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Autore: Shepard85    26/01/2015    0 recensioni
La potenza è nulla senza controllo. Applicato a persone dotate di poteri speciali, il concetto non cambia. Oppure si?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’incubo
 
Il sole era tramontato ormai da un pezzo.
Mentre percorreva la strada del ritorno, non si stupì del gran via vai di pullman presenti sulla strada esterna del borgo. I turisti provenienti da ogni parte del paese non potevano perdersi la festa medievale chiamata “Diotto”. Alma era sempre stata interessata alle feste tradizionali del suo
paese: la distraevano dalla triste realtà che ogni giorno doveva affrontare.
Si fermò un attimo alla Piazza dei Vicari per osservare le pertiche di legno che venivano
innalzate: il gioco dell’albero della cuccagna era uno dei suoi preferiti.
All’angolo della via, un uomo vestito di nero pareva essere interessato proprio a lei. Quest’ultima senza preoccuparsi, proseguì la strada verso casa. Il signore la seguì con passo veloce mentre Alma girò l’angolo non curante di ciò a cui stava andando incontro ma in effetti chi doveva davvero preoccuparsi non era lei. Quando l’uomo prese la via alla sua destra, rimase stupito nel vedere che la ragazza era scomparsa. << Perduto qualcosa? >> chiese una voce femminile. Lui si voltò di scatto e sorrise:
<< Eccoti! Mi domandavo dove fossi finita. Una gattina come te non dovrebbe girare tutta da sola, specie di sera >>.
Lei sorrise pensando a come si sarebbe divertita da lì a poco: << I maniaci come te non dovrebbero andare subito al dunque? >>. L’uomo si avvicinò sorridendo pensando che dopo tutto non era spiacevole per una volta incontrare una persona consenziente; avrebbe preferito usare la violenza ma non poteva di certo perdere un’occasione del genere.
La prese con forza e la sbatté al muro. << Allora che ne dici come inizio? Vuoi subito aprire le gambe o facciamo con calma? >> disse con voce vogliosa. Lei sorrise prontamente:
<< Povero ingenuo. Hai scelto proprio la ragazza sbagliata >>. Detto questo, con rapidità, afferrò i pantaloni all’altezza dei genitali dell’uomo. La presa lentamente si faceva sempre più incisiva.
<< Che cazzo stai facendo? >>. Alma con la mano libera prese il collo della sua vittima e con scatto fulmineo lo girò mettendolo con le spalle al muro. Con il poco fiato che aveva in gola cercava di sfogare il suo dolore ma era inutile: la ragazza aveva una forza incredibile. Quest’ultima godeva nel vedere il volto della vittima pieno di terrore: << Non immagini quanto piacere sto provando a farti questo >> disse Alma con uno sguardo sadico. L’uomo sudava copiosamente e cercava di fare il possibile per liberarsi da quella morsa infernale. << Di solito le persone come te le uccido senza pensarci due volte. Ma questa volta farò un’eccezione >>. Strinse ancora più forte bucando i pantaloni del malcapitato; poi con un movimento rapidissimo diede un forte strattone. L’uomo era per terra dall’altra parte della strada e gridava con quanta voce aveva in gola: i genitali erano rimasti nelle mani di Alma.
<< Te l’avevo detto che avrei fatto un’eccezione. Non ti ho ucciso >>.
Il sangue scuro usciva vistosamente dalla ferita mentre la vittima si dimenava al limite del dolore.
La ragazza sorrise e senza farsi troppi problemi proseguì verso casa. Ma dopo pochi passi si girò nuovamente guardando l’uomo dimenarsi. << Sai, ho cambiato idea! >> e detto questo, una scarica elettrica uscì dalla sua mano colpendo in pieno la persona a terra. Il corpo bruciava dall’interno mentre i bulbi oculari sputavano fuoco: passò qualche secondo prima di diventare cenere fumante.
