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Autore: uri    27/01/2015    0 recensioni
E se Sesshomaru non fosse l'unico fratello di Inuyasha, ma ce ne fossero altri? E se il mezzo demone li incontrasse? Cosa succederebbe?
Se volete scoprirlo, non vi basta che leggere.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

 

 

Una gattina a due code con grandi occhi rossi stava inseguendo una farfalla che svolazzava tra i fiori. L'orecchio si mosse involontariamente, captando la voce della sua compagna e, con pochi scatti, le salì sopra la spalla, strusciando il musetto contro il suo viso. Sango l'accarezzò dolcemente.
Intanto, lì accanto, Inuyasha sbucò dal pozzo Mangiaossa, tenendo in spalla il grande zaino giallo di Kagome, appena tornata dopo una difficile verifica di matematica.
<< Uffa Inuyasha! Non occorreva che venissi a prendermi, sarei tornata domani! >> sbuffò la ragazza, stizzita di non poter stare a casa qualche giorno in più.
<< Ti ho già permesso di andare a fare quella stupida cosa. Abbiamo già perso abbastanza tempo. Dobbiamo recuperare i frammenti della sfera prima di Naraku. >> sbraitò il mezzo demone.
Miroku cercò di rabbonirlo ma senza successo. Inuyasha scrollò le spalle ed iniziò a camminare in direzione del villaggio Musashi per recuperare la bicicletta di Kagome e finalmente partire. Il gruppo lo seguì. Arrivati al villaggio, salutarono velocemente la vecchia Kaede e partirono senza perdere altro tempo, se non altro per non far irritare ancora di più Inuyasha, che si sapeva quanto era intrattabile quando era arrabbiato.
Percorsero uno stretto sentiero che si snodava attraverso il bosco.
Ad un tratto l'hanyo si fermò. Annusò l'aria e con sguardo serio disse: << Sento odore di sangue. >>
Prese la bicicletta e se la mise in spalla, mentre Kagome saliva in groppa a Kirara insieme a Sango e Miroku. Iniziarono a correre in direzione dell'odore, tenendo gli occhi bene aperti per notare qualsiasi cosa. Inuyasha storse il naso, l'odore di sangue era sempre più forte mano a mano che proseguivano.
Arrivati, videro una ragazza che sorreggeva un uomo ferito poco più grande di lei. Dietro di loro due demoni dall'aspetto felino, simili a leoni o pantere, cercavano di azzannarli.
L'hanyo sfoderò la sua spada, Tessaiga, e con un balzo si mise in mezzo. Con un fendente riuscì ad ucciderne uno, cogliendolo di sorpresa, mentre gli altri due riuscirono a schivarlo. I ruggiti dei demoni rimbombavano nel bosco. Le due pantere fecero un balzo puntando Inuyasha, ma uno di loro venne scaraventato contro un albero da un enorme boomerang.
Nel frattempo Kagome stava aiutando la ragazza a sorreggere l'uomo e li condusse lontano dallo scontro. Fece appoggiare il ferito contro il tronco di un albero. Dalla ferita al fianco stava sgorgando sangue. Kagome aprì lo zaino giallo, cercando la cassetta del pronto soccorso. La ragazza aveva le guance rigate dalle lacrime. L'uomo provò a consolarla e a tranquillizzarla, cercando di mascherare il dolore con sorrisi e ripetendole che andava tutto bene. Kagome iniziò a trafficare con le bende, tentando di fermare il sangue con un panno.
Intanto Inuyasha riuscì ad eliminare la seconda pantera, tuttavia la terza, spaventata dalla forza del nemico, scappò nell'oscurità del bosco. Il mezzo demone rifoderò la spada.
<< Non riesco a fermare il sangue! >> richiamò l'attenzione Kagome.
Miroku analizzò la ferita.
<< Gli artigli dovevano essere avvelenati. >> sentenziò.
La ragazza scoppiò a piangere definitivamente, stringendosi all'uomo e seppellendo il viso nell'incavo del collo.
