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Autore: Alaska64    27/01/2015    3 recensioni
heila, questa è la mia prima ff, spero vi piaccia.
DAL TESTO:
"E d'improvviso, non vidi più Percy.
La ragazzina stingeva un piccolo pugnale di bronzo celeste sporco di sangue e terra come lei, mentre i suoi occhi, d'un verde mare brillante, scrutavano velocemente il panorama attorno, non con paura, ma eccitazione.
Notai anche una macchia di sangue che colorava i pantaloni strappati sulla gamba destra, ma sotto nessuna ferita.
- Percy! Bentornato al campo! E lei signorina, chi è?- disse Chirone. Non mi ero neanche accorto che c'era anche lui.
- Oh, io sono Sara. - si presentò. "
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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~~SARA

—PERCY! MUOVITI! — urlò una voce femminile ed estremamente autoritaria da fuori la cabina tre.
Ringraziai in silenzio gli dei. Mio fratello mi stava per fare il terzo grado sul perchè ero sulla spiaggia fino a pochi minuti prima. Con Nico per di più.
Percy sbuffò, borbottando qualcosa fra i denti mentre andava ad aprire la porta.
—Alleluia Jackson! Mi spieghi dove cazzo sei stato per tutto il giorno? — Urlò la stessa voce femminile di prima.
—Sempre simpatica è Tals? Comunque c'è una cosa ch-- —
—Lo so che hai una sorella Jackson. Non sono una ritardata. Le notizie al campo girano.. — Vidi entrare dalla porta della casa una ragazza vestita come una di quelle rock star che vedevo ogni tanto sulle riviste dei tabaccai. Le gambe lunghe ed evidentemente allenate erano fasciate da un paio di legghins pieni di tagli che lasciavano intravedere la pelle mezza abbronzata della ragazza, al posto della maglietta del campo indossava una maglietta corta e nera che le lasciava scoperto un lembo di pancia, con su scritto CAMPO MEZZOSANGUE con un pennarello bianco.
Aveva i capelli neri e lunghi fino a coprirle le spalle erano spettinati, ma le stavano benissimo al contrasto con quei due occhi inondati di blu elettrico e circondati con uno spesso strato di eye-liner e matita nera.
—Ciao cugina. Io sono Talia, figlia di Zeus. — disse porgendomi la mano dalle dita affusolate.
—Sara. Piacere di conoscerti. — risposi stringendole la mano.
Talia mi sorrise mostrando i suoi denti bianchi
—JASON! — un ragazzo biondo con i muscoli in vista sotto la maglietta arancione decisamente troppo attillata seguì Percy a ruota mentre entrava.
— Hey, io sono Jason. — disse levandomi sua sorella di dosso e stringendomi in un abbraccio simile a quello che mi avrebbe dato un ciclope.
—Io sono Sara, e be' sai, ci tengo particolarmente alle mie ossa.. — gemetti mentre lui si scansava.
—Uh, scusa.. ma sei così mingherlina cuginetta.. — sorrise facendo scintillare i suoi occhi celesti ed elettrici.
—Okay, okay. Io sto morendo di fame. Muoviamoci. —
Talia prese Percy e Jason per gli avambracci e li trascinò verso la porta. —Vieni Sara! —Non me lo feci ripetere due volte.
Arrivammo quasi subito alla mensa.
Talia e Jason erano simpaticissimi, parlavano di tutto e di più come se fossi loro amica da sempre, e cosa più importante, fecero dimenticare a Percy che era arrabbiato con me.
—E quindi Sara bella, quanti anni hai? — mi chiese Jason proprio mentre eravamo arrivati davanti alla mensa, aggiungendo uno sguardo malizioso, proprio mentre Talia gli assestava una gomitata fra le costole.
—Non allargarti troppo Jasonino—  lo ammonì —se lo sapesse Pip non ne sarebbe molto contenta.. — sogghigno la ragazza dagli occhi elettrici.
—Se ti azzardi solo a..
—PIPER! JASON CI STA PR--
—SEI MORTA TALS!
I due fratelli presero a rincorrersi attorno ai tavoli già tutti pieni, prendendo posto tra pugni scherzosi e no.
