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Autore: Taira_aurora    27/01/2015    1 recensioni
Nel passato o nel futuro, le loro storie tendono a ripetersi... o no?
*****
- Vu-vuoi dire che anche in questo tempo Gokudera e Yamamoto… ?-
Significa che anche io e Hibari in questo tempo…?
*****
Yamamoto/Gokudera e Adult Hibari/Tsuna
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contesto: Future arch, dopo la sconfitta di Yamamoto e Gokudera da parte di Gamma.



Even in this time?

Ancora una volta Yamamoto si allungò sul letto, tentando, con la mano sana, di afferrare Shigure Kintoki, la spada donatagli da suo padre.
Ancora una volta, ricadde sul letto, la mano destra, fasciata strettamente, che tremava per lo sforzo.
Il guardiano della pioggia strinse i denti. La sconfitta contro Gamma bruciava moltissimo. Così come, gli tornò in mente all’improvviso, aveva bruciato la sconfitta contro Squalo. Allora c’era stato suo padre, che con la sua profonda passione per il kendo, l’aveva aiutato. Ma ora il suo vecchio era morto e lui era solo.
La porta scorrevole della stanza si aprì, ma lui quasi non ci fece caso. Aveva di nuovo allungato il braccio per afferrare la spada.
Una mano lo precedette. Afferrò l’arma e gliela tese.
Ancora con il braccio per aria, Yamamoto sollevò gli occhi. Rimase sorpreso.
Gokudera, con le bende che gli fasciavano il petto nudo, era in piedi accanto al suo letto. Aveva in viso la sua migliore espressione imbronciata, come se lo stesse silenziosamente rimproverando per qualcosa.
A Yamamoto scappò un sorriso.
- Hayato, sei sicuro di stare abbastanza bene da poterti alzare?- lo interrogò, afferrando Shiguren Kintoki e risistemandosi supino.
Il volto di Gokudera si tinse di rosso.
- Ehi, yakyu-baka, chi ti ha dato il permesso di chiamarmi in quel modo?- ringhiò il guardiano della tempesta, afferrando l’altro per un braccio e strattonandolo.
- Ouch, ouch, ouch.- si lamentò Yamamoto, ma il sorriso, anche se un po’ sofferente, rimase sulle sue labbra.
Gokudera lo lasciò andare di scatto, ma continuò a fissarlo con occhi di fuoco.
- Accidenti se sei violento, Hayato. Sono ancora ferito, se non te ne sei accorto.- lo punzecchiò ancora Yamamoto, tenendosi il braccio dolorante con la mano fasciata. Aveva un enorme sorriso, di quelli che il compagno definiva precisamente “da idiota del baseball”, stampato in volto.
- Di nuovo??- gridò Gokudera, sporgendosi sul letto, tenendo però le mani dietro la schiena. Yamamoto poteva essere un idiota, ma era uno dei guardiani, e il Decimo non sarebbe stato per niente contento se lui l’avesse picchiato a sangue.
Strinse i pugni e prese a imprecare contro il baka.  
Era troppo rabbioso e occupato per accorgersi che, con una mano, Yamamoto gli aveva afferrato la spalla. Il guardiano della pioggia non fece troppa pressione, ma, un po’ per la foga e un po’ per la posizione precaria, Gokudera si ritrovò mezzo sdraiato sul letto, sopra l’altro guardiano.
Le labbra di Yamamoto erano posate sulle sue.
Nessuno dei due si mosse, e Yamamoto non fece nulla per approfondire il bacio. Rimasero semplicemente a fissarsi negli occhi, improvvisamente seri di uno e sgrananti dell’altro, con le bocche ancora incollate.
Fu una leggera spinta dello spadaccino a separarli.
Gokudera, dopo un momento di smarrimento, si raddrizzò di scatto. Prese a strofinarsi le labbra con il braccio, nel tentativo di cancellare ogni traccia.
Yamamoto non disse nulla, rimase semplicemente seduto a fissarlo.
Furioso e imbarazzato, troppo seccato dalla tranquillità dell’altro, ci volle poco perché la Tempesta esplodesse.
