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Autore: ThreeTacosForSweetRevenge    26/01/2015    2 recensioni
Tutti dicono che esiste un’anima gemella per ognuno di noi, ma non è così. O almeno, non per me. Non una reale. L’unica anima gemella per me è un ragazzo che ormai mi perseguita ogni notte nei miei sogni. E’ perfetto: ha i capelli corvini, gli occhi verdi smeraldo e un naso leggermente all'insù che gli da l’aria di un elfo. Il suo corpo ha delle linee magnifiche, e per fortuna non è troppo alto per me che sono una specie di Hobbit con i tatuaggi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Do you know what's worth fighting for, when it's not worth dying for, does it take your breath away, and you feel yourself suffocating...”
La mia suoneria del cellulare dei Green Day mi sveglia dai miei soliti incubi, e con una fatica immensa allungo la mano e clicco sulla tasto della risposta alla chiamata senza nemmeno vedere chi è.
“… pronto?” Trattengo a forza uno sbadiglio e rinfilo la testa sotto le coperte, cercando di ripararmi dal sole che esce dalla mia finestra.
“Pronto, sono Jamia.”  Jamia … Jamia … Ah Jamia! Jamia lavora con me al negozio di strumenti musicali. Devo ammettere che è molto carina, ma a volte è veramente troppo perfettina e pignola. Cosa vorrà a quest’ora del mattino?
“Frank?!”
“… sì?” Chiedo, con la voce impastata dal sonno, ancora mezzo in coma. La mattina io proprio non connetto, mi dispiace.
“Frank! Ma hai visto che ore sono, santo cielo?”
Faccio un grugnito e cerco di mettere a fuoco l’ora sul cellulare.
Merda.
Sono le 10.06 di martedì mattina! Sono in un terribile e irrimediabile ritardo!
“Il tuo turno al negozio doveva essere un’ora fa! E’ da mezz’ora che cerco di contattarti, Kevin si sta arrabbiando!” Oh, no. Kevin è il proprietario del negozio, e diciamo che non si può proprio definire il capo più comprensivo e gentile di tutti.
“Sì, sì, lo so! Mi dispiace mi vesto in un lampo e arrivo.”
La telefonata termina e io mi stropiccio gli occhi cercando di uscire dal mondo dei sogni e tornare in quello vero. Mi precipito fuori dal letto ignorando il freddo che viene a contatto con la mia pelle nuda e corro in bagno, dove do solo una sciacquata alla faccia. Poi apro il mio armadio totalmente incasinato, cercando qualcosa di mettibile che non sia macchiato o che puzzi: alla fine ne tiro fuori una felpa nera a caso, un giaccone dello stesso colore, un paio di jeans e la sciarpa, mi metto le converse ed esco di corsa di casa prendendo le chiavi, senza fiato.
Quando arrivo al negozio, c’è Jamia che mi sostituisce al banco e mi guarda con sguardo severo. Indossa un maglione nero col collo alto, una gonna a quadri e gli anfibi, e i suoi capelli sono legati in due ciuffi. Vedo che sta scrivendo dei prezzi su dei cartoncini gialli e non sembra molto felice: quel lavoro lo dovevo fare io.
“Ciao Jamia…puoi andare adesso, ti sostituisco io.”
Lei mi guarda con aria strana e scoppia a ridere.
“Ma ti sei pettinato stamattina Frank?” Oddio. Che cos’ho che non va?
Divento rosso come un peperone e vado a guardarmi allo specchio, temendo il peggio. Noto con orrore che i miei capelli scuri sono sparati in testa in varie direzioni diverse e sembrano avere vita propria, inoltre ho anche delle occhiaie enormi, anche se ho dormito più del solito.
“Non ti preoccupare ci penso io.” Jamia prende da sotto al bancone la sua borsa di pelle di marca, la apre e comincia a frugarci dentro. Ne tira fuori di tutto: gomme da masticare, forcine per capelli, il cellulare, smalto per unghie, mentine. Mi pare la borsa di Mary Poppins! Non capisco proprio come facciano le donne a tenere tute queste cose in un’unica borsa. Non le capirò mai.
Alla fine trova finalmente una spazzola e me la passa, così riesco ad allisciare i miei capelli indomabili, rendendomi un po’ più presentabile.
“Bene, ora che il mio compito è terminato vado. E la prossima volta arriva in orario per favore okay? Ho cercato di coprirti con Kevin inventando una scusa dietro l’altra.”