Mi guardai in torno e trovai Nico seduto tutto solo al tavolo dei figli di Ade, che guardava qualcuno con uno sguardo furente che non tradiva emozioni.
Gettai un occhio a chi stava fissando Nico.
Il ragazzo che mi aveva guardato a colazione, mi guardava intensamente, come di solito qualcuno guarda l'acqua dopo settimane di sete.
—Percy, — dissi a mio fratello —Chi è quel ragazzo? —
Percy guardò nella direzione che gli stavo indicando e incarnò un sopracciglio vedendo la faccia del ragazzo con i capelli castani.
—Leo Valdez. Figlio di Efesto— scandì ogni parola, come se stesse decidendo se fosse veramente lui, o qualcun altro.
Quel Leo Valdez?¬ Quello della profezia? Quello che si è preso una cotta per Calipso? —
—Già. —
Ci sedemmo al tavolo. Percy che chiacchierava tranquillo, io che non sapevo come stare.
Non avevo molta fame, quindi bruciai metà della mia cena che consisteva in insalata verde, fragole, pollo arrosto e torta al cioccolato ovviamente blu, nel fuoco in omaggio a Poseidone.
—Allora sorellina. Raccontami un po' di te. Sul taxi ho parlato solo io. — disse Percy mangiucchiando la sua ciambella glassata di azzurro.
Giocherellando distrattamente con il lembo della mia camicia gli narrai la storia della mia vita mentre lui mi ascoltava interessato.
—E quindi vivevi per strada? — mi chiese dopo un po'.
—Si, non ho avuto un'esistenza tutta rose e fiori.. comunque non puoi immaginare quanto siano ciechi i mortali.. Non si accorgono di avere dei mostri come vicini di casa, vivono a due chilometri dall'olimpo credendo che sia un opera architettonica, danno sempre le loro colpe agli dei, e spiegano quello che non riescono a spiegarsi con cose assurde... —
—Non ti vanno molto a genio è? —
Abbassai lo sguardo imbarazzata.. ma infondo era mio fratello, potevo parargli di tutto.. —Mi sono innamorata di un mortale una volta. — sospirai.
Per poco Percy non si strozzò con un sorso di diet cola blu. —Che? —
Sentii il sangue affluirmi alle guancie —Si be'.. si chiamava Noah. Avevamo tredici anni.. — balbettai cercando di formulare frasi complete. Noah mi mandava ancora il cervello al tartaro. —Aveva gli occhi più grigi che avessi mai visto. tremendamente tempestosi. —
—Grigi? — sussultò Percy —E i capelli erano biondi? —
—Si.. ma cos-- —
—Testa d'alghe! — Annabeth apparve improvvisamente accanto al tavolo di Poseidone, raggiungendo Percy e scoccandogli un bacio sulla guancia.
—Hey Annie— la salutai dimenticandomi completamente dell'espressione preoccupata di mio fratello.
—Ciao Sara bella. Volete venire a giocare ad obbligo o verità da Talia e Jason? —
—Ovvio che si! — Disse Percy saltando in piedi e sorprendendo Annabeth con un bacio a fior di labbra. —Devi venirci Sara, ti divertirai un mondo—
Avevo un brutto ricordo di obbligo o verità. Ci giocavamo il sabato sera nei dormitori degli orfanotrofi. Ed io finivo sempre ad imprecare a gran voce contro qualcuno.
—Okay. — dissi in fine sorridendo ed alzandomi in piedi sulla panca, così da raggiungere Percy in altezza. —Non morirò vero? —
I due ridacchiarono per poi prendermi in braccio e portarmi al tavolo di Ade.
— Hey Nico, vieni alla cabina uno? —
Il figlio di Ade mi guardò facendomi perdere delle sue iridi scure.
—Certo. — Si alzò ricevendo una gomitata amichevole da Percy.
—Si okay, ora però fatemi scendere! — protestai mentre camminavamo verso la casa dei figli di Zeus.
—Ah no. — disse Annabeth ridendo.
Scalciai per liberarmi dalla sua presa e quella di Percy che mi tenevano stretta.
—Via via via! — dissero in coro cominciando a correre mentre Nico ci seguiva ridendo di gusto.
—Questa me la pagate lo giuro! —

