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Autore: Horse_    27/01/2015    9 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                    Why don't we have a dad?

Sixth Chapter.





Cammino fino all’hotel godendomi l’aria leggermente più fredda rispetto al giorno prima, anche se comunque stiamo parlando sempre di agosto e, soprattutto, di estate.
Arrivo giusto in tempo. Rischio di cadere dalla forza dell’impatto che ho con Alex, mio fratello.
Idiota! Mi si è schiantato contro e nella foga di abbracciarmi ci ha fatto quasi cadere a terra.
 

«Hai rischiato di uccidermi!» gli dico minacciosa puntandogli un dito contro.
«Ciao anche a te sorellina.» mi risponde ignorandomi mentre vedo, con mio grande stupore, i miei figli ridacchiare sotto i baffi.
 

Gli scompiglio leggermente i capelli e lui mi lascia un buffetto sulla guancia.
Credevo che sarebbe arrivato tra qualche settimana, non così presto. Meglio così, almeno i gemelli potranno stare con il loro zio, visto che è sempre in giro per il mondo.
Alex mi prende a braccetto e ci avviciniamo a nostra madre.
 

«Mamma! –mi corrono incontro Joseph e Stefan– Com’è andata?»

 
Entrambi mi abbracciano gioiosi. Poggio ad entrambi un bacio sulla fronte e accarezzo loro una guancia.
 

«E’ andato tutto bene.» Sorrido loro.
 

In effetti niente è andato per il verso giusto, ma va bene così.
Loro devono vivere sereni, senza così troppi problemi.
 

«Avete fatto i bravi?» domando loro.
«Si!» esclamano in coro.
«La nonna ci ha portato ancora al parco!» mi dice Stefan entusiasta.
«E abbiamo fatto amicizia con altri bambini. Hanno detto che ci saranno anche domani.» termina Joseph.
«Sono davvero felice.» Rispondo, mentre sorrido a mia madre.
 

Ci avviamo tutti e cinque dentro l’hotel e arriviamo in poco tempo dentro la mia camera.
Alex, non appena vede la TV, spalanca gli occhi per la sua grandezza e per la sua tecnologia. E’ in 3D, a schermo piatto e di 54 pollici. Degna di questo hotel di lusso, insomma.
 

«Joseph, Stefan, correte a lavarvi le mani che ordino il pranzo, forza.» Li incito.
 

I miei figli annuiscono e si precipitano in bagno, facendo a gara a chi arriva primo.
Sospiro e ridacchio leggermente, poi afferro il telefono per chiamare la Hall.
Chiedo a mia madre e a mio fratello cosa vogliono, poi ordino il tutto. Il servizio in camera è veramente comodo.
 

«Com’è andata?» mi domanda Alex sedendosi al contrario su una sedia.
 

Mi siedo sul divano ed incrocio le gambe, seguita subito dopo da mia madre che mi affianca.
 

«Bene.» Rispondo cercando di essere il più convincente possibile.
 

Mio fratello alza un sopracciglio e mi fissa dubbioso.
Questo significa che sta elaborando qualcosa, o che tra poco tenterà di farmi vuotare il sacco.
Inaspettatamente non fa nulla e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Adoro mio fratello, non so cosa farei senza di lui, ma quando ci si mette non lo ferma più nessuno.
 

«Non cantare vittoria, Nina, ne parleremo più tardi!» mi risponde e vedo che sta guardando oltre le mie spalle.
 

Ci sono Joseph e Stefan che quasi si spingono per arrivare alla tavola.
Salvata dai miei figli.
Poco dopo arriva il pranzo e ci sediamo a tavola. Iniziamo a parlare come una famiglia, cosa che realmente siamo, quando Alex mi fa una domanda interessante.
 

«Hai intenzione di rimanere qui per tutto l’anno?» mi domanda.
 

Aggrotto leggermente le sopracciglia non capendo la sua domanda e, quando si accorge della mia espressione, si affretta a chiarire.
 

«Di rimanere qui in hotel, intendo. Non pensi che sia meglio comprare un appartamento?» mi domanda.
 

Afferrato il concetto.
In effetti ci stavo pensando da quando sono arrivata qui. I gemelli non sono due bambini da luoghi così troppo chiusi, assolutamente.
Ho intenzione di comprare una casa, ma non troppo in centro. Non starebbero bene neanche in appartamento, hanno bisogno del loro spazio. Penso che comprerò una villetta a schiera, come in quella dove vivevamo prima.
 

«Mamma, vero che ce ne andremo di qui?» mi domanda Joseph.
«Non fraintenderci –interviene subito dopo Stefan– questo albergo ci piace, c’è anche la piscina, ma c’è sempre un via vai di gente.»
«Vogliamo una casa tutta nostra!» termina poi Joseph.
«Non preoccupatevi piccoli, la mamma questa settimana ha del tempo libero, potremo cercare qualche casa già da domani.» Li rassicuro.
«Che bello!» urla Stefan entusiasta.
«Voglio anche il giardino!» aggiunge Joseph.
 

