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Autore: Shepard85    26/01/2015    0 recensioni
La potenza è nulla senza controllo. Applicato a persone dotate di poteri speciali, il concetto non cambia. Oppure si?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontro col passato
 
Com’era possibile che in quel periodo dell’anno il caldo fosse così insopportabile? Fu questa la prima domanda che si fece Alma una volta uscita di casa. In effetti a Settembre inoltrato, l’aria era di solito più fresca e di notte era necessario uscire con giubbotto e felpa. Non quell’anno. Pareva che l’autunno volesse aspettare ancora prima di sprigionare il suo magico potere che trasformava i colori da un verde luminoso a variazioni di rosso e oro.
La ragazza procedeva con passo lento tra le varie bancarelle del mercato guardando i vari capi d’abbigliamento della stagione invernale. Alma aveva compiuto da poco 21 anni e nonostante la sua giovane età, viveva autonomamente. Fisicamente non passava inosservata. Mora capelli lunghi e lisci color notte, era solita vestire indumenti leggeri. Portava gli occhiali sebbene non li servissero per nulla. In paese la conoscevano bene: come si sa nei piccoli borghi, gli abitanti sanno tutto di tutti; quanto si sbagliavano sul suo conto.
Ad un certo punto le parve di vedere un viso famigliare tra la folla, qualcuno che non vedeva da molto tempo.
Ma forse si sbagliò.
Comprò una fascia nera per i capelli ed un abitino nero semitrasparente senza pensarci due volte, poi si diresse verso Piazza dei Vicari, il centro del borgo dove erano in corso gli allestimenti  della celebre festa medievale, il Diotto. 
Fu in quel momento che ad una trentina di metri di fronte a sé riconobbe un volto gia visto in precedenza. Un passante le ostruì la visuale per un secondo. Il ragazzo non era più lì.
Fece finta di nulla e continuò la sua passeggiata procedendo in uno dei numerosi vicoli che andavano a formare un labirinto di vie. Il rumore dei suoi tacchi echeggiavano tra le pareti dei palazzi mentre il sole continuava a bruciare senza sosta. Alma rallentò sentendo una presenza alle sue spalle: decise di fermarsi. Dall’angolo di una traversa fece capolino un ragazzo alto, moro vestito tutto di nero con occhiali da sole. << Finalmente ti ho trovata! >> disse sorridendo. La ragazza rimase indifferente e tornò a camminare dandogli le spalle: << Vattene. Che diavolo vuoi da me? >>. Lui le corse dietro: << Ti devo parlare >>. Lei scosse la testa mostrando di non essere interessata all’argomento; poi girò l’angolo.
<< Rosy è importante! >> urlò il ragazzo. Improvvisamente Alma si catapultò su di lui sbattendolo con violenza sulla parete del palazzo. Le loro labbra erano a pochi centimetri l’una dall’altra:
<< Ti ho sempre detto di non chiamarmi Rosy. Il mio nome è Alma e lo sai benissimo! >>.
Il ragazzo non pareva spaventato dalla reazione della sua amica.
<< Alma non è il tuo vero nome. Te lo devo ricordare? >>.
La ragazza accennò: << Che cazzo sei venuto a fare qui? Hai percorso centinaia di chilometri per darmi una lezione sull’origine dei nostri nomi? >>. Detto questo allentò la presa e lo lasciò parlare. Lui si sistemò la giacca e impostò la voce: << Non c’è molto da sapere. Quelli dell’Organizzazione Omega sono sulle tue tracce! >>.
Questa volta fu una forza invisibile che spinse nuovamente il malcapitato contro il muro del palazzo. Gli occhi della ragazza erano di un bianco lucente: << Sei stato tu che venendo qui li hai portati da me! >>. Lui cercò di rispondere ma quella forza oscura lo stava sollevando da terra lentamente senza dargli la possibilità di parlare.
<< Lo sai benissimo che hanno degli strumenti in grado di rilevare i nostri poteri! >>. La forza invisibile sparì mentre gli occhi di lei tornarono normali. << L’Italia non è poi cosi tanto piccola e loro sono solo quattro gatti. Credevo che i loro radar fossero a corto raggio.  C’è qualcosa che non so Doi? >> disse Alma a braccia conserte.
Lui si rialzò: << Non chiamarmi Doi. Comunque si, ho delle notizie importanti >>.
Alma prese a camminare con passo veloce: << Vieni, andiamo a casa mia >> disse senza voltarsi.
 
