Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Placebogirl_Black Stones    26/01/2015    7 recensioni
Lui non aveva mai avuto bisogni impellenti di quel genere, i suoi rapporti intimi con l’altro sesso si erano ridotti a pochi incontri occasionali in stanze malridotte di vecchie locande, più per sfogare la rabbia che sentiva dentro che per vera e propria necessità. Avventure senza importanza durate qualche ora, con donne delle quali non ricordava nemmeno i nomi.
Quella sera, però, era diverso. Per la prima volta sentiva un desiderio vero per quella donna che stava ballando a pochi metri da lui, il desiderio che un uomo può provare per una donna che ha fatto breccia nel suo cuore. Era questo che lo infastidiva oltremodo, perché anche se il mondo lo conosceva come capitano dei pirati Heart, lui un cuore non ce lo aveva. Lo aveva spento molti anni prima, quando si era reso conto che era solo un inutile apparecchio difettoso pronto a scattare quando meno te lo aspetti. Le emozioni sono nemiche dei tipi cinici e calcolatori, e questo lui lo sapeva bene.
Ora che Doflamingo era stato sconfitto e che la sua vendetta si era consumata, però, aveva ancora un motivo per negarsi qualsiasi emozione?
Non poteva finalmente concedersi il diritto di respirare?
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nico Robin, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SAVE THE LAST DANCE FOR ME

 

Il locale era gremito di gente, tutta riunita lì per un unico motivo: festeggiare la caduta del regno di Doflamingo. Quel re che per anni li aveva ingannati facendo credere loro di vivere in una giustizia in realtà solo apparente, era stato finalmente sconfitto. La tirannia, gli intrighi, i loschi affari e le vite stroncate avevano cessato di esistere. Ora tutti potevano dirsi liberi, e quelli di loro che avevano trascorso gli ultimi anni in un corpo di plastica che non gli apparteneva, potevano far ritorno alla loro vita.

I dimenticati erano stati nuovamente ricordati.

Canti, balli e schiamazzi si libravano nell’aria, boccali colmi di birra e liquori si alzavano al cielo cozzando fra loro. Ma in tutta quella baraonda, ciò che davvero faceva la differenza erano i sorrisi della gente.

Anche gli eroi di quella lunga battaglia si erano uniti ai festeggiamenti: Rufy ne aveva approfittato per ingozzarsi a dismisura, Usopp si vantava della sua forza appena scoperta e Chopper lo ascoltava estasiato, Brook si era aggregato alla piccola orchestra del locale mentre Franky improvvisava balli imbarazzanti, Sanji faceva il filo alla sua Violet senza sosta, e infine Zoro e Nami si sfidavano in una gara di bevute incitati dal pubblico. Nessuno di loro mancava di far notare la propria presenza, ma la vera stella di quella notte senza sonno era Robin.

L’archeologa dagli occhi di ghiaccio aveva gli occhi di tutti puntati su di sé, mentre eseguiva con grazie e sensualità un ballo improvvisato sulle note del violino di Brook e degli strumenti della piccola orchestra. Poche mosse, alcune ispirate al flamenco (ballo tipico di quel paese) e altre inventate sul momento, che però acquisivano un fascino ammaliante sul suo corpo florido e sinuoso. La stessa Violet, danzatrice di professione, aveva smesso di prestare attenzione alle moine di Sanji e la osservava con attenzione. Era come se quel ballo diffondesse magia nell’aria, un incantesimo che contagiava tutti i presenti.

 

- BRAVISSIMA!!!- si sentì un urlo tra la folla.

- SEI BELLISSIMA!!!- fece eco un altro.

 

Un’ondata di applausi e fischi invase il locale, seguita dai più disparati complimenti. Le donne erano invidiose del suo successo e delle attenzioni che riceveva; gli uomini, al contrario, sorridevano come ebeti spargendo litri di bava sul pavimento e sbracciandosi per attirare la sua attenzione.

 

- Questa sì che è una sorpresa, non credevo che Robin sapesse ballare! E soprattutto non l’avevo mai vista così espansiva!- si stupì Zoro, sapendo quanto la compagna di ciurma fosse caratterialmente simile a lui.

