco per fargli compagnia. “Uhm…” Digitò il proprio nome senza spingere invio e poi fece una cosa che mai, prima di allora, aveva fatto: scrivere il proprio nome al contrario. Venne fuori una cosa contorta ma simile ad un nome. Niaz Kilam. Potrebbe andare.
Dopo aver deciso che quel nome, dopo tutto, poteva andare bene, premette il tasto invio e subito il link lo riportò alla chat. C’era così tanta gente da far paura. Per un attimo rimase spaesato ma poi qualcuno lo contattò ancor prima che potesse dire una sola parola.
 
CurlyAngel: – Ehy.

NiazKilam: – Ehy. 

CurlyAngel: – Bel nome.

NiazKilam: – Oh… Grazie. Anche il tuo. Sei davvero un angelo riccio?

CurlyAngel: – Riccio sì, angelo proprio no.

NiazKilam: – E allora perché ti chiami CurlyAngel?

CurlyAngel: – Non ne ho la più pallida idea… 

NiazKilam: – Tu sì che hai le idee chiare. HAHA.

CurlyAngel: – E’ la prima volta che vieni qui? Non ho mai visto questo nome.

NiazKilam: – Sì… Non so nemmeno perché ci sono entrato, a dir la verità. E’ ridicolo.

CurlyAngel: – Ridicolo? Perché dici così? Se fosse ridicolo non saresti venuto qui. Perché lo hai fatto?

NiazKilam: – Tu perché l’hai fatto?

CurlyAngel: – Ti rispondo solo perché è la prima volta, ma dovresti sapere che non si risponde con una domanda ad un’altra domanda. In ogni caso… Perché… a dire la verità non lo so nemmeno io. Credo di sentirmi solo. Ho un sacco di ragazze che mi vengono dietro, ma… per me non è così facile.

NiazKilam: –  E’ lo stesso motivo per il quale sono entrato io. Cioè, anche se nessuno mi viene dietro. Scommetto che sei un ragazzo che va ancora al liceo pieno di ochette dietro.

CurlyAngel: –  …
Come hai fatto?

NiazKilam: –  Solo un po’ di immaginazione, tutto qui. Quindi ci ho beccato?

CurlyAngel: – Forse.

NiazKilam: – Antipatico.

CurlyAngel: – E tu, invece? Anche tu sei uno studente?

NiazKilam: – Non più, oramai. Da un po’ di tempo. Spero di non star parlando con un ragazzo che potrebbe essere mio figlio…

CurlyAngel: – Beh, sono quasi certo di no… Non sono poi così giovane.

NiazKilam: – Okay, allora mi rilasso… E per la cronaca, non è tardi? Dovresti andare a dormire.

CurlyAngel: – Ti va se ci sentiamo domani?

NiazKilam: – Come? E’ un appuntamento virtuale?

CurlyAngel: – Può essere… Non so. Qui alla stessa ora di stasera? Così siamo sicuri che ci siamo entrambi.

NiazKilam: – Va bene.

CurlyAngel: – Buonanotte.

CurlyAngel si è disconnesso.
 
Dire che era stato strano era dir poco. Non sapeva come, ma si era ritrovato a sorridere come un idiota davanti ad uno schermo del pc. E nemmeno si erano detti cose così strabilianti. In ogni caso, non doveva puntarsi troppo in ciò che era successo, perché l’altra persona poteva essere chiunque e non quella di aver detto di essere. Poteva benissimo essere un uomo molto più grande che aveva moglie e figli e prendeva per il culo la gente. Per adesso preferiva rimanerci distaccato anche se non sarebbe mancato a quell’appuntamento, per la sera dopo, sperando di esserci. Se avesse avuto del lavoro da fare, lo avrebbe fatto senza alcun dubbio. Non poteva di certo abbandonare l’FBI per una chat che, teoricamente, poteva adescare chiunque con una certa facilità. Sapeva di avere un carattere facile da persuadere, ma si promise che non si sarebbe fatto prendere troppo da quella situazione. Come aveva già detto: si sentiva solo, ma di certo non era così disperato.
 

 
   
 
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