La teiera fischiò e Paolo la prese prontamente spostandola sul tavolo. L’amica si presentò in pantaloncini neri e reggiseno mentre continuava ad asciugarsi i capelli bagnati con un panno.
<< Allora, ti sei fatto mezza Italia per dirmi cosa? >>. Il ragazzo versò il tè caldo e cominciò a spiegare: << Hai detto bene, loro sono in quattro gatti e i loro radar captano il nostro potere nel raggio di soli cinquanta chilometri. Ma da quando siamo fuggiti, l’Organizzazione Omega ha reclutato nuovi agenti >>. La ragazza sorseggiò il tè sorridendo: << Bene, più agenti significa più divertimento. E’ da tanto che non vado a caccia! >>. Lui scosse la testa mentre prese due zollette di zucchero:
<< Non hanno più quei fucili ipertecnologici ma qualcosa di veramente rivoluzionario >>. Lei pareva deliziata dalla notizia: << Mi piace. Continua >>. Fu così che Alma venne a sapere di queste nuove armi in grado di eliminare temporaneamente ogni tipo di potere, armi che permettevano di catturare senza pericolo le persone speciali come loro. << E mi spieghi bene come fanno a sapere dove siamo? Vanno a tentoni? >> chiese incuriosita l’amica.
Paolo fece cenno di si col capo: << Proprio così. Hanno gia setacciato la parte settentrionale del paese. E ora stanno lentamente scendendo in questa direzione. A coordinare la ricerca è il Comandante Nathan Evans
in persona >>. Tutti gli esperimenti conoscevano bene quel nome: era la mente diabolica che creò l’Organizzazione. Esperto in chirurgia sperimentale e armi tattiche, era temuto da tutti i ragazzi tra cui Paolo e Alma. Distruggere l’Organizzazione non bastava: per evitare l’Effetto Fenice, bisognava uccidere il Comandante ad ogni costo.
<< Dobbiamo fuggire e prendere tempo >> disse Paolo con certezza.
Lei sorrise: << Non hai capito proprio un cazzo. Io non mi muovo da qui. Si vive bene e c’è cibo in abbondanza >>. Il ragazzo sbuffò: << Non dirmi che ti nutri ancora di energia elettrica! Quella accresce solo il tuo potere. Devi mangiare come fanno tutti gli altri! >>. Alma si sedette sul divano, prese il telecomando e accese la televisione senza farsi problemi nel dare le spalle all’ospite.
 << Tutti gli altri non sono come noi. Sono normali. E noi non siamo affatto normali, giusto? >>.
Paolo rimase in silenzio guardando il telegiornale regionale che dava la notizia di due feriti presso la centrale elettrica del paese. Capì che quella coppia aveva disturbato la sua amica. Quest’ultima con la coda dell’occhio notò l’espressione di lui: << Tranquillo non li ho uccisi. Li ho solo feriti. Mai disturbare una persona quando cena >>.
Il ragazzo non rispose guardandosi attorno. Sulle pareti della sala vi erano quadri raffiguranti il porto di Taranto e la campagna pugliese.
Alma cambiò canale e si fermò ad un programma dove mostravano il ritrovamento di una statua dorata nei pressi di Alghero.
<< Sai qualcosa riguardo i nostri “fratelli“ ? >> chiese la ragazza senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Paolo finì di bere il tè, poi si sedette sul divano affianco a lei: << Ogni tanto mi collego telepaticamente con loro. Tutti stanno cercando di trovare il modo per evitare di farsi scoprire ogni volta dall’Organizzazione ma nel giro di un anno ci trovano sempre. Perché non ti metti mai in contatto con loro? >>. La ragazza fece cenno di aver capito ma alla domanda non rispose. << Forse c’è una spia tra di noi: per quello ci trovano sempre. Perché non si passa all’azione ed eliminiamo il nemico una volta per tutte? Se uniamo i nostri poteri potremmo spazzare via l’Organizzazione in poco tempo >> consigliò lei sorridendo. << Ma perché hai sempre queste idee drastiche e
vendicative? >> chiese Paolo alzandosi dal divano. Non fece in tempo a camminare verso la cucina che la sua amica gli saltò addosso facendolo cadere. Il ragazzo si voltò ma era bloccato da lei che gli stava sopra a cavalcioni. Poi gli si avvicinò all’orecchio e sussurrò: << Vuoi sapere perché le mie idee sono così drastiche e vendicative? Perché ci hanno rovinato la vita. Ci hanno distrutto, hanno ucciso le nostre famiglie e fatto esperimenti su di noi. E questo è il risultato >>. Paolo guardò gli occhi luminosi di Alma: era sempre stata aggressiva ed il suo potere era di gran lungo superiore al suo e a quelli degli altri ragazzi speciali. Sebbene la sua indole fosse più di natura malvagia che pacifica, non poteva nascondere una forte attrazione nei suoi confronti. << Non è un motivo valido per sterminare quei bastardi? >> chiese lei con voce delicata. << Non è la soluzione migliore, credimi>> rispose lui completamente stregato dall’amica.
I due si scambiarono un lungo sguardo mentre il rumore della lancetta dell’orologio rompeva il silenzio presente in quella sala.
Infine si alzò lasciando libero l’amico.
Rimasero tutto il tempo a parlare dei loro ”fratelli”. Ben presto l’intero gruppo di ragazzi speciali si sarebbe riunito. Da una parte, Alma aveva ragione: non potevano fuggire per sempre. Ma era anche vero che scontrarsi con l’Organizzazione Omega non sarebbe stato facile come in passato. C’era bisogno di nuove idee e stimoli per capire come poter continuare a vivere senza la paura di ritrovarsi nuovamente rinchiusi in una cella, vittime di esperimenti terribili.
Alma si preparò per uscire: << Sei mio ospite. Vatti a fare una doccia mentre io vado a fare la
spesa >>.
Paolo la guardò con fare sorpreso: << Da sola? No. Vengo anch’io! >>.
Gli occhi della ragazza divennero bianchi facendo capire di non essere d’accordo: << Non credi che possa essere in grado di badare a me stessa? Rimani a casa che tanto non mi metto in pericolo. Torno subito! >>. Detto questo sbatté la porta di casa e scese le scale.
Come risposta, il ragazzo si affacciò alla finestra e la guardò allontanarsi. Lei si girò e per la prima volta sorrise come mai aveva fatto prima.
   
 
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