- Cosa diavolo pensavi di fare?? Yakyuu baka!! Che cos’era questo,eh?- gridò, afferrando le lenzuola e stracciandole.
- Un bacio.- rispose pacificamente Yamamoto.
- Questo mi sembra ovvio!!- ringhiò ancora l’altro, stringendo un pugno che avrebbe volentieri sbattuto in faccia all’idiota. Ma il Decimo non avrebbe approvato.
- Cos’è che non ti è chiaro, allora, Hayato?- lo sfidò Yamamoto, tra il serio e il divertito.
- PERCHE’ DIAVOLO MI HAI BACIATO??- strillò Gokudera, sbattendo i pugni sul letto.
- Perché… volevo scusarmi per quello che ti ho detto. E’ stato ingiusto da parte mia attaccarti in quel modo. So quanto è difficile per te riuscire a fidarti degli altri, dopo aver passato così tanto tempo da solo. E le mie parole sono state troppo dure. Quindi l’ho fatto perché volevo scusarmi e perché…… beh, solo per quello.- ammise lo spadaccino, distogliendo lo sguardo alla fine, incerto.
Non gli aveva detto tutto, ma c’era ancora tempo.
Gokudera rimase in silenzio. Anche lui aveva desiderato scusarsi, piuttosto controvoglia in realtà, ma sapeva di doverlo fare. Se c’era qualcuno nel torto, quello era lui.  Per questo era entrato in quella stanza. E sempre per questo la rabbia era in parte scomparsa, dopo le parole di Yamamoto.
Ma che bisogno c’era di baciarmi??? Pensò, stringendo i denti. Sentiva di avere ancora il viso arrossato.
- Va bene. Ma la prossima volta non baciarmi per dirmelo.- borbottò, abbassando lo sguardo sulle lenzuola strappate ai piedi del letto. Avrebbe dovuto procurarsene di nuove, per farsi perdonare.
- Okay.- acconsentì Yamamoto, sollevato.
Gokudera alzò lo sguardo solo per scontrarsi nuovamente con quell’irritante, enorme, sorriso.
- Tsk.- sbottò, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, impacciato.
Il guardiano della Pioggia strinse gli occhi. Afferrò il braccio dell’altro e lo attrasse sul letto.
- Cos…?- sibilò Gokudera.
Per la seconda volta, Yamamoto posò le labbra sulle sue.
Hayato si dibatté seccato, all’inizio. Poi si rese conto di essere ridicolo, perché l’altro gli aveva semplicemente poggiato una mano sul braccio, senza fare pressione, e nelle condizioni in cui era, Gokudera avrebbe potuto liberarsi tranquillamente.
Realizzandolo, arrossì violentemente.
Poi la Tempesta prese il sopravvento, Gokudera costrinse Yamamoto a distendersi sul letto, spingendolo con una mano sul petto. Gli si sedette sopra a cavalcioni e, prendendo la sua testa tra le mani, gli aprì le labbra e approfondì il bacio.
Che non si dicesse che Gokudera Hayato si tirava indietro davanti alle sfide. Era il braccio destro del Boss, dopotutto!

Tsuna chiuse più silenziosamente che poté la porta scorrevole. Sperò che la sua goffaggine non lo facesse scoprire.
Aveva il viso in fiamme e la bocca spalancata.
Dire che non si aspettava una scena del genere tra i suoi due migliori amici era poco.
Era entrato nella stanza di Gokudera per controllare le sue condizioni, e frenare la sua sicura irrequietezza, ma l’aveva trovata vuota.
Era andato in panico, all’inizio. Conoscendo il suo guardiano, poteva anche darsi che si fosse precipitato in superficie, a vendicarsi dell’umiliazione subita.
C’era voluto un calcio in faccia di Reborn e la minaccia di morderlo a morte di Hibari perché riuscisse a calmarsi, più per paura che per altro, in realtà.
Allora si era precipitato fuori dalla stanza di Gokudera, alla ricerca dell’amico scomparso.
Era stato attratto alla porta della camera in cui riposava Yamamoto dalle urla. Aveva riconosciuto immediatamente la voce del guardiano della tempesta.