Rido insieme a mia madre e a mio fratello dall’entusiasmo dei gemelli.
Un appartamento al centro sarebbe troppo vistoso e non ben accetto, dovrò guardare delle case fuori Atlanta, ma neanche troppo distanti dal set.
 

«Ho dei contatti con un’agenzia immobiliare, un mio amico lavora lì. Potrei provare a chiedere a lui, basta che mi dici il prototipo della casa che vuoi.» S’intromette Alex.
 














 
                                                      * * *
 














Infilo il pigiama a Stefan, mentre Joseph sta finendo di lavarsi i denti. Gli faccio infilare prima un braccio, poi l’altro ed infine la testa. Afferro un asciugamano e gli friziono i capelli leggermente bagnati per la recente doccia.
Noto che Joseph si è bloccato davanti allo specchio, lo spazzolino ancora sulla bocca, e fissa il nulla pensieroso.

 
«Amore, hai finito?» lo richiamo dolcemente. «Anche Stefan si deve lavare i denti.»

 
Joseph annuisce, si risciacqua la bocca, sputacchia all’interno del lavandino e scende dal cubo che ho messo lì per farli arrivare all’altezza del lavandino stesso.
Mi viene incontro e si siede di fronte a me a gambe incrociate.
Gli passo una mano tra i capelli cercando di capire cosa gli frulla dentro la sua testolina. Dopo un po’ inizio a preoccuparmi, non l’ho mai visto così.

 
«Tesoro, c’è qualcosa che non va?» gli domando cercando di attirare la sua attenzione.
«Mamma… Posso chiederti una cosa?» mi domanda.
«Certo amore, vieni qui.» lo invito a sedersi sulle mie gambe, e la stessa cosa faccio con Stefan che ha appena finito di lavarsi i denti. «Dimmi tutto.»
«Perché… -sospira leggermente affranto- Perché noi non abbiamo un papà?»

 
Se prima stavo sorridendo curiosa di sentire i suoi pensieri ora sono completamente pietrificata.
Mi ha appena chiesto una domanda che speravo non arrivasse mai, ma sapevo che, inevitabilmente, sarebbe arrivata.
Deglutisco più e più volte, alla ricerca d’aria, e anche alla ricerca di una risposta che so –per certo– non sarà mai azzeccata.
Che cosa dovrei rispondergli? Guardo Stefan di sfuggita e noto che anche lui è alla ricerca di una risposta soddisfacente.
Sono due bambini troppo svegli –e grandi– per poter rifilare loro una classica risposta. Non posso dire loro nemmeno che suo padre non c’è più, perché lui è ancora vivo e vegeto.
Opto per una mezza verità.

 
«Il vostro papà è in giro per il modo ad aiutare gli animali. Li ama così tanto e li cura con tutto l’amore possibile.» Rispondo loro, mentre sento gli occhi pizzicare, ma cerco di non darlo a vedere.

 
Non potrei mai dire loro la verità, una verità che fa ancora male a me.
Non posso dire loro che lui è sparito senza lasciare nessuna traccia e non permettendomi mai di rintracciarlo per dirgli di loro.
Come reagirebbero due bambini di sei anni? Non posso ferirli, non così. Ne morirei.

 
«Aiuta gli animali?» ripete Stefan.
«E perché non ci viene a trovare?» domanda Joseph.
«Perché è sempre molto impegnato…» sospiro affranta. «E’ un grande uomo impegnato a salvare il mondo.»
«E’ troppo impegnato per stare con noi?» domanda infine Stefan e vedo il suo labbro inferiore tremare.

 
Abbassa la testa guardando il pavimento e so, per certo, che cosa sta pensando. Non so il perché hanno voluto affrontare questo discorso proprio questa sera –forse perché al parco hanno visto dei bambini con i loro papà mi suggerisce il mio subconscio– ma il fatto è che non sono preparata. Ero convinta che me lo avrebbero chiesto più avanti o che questa domanda non sarebbe mai arrivata, ma mi sono completamente sbagliata.

 
«No Stefan, no. –gli accarezzo una guancia mentre sorrido a Joseph– Un giorno verrà.»
«Quando?» mi domanda Joseph, forse leggermente più rassicurato.
«Non lo so piccoli, non lo so.» Rispondo loro. «Forza, è ora di andare a letto.»