- Si vede che lei a differenza di qualcun altro sa anche divertirsi ogni tanto!- lo rimbeccò Nami - Comunque io l’avevo già vista ballare-

- Ah sì? E dove?-

- In un locale dell’isola sulla quale siamo andati a riparare la Sunny dopo l’attacco della Neo Marina. Ci servivano soldi, così mentre io servivo ai tavoli intrappolata in un corpo da bambina, Robin danzava per quel branco di allupati che riempiva il locale- spiegò.

- Capisco…Anche perché se avessi ballato tu sarebbero scappati tutti!- ghignò, consapevole di averla punzecchiata a dovere.

- Come ti permetti?! Pensa a bere piuttosto, che stai perdendo!- ribatté la rossa, imbronciandosi.

 

Nel frattempo, in mezzo a tutto quel trambusto, due occhi grigi non avevano mai smesso di seguire ogni singolo movimento della bella archeologa, come se volessero studiarla da cima a fondo, nel tentativo di carpirne i più intimi segreti.

Braccia incrociate, spada stretta a sé, gambe malamente accavallate, il Chirurgo della Morte si godeva lo spettacolo. Anche se apparentemente la sua espressione era seria e fredda, tanto da apparire disinteressata, dentro di sé si sentiva profondamente attratto da quella donna affascinante e misteriosa, che stava dando prova di un lato sconosciuto del suo carattere. Già dalla prima volta in cui l’aveva incontrata gli era capitato di pensare che fosse un tipo intrigante, il genere di donna in grado di stregare anche uno come lui. Si somigliavano molto, entrambi schivi e freddi; ecco perché quell’eccesso di espansività lo lasciava basito e desideroso di sapere.

C’era forse un’altra Nico Robin dietro quella che tutti conoscevano?

Non era la semplice curiosità di un medico intenzionato ad approfondire la conoscenza della psiche umana, ma l’interesse di un uomo verso una donna.

 

- Certo che Cappello di Paglia è proprio fortunato a poter avere tutti i giorni una così bella donna sulla nave!- si lasciò sfuggire Penguin con occhi sognanti.

- A chi lo dici! Se poi ci aggiungi anche la rossa al bancone!- gli diede man forte Shachi, facendo un cenno con la testa in direzione di Nami.

- Siete proprio dei somari!- li riprese Law.

- Ma capitano, noi stiamo tutto il tempo sott’acqua e possiamo vedere qualche bella donna solo quando ci fermiamo su un’isola…Godere della loro compagnia ogni giorno è come manna dal cielo!- spiegò Penguin allargando le braccia.

- Ѐ vero!- lo appoggiò nuovamente Shachi.

- Io preferirei vivere in un posto tanto freddo con una bella orsetta!- si aggregò Bepo alla conversazione.

- NESSUNO HA CHIESTO IL TUO PARERE!!! E POI NON DIRE IDIOZIE!!!- lo rimproverarono in coro gli altri due.

- Chiedo scusa…- abbassò la testa l’orso, stringendosi nelle spalle come un bambino che viene rimproverato.

- Sono tutte stupidaggini- intervenne nuovamente il loro capitano - Pensate forse che le donne siano indispensabili su una nave pirata? Sono creature deboli e portano solo un sacco di problemi! Un pirata ha altro a cui pensare prima delle donne- concluse, portandosi alle labbra un bicchiere colmo di birra.

- Però la loro compagnia è piacevole…- azzardarono.

- Allora godetevela fin che siete qui, perché fra pochi giorni partiremo e non so quando potrete di nuovo averne l’occasione-

 

Non sapeva nemmeno lui perché aveva fatto quel discorso così duro, in fondo sapeva bene che i suoi compagni, in quanto uomini, avevano delle particolari esigenze. Gli erano sempre stati fedeli, eseguivano i suoi ordini alla lettera portandogli un infinito rispetto: se ogni tanto esprimevano il desiderio di avere una ricompensa, non poteva certo negargliela. Sapeva bene cosa lo aveva spinto a quell’atteggiamento così brusco, ma accettare la realtà non era così facile. Lui non aveva mai avuto bisogni impellenti di quel genere, i suoi rapporti intimi con l’altro sesso si erano ridotti a pochi incontri occasionali in stanze malridotte di vecchie locande, più per sfogare la rabbia che sentiva dentro che per vera e propria necessità. Avventure senza importanza durate qualche ora, con donne delle quali non ricordava nemmeno i nomi.