<< Allora cosa facciamo? >> chiese Shippo.
<< E se lo portassimo da Jinenji? Lui è un maestro nel curare i veleni. >> propose Sango, salendo in groppa a Kirara.
Tutti acconsentirono. Kagome cinse gentilmente le spalle della ragazza, che si scostò dall'uomo e la seguì docilmente, mantenendo però lo sguardo fisso su di lui. Sango l'aiutò a salire.
<< Inuyasha, tu porta lui. >> disse Miroku, indicando il ragazzo.
L'hanyo sbuffò flebilmente e se lo mise sulle spalle. Quando tutti furono pronti e Kagome ebbe nascosto bene la bici e lo zaino, stando bene attenta a prendere i frammenti della sfera, partirono verso la dimora di Jinenji.
Giunsero al calar del sole. Subito si precipitarono dentro la capanna, facendo prendere un colpo alla vecchia mamma.
<< Ma tu sei Kagome! >> si accorse la vecchia, abbassando la scopa.
<< Signora! Jinenji è in casa? Abbiamo bisogno del suo aiuto! >> disse Kagome, indicando il ferito sopra la schiena del mezzo demone.
La vecchia si mise subito a chiamare il figlio, mentre indicava ad Inuyasha di deporre l'uomo sul giaciglio. Pochi minuti dopo, Jinenji fece capolino dalla porta e si accucciò per analizzare la ferita. Pronunciò strani nomi alla madre, che corse nella stanzetta adiacente e tornò con un'erba dalle foglie a lancia. Jinenji la prese e la pestò in un mortaio, riducendola in poltiglia. Poi l'applicò sulla ferita dell'uomo, che stava per perdere conoscenza a causa del veleno. Il mezzo demone finì di bendarlo e lo coprì con una coperta.
<< Ecco fatto! >> esclamò con la sua voce cavernosa << Domani mattina dovrebbe stare meglio. >>
La ragazza si avvicinò maggiormente al giaciglio.
<< Grazie! >> disse con gli occhi lucidi, guardando tutti e accarezzando i capelli dell'uomo, che si era addormentato. La voce ancora impastata dal pianto.
<< Allora..... >> iniziò Inuyasha, mettendosi a sedere a gambe incrociate e poggiando la spada sulla spalla << Si può sapere che cosa volevano quei demoni da voi? >>
<< Prima di tutto come vi chiamate? >> si intromise il monaco.
<< Atsuko e lui è il mio promesso sposo Sasuke. Stavamo passeggiando per il bosco alla ricerca di frutti spontanei, quando dal nulla sono sbucati quei tre demoni. Hanno ferito Sasuke che stava cercando di protteggermi e continuavano a ripetere qualcosa, guardandoci famelicamente e quasi sogghignando. >>
<< Che cosa ripetevano? >> chiese Sango.
La ragazza scosse il capo.
<< Non ho capito, anche perchè più che dirlo con voce umana sembrava di più un ringhio. >>
La vecchia appoggiò una coperta sulle spalle di Atsuko e le porse una tisana di erbe, dicendole che doveva riposarsi. Finito di bere, si coricò accanto al suo amato.
Il grippo si spostò in un angolo della capanna per non disturbare il loro sonno.
<< Credete si tratti di Naraku? >> domandò la sterminatrice.
<< Perchè avrebbe voluto attaccare Atsuko e Sasuke? >> ribattè Kagome non trovando un nesso.
<< Inuyasha, tu cosa ne pensi? >> chiese Miroku.
L'hanyo stette in silenzio qualche minuto, rimuginando sulla presenza delle pantere.
<< Io non credo che centri Naraku questa volta. >>
<< Che intendi dire? >>
<< Bhè! I demoni in questione erano pantere....... >>
<< Pensi che si tratti ancora del clan delle pantere? >> domandò Kagome.
<< Ma non se ne erano ritornate a casa? >> disse Shippo.
<< Più che altro, l'ultima volta avevano preso di mira te e Sesshomaru. Perchè ora attaccare persone a caso? >> ragionò Miroku.
<< Non lo so. >> rispose Inuyasha con sguardo serio, tutta quella storia non gli piaceva.