 
Si alzano dalle mie gambe, afferrano i loro pupazzi, e se ne vanno in camera.
Mi alzo e mi porto le mani ai capelli. Mi appoggio al lavandino sbuffando leggermente. Stringo tra le mani il marmo bianco con forza.
Non so come comportarmi. Se me l’hanno chiesto questa sera molto probabilmente lo rifaranno ancora, diventando sempre più insistenti.
Quanto potrà reggere la mia scusa ancora?
Ovviamente non molto. Diventeranno sempre più grandi e cominceranno a capire, arriveranno fino al punto di odiarmi. Ora hanno solo sei anni, ma cosa ne sarà fra sette anni o forse meno?
Non posso dire loro nemmeno la verità, ovvero che lui non li vuole. Certo, non sa della loro esistenza, ma questo perché se n’è andato. Sette anni fa è come sparito nel nulla, nessuno ha avuto più sue notizie. Non si è presentato neanche al matrimonio di Paul –quello che considerava un fratello– e nemmeno alla nascita di Rachel.
Tutto per evitare me.
L’ha sempre fatto in sette anni. Non si è mai nemmeno presentato alla premier del film diretto da Paul stesso –pur sapendo quanto ci tenesse– oppure al matrimonio di Kat… Oppure… Oppure niente.

 
«Mamma, vieni a letto?» sento una voce richiamarmi dalla camera.
«Arrivo subito!» rispondo riscuotendomi dai miei pensieri.

 
Mi incammino come un automa nella camera da letto, trovando i gemelli raggianti, come se non fosse successo nulla prima. Mi stupisco della loro capacità di cambiare così facilmente umore, vorrei averla anche io, pagherei per averla.
Mi fanno spazio sul letto e mi infilo tra di loro sotto le coperte. Entrambi si muovono un po’, poi appoggiano la testa sul mio ventre –trovandolo evidentemente più comodo di un semplice cuscino.
Mi sporgo per spegnere la luce e rimaniamo nel buio più totale.

 
«Buonanotte tesori della mamma…» mormoro loro posando ad entrambi un bacio sulla testa.
«Mamma?» mi chiama Stefan.
«Si amore?» gli rispondo.
«Vero che non ci lascerai mai?» mi domanda un po’ titubante.

 
Sgrano gli occhi nel buio e un nodo mi sale in gola.
Perché questa domanda?
Capisco, poco dopo, che è collegata al discorso di prima.

 
«Non lo farei mai amore, non potrei mai lasciare te e Joseph. Siete le persone più importanti della mia vita, quelle per cui vivo e lotto ogni giorno. Siete tutto per me, non vi lascerei mai per nulla al mondo.» Accarezzo ad entrambi la testa. «Siete le cose più belle che ho.»
«Anche quando arriverà papà saremo gli uomini della tua vita?» domanda infine Joseph.
«Lo sarete sempre, solo voi potete esserlo…» rispondo tentando di non far uscire un singhiozzo che prepotente sta tendando di fuoriuscire.
«Ti vogliamo bene mamma!» concludo poi all’unisono.
«Anche io, non sapete quanto…» mormoro socchiudendo gli occhi.
 

Poco dopo sento il loro respiro farsi più pesante, segno che finalmente stanno dormendo.
Mi accorgo di star piangendo quando sento delle lacrime bagnarmi la guancia. Non sto piangendo per il discorso riferito a lui, lui non merita più niente, ma per la paura dei miei figli che in qualche modo io possa abbandonarli in qualche modo. Sono loro che mi fanno andare avanti, a quest’ora, senza di loro, non sarei la donna che sono.
Ho solo paura… Che lui possa portarmeli via.




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Buon martedì a tutte :)
La mia classe questa mattina è andata in gita, quindi per me più relax (y). Spero di potermi tirare avanti nello scrivere i prossimi capitoli, sempre tempo permettendo.
Non mi dilungo tanto questa sera perchè devo correre a vedere la puntata di The Originals e poi devo proprio scappare, quindi veniamo subito al capitolo.
Sinceramente, a differenza dell'altro, questo non mi convince poi molto, ma è il meglio che ho potuto fare, mi dispiace.
Finalmente però, come detto in precedenza, è arrivato Alex, il fratello di Nina :')
Nei prossimi capitoli, oltre a tante altre cose, vedremo Nina e i gemelli alle prese con una nuova casa, mi sembrava un'idea così carina, infondo non possono mica vivere tutta la vita in un hotel è.é
La seconda parte di questo capitolo è stata quella più malinconica e ho faticato non poco a scriverla. Ci sono tanti bambini senza un papà, chi per un motivo, chi per un altro, e non è bello per ogni madre affrontare questo argomento. Nina, ovviamente, non è da meno. Come sottolineato i gemelli non hanno mai chiesto di loro padre, ma, venendo a contatto con altri bambini in un luogo pubblico, hanno cominciato a farsi delle domande più che logiche.
Nina, in qualche modo, ha tentato di dare delle risposte, ma non può durare così a lungo.
Termino con il ringraziare le meravigliose otto ragazze per le recensioni, vi adoro, dalla prima all'ultima <3
Alla prossima :)
  
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