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Autore: Flowerina    26/01/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se una normale ragazza, semplicemente guardando una puntata del suo telefilm preferito, si ritrovasse protagonista di una situazione surreale? Leggete e lo scoprirete!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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“Hai intenzione di spiegarmi chi sei o no?” sbottò Merlino, facendomi quasi prendere un infarto. Era passata almeno mezz’ora dal mio brusco risveglio, e non avevo fatto altro che girare intorno alla stanza borbottando tra me e me. Il povero ragazzo era chiaramente confuso, e non potevo dargli torto. Decisi di provare a spiegargli ciò che era accaduto, sperando che lui, dati i poteri che possedeva, tirasse fuori una soluzione a quel problema.
“Vedi, Merlino, io …” iniziai a dire, sedendomi sul suo letto.
“Come fai a conoscere il mio nome? Non mi sembra di averti mai vista” mi interruppe.
“Hai ragione” gli dissi. “Ma io ho visto te, conosco il tuo passato e gli avvenimenti che verranno.”
“Sei una maga?” tentò di indovinare, sbarrando gli occhi e mettendosi sulla difensiva.
“No, non ho alcun potere” lo rassicurai io, scuotendo la testa con convinzione. “Vengo dal futuro … o meglio, da un’altra realtà.”
“Cioè?” domandò lui, sempre più confuso. Mi squadrò con circospezione e cominciai a sospettare che mi credesse pazza.
“Come posso spiegarti?” dissi, rivolta più a me stessa che a lui. “Vengo da un’epoca in cui esiste un aggeggio chiamato televisione: è una superficie a forma di rettangolo” spiegai, disegnando la figura con le mani nel vuoto, “all’interno della quale vengono trasmesse delle immagini. Dentro questo aggeggio ho visto alcuni episodi della tua vita.”
Sperai di essere stata abbastanza chiara, anche se il volto di Merlino mi rivelava il contrario.  
“Senti, non ho tempo di ascoltare queste sciocchezze!” sbottò contrariato, dirigendosi verso la porta della stanza. “Quello zuccone del principe aspetta la sua colazione, ed io sono già in ritardo.”
“Si, lo so: appena entrerai nella sua stanza, Artù ti ricoprirà di insulti e ti colpirà con il primo oggetto che gli capiterà tra le mani” cantilenai con aria saccente. “Probabilmente con un cuscino!”
“Va bene, adesso mi stai spaventando” disse lui, tornando da me con una brusca retromarcia. “Come diavolo fai a sapere certe cose?”
“Te l’ho detto: ti ho visto in televisione!” ripetei io, quasi seccata.
“Come faccio a credere a delle simili assurdità?” mi chiese.
“Visto che la metti così, cercherò di essere più chiara” mi alterai. “Ti chiami Merlino e sei un mago, vivi con Gaius, un medico che un tempo praticava la magia, e sei il servitore del principe Artù.”
“Shhhhh!” mi rimproverò, tappandomi la bocca con una mano. “Come fai a sapere queste cose? … Si, lo so: mi hai visto in televisione, ma … chi mi assicura che tu, in realtà, non sia una fattucchiera che pratica la magia oscura?”
“Aggiungo che spesso scendi nei sotterranei a parlare con un drago incatenato” tentai io, pregando intensamente, nonostante sia contrario ai miei principi, che l’animale si trovasse ancora lì.
“Va bene, ti credo” si arrese lui, alzando le braccia in alto. Poi si sedette sul letto accanto a me, portandosi una mano alla fronte e assumendo un atteggiamento pensieroso. “Ora cosa facciamo?” mi chiese dopo qualche secondo.
“Lo domandi a me?! Sei tu il mago!” dissi io.
“Sono in tremendo ritardo e Artù mi ucciderà!” dichiarò, alzandosi dal letto. “Ne parleremo più tardi. Intanto, vieni con me.”
Mi prese per mano e mi condusse fuori dalla stanza. Gaius aveva finito di sistemare i suoi rimedi e aspettava seduto ad un tavolino.
“Alla buon’ora, Merlino!” lo salutò. “E lei chi è?” aggiunse, guardandomi incuriosito.
“Lei? Oh,lei è … è …” esitò il ragazzo.
“Sono sua cugina” conclusi per lui, decidendo che, per il momento, era meglio mantenere il segreto.
“Giusto! Mia cugina” approvò lui, annuendo energicamente con la testa.
“Non sapevo che avessi una cugina” disse Gaius, sospettoso. “Quando è arrivata?”
“Stanotte” rispose Merlino. Non ero neppure certa che stesse dicendo una bugia. “Non ci avete sentito perché dormivate profondamente … russavate!”
“Russavo?” ripeté il vecchio, guardingo.
“Proprio così, russavate” confermò il ragazzo, trattenendo a stento una risatina.
“E come si chiama tua cugina?” chiese Gaius, furbamente. “No, non dirmelo tu: voglio saperlo da lui” mi bloccò, prima che potessi parlare.
“Il suo nome?” temporeggiò Merlino.
“Si, il suo nome … qual è?” volle sapere il vecchio.
Ci fu una pausa di qualche secondo: ero pronta a sentire il ragazzo pronunciare qualche nome orrendo, con il quale avrei dovuto presentarmi agli altri durante la mia permanenza lì.
