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Autore: chocolatemilkshake    27/01/2015    1 recensioni
[varie]
Hai mai pensato che fosse tutto finto?
Hai mai pensato alla realtà come ad un illusione?
Hai mai pensato che il dolore che provi all'improvviso quando non stai facendo niente sia causato da qualcosa di non terreno?
Hai mai pensato di vivere attaccato ad una macchina e che la tua vita sia solo un sogno?
Bhe è così. O almeno lo è per Ell, una dei pochi umani sopravvissuti alla distruzione della terra e di tutto il sistema solare.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ho sempre pensato, immaginato, questa possibilità, ma non ho mai creduto che potesse essere vera".

Non riuscivo a respirare, non riuscivo ad alzarmi. Potevo solo sollevare le braccia nella speranza che qualcuno le afferrasse e mi tirasse su. 
La vista era annebbiata, "salvatemi!"
Urlava la mia mente. 
Sentivo la vita scivolarmi via, sentivo mancarmi le forze, presto sarei morta. No, non potevo morire, non ora, non così.
Iniziai a scalciare, a dimenarmi con quanta energia avessi ancora in corpo, ma qualcosa mi teneva giù in un liquido caldo e rossastro.
Sentii un forte rumore, poi mi sentii più leggera, libera, e qualcuno mi prese tirandomi su. 
Iniziai a tossire per riprendere a respirare ed espellere il liquido che mi era entrato nei polmoni. 
Nel mentre mi guardai attorno. Mi trovavo in una specie di vasca metallica con questo liquido strano. Dal fondo della vasca uscivano dei cavi che si collegavano a svariate parti del mio corpo, completamente nudo. La luce dei neon mi dava fastidio agli occhi che dovevo tenere socchiusi. Riuscivo però a vedere bene che c'erano altre vasche a cui interno c'erano altre persone. Ma dove diamine ero? E come ci ero arrivata? Dove era la mia famiglia? 
Una forte fitta alla testa mi costrinse ad emettere un lieve verso di dolore e a girarmi. Rimasti stupita da ciò che vidi.
Accanto a me c'era un ragazzo dai capelli neri come la pece tutti disordinati e dagli occhi azzurro cielo profondissimi e grandi, come se al suo interno ci si potesse trovare un universo. Il suo corpo era slanciato e muscolo, indossava strani vestiti larghi, ma aderenti, da cui si riuscivano perfettamente e seguire tutti i lineamenti del corpo del ragazzo. 
Rimasi a bocca aperta non solo perché era bello ma perché la sua pelle era rossa, si, di un rosso porpora, le sue orecchie erano a punta e aveva una coda. 
Forse stavo sognando.
Mi fissava. Credo che anche lui fosse abbastanza sconcertato anche se il suo viso sembra impassibile. Infatti quando mi ero girata verso di lui avevo notato un leggero movimento degli occhi. 
Di istinto mi coprii come meglio potevo e arrossi per l'imbarazzo senza però distogliere lo sguardo da lui, che aggrottò lievemente il sopracciglio come se non capisse il mio gesto. 
Qualcosa in mano al ragazzo attirò la mia attenzione e vidi che teneva in mano una lunga e strana siringa. Mi spaventai, odiavo le siringhe, così cercai di allontanarmi il più possibile schiacciandomi contro il bordo della vasca. Credo che se ne fosse accorto perché lo buttò a terra e alzò le mani come per dire non ti faccio niente. Ma potevo fidarmi? 
Non ebbi il tempo di pensare ad altro che iniziò a parlare, o almeno credo. Non diceva parole sensate erano più che altro strani versi incomprensibili come tante consonanti unite insieme senza pronunciare le vocali. Trovai la cosa molto divertente ma non mi misi a ridere, non volevo offenderlo, ma comunque mi lasciai scappare un "Eeh?".
Mi guardò forse aspettando una risposta o cercando di capire quel mio verso. Poi sentì qualcuno dietro di me emettere gli stessi versi. Così mi girai e vidi un altra persona, se si poteva chiamare così.
Quest'ultima aveva la pelle di un color viola scuro,quasi nera, formata da delle squame, ma non erano squame, sembravano più pezzi di corteccia..... Forse ero impazzita. 
I due iniziarono a parlare animatamente non curandosi affatto della mia faccia scioccata. Quella specie di tronco umano si avvicinò a me senza nessun preavviso iniziando a staccare i fili che erano collegate alle gambe. 
Sussultai per la sorpresa e per il dolore. Per ogni filo staccato sentivo il dolore percorrermi tutto il corpo fino alla testa . All'inizio era un po' fastidioso come dei pizzicotti ma man mano che li staccava il dolere aumentava. 
Mi aveva staccato tutti i fili dalle gambe, dagli avambracci e dall'addome, mancavano quelli delle braccia, del petto e della schiena. 
I neon delle lampade iniziarono a tremare, strinsi i pugni e respirai affondo strizzando gli occhi più che potevo preparandomi psicologicamente al dolore. 
Inaspettatamente tirò via i fili dalle braccia, non uno per uno ma tutti insieme contemporaneamente. Urlai.
Le lacrime iniziarono a scorrermi sul viso. Non volevo piangere, non mi piaceva farlo in pubblico, ma non riuscivo a controllarmi, faceva troppo male. 
L'uomo albero prese di nuovo i fili del petto pronto a tirarli via. .
"No!!" Urlai colpendogli la mano con la mia che tremava. Lui li mollo immediatamente, allontanandosi come se quel tocco lo disgustasse.
"B...basta..." 
Guardai il ragazzo dalla pelle rossa, non so perché ma mi ispirava molta più fiducia di quell'altro. 
"T...ti prego..."
Il ragazzo si rivolse all'altro dicendogli qualcosa, poi mi prese la mano incrociando le nostre dita. Lo guardai. Perché? Non capivo.
L'uomo albero si avvicinò e prese di nuovo i fili.
"No! No ti prego!".
Le lampade iniziarono a sfarfallare, l'uomo tirò i fili, chiusi gli occhi pronta al dolore ma quella volta non fui io ad urlare.
   
 
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