Preoccupato che lui e Yamamoto riprendessero a litigare, magari riaprendo anche le ferite, era corso a controllare.  Non aveva spalancato la porta, fortunatamente. Si era detto che, se si stavano ammazzando a vicenda, preferiva non essere preso violentemente in mezzo.
Non si era certamente aspettato che fossero occupati a fare altro.
Richiusa la porta e preso un bel respiro, si voltò, pronto ad andarsene e lasciare quei due a qualunque cosa stessero facendo.
Non riuscì a trattenere un urletto ben poco virile, trovandosi davanti Hibari.
C’era da dire, a sua discolpa, che se Hibari nel passato era spaventoso, quello del futuro era terrificante. E non importava che avesse imparato a parlare quasi come una persona normale. Il modo in cui lo guardava, come se volesse  morderlo a morte, era la cosa che gli metteva più ansia. Si sentiva costantemente scrutato e giudicato e quella sensazione non gli piaceva.
Sentimento che, guarda caso, stava provando anche adesso. Ancora rosso in volto e con gli occhi sgranati, Tsuna non poté far altro che schiacciarsi il più possibile contro il muro, sperando di poter scomparire.
Non si accorse nemmeno, ingenuo com’era, di essersi precluso da solo ogni via di fuga.
Tenendo lo sguardo su di lui, Hibari gli si avvicinò talmente tanto da sfiorargli i capelli con il petto. Tsuna si ritrovò a fissare i bottoni del completo nero, ipnotizzato. Non aveva il coraggio di sollevare lo sguardo. Sentiva che, questa volta, Hibari l’avrebbe morso a morte sul serio.
- Sei sempre stato così basso, Sawada Tsunayoshi?- domandò l’uomo, tenendo la voce bassa.
- Ehhh?- strillò il Decimo, per poi premersi le mani sulla bocca, lanciando un’occhiata preoccupata alla porta accanto a lui.
Le labbra di Hibari si piegarono sardonicamente all’insù.
- Dubito che possano sentirti, in questo momento.-
Tsuna sbatté le palpebre, perplesso, mentre un soffuso rossore sulle guance si sostituiva alla tinta pallida che aveva assunto quando aveva visto Hibari.
- Li- li hai visti anche tu?- s’informò stridulo, arrischiandosi a guardarlo.
Arretrò di scatto, tornando a schiacciarsi al muro, notando come l’altro lo stesse ancora fissando.
- Come sei ingenuo, erbivoro. Lo sapevo da tempo.- replicò Hibari, prendendogli il volto con la mano e sollevandoglielo.
Tsuna si ritrovò a guardarlo negli occhi, senza via di scampo.
Deglutì, mentre nella sua testa, sorprendentemente, ogni cosa andava al suo posto.
- Vu-vuoi dire che anche in questo tempo Gokudera e Yamamoto… ?- realizzò il ragazzino, mentre il volto virava ad un intenso color peperone.
Hibari sollevò un angolo della bocca, ma non rispose. Invece, si chinò su di lui.
- Non sai molte più cose di quanto credi su quest'epoca, Tsunayoshi.- soffiò la Nuvola al suo orecchio. Poi, prendendogli le mani e bloccandogliele sopra la testa, lo spinse contro il muro e lo baciò.
Non fu un bacio timido e leggero, come quello tra Yamamoto e Gokudera. Hibari si impossessò della sua bocca, vi affondò la lingua e lo lasciò senza respiro.
Tsuna spalancò gli occhi e rimase inerme sotto l’assalto del guardiano.  Quello era il suo primo bacio.
Quando Hibari si allontanò, si ritrovò tremante e senza fiato. Sarebbe scivolato per terra, se l’uomo non avesse mantenuto salda la  presa sulle sue mani.
Hibari sbuffò piano.
- Probabilmente non avrei dovuto farlo. Pare che sia ancora troppo presto per te, Tsunayoshi.- decretò. Gli lasciò le mani e, senza degnarlo di un’ulteriore occhiata, si allontanò lungo il corridoio.
Tsuna scivolò a terra. Si portò una mano alle labbra, mentre il battito accelerato del cuore gli rimbombava nelle orecchie.
- Oh mio dio!- gemette, sconvolto.
Significa che anche io e Hibari in questo tempo…. ?
   
 
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