Okay, ammetto che questa non è la prima volta che arrivo tardi al lavoro, ma poi mi faccio perdonare dai. Quando ci sono io al bancone facciamo più vendite del solito, è per questo che il capo non mi licenzia. Dice che ispiro fiducia ai clienti, o qualcosa del genere. Beh, di certo non posso fargli paura col fisico da femmina che mi ritrovo.
In tutta l’ora successiva non arriva nemmeno un cliente, così mi metto le cuffie a volume al massimo e mi perdo nella musica, ma proprio in quel momento un ragazzo entra nel negozio. Per un attimo mi sento mancare. E’ lui. Poi capisco che non lo è, ci assomiglia solo molto. Questo ragazzo ha i capelli castani con qualche spruzzo biondo, gli occhi marroni si intravedono poco a causa degli occhiali, e il suo naso assomiglia molto al suo, ma è meno all’insù. Inoltre è molto più alto e più magro, ha un fisico da perfetto modello e uno sguardo serio che nasconde i suoi veri sentimenti.
“Salve…” Mi dice, con aria timida, e si avvicina al banco dove sono io, che ancora mi sto riprendendo dallo shock iniziale. Probabilmente è solo un sosia un po’ diverso, voglio dire, lo sanno tutti che ognuno ha sette sosia nel mondo, no?
“S-salve, cosa desideri?” Oh cavolo, sto balbettando. Non devo balbettare, è solo uno dei tanti clienti. Uno qualunque. Mi schiarisco la voce cercando di sembrare il più professionale possibile.
“Beh, io veramente volevo comprare un basso.” I miei occhi si accendono improvvisamente: io adoro trovare lo strumento e la marca di strumento per ognuno! Mi sembra ogni volta come una nuova avventura. Fra l’altro ho un debole per i bassi anche se io suono la chitarra elettrica. Li trovo…non so affascinanti.
“Bene! Hai già delle idee per il tipo di basso che vuoi, tipo la marca e il costo?”
“Io volevo una buona marca, ma non costosissimo diciamo …”
“Sì, sì capisco.” Comincio a girare per il negozio e lo porto nella sezione dei bassi. Ce ne sono di tutti i tipi: neri, bianchi, rossi, marroni, viola, blu, argentati, dorati, verdi…ora tocca solo a lui scegliere e trovare il basso perfetto.
Mentre cerco quello che potrebbe piacergli, noto che mi fissa, mi guarda come se fossi la statua di un dio greco, cosa che non sono per niente. Diciamo che l’unica cosa abbastanza carina di me sono i miei occhi che alla luce sono verdissimi, ma poi il resto…so di essere un po’ cicciottello, ma mi piace mangiare, anche se sono vegetariano.
Lui continua a squadrarmi da capo a piedi e non dice nulla, fino a che non arriviamo davanti a un basso argentato e grigio, uno dei miei preferiti, e allora vedo la scintilla nei suoi occhi. Ormai riconosco quando qualcuno trova il suo strumento.
“Ti piace questo argentato, vero?” Dico, facendo un sorriso saggio da chi ne sa molto in questo campo. In realtà non è da molto che lavoro qui e quello che so me lo ha insegnato Jamia, anche lei una bassista.
“Sì, molto…credo che prenderò questo.”
Quando gli do la scatola con il basso e lui viene a pagare cerco di fare un po’ di conversazione, dato che questo ragazzo è un po’ introverso e non dice nulla.
“Suoni il basso in una band?”
“Beh in effetti ancora no, ma avevo in mente di farne una mia.”
Che bello, io ho sempre sognato fare una ma band personale, ma non ne ho mai avuto il tempo fra il lavoro e le altre cose…
“E hai già pensato a un nome?”
“Beh in effetti mi piaceva molto il nome My Chemical Romance.”
Figo, suona veramente bene. I My Chemical Romance. E’ un nome che mi ispira al successo, alla fama. Già immagino la sua band che suona in stadi giganteschi con milioni di spettatori e che produce un album dopo l’altro. Ma purtroppo tutto è destinato a finire.
“E come ti è venuto in mente questo nome?”
“Beh, c’era un libro chiamato ‘Three Tales of Chemical Romance’ e mi è venuto in mente che poteva essere un bel nome.”
Gli sorrido e gli consegno il resto dei soldi e seguo con lo sguardo la sua figura alta e magra uscire dal negozio. In qualche modo, sono sicuro che lo rivedrò, che lui continuerà ad essere presente nella mia vita, e io non mi sbaglio mai con l’intuito.
   
 
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