LEO
Quella ragazza mi stava mandando il sistema nervoso via per i campi delle pene.
—Ehi Austin— chiesi ad un mio fratello —Chi è la ragazza seduta al tavolo di Poseidone? —
—La figlia di Poseidone— mi rispose lui mentre addentava un pezzo di carne al barbecue.
Ma noooo, credevo fosse una figlia di Demetra.
—La nuova sorellina di Percy. — Mi rispose qualcuno da dietro le spalle. —Heila Leo. Ti va di venire alla cabina uno? —
La voce che veniva dietro di me mi afferrò per il costato e mi sollevò in aria.
Maledissi un dio a caso. — PER TUTTI I TACOS! Jason! — Urlai mentre mi sollevava in aria per poi lasciarmi cadere a terra.
Lui ridacchiò —Allora ragazzino vuoi venire? —
In realtà l'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era sferrargli un bel pugno in faccia, nonostante quell'idiota decerebrato fosse il mio migliore amico.
—Chi avete reclutato sta sera? — chiesi mentre mi alzavo in piedi massaggiandomi le costole.
—I soliti. E la sorellina di Percy. — disse cercando Piper, la sua ragazza, con lo sguardo.
Ci mancò poco che mi presi un attacco di tachicardia.
—Okay.. — risposi mentre la figlia di Afrodite ci correva incontro buttandosi tra le braccia di Jason.
I due si baciarono appassionatamente, com'erano soliti a fare, e mi si strinse il cuore.
Anche io e Calipso facevamo così.
—Allora, ehm.. piccioncini? — li chiamai —Campo Mezzosangue chiama Piccioncini. Ci siete? — dissi cercando di nascondere il nervosismo, e non andare a fuoco. Letteralmente.
—Oh, scusa Leo. — balbettò Piper diventando rossa mentre Jason le sorrideva raggiante.
—Dai andiamo, non ho voglia di vomitare prima delle due. — dissi facendo un gesto con la mano.

Se non avete mai visto la cabina numero uno, allora non potete immaginare cosa avevo davanti.
Si be' da fuori era bellissima, magnifica, importante eccetera eccetera.
Ma se non l'avevi vista dentro, allora non potevi dire di averla vista.
Jason e Talia se l'erano divisa a metà con del nastro isolante rosso, per non invadere i loro spazi privati a vicenda.
Da una parte si potevano ammirare vestiti neri stile punk sparsi ovunque, vari bottini di guerra appesi alle pareti, ed un letto perfettamente sfatto con sopra Talia che si faceva intrecciare i capelli da Annabeth e dalla ragazzina corvina con gli occhi marini.
Era così bella. Così.. No okay, basta guardarla se no sbavo.
La parte di Jason invece era addobbata con i suoi vestiti sporchi, che invece di giacere a terra erano appesi alle pareti su dei ganci, ed un armadio stracolmo di cianfrusaglie.
—Allora, visto che ci siamo tutti possiamo cominciare. Muovete il culo ragazzine. — annunciò Jason spalancando la porta della cabina con fare plateale.
—Ragazzina? Dici a Percy? — Quella ragazza con i capelli corvini e gli occhi da sogno mi piaceva sempre di più.
—Dovrei ridere? — Talia sogghignava mentre batteva il pugno di nascosto con sua cugina, e Percy era del tutto serio cercando di nascondere l'ombra di un sorriso.