 
Quando la porta suonò, ad attenderla c’era Paolo: << Credevo ci mettessi di meno a fare la spesa. Una lumaca ti avrebbe battuto >>. Lei rispose che era stata trattenuta e che comunque non erano affari suoi quanto tempo ci metteva a fare commissioni.
<< Fatti qualcosa da mangiare e poi guardati un po’ di tivù. Io vado a stendermi un attimo >> disse la ragazza non badando alla risposta del suo amico.
Dopo nemmeno cinque minuti di sonno, si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno cercando di scoprire come aveva fatto a finire in una cella carceraria. La porta ferrata era aperta e così curiosò all’esterno: sembrava un luogo dimenticato da Dio. Mentre percorreva a passi lenti il lungo corridoio, percepì dei rumori lontani e decise di prendere la direzione dalla quale provenivano. Più si avvicinava ad essi e più parevano dei lamenti strazianti finché non si trovò davanti una porta bianca con inciso il numero “021”. Appoggiò la mano al pomello. Si fece forza e aprì.
Dinnanzi a lei, una scena raccapricciante: un ragazzo veniva tenuto con forza da due persone vestite di bianco. La vittima venne messa su di un lettino e i due dottori cominciarono a trafficare con strumenti di chirurgia: Alma osservava la scena senza accennare alcun movimento.
Il bisturi tagliava lentamente il braccio del povero ragazzo che urlava dal dolore poiché tutto questo avveniva senza l’ausilio dell’anestesia. Lei, immobile, cercò di chiudere la porta senza farsi sentire ma venne tradita dallo scricchiolio di un cardine. I due si voltarono nella sua direzione:
<< Non fartela scappare! >> urlò uno dei dottori. Ora le venne in mente dove si trovava. Era la base segreta, la prigione sotterranea dove per anni ha dovuto subire esperimenti di ogni genere.
La ragazza cominciò a correre anche se fu indecisa su quale direzione prendere: i corridoi parevano tutti uguali ed erano talmente lunghi che parevano senza fine.
Prese una direzione a caso e corse quanto poteva ma aveva la strana impressione di rallentare sebbene stesse utilizzando tutta l’energia che aveva in sé. Si accorse ben presto di essere ferma senza via di fuga. Fu così che si ritrovò improvvisamente su di un lettino metallico. Le braccia come il resto del corpo erano ben legate da cinghie di cuoio: era immobile.
Braccia meccaniche ai suoi lati cominciarono a incidere col laser la sua pelle non curanti delle urla della vittima. Povera ragazza, era solo l’inizio. Un terzo braccio meccanico tagliò la pancia all’altezza dell’ultima costola fino a qualche centimetro sotto l’ombelico; la cavia umana sentiva il suo ventre esposto all’aria fredda della camera operatoria. I due dottori apparsi magicamente ai piedi del lettino metallico, cominciarono a trafficare con vari oggetti proprio sull’ultimo taglio. Una sfera lucente composta da energia, venne messa all’interno del suo corpo. Poi, gli stessi bracci meccanici che le avevano aperto gli arti superiori, ora si stavano avvicinando ai suoi occhi con due siringhe. Gli aghi entrarono contemporaneamente nelle ghiandole lacrimali donandole una sensazione di dolore e bruciore allo stesso tempo.
Eppure nonostante tutto, sentiva che in lei stava crescendo qualcosa di anomalo. Alma guardò il soffitto a specchio e vide una luce intensa provenire dal suo ventre; i tagli sulle braccia, intanto, si stavano rimarginando a vista d’occhio. I due uomini si accorsero che la vittima stava scoprendo il proprio potere e lo stava facendo in modo del tutto rapido ed inaspettato: le ferite si stavano rimarginando autonomamente. I medici diedero l’allarme generale tentando allo stesso tempo di controllare la situazione come potevano. Cercarono di fermarla ma una forza invisibile li fece catapultare dalla finestra in una frazione di secondo. Le cinghie di cuoio che la tenevano imprigionata si slacciarono da sole liberandola da quella presa insopportabile. Proprio in quel momento, i bracci meccanici cercarono di bloccarla ma non ebbero tanto successo. La ragazza puntò le braccia al cielo ed l’energia sconosciuta venne liberata dal suo corpo disintegrando il soffitto bianco della cella.
