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Autore: MillyMalfoy    27/11/2008    1 recensioni
“Ma tu saresti?” le chiese. “Hinata, la maestra di Minaku!”rispose lei timida come al suo solito, ma lui le afferrò la mano e la scosse energicamente. “Piacere io sono Naruto..” incominciò a dire lui, ma Hinata lo interruppe In un asilo due anime sole, ma complementari s'incontrano, ma per imparare ad amare ci vorranno i colori giusti. Scritta per celebrare la giornata di oggi, per rendere onore al NaruHina Day! NaruHina is love! Pubblicato l'ultimo capitolo!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Le déjeuner sur l'herbe. Eduard Manet

 

 

 

Ogni giorno era sempre diverso, ma al contempo uguale.

Come ogni sera, a scuola, il rituale era sempre il medesimo.

Il sonnellino pomeridiano, la merenda, il gioco e infine l’atteso arrivo dei padri e delle madri per un frettoloso saluto per quelle maestre, che si sarebbero incontrate, di nuovo, il mattino seguente.

Un rapido bacio, un disegno non ancora terminato, un ultima risata, e poi via di corsa fuori dalla porta, dell’aula, giù per le scale e infine fuori dal cancello: libertà.

Così ogni sera, così anche quel giorno.

Minaku aveva incominciato a inserirsi e al momento l’aiuto di Hinata, sembrava più superfluo di quanto non fosse in realtà.

Minaku aveva finalmente deciso di accettare alcune delle regole stabilite dalla sue insegnati, mentre stava ancora  lavorando su un'altra serie di doveri che non riuscivano a vincerlo e convincerlo pienamente.

Hinata sempre presente, al suo fianco, con una pazienza infinita e una dedizione speciale.

Quel bambino le era entrato nel cuore, le aveva rapito una parte di anima, che ora teneva in ostaggio.

I sorrisi sinceri che riusciva a offrirle erano la più grande ricompensa per quella ragazza solitamente taciturna e vergognosamente timida.

I capricci di Minaku riuscivano sempre a stimolarla e divertirla, le maestre della classe di Minaku erano piuttosto stupite dalla passione che Hinata metteva nel suo lavoro.

Non si fermava mai, era sempre attenta alle esigenze dei bambini.

Ino, l’avvenente maestra bionda, era venuta a trovare la sua collega, o meglio la sua migliore amica Sakura.

La scuola stava per chiudere, erano rimasti solo pochi alunni: Minaku, come al solito, e altre due bambine.

Ino seduta su di un tavolo, le lunghe gambe accavallate, fasciate da un paio di aderenti pantaloni neri, alti stivali, un’alta coda bionda, con un ciuffo che le copriva gli azzurri occhi da cerbiatta, un leggero trucco sul volto. Intenta a parlare con Sakura, che a sua volta era impegnata a riassettare la scrivania, senza mai perdere di vista le due bambine rimaste.

“Sakura, sta arrivando Sasuke che ci prenderà e ci porterà da Shika, poi andremo tutti alla festa di Sai, ci meritiamo un po’ di relax, abbiamo lavorato tutta la settimana, e oggi è venerdì!” esclamò Ino.

“Sì, ma tu sai che Sasuke non ama per nulla le feste, bisogna che chieda a lui se ne ha voglia…” cercò di giustificarsi Sakura.

“Spiegami perché ti sei dovuta scegliere un fidanzato così noioso e serio! Sakura siamo belle e giovani dovremmo essere là fuori: a vivere!” concluse  teatralmente Ino.

Appena le parole della bionda insegnante si persero nel vento entrò dalla porta un ragazzo, snello e muscoloso. I capelli neri lisci, ordinatamente pettinati, una pelle bianca e due occhi profondi e neri, affascinante e misterioso. Una maschera imperscrutabile gli copriva il volto.

“Hinata questo è Sasuke!” disse Sakura sorridente rivolta alla nuova collega, al momento seduta vicino a Minaku, intento a disegnare.

“Piacere” disse Hinata alzandosi in piedi e stringendogli la mano, lui ricambiò con un lieve cenno del capo.

Hinata ritornò a sedersi e a focalizzare la sua attenzione su Minaku, ma ammise che fu piacevole finalmente poter associare un volto al tanto citato ragazzo di Sakura.

Un sorriso le era nato sul volto, grazie a quei pensieri.

“Hinata ho finito il mio disegno lo vuoi vedere?” le chiese Minaku.

Hinata rispose: “Certamente!”.

Minaku orgoglioso del suo capolavoro sollevò il foglio e le mostrò tre personaggi sorridenti, seduti su di un prato verde, due adulti e un bambino biondo. “Questo sono io” incominciò a spiegare Minaku indicandosi.

“Siamo a fare un picnic in un prato” continuò indicando questa volta un abbozzo di cestino per la merenda.

“Questi sono Naruto e Sakura, che si amano, e sono il mio papà e la mia mamma”.

Morì rapidamente il sorriso sul volto di Hinata, lo stomacò si ribellò e incominciò a dolerle, la testa leggera e gli occhi deboli. Continuava a fissare la chioma rosa della collega e quella bionda di Naruto nel disegno e non capiva perché una semplice constatazione come quella di Minaku l’avesse così tanto sconvolta.