“Si chiama Milena” disse Merlino. Mi voltai a guardarlo con gli occhi sgranati: come cavolo aveva fatto ad indovinare il mio nome? Sì, era un mago, ma non credevo avesse simili poteri.
Gaius si arrese, anche se non era ancora del tutto convinto, e mi invitò a mangiare qualcosa. Io rifiutai garbatamente: il mio stomaco era completamente chiuso per tutta quella situazione ma, anche se non lo fosse stato, non avrei assaggiato nulla di ciò che si trovava sul tavolino, dal momento che l’aspetto di quelle pietanze non prometteva niente di buono.
“Non abbiamo tempo per mangiare, Gaius” disse Merlino, tirandomi fuori d’impaccio. “Artù mi ucciderà.”
“Buona fortuna, allora” ci congedò il vecchio.
Merlino mi trascinò fuori e, tirandomi per la mano, mi condusse attraverso corridoi tutti uguali. Ok, lo ammetto, il mio senso dell’orientamento non è dei migliori; ma quello era proprio un labirinto dal quale non sarei riuscita ad uscire neppure con il gomitolo di Arianna!
Dopo alcuni interminabili minuti, il ragazzo rallentò e, vedendomi totalmente senza fiato, decise di concludere il percorso camminando.
“Come hai fatto ad indovinare il mio nome?” gli chiesi col fiato corto.
“Ti chiami davvero Milena?” domandò lui, bloccandosi e guardandomi con gli occhi sgranati. “Io ho detto il primo nome che mi è venuto in mente.”
“Credevo che avessi fatto qualche magia!” mi stupii io.
“Non ho questi poteri” disse lui. “Molto strano!” aggiunse tra sé. Poi, ricominciò a camminare.
“Mi chiamo Milena Morrango” mi presentai ufficialmente io, tentando di stargli dietro. “E vengo dal ventunesimo secolo.”
“Caspita!” esclamò lui. “E cosa fai nella tua epoca?”
“Sono una studentessa di Lettere” gli spiegai io. Poi, dal momento che non ottenevo risposta, aggiunsi: “Studio il passato, le tracce lasciate nel tempo da opere e uomini illustri.”
“Interessante!” commentò Merlino che, evidentemente, aveva la testa altrove. Si fermò, infatti, davanti ad una rampa di scale che portava nei sotterranei e disse: “Ti dispiace se scendo nelle cucine a prendere la colazione di Artù?”
“Io aspetto qui” dissi io, e lo vidi scomparire di sotto.
Ricomparve dopo qualche minuto, tenendo tra le mani un vassoio pieno di prelibatezze. Adocchiai subito un bicchiere di latte, e la fame si manifestò violentemente. Merlino seguì il mio sguardo ed individuò l’oggetto del mio interesse.
“Tieni, bevilo tu” mi disse, porgendomi il bicchiere. “Artù ha cibo sufficiente a sfamare un esercitò!”
“No, non voglio dargli altri motivi per rimproverarti” rifiutai io. “Chiederà spiegazioni.”
“Ed io gliele darò!” mi rassicurò lui.
Continuammo a camminare verso la stanza del principe. Io svuotai il bicchiere in pochi secondi e lo restituii a Merlino.
Ci fermammo davanti ad una grande porta riccamente decorata. Il ragazzo inspirò profondamente ed entrò nella stanza, uscendone subito dopo per evitare una serie di oggetti lanciatigli da Artù.
“Dove diavolo eri finito, incapace di un servo?!” gli urlò contro il principe. “Sono ORE che ti aspetto!”
“Sono in ritardo solo di mezz’ora!” lo corresse Merlino, rientrando cautamente nella stanza. “La colazione non era ancora pronta e ho dovuto aspettarla. Mi avete fatto perdere del tempo prezioso!” aggiunse, mentendo.
“IO avrei fatto perdere del tempo a TE?!” disse Artù con sarcasmo. “Perdonami, che stupido che sono: come ho potuto paragonare il tempo di un principe a quello di un servo?!”
“Siete perdonato!” concesse Merlino.
Gustandomi la scena nascosta di fuori, mi meravigliai di quanto quel ragazzo fosse geniale e sfrontato.
Un cuscino oltrepassò la testa del poveretto e finì sul pavimento accanto a me, strappandomi una risatina che soffocai prontamente.
“Volete finirla di lanciarmi addosso ogni oggetto di questa stanza” sbottò Merlino. “Finirete col farmi cadere la colazione.”
Il servo posò il vassoio sul letto del principe e attese.
“Dov’è finito il mio latte?” sbraitò Artù. Ecco, è finita, pensai.
“L’ho dato a Gaius” inventò Merlino.
“A Gaius???” gli fece eco il principe.
“Si, a Gaius” confermò il servo. “Era molto debole e sono tornato indietro a portargli il bicchiere. Anche per questo sono arrivato in ritardo.”
“Merlino, esci da questa stanza prima che io ti colpisca con qualcosa di più pesante” consigliò Artù che, chiaramente, non aveva abboccato alle parole del ragazzo.
Il servo non se lo fece ripetere due volte, e si diresse verso la porta.
“Ah, Merlino?” lo richiamò il principe.
“Cos…?” cominciò lui. Ma non riuscì a terminare la parola: le uova strapazzate, che poco prima si trovavano sul vassoio della colazione, volarono attraverso la stanza e colpirono in pieno il povero ragazzo. A stento io riuscii a soffocare una fragorosa risata.
   
 
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