Quella sera, però, era diverso. Per la prima volta sentiva un desiderio vero per quella donna che stava ballando a pochi metri da lui, il desiderio che un uomo può provare per una donna che ha fatto breccia nel suo cuore. Era questo che lo infastidiva oltremodo, perché anche se il mondo lo conosceva come capitano dei pirati Heart, lui un cuore non ce lo aveva. Lo aveva spento molti anni prima, quando si era reso conto che era solo un inutile apparecchio difettoso pronto a scattare quando meno te lo aspetti. Le emozioni sono nemiche dei tipi cinici e calcolatori, e questo lui lo sapeva bene.

Ora che Doflamingo era stato sconfitto e che la sua vendetta si era consumata, però, aveva ancora un motivo per negarsi qualsiasi emozione?

Non poteva finalmente concedersi il diritto di respirare?

Erano queste le domande che lo tormentavano, scaturite nel momento in cui si era reso conto che Robin gli piaceva. Proprio così: quella donna gli piaceva. Non era solo attrazione fisica verso il suo corpo perfetto, ma interesse per la sua persona, per quel lato oscuro e misterioso di cui mostrava solo la facciata superficiale. Erano molto simili, e questo lo percepiva meglio di chiunque altro. Eppure continuava a negarlo a se stesso, ordinando silenziosamente a quel cuore che aveva ripreso a battere di cessare la sua attività. Non era pronto per affrontarlo, per distruggere quel Law insensibile che aveva creato dopo la morte di Corazòn.

Un’ondata di applausi e fischi lo riportò alla realtà. La musica era finita e con essa anche quel ballo così sensuale. In piedi al centro del palco, Robin aveva fatto un elegante inchino al suo pubblico in delirio, ritrovandosi circondata di rose che piovevano da ogni dove. Evidentemente non era il solo ad aver gradito la sua sensualità.

Portandosi il boccale alle labbra e bevendo un sorso, la guardò chinarsi per cogliere il fiore più bello, ringraziando poi nuovamente il pubblico con un altro inchino. Per un attimo gli sembrò che guardasse nella sua direzione, fissandolo dritto negli occhi, ma poi scese dal palco come se nulla fosse dirigendosi verso i suoi compagni.

Perché avrebbe dovuto guardare proprio lui fra tanta gente?

In fondo per lei non era altro che un pirata come tanti che aveva stretto un’alleanza con il suo capitano.

Meglio così, gli avrebbe risparmiato parecchi grattacapi.

Allora perché non riusciva a smettere di guardarla?

Perché desiderava che andasse al suo tavolo e rivolgesse anche a lui quei sorrisi che stava facendo alla sua ciurma?

Stupido cuore dispettoso!

Scolò con una sorsata veloce la birra rimasta nel boccale, osservando i suoi compagni che nel frattempo si erano trovati altre due ragazze apparentemente interessate alle loro moine. A quanto pare non avevano perso tempo e avevano seguito le sue parole alla lettera. Anche Bepo si era ritrovato circondato da uno stuolo di ragazze, non per il suo aspetto quanto per il fatto che fosse piuttosto insolito trovare un orso in grado di parlare. Gli schiamazzavano intorno accarezzando di tanto in tanto la sua candida pelliccia, e lui da bravo timidone quale era abbassava la testa continuando a chiedere scusa senza motivo.

Si lasciò andare ad un sincero sorriso: vivendo con Cappello di Paglia e la sua ciurma non aveva potuto fare a meno di pensare che fossero un branco di pazzoidi scalmanati, ma a ben pensarci anche la sua di ciurma non era propriamente normale. Del resto che importanza potevano avere i modi e l’aspetto? Ciò che contava era che fossero compagni uniti e rispettosi l’uno dell’altro.

