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Autore: Luce_Della_Sera    26/01/2015    2 recensioni
Viviana è una adolescente, e come tale vive tutti i problemi della sua età; per questo vorrebbe tanto essere al posto di sua sorella minore, che è ancora nello spensierato periodo dell’infanzia.
Veronica è una bambina, ma non le piace esserlo: vorrebbe essere grande e avere più libertà, proprio come sua sorella maggiore.
Entrambe, quindi, pensano che l’altra sia più fortunata … così, la notte di Natale esprimono questo desiderio: “Quanto vorrei essere lei!”.
E da quel momento, tutto cambia.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: Il carnevale

“Tesoro, sveglia! E’ carnevale!”
Veronica aprì lentamente gli occhi. Cosa ci faceva sua madre nella sua camera, o meglio in quella di Viviana? Non avrebbe dovuto andare nella sua vecchia stanza, a svegliare sua sorella? In fondo, la madre non aveva idea di quello che era successo dopo la notte di Natale, e quindi a rigor di logica non era certo da lei che doveva andare! Che avesse scoperto tutto?
Si drizzò a sedere e scese dal letto, ansiosa di capire cosa stesse succedendo, ma rimase interdetta accorgendosi che, intorno a lei, ogni cosa sembrava più grande. Si voltò indietro, e constatò che persino il letto sembrava più alto, solo che lei non l’aveva percepito prima perché si era alzata in fretta.
“Ma che…?” pensò, ma non riuscì a terminare il pensiero, perché sua madre scelse proprio quell’attimo per esclamare “Certo che siete proprio strane tu e Viviana, eh? Anche a Natale vi eravate scambiate le camere. Cos’è, un gioco? E’ una sorta di accordo tra voi che prevede che vi mettiate l’una nella camera dell’altra quando c’è una qualche festa?”.
“Ha detto Viviana? Ma allora … allora forse tutto è tornato alla normalità!” si disse. Però, non osando sperarci, decise di andare a controllare di persona, e si diresse in bagno senza neanche degnarsi di rispondere alla madre, la quale, dopo un primo momento di disappunto per essere stata ignorata, scusò la figlia pensando che di sicuro l’eccitazione per la giornata era così forte da averle fatto dimenticare l’educazione che lei e suo marito le avevano impartito in passato e continuavano anche allora ad impartirle.
“Devo vedere, devo vedere!” pensava intanto la bambina, aprendo la porta della toilette. Era sì molto eccitata, e anche speranzosa, ma ovviamente non per il motivo che sua madre aveva immaginato!
Arrivando davanti al lavandino, si accorse che anche questo era più grande del solito, e anche più alto: dovette mettersi in punta di piedi per potersi specchiare, anche se stranamente le ci volle minore sforzo per guardarsi: da quel che ricordava, prima di Natale faceva più fatica per giungere alla superficie riflettente!
In punta di piedi, scrutò la sua immagine: e quel che vide la rallegrò molto. Quella che le restituiva lo sguardo attraverso lo specchio non era Viviana, bensì lei stessa. Il suo vecchio corpo, con il viso liscio, senza brufoli, le sue braccia minute, e il petto completamente piatto, non le era mai sembrato così grazioso!
“Devo correre a svegliare Viviana!” esclamò la bambina tra sé e sé. “Chissà come sarà contenta della novità!”
Dovette fare un notevole lavoro di autocontrollo per evitare mettersi a saltellare per il corridoio: era troppo felice, ma non voleva che sua madre la credesse impazzita! Avrebbe avuto tutto il tempo di ridere e divertirsi quel pomeriggio al parco, insieme alle sue amiche. Le sue vere amiche, che le erano mancate tanto! Finalmente poteva riabbracciarle, finalmente poteva tornare a comportarsi da bambina di otto anni quale era, e quale in fondo era sempre stata …
“Viviana! Viviana!” chiamò, entrando nella camera che presto sarebbe tornata ad essere sua e precipitandosi a scuotere la sorella, che era ancora profondamente addormentata. “Svegliati! C’è una cosa che devi assolutamente sapere!”
Aveva lasciato la porta aperta e forse si era lasciata trasportare un po’ troppo dall’entusiasmo, contrariamente ai propositi che aveva fatto appena qualche istante prima, ma non le importava: in fondo, era normale che una bambina fosse eccitata il giorno di carnevale!
E Veronica era molto felice di essere una bambina: aveva imparato la lezione.
Sarebbe cresciuta, sarebbe maturata, e magari l’esperienza che si era appena lasciata alle spalle con così tanta gioia e sollievo le sarebbe servita per il suo futuro: ma da allora in poi, di questo era assolutamente sicura, avrebbe vissuto tutto per gradi, così come doveva naturalmente succedere.
  
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