 

 

Un demone rospo con uno strano bastone stava guidando un drago a due teste. Questo si muoveva lentamente: non voleva svegliare la dolce bambina addormentata sulla sua groppa. Alla testa del gruppo, un demone dai finissimi capelli argentei camminava attraverso un prato dall'erba alta.
Si fermò, fiutando qualcosa nell'aria. Alzò il volto verso il cielo, gli occhi dorati puntati sulla grande luna piena. Una figura scura dalle sembianze canine volava insieme a due piccole figure.
<< Che cosa succede Sesshomaru-sama? >> chiese Jaken, notando che il suo padrone non accennava a proseguire.
Scrutò il volto del demone, indietreggiando vedendo la sua espressione. Il volto di Sesshomaru era una maschera dura. Qualcosa di terribile stava per accadere.

 

 

L'aria frizzante del mattino penetrò dalla porta aperta della capanna di Jinenji. Quest'ultimo stava controllando la ferita di Sasuke: la poltiglia era stata assorbita quasi del tutto, eliminando il veleno. Il mezzo demone pulì la ferita e cambiò le bende. Intanto Kagome e gli altri si stavano congedando da Atsuko, che li ringraziò ancora una volta per averli aiutati e salvati.
D'un tratto Miroku prese le mani della ragazza tra le proprie, nella solita posa. Sango iniziò a fulminarlo con occhi di fuoco, anche con una donna promessa doveva provarci. Ma al contrario di quanto tutti stessero pensando, Miroku non aveva nessuna di quelle intenzioni. Infatti, una volta lasciate le mani della ragazza, quest'ultima si accorse che il monaco le aveva lasciato un sacchettino contenete delle monete.
<< Non posso accettare! >>
<< Dovete! Per far ritorno a casa. >>
Atsuko si inchinò, ringraziando.
Il gruppetto uscì dalla capanna, salutando gli occupanti. Dopo essersi allontanati, Shippo salì sulle spalle di Miroku.
<< Credevo che le avresti fatto la proposta. >>
<< Avete così poca fede in me!? >>
Nella mente di tutti si formulò un unico pensiero: “visto i precedenti, si”.
<< Non avrei mai fatto una cosa del genere. In fondo è quasi una donna sposata. >> rispose serio.
Il silenzio calò fino a che Kagome non lo infranse.
<< Ora che si fa? >>
<< Che domande! Si va a cercare Naraku! >> rispose con forza Inuyasha.
<< Bisogna recuperare lo zaino e la bicicletta. >>
<< Scordatelo! Visto che siamo già qui, non ha senso tornare indietro. >>
Quindi procedettero verso nord, cercando di recuperare qualche informazione su Naraku.
<< Per quanto riguarda i demoni pantera, vuoi investigare? >> chiese Miroku, rivolgendosi all'hanyo.
Questo stette un attimo in silenzio, pensando sul da farsi.
<< Mha! Per ora lasciamo perdere. >>
Gli altri annuirono e proseguirono il viaggio. Inuyasha era pensieroso. L'attacco delle pantere lo avevano scombussolato, soprattutto il sapere che erano ricomparse. In passato i demoni pantera avevano attaccato lui e Sesshomaru per vendetta, ma avevano sistemato la situazione. Avevano ucciso il generale e le pantere se ne erano tornate a casa propria. Ma allora da dove saltavano fuori queste? E soprattutto cosa stavano cercando?
Mentre stava analizzando il fatto, il suo naso captò un odore familiare. Poi una forte aura demoniaca lo attraversò. Il gruppo si fermò e si mise in posizione di combattimento.
<< E' Naraku? >> chiese Sango, stringendo più forte la fascia del suo boomerang.
<< No, non è il suo fetore quello che sento. Assomiglia molto all'odore di Sesshomaru. >> rispose Inuyasha, pronto a sguainare Tesssaiga.
<< Ma se fosse lui, che motivo avrebbe di nascondersi? >> disse Miroku.
Kagome strinse a sé il piccolo Shippo, mentre Kirara si trasformava ringhiando.
Inuyasha si guardò intorno alla ricerca dell'essere che emetteva quella forte aura demoniaca. Forse erano di nuovo le pantere, anche se non gli sembrava. Epoi c'era quell'odore. Era sicuro che non fosse Sesshomaru, come aveva detto Miroku non avrebbe nessun motivo di nascondersi. Lui era più il tipo da scagliarsi subito contro tutti per ottenere quello che voleva.
Alzò il viso verso il cielo e spronò gli altri a fare attenzione: un'enorme ombra si stava avvicinando. La suddetta aveva fattezze canine, ma mano a mano che si avvicinava al terreno mutava in sembianze umane. Quando toccò terra, il gruppo vide una donna con lunghi capelli argentei e occhi ambrati. Aveva tratti simili a Sesshomaru: portamento fiero, sguardo freddo, senso di superiorità e una luna crescente in fronte. Indossava un kimono di un bel blu notte con una fantasia floreale, rosa e bianco, nella parte inferiore delle maniche e della veste. L'obi aveva la stessa fantasia e al fianco sinistro portava una spada. Una coda bianca e fluente appoggiava sulle spalle e ricadeva sulle braccia come uno scialle. Due striature viola segnavano le guance del volto ovale. Lo sguardo, prima puntato a terra, ora era fisso sul volto dell'hanyo. Un leggero sorriso increspò le sue labbra.
Prima di dire o fare qualcosa, due enormi fiamme divamparono ai fianchi della demone. Piano, piano si spensero e al loro posto apparvero altri due demoni. Avevano la pelle scura, con capelli rosso fuoco acconciati in una corta coda di cavallo e occhi gialli come quelli di un gatto. Indossavano una canottiera e pantaloni neri con una fascia bianca in vita.
Inuyasha sguainò Tessaiga e la puntò verso i tre.
<< Chi siete? >>
<< Ma come Inuyasha, non ti ricordi di me? >> chiese la demone, facendo sparire il sorriso.
<< Come fai a conoscere il mio nome? >>
<< Ti conosco. E conoscevo anche tua madre Izayoi. >>
A quel nome il mezzo demone si irrigidì. Chi diavolo era quella demone? Come faceva a conoscere il suo nome e quella della madre?
<< Possibile che nessuno ti ha detto nulla? >> chiese, camminando verso il gruppo seguita dagli altri due demoni.
<< Si può sapere chi sei? >> ribattè Inuyasha sempre più irritato.
<< Il mio nome è Aoi e sono la tua nee-sama. >>

 

   
 
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