 

- A che pensi, dottore?-

 

Riaprì di scatto gli occhi, che aveva chiuso senza nemmeno rendersene conto.

Ed eccola lì, davanti a lui, quella donna che per tutta la sera era stata oggetto dei suoi desideri.

Gli sorrideva con quell’aria enigmatica tipica del suo essere, forse sviluppata nel corso degli anni per nascondere qualcosa che non voleva far sapere.

 

- A niente, mi stavo solo rilassando- rispose, fingendo indifferenza.

- Posso sedermi?- gli chiese.

 

In tutta risposta, si limitò ad indicare la sedia vuota di fronte a lui con un cenno del capo. La mora prese posto, sedendosi con grazia e accavallando le lunghe gambe messe in mostra dal vistoso spacco della gonna che indossava.

Sapeva senza dubbio come essere provocatoria.

 

- Non vai dai tuoi compagni?- si decise a domandarle, curioso di sapere il motivo per cui si era recata al suo tavolo.

- Ci sono appena stata, e poi ora sono tutti presi dai festeggiamenti- piegò la testa da un lato, sorridendo nuovamente.

- Certo che ne fate di casino…-

- Che vuoi farci? Il nostro capitano contagia tutti!-

 

Restarono in silenzio per qualche secondo, limitandosi a fissarsi negli occhi. Nessuno dei due era eloquente, le chiacchiere non rientravano nei loro hobby. Eppure quegli sguardi erano carichi di parole, tanto da rendere elettrica l’aria circostante. C’erano tante cose che avrebbe voluto chiederle, ma sapeva di non averne il diritto.

 

- Perché sei venuta qui?- fu l’unica cosa che riuscì a dire.

- Perché ero curiosa di sapere il motivo per cui mi fissavi così mentre ballavo- rispose schietta l’archeologa.

 

Se in tutti quegli anni non si fosse allenato per mantenere i nervi saldi, a quell’ora sarebbe già balzato sul tavolo. lo aveva colto alla sprovvista, decisamente. Sin dal primo momento in cui l’aveva conosciuta, aveva capito che era una donna scaltra e un’acuta osservatrice, alla quale difficilmente si poteva nascondere qualcosa. Però che si accorgesse di lui in mezzo a tutta quella gente era sorprendente. Tuttavia, non era particolarmente nervoso per quella domanda fatta a bruciapelo. Sapeva già la risposta che le avrebbe dato.

 

- Diciamo che mi ha sorpreso vederti in questa tua nuova veste. Credevo fossi un tipo tranquillo e sulle sue, che non ama attirare a sé le attenzioni della gente; invece ti sei lasciata andare parecchio su quel palco. Forse nascondi più di quello che vuoi far credere, Nico-ya- la stuzzicò con quell’insinuazione finale.

- Tutti abbiamo dei segreti, tu compreso Torao- lo fissò maliziosa, assottigliando lo sguardo - Ma questo non ha nulla a che vedere con la danza. Ho ballato semplicemente perché avevo voglia di divertirmi e perché mi piace questo genere di balli, tutto qui. Non c’è nulla di male a lasciarsi andare una volta tanto, in fondo. Mi sbaglio forse?-

 

Sorrise quasi impercettibilmente: a parole quella donna era un osso duro. Sapeva come incastrarti, rigirando la conversazione a suo favore.

Quello, però, era il meno.

Ciò che lo aveva colpito era stato sentirle dire che lasciarsi andare non era una cosa sbagliata. Se una come lei arrivava ad affermare una cosa simile, forse anche per lui c’era speranza. Magari la sua occasione di lasciarsi andare poteva cominciare proprio con lei.

 

- Hai subito troppo l’influenza del tuo capitano- ironizzò.

- Può darsi- sorrise.

- Ehm…Scusa capitano…- li interruppe la voce di Penguin, che nel frattempo si era avvicinato al tavolo.

- Che c’è?-

- Ecco, no…- fece cenno a Shachi e alle due ragazze che tenevano per mano - Noi pensavamo…di andare a fare un giro…- arrossì.

