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Autore: Lady_Wolf_91    26/01/2015    8 recensioni
"Jensen e Amy hanno avuto un primo disastroso incontro ed entrambi sono intenzionati a non vedersi più.
Una serie di coincidenze però li porterà a conoscersi più a fondo e quando entra il gioco il destino chi lo sa come può finire?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I
 


“Ti ho organizzato un appuntamento.”
È iniziato tutto con quella frase.
E pensare che all’inizio nemmeno volevo andarci a quell’incontro.
E lo so, tutti abbiamo un’amica che prima o poi si metterà in testa l’idea di farci conoscere qualcuno degli amici del suo fidanzato.
Qualcuno che ha passato il suo test da amica e che quindi può appiopparti tranquillamente.
Così ti organizza l’uscita a cui tu non puoi rifiutarti di andare perché ‘Non è che ti ci devi sposare, uscite insieme e se son rose fioriranno e se non lo sono marciranno’ dire semplicemente: no, non voglio uscirci non vi farà evitare quell’appuntamento, credetemi.
Però in fondo cosa c’è di male, no?
Voglio dire, la vostra amica, la vostra miglior amica vi conosce giusto? Insomma, chi può conoscervi meglio della persona a cui confidate tutto di voi? E logica vuole che se questa persona vi conosce così bene dovrà capirne un po’ anche dei vostri gusti no?
Ecco perché al tempo pensai che non sarebbe poi potuta andare tanto male.
Non potevo sbagliarmi di più.
Definire quell’appuntamento catastrofico sarebbe stato un complimento; era stato un disastro su tutta la linea a partire dall’inizio: Jensen, questo il nome dell’amico di Matt, il fidanzato di Aria –la mia amica organizzatrice di incontri clandestini volti a far accasarmi- era in netto ritardo.
Qualche minuto andava bene, mezz’ora si poteva ancora capire.
Ma un ritardo di due ore era inaccettabile.
Insomma, io ero lì, nel mio bel vestitino blu a pois, mi ero fatta la ceretta e voi donne sapete il dolore che questo comporta e in più, avevo rinunciato ad una maratona di sex and the city.
E lui cosa faceva? Due ore di ritardo senza nemmeno avvisare.
E non è che avesse fatto chi sa cosa per scusarsi davvero poi quando era arrivato –due ore dopo voglio ricordarlo- aveva semplicemente sorriso passandosi distrattamente una mano tra i capelli biondi, senza nemmeno presentarsi.
Oh ma tranquillo eh, tanto questo non è mica un appuntamento per farci conoscere.
E dopo due ore a gelarci i deretani su una squallida panchina, eravamo riusciti ad entrare in un dannato bar prendendo dei dannati cocktail ‘Amy analcolico per te, lo sai che non reggi l’alcool’ ad ascoltare Jensen e Matt parlare e parlare e parlare del dannato football.
Ma cosa c’è tanto da parlarne? C’è una palla e degli uomini la inseguono, o quello era il calcio? Vabbè insomma lo facevamo anche noi da bambini, correre dietro una palla fino a quando questa non scompariva in misteriosi buchi, quindi non vedo proprio cosa ci sia di entusiasmante da stare lì a parlarne per ore.
Ore.
Ad un appuntamento in cui il signorino si era già presentato in ritardo.
Era davvero irritante e lui non era nemmeno questo granché.
Ok no, voglio essere onesta: era innegabilmente bello, sembrava che madre natura si fosse concentrata in tutto e per tutto mentre lo componeva: dai capelli biondi perfettamente tirati indietro, passando per quegli occhi così verdi da ricordare un intero bosco, continuando per quelle labbra sottili e perfette e mi fermo qui, perché i suoi vestiti non mi permettevano un analisi più accurata, ma non avevo il minimo dubbio che fosse perfetto anche sotto quegli abiti.
Insomma, era tanto bello quanto irritante e maleducato.
Chiariamoci: non è che mi aspettassi una dichiarazione d’amore o chi sa cosa ma andiamo, poteva almeno salutarmi, dire qualcosa come ‘ehi ciao sono Jensen è un piacere conoscerti’ insomma qualcosa del genere non avrebbe fatto tanto schifo.
Era alle basi dell’educazione di ogni persona.