 
Quando Paolo raggiunse la camera in fretta e furia, fu troppo tardi:
<< Rosy, ma cos’è successo? >>.
La ragazza non si innervosì per come era stata chiamata dall’amico ma tentò di calmarsi:
<< Ho avuto un incubo >> rispose col fiatone. Il ragazzo guardò il soffitto distrutto:
<< Eh, questo lo vedo! >>. Alma riparò il tetto della casa tramite i suoi poteri psichici e subito dopo si alzò facendosi aiutare dall’amico.
Con la mano si accarezzò la pancia delicatamente: i segni della cicatrice non erano presenti da tempo. << E’ stata la prima cosa che ho fatto coi miei poteri >> disse guardando il ragazzo;
<< Non volevo rimanesse il segno di quegli esperimenti orribili! >>.
Come darle torto? Per anni rimase vittima di scienziati pazzi dell’Organizzazione Omega.
<< Sognavo di avere un’adolescenza normale come tutti i ragazzi di questo mondo >>. Paolo guardò la sua amica comprendendo bene cosa volesse dire. Lui venne rapito all’età di 7 anni. La famiglia non si era mai arresa con le ricerche e fu un grosso errore: genitori e fratelli vennero assassinati nel sonno e fu evidente che il mandante era l’Organizzazione. Non fu chiaro però il motivo per cui vennero scelti proprio loro come cavie. Forse è stato solo un caso o forse no.
<< Dobbiamo evitare che ci trovino qui >> disse il ragazzo con tono pacato.
Secondo Alma non era quella la soluzione al problema.
<< Io non voglio fuggire per sempre >> rispose alzandosi dal divano. Paolo la prese per mano e la girò verso di sé: << E’ l’unico modo per sopravvivere >>. Lei sospirò abbassando lo sguardo:
<< Io non voglio sopravvivere. Io voglio vivere! Il problema non va evitato ma affrontato. Perché non lo capisci? >>.
Secondo lui, l’Organizzazione era troppo potente persino per loro. Nemmeno tramite un attacco coordinato sarebbero riusciti a sopraffare il nemico ma in effetti si parlava per ipotesi.
<< Ascolta >> disse Alma << Loro ci hanno trasformato in ciò che siamo. Io dico che dobbiamo rispondere ripagandoli con la stessa moneta. Volevano dei super umani? Bene, sperimenteranno di persona il risultato e scommetto che non rimarranno delusi! >>. La sua idea era molto semplice: riunire i trentatre esperimenti e combattere fino alla fine. << Non dobbiamo farlo solo per noi ma anche per le generazioni future. Non si fermeranno mai e continueranno a rapire bambini e distruggerli! Noi abbiamo i mezzi per fermarli! >>. Paolo ascoltò le parole della sua amica che un tempo fu anche l’unica compagna di cella durante quel periodo infernale. Aveva ragione, non potevano fuggire. Che razza di vita sarebbe stata? Avevano poteri straordinari e per la prima volta potevano usarli per uno scopo ben preciso: eliminare un pericoloso nemico. Il loro nemico.
<< Dammi tempo fino a domani. Poi deciderò >> rispose il ragazzo.
Lei per la prima volta non reagì in modo violento e accolse la richiesta del suo amico.
Solo in un secondo momento, Alma tornò quella di sempre: << Se decidi di scappare, giuro che ti ammazzo >>. Paolo in un primo momento rimase impassibile alla minaccia.
Poi mentre si diresse in camera accennò un sorriso.
<< Che hai da ridere? >> chiese nervosa. << Ah niente >> fu la risposta di lui. Cominciarono un battibecco ma più che un litigio pareva una soluzione per smorzare il nervosismo e la tensione. Sapevano bene a cosa sarebbero andati incontro.
Poteva essere la loro ultima notte. 
   
 
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