 

Era chiaro dal suo atteggiamento che per “andare a fare un giro” intendeva spostarsi in qualche alloggio a ore e dare sfogo ai loro bisogni.

 

- Andate pure, ci rivediamo domani al porto- li congedò.

- Grazie capitano!- inchinarono la testa, sorridendo entusiasti di quella concessione.

 

Ciascuno con sottobraccio una ragazza, si allontanarono uscendo dal locale. A differenza sua loro coglievano ogni singola opportunità per lasciarsi andare.

Nuovamente si ritrovò a chiedersi se fosse possibile vivere così. Era come se un mondo completamente nuovo gli stesse abbagliando gli occhi, un mondo che era sempre stato lì ma che lui si rifiutava di vedere.

 

- E così sei rimasto solo…- osservò Robin.

- Non sono solo, ci sono altri dei miei uomini sparsi per il locale- le fece notare.

- Sì, ma nessuno che sia seduto qui con te-

- Evidentemente hanno di meglio da fare-

- E tu? Non gradisci la compagnia delle donne?-

 

Di nuovo una domanda che scottava, che sembrava nascondere velati accenni.

Dove voleva arrivare?

Cercava forse di provocarlo?

In quel momento gli balenò per la testa il pensiero che il suo interesse per lei fosse ricambiato. In quel caso, le cose si sarebbero fatte interessanti.

 

- Se non la gradissi ti avrei già mandata via, no?- decise di stare al suo gioco.

- Come pensavo: è molto intrigante parlare con te, dottore- sorrise con malizia, alzandosi in piedi - Magari a fine serata potremmo farlo di nuovo-

 

Con queste parole si allontanò dal tavolo, lasciandolo in balia di se stesso. Aveva calcolato bene le sue mosse, e ora sapeva di averlo quasi in pugno.

Nonostante si fosse appena reso conto di essere stato fregato, non poté fare a meno di trattenere un ghigno: quella donna sarebbe stata il suo primo passo verso quel nuovo mondo appena scoperto.

 

 

Il resto della serata lo trascorse inchiodato a quel tavolo, fra un boccale e l’altro, continuando a scambiarsi occhiate fugaci e furtive con Robin. Si riscoprì impaziente, lui che per tutta la vita aveva sempre agito con calma.

Dopo ore che sembravano interminabili, il locale iniziò a svuotarsi lentamente. Ben presto rimasero solo l’orchestra, che però aveva posato gli strumenti, e i Mugiwara, i quali si apprestavano a far ritorno sulla loro nave per coricarsi nei rispettivi letti. Anche i membri della sua ciurma che non erano riusciti a far breccia su qualche donna erano ritornati al loro sottomarino, Bepo compreso.

 

- Ehy Traffy! È stata una bella festa, non è vero?- gli venne incontro quello scapestrato di Cappello di Paglia, sorridendo come un bambino a cui si è appena regalato un giocattolo stratosferico.

 

Trovava ancora sorprendentemente incredibile la semplicità con cui affrontava la vita, nonostante lo conoscesse ormai da un bel po’. Forse era quello che lo rendeva così speciale. Quando si cresce si finisce col dimenticare la purezza che c’è dietro ogni cosa, anche dietro lo sporco e il male; Rufy questo sembrava non averlo dimenticato.

 

- Hai fatto troppo casino- lo rimbeccò.

- Ma scusa è una festa, se non si fa baldoria non è divertente!- spiegò convinto il ragazzo di gomma.

- Invece ho vinto io!- interruppe il dialogo la voce di Nami, un po’ troppo alta a causa di tutto l’alcol ingerito.

- Ti dico che ti sbagli, ho bevuto molto più di te!- ribatté Zoro, anche lui visibilmente alticcio.

- Ma se ti sei fermato subito!-

- Che stai dicendo?! Ho continuato fino alla fine, quando ti sei accasciata sul bancone!-

- Insomma, voi due, volete piantarla?! Certo che siete ridotti proprio male!- pose fine alla discussione Usopp.

- Ѐ meglio riportarli alla nave…- osservò Robin.

- Anche io sono tanto stanco- si sfregò gli occhietti il piccolo Chopper, abituato ad addormentarsi presto.