Invece lui a stento mi aveva guardato, aveva afferrato la sua dannata birra –e avevo maledetto Aria per tutta la sera per quel dannato cocktail analcolico- e aveva parlato con Matt.
Mentre io lanciavo alla mia amica segnali di fumo che volevano dire qualcosa del tipo: ‘Non mi organizzerai mai più un appuntamento, anzi la prossima volta che uscirò con qualcuno tu te ne starai ad una distanza minima di cento metri.’
Come diavolo aveva potuto sbagliarsi così tanto?
Oh ma quello non era nulla rispetto a quello che la fine della serata ci aveva regalato.
Saremo dovuti tornare a casa, la squallida serata era finalmente finita quindi arrivederci e a mai più, grazie.
E ovviamente quel dannato Jensen doveva scegliere quel momento per rivolgermi la parola.
“Beh Amelia è stato un piacere.”
Forse c’era qualcosa di poco analcolico nel mio cocktail o semplicemente avevo tenuto la bocca chiusa per troppo tempo, fatto sta che non mi trattenni:
“E cosa sarebbe stato un piacere sentiamo? Aspettarti per due ore fuori a fissare il nulla? O forse vuoi dire che è stato un piacere passare l’intera serata in silenzio perché tu dovevi sbraitare del tuo stupido football? E per la cronaca il mio nome è Amy, non Amelia, idiota.”
E mi voltai, perché il mio era un discorso breve ma perfetto, non avevo altro da aggiungere, ma evidentemente quell’essere voleva scatenare la mia ira omicida.
“Oh, scusa principessina se ho ferito i tuoi sentimenti, magari quando esci dal tuo mondo di nuvolette rosa capirai che nella vita vera bisogna saper dare la giusta importanza alle cose.”
Ma chi diavolo era quel tipo? Voleva un pugno in faccia? Perché avevo già dato un pugno in faccia prima e non vedevo l’ora di spaccargli il naso.
“Direi che la principessina sei tu dato che abbiamo dovuto aspettare te per due ore.”
“Magari ho avuto degli imprevisti.”
“Magari potevi chiamare prima.”
“Magari il telefono non prendeva e sai cosa? Non devo giustificarmi con una ragazzina.”
“Ragazzina? Ma ti sei guardato allo specchio? Sembri un nano da giardino imbruttito, Dio non so nemmeno perché continuo a parlare con te.”
“Sono contento di non aver avuto modo di conoscerti, visto che sei solo una petulante ragazzina.”
Avuto modo? Era stato lui ad ignorarmi quindi.
“Sei così arrogante io… ti odio!”
E sì, le ragazze per bene non dovrebbero dire cose di questo tipo, di perfetti sconosciuti poi, ma davvero quel tipo aveva tirato fuori odio da ogni dove.
“Oh anche io. A mai più, Amanda.”
Si voltò salendo sulla sua dannata moto nera, sgommando via ad una velocità che doveva essere considerata illegale.
E porca miseria era così difficile ricordarsi che mi chiamavo Amy?! Amy come la dannata sailor Mercury, davvero non aveva mai visto quel dannato cartone??
Insomma, da quell’appuntamento non avevo ricavato nulla, tranne un principio di mal di testa, una fame che mi avrebbe fatto svaligiare il mio povero e innocente frigo e l’assoluta convinzione che non avrei mai e dico mai più voluto rivedere quel pallone gonfiato di Jensen.








SognoSondesto
E' solo un sognooo è solo un incubooo
e invece NO, sono davvero tornata con una nuova storia.
Dunque, faccio la persona seria, piacere sono LadyWolf e la sezione romantica non è la mia solitamente ma questa storia non poteva certo essere messa nelle sovrannaturali e *qualcuno le tappi la bocca*
Ok, dunque la storia è bella che finita, e sono sedici bellissimi(?) capitoli che pubblicherò (impegni permettendo) una volta a settimana.
Questa storia in realtà nasce da una OS pubblicata un po' di tempo fa sul mio profilo ma se siete curiosi NON andate a cercarla perchè vi spolierereste l'intera storia.
Su questo discorso della OS ci torneremo alla fine della storia che avrà una sua conclusione, diciamo che la OS è tipo un tot anni(mesi, giorni,secondi, minuti) dopo la fine di questa storia eeee credo di avervi detto tutto.
Un grandissimo grazie alla mia Mamy che se l'è sciroppata in prima visione e ci si sente alla prossima.
wof
 
   
 
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