Finì che andammo tutti insieme senza altre storie a sederci in cerchio al centro della stanza.
—Dunque.. chi ha portato la bottiglia? — chiese Piper, e tutti si guardarono attorno. —Dei, che rimbambiti— Borbottò —Vorrà dire che giocheremo con la mia scarpa. —
La ragazza si tolse uno dei suoi sandali di pelle e lo mise al centro, facendolo girare.
Nessuno sembrò accorgersi della differenza.
—Iniziamo. —
Il sandalo puntò Percy. —Jackson.. —gli occhi di Piper scintillarono di malizia. —Obbligo o verità—
—Obbligo
—Scambia un indumento con Annabeth.
Mi chiesi seriamente se quella ragazza avesse fatto un qualche corso strano di "obblighi assurdi e verità sfascia-coppie per professionisti e principianti", ma se esisteva, volevo iscrivermi anch'io.
Percy si levò la maglietta senza fare storie mettendola ad Annabeth che a fianco a lui si era già sbarazzata della t-shirt arancione scoprendo le sue forme generose nascoste solo da un reggiseno di pizzo blu.
Poi toccò a Talia.
—Obbligo o verità carina? — Chiese Percy, che stava perfettamente nei panni stretti di Annie.
—Verità. Fottetevi. — Talia di solito sceglieva sempre obbligo perchè odiava parlare dei suoi segreti, e ci lasciò spiazzati, del tipo Chirone quando ci annunciava di essere mezzosangue.
—Ah. Okay ehm.. se potessi, chi ti vorresti fare per primo in questa stanza? — Chiese Percy.
—Domanda difficile visto che voi uomini siete tutti delle grandissime teste vuote, (o teste d'alghe) ma dico Jason. uno, perchè è l'unico di voi idioti che ha un minimo di fascino, due, perchè si. Fine.
Nessuno fece storie, a parte il biondo figlio di Zeus, che sembrò compiacersi un po'. Anche tanto. Forse un po' troppo (Piper gli assestò un pugno sull'avambraccio).
Dopo qualche paio di turni toccò a Nico Di Angelo, e decisi di ascoltare.
—Allora Nico.. Obbligo o verità? — chiese Annabeth, che aveva girato il sandalo di Piper per ultima.
—Uhm.. verità— rispose lui scrollando le spalle.
Era strano, il re degli spettri sembrava felice. Non era mai felice. Non di solito. E soprattutto era raro vederlo sorridere. Quella sera sembrava un bambino di sette anni che va al McDonald per il compleanno.
—Chi ti piace?
Nico arrossì. — Sara. Percy, ti sarei grato se non mi uccidessi.
E poi accadde tutto così in fretta che mi stupii di saper pensare così velocemente.
Sara? E mo chi cavolo è questa?
Poi realizzai che Sara, era la sorella di Percy. Quella dolce ragazzina dai capelli corvini e gli occhi verdi così bella che per poco non la credi una figlia di Afrodite.
Ed infine successe la cosa più stana del mondo.
Tutti guardavano Nico come se lui avesse appena annunciato di essere un figlio di Apollo, e lui, invece di rimanere impassibile, arrossì —Che volete? — chiese cercando di ritrovare quella espressione dura che aveva di solito nella voce.
Solo Annabeth non era stupita.
Nico girò il sandalo senza aspettare che tutti si riprendessero del tutto e la punta mirò me.
Ah. Bene.
Cercai di riprendermi in fretta, perchè se volevo sfidare il re degli spettri, volevo essere lucido, almeno.
—Obbligo o verità? — chiese il figlio di Ade cercando di sembrare calmo mentre Annabeth faceva scivolare silenziosamente Sara accanto a lui.
—Ehm.. obbligo. — Risposi cercando di rimanere concentrato mentre lei mi guardava con i suoi luminosi occhi verdi.
—Uh, vediamo.. ti obbligo a farti fare il solletico da tutti per almeno trenta secondi. —
Dovevo assolutamente informarmi di dove tenevano quel maledetto corso.
Non feci neanche in tempo a dire a, che Jason mi aveva afferrato per la pancia e aveva cominciato la tortura. Tutti contribuirono, a parte ovviamente il re degli spettri e Sara, che era quella nuova.
Finiti i trenta secondi (i trenta secondi più lunghi della mia vita) girai il sandalo mentre tutti continuavano a ridere, come se il solletico lo avessero fatto a loro invece che a me.
GRAZIE ZEUS!
La scarpa indicava Sara.
Mi sfregai le mani soddisfatto, solo che non avevo la più pallida idea di cosa avrei potuto chiederle.
Bel casino.
Già.
—Obbligo o verità Jackson? — le chiesi cercando di sembrare il tipico ragazzo figo alla "sono sicuro di me e niente mi fa paura" (Jason) invece che quello alla "non so manco che cosa chiederti ad uno stupido gioco" (me).
—Verità. — Era determinata, sicura. Mi ricordava maledettamente Percy ed Annabeth messi insieme, tanto che mi chiesi se i loro figli sarebbero usciti così.
—A chi hai dato il primo bacio? —
Arrossì violentemente, ed ebbi lo straziante dubbio che potesse aver baciato Nico, ma poi successe una cosa ancora più strana di me che prendevo fuoco per la prima volta davanti a qualcuno che non mi conosceva. —Non.. non ho mai dato il primo bacio..— La guardammo tutti stupefatti — Ehm.. Ecco, io non ho mai avuto un ragazzo. —


ANGOLINO AUTRICE
Ed eccomi qui di nuovo.
Prima di tutto ringrazio percy_daughter e porporaassenzio per le dolci dolciose recensioni.
Bene, ho pubblicato questo nuovo capitolo leggermente prima perchè.. bo'. cioè, avevo voglia e mi sono messa a scrivere un po' prima.
Allora, scusate per la fine un po' (okay molto) snervante, ma se no avrei continuato a scrivere per altre due pagine di word abbondanti e.. meglio di no. Ecco.
Spero come sempre che il capito vi piaccia e che mi scusiate per gli inguardabili errori vari che sicuramente ho fatto..
Detto questo ringrazio anche i lettori silenziosi, e ora.. me na vado a fare inglese.

Baci, Alaska64
 

   
 
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