- Allora forza, torniamo tutti alla nostra Sunny!- partì entusiasta Rufy, seguito da tutti gli altri.

 

Solo l’archeologa rimase ferma dov’era, fissandolo intensamente. Era chiaro che non aveva voglia di andarsene.

 

- Tu non vieni, Robin?- le chiese Usopp, l’ultimo ad uscire dopo aver spinto fuori Zoro e Nami che stavano ancora battibeccando.

- Vi raggiungo più tardi, voi andate pure- rispose senza nemmeno guardarlo.

- Ok…- si limitò a rispondere il cecchino, lanciando occhiate ad entrambi.

 

Probabilmente doveva essersi accorto dell’intesa che si era creata fra loro, ma a lei sembrava non importare nulla. Non si vergognava di far sapere ai suoi compagni che provava interesse per un uomo, un pirata come loro. Non temeva il giudizio di nessuno, convinta che non ci fosse nulla di sbagliato in quello che stava facendo.

 

- Non sei ancora stanca?- trovò il coraggio di chiederle, interrompendo il silenzio.

- Sì, ma come ti avevo detto mi sarebbe piaciuto conversare ancora con te a fine serata. Quale migliore occasione di farlo, se non ora?- sorrise, piegando la testa da un lato.

- Non hai paura che i tuoi compagni ti scoprano?-

- Paura?- assunse un’espressione sorpresa - Perché dovrei avere paura? Non sto facendo nulla di male. E poi tu sei un nostro alleato- precisò.

- Se va bene a te…-

- In fondo dobbiamo solo parlare, o sbaglio?- alzò un sopracciglio maliziosa - Anche tu vuoi “portarmi a fare un giro”?- sottolineò quelle parole, riprendendo la patetica scusa che si erano inventati Penguin e Shachi poche ore prima.

- Dipende da te- sorrise quasi sadico.

 

Voleva provocarlo? Perfetto, le avrebbe dimostrato che non era la sola a poterlo tenere in pugno.

Sorprendentemente, quello che era iniziato come un gioco stava diventando molto più interessante del previsto.

 

- Hai mai ballato, dottore?- cambiò argomento.

- No, e non mi interessa farlo-

- E se ballassi io per te?-

- Ci tieni tanto?-

- Visto come mi guardavi, credevo fossi tu quello a tenerci-

- Mi spiace deluderti, Nico-ya. Poi, come vedi, l’orchestra sta andando via- indicò con un cenno del capo i musicisti che riponevano nelle custodie i loro rispettivi strumenti.

- Non mi serve un’orchestra!- fece l’occhiolino.

- Come pensi di ballare senza musica?-

- Lo vedrai-

 

Gli diede le spalle, avviandosi verso il palco dove era rimasto solo un uomo di mezza età con dei baffoni neri, il quale stava finendo di accordare la sua chitarra le cui corde si erano allentate per il troppo suonare. Li osservò confabulare per qualche minuto, e vide chiaramente Robin indicarlo. Si augurò che non stesse raccontando scemenze, anche se sapeva che non era il tipo. Quando terminarono, la mora si portò al centro del palco, proprio dov’era quando aveva ballato prima. L’uomo con la chitarra si sistemò a sedere sul suo sgabello di legno, suonando i primi accordi. Poco a poco la musica prese vita da quello strumento, riempiendo l’aria di un ritmo movimentato e coinvolgente, tipico di quella danza chiamata “flamenco”. Dapprima con lenti movimenti di braccia e mani, portate elegantemente verso l’alto, poi ancheggiando e muovendo le sinuose gambe, Robin iniziò nuovamente a danzare, seguendo il tempo scandito dalla chitarra. Era come ipnotizzato da quel corpo che emanava una carica erotica pazzesca ad ogni gesto compiuto. Poche cose nella vita lo avevano attratto, e l’archeologa era una di queste. Bella, intelligente, fredda, sensuale e a volte persino cinica: se al mondo esisteva una donna per lui di certo lei era perfetta.

Ripensò alla loro conversazione avvenuta poco prima, se conversazione si poteva definire quello scarno scambio di brevi battute.

Forse doveva portarla sul serio a “fare un giro”.

Lui non era il tipo da fiondarsi allupato addosso alla prima sottana che incontrava, e di certo Robin non era una sprovveduta che si concedeva al primo che capitava. Era una donna che faceva sudare le sue grazie, che pretendeva il massimo prima di darsi a un uomo. Eppure i loro corpi erano due calamite, si cercavano e si volevano. Tuttavia, non era mera attrazione sessuale: in realtà l’incontro dei loro corpi sarebbe stato l’ultimo passo di quel loro avvicinamento. Ciò che da tempo si era incontrato erano le loro menti e i loro cuori, fatti della stessa pasta.

Solo in quel momento gli fu chiaro che quell’attrazione verso di lei era iniziata molto prima di quella sera, precisamente nel momento in cui aveva messo piede sulla nave di Cappello di Paglia. Fino a quel momento l’aveva sempre e solo vista sui manifesti di taglia dei ricercati, e ciò che sapeva di lei era quello che dicevano le voci della gente. La dipingevano come la figlia del demonio, una donna senza scrupoli capace delle peggio cose. Ma conoscendola aveva capito che Robin non era niente di tutto questo. Robin era una donna forte, sicura di sé, capace di tenere testa agli uomini più duri e dotata di un’intelligenza che superava addirittura la sua bellezza. Aveva saputo andare oltre le disgrazie del suo passato e rifarsi una vita.

Ancor prima di essere attratto da lei l’ammirava, e avere la sua stima non era cosa da poco.

Lasciò da parte i suoi pensieri quando si accorse che aveva smesso di muoversi. Era ferma in piedi al centro del palco e lo fissava. Anche la musica si era interrotta, e il suonatore faceva scorrere inebetito lo sguardo da lei a lui, incapace di comprendere cosa stesse succedendo. Robin lo ringraziò, scendendo dal palco e tornando al tavolo da lui.

 

- Vedo che ti è piaciuto anche più di prima!- riprese a punzecchiarlo, sempre con quel sorriso malizioso.

- In realtà mi ero distratto-

- Brutti pensieri?- si fece seria.

- No, al contrario- ghignò - Stavo pensando che se vuoi potrei portarti a fare un giro-

 

La mora ridacchiò, portandosi il dorso della mano a coprire la bocca.

 

- Accetto con piacere!- rispose infine.

 

Fu così che anche loro lasciarono quel locale, dove ormai erano rimasti solo un boccale vuoto su un tavolo e un suonatore di chitarra che non aveva ancora le idee chiare su ciò che era appena avvenuto. Si avventurarono per le strade di Dressrosa, illuminate solo dalla luce lunare.

Non sapeva se quel giro sarebbe diventato qualcosa di più, e a dirla tutta non gli importava. Gli bastava poter trascorrere una notte in compagnia di quella meravigliosa donna. Anche se non le avrebbe mai detto ciò che provava, sapeva che lei aveva capito. Non c’era bisogno di parole.

Camminando fianco a fianco, si scambiavano sorrisi carichi d’intesa.

Dopotutto non era stata una cattiva idea lasciarsi andare, specie se il motivo per cui lo aveva fatto era una donna che aveva riservato a lui l’ultimo ballo della serata.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Eccomi con un’altra Lawrobin, che ci crediate o no mi è venuta in mente dopo aver visto un mese fa il film One Piece Z! Lo so che non c’entra nulla, ma vedendo la scena in cui Robin ballava nel locale mi è partito un trip mentale e mi sono immaginata lei che ballava così per Law. Non chiedetemi che problemi ha il mio cervello perché non so rispondervi nemmeno io!
Ad ogni modo spero vi sia piaciuta e sono felice di vedere che siamo in più di quelli che immaginavo a vedere bene questa nuova coppia!
Baci
Place


Vuoi leggere altre storie? Hai bisogno di una beta per le tue? Oppure vuoi semplicemente visitare un posto che parli di manga e musica?
Allora vieni a fare un salto alla Place 707 Room! Seguimi anche su facebook!
 «Place's 707 Room»
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Placebogirl_Black Stones