“Vado in bagno” disse alle sue colleghe ad alta voce, e alzatasi rapidamente uscì dalla stanza senza nemmeno aspettare la risposta.

Minaku confuso allora cercò un minimo conforto da Sasuke, che si trovava alle sue spalle, lo sguardo fermo sul disegno del bambino.

“Che cosa è successo a Hinata?” chiese ansioso Minaku, Sasuke allora si avvicinò e prese posto goffamente sulla piccola sedia affianco al bambino, per poi afferrare il disegno abbandonato sul tavolo.

“Sta bene! Se fossi in te mi preoccuperei di più di ciò che disegni” disse il ragazzo con i capelli corvini, mentre stritolava fra le mani il disegno del bambino.

Ino distratta dalle sue unghie e Sakura impegnata a conversare con una delle madri delle due bambine rimaste, non notarono lo scambio che si stava verificando a pochi passi da loro.

“Sakura è mia! Quello sfigato di Naruto può scordarsela, non gli è nemmeno concesso sognarla” concluse Sasuke prima di lanciare sul tavolo, davanti ad un bambino paralizzato, le macerie di un foglio oramai accartocciato e distrutto.

 

“Hinata” disse Naruto appena entrato dall’ingresso della scuola, riconoscendo la maestra di Minaku dalle spalle. I lunghi capelli neri che le accarezzavano la schiena, morbidi, luminosi e lisci fino in fondo, dove si formavano armoniosi boccoli.

Lei si girò e riconobbe il ragazzo che l’aveva turbata così tanto pochi minuti prima. Divenne rossa, e ancora una volta quella sera si trovò a interrogarsi sul perché di quelle reazioni così evidenti e impulsive.

Così estranee a lei.

“Salve” rispose lei cercando di riconquistare il suo contegno, in fin dei conti era sempre un insegnante, e quello era sempre lavoro, solo e semplicemente lavoro. Lui le sorrise e lei sentì le gambe cederle, ma era solo lavoro, continuava a ripetersi.

“Puoi darmi anche del tu!” esclamò Naruto, raggiungendola. 

Insieme incominciarono a camminare verso l’aula.

“Ok. Ciao come va?” ritentò lei, le sue guance oltremodo rosse dalla vergogna e da una sensazione di calore che non riusciva a distinguere.

“Come sta Minaku?” chiese Naruto.

Finalmente un argomento di cui Hinata poteva parlare senza timore o remore.

“Bene, credo che sia davvero migliorato, credo che stia davvero incominciando a inserirsi e diventa ogni giorno più autonomo e sicuro di sé” spiegò lei, gli occhi illuminati dalla passione per quel bambino.

Varcarono la porta dell’aula e Minaku di scatto si sollevò dalla sedia e corse fra le braccia di Hinata, in lacrime, disperato.

Sakura si girò e incontrò lo sguardo interrogativo di Hinata, ma la ragazza dai capelli rosa, non poté che alzare le spalle.

“Non mi lasciare mai più!” continuava a ripetere Minaku tra le lacrime.

“Non ti preoccupare, io non me ne andrò da nessuna parte” rispondeva lei dolcemente.

Naruto pietrificato dalla sorpresa e dallo stupore. Minaku era un bambino meraviglioso, ma pieno di problemi.

Timido e restio a parlare con altre persone che non conoscesse da sempre, così difficile da consolare quando i suoi attacchi di panico lo coglievano, così irrequieto e irragionevole da diventare perfino ingestibile, eppure quella ragazza così timorosa era riuscita a conquistare la sua fiducia e la sua confidenza. Qualche minuto fra le braccia di quella ragazza così riservata era bastato a Minaku per riacquistare la calma e il sorriso che lo accompagnava solitamente.

Fu così che quella sera Naruto tentando di addormentarsi pensò a quella curiosa maestra, a quella ragazza così dolce e dal sorriso così innocente, dagli occhi così particolari, così graziosa e gentile, e infine entrata così prepotentemente nella sua vita, e in quella di Minaku.

 

 

 

Note:

 

Nella storia non viene specificato, ma credo che sia doveroso aggiungerlo. Sasuke conosce Naruto, ma non sono di certo migliori amici. Quindi quando parla con Minaku si riferisce a Naruto con cognizione di causa, ma nulla più!

Spero di non aver rovinato troppo il povero Sasuke che mi serviva da espediente!

 

Commenti:

 

Ayumi: Ecco qui il secondo capitolo!! Le parole sono tutte vere e sentite! Poi oggi sarà un lungo giorno di lavoro, ma non vedo il momento di potermi godere con calma tutte le vostre bellissime storie e leggerle!!

Ti piace anche questo di quadro? Ammetto che sto facendo fatica a trovare sempre un quadro attinente!

 

Yumi-chan: Hai sicuramente saputo rendere onore a questa coppia, loro si amano tanto e a noi non resta molto più che un piacevole divertimento nel descrivere la perfezione dei loro sentimenti.

 

Star soul: mi raccomando leggi la storia fino in fondo, che oggi sarà un grande NaruHina day!!

 

Evechan: Ecco qui il seguito! Accontenta:D!

 

Stezzietta: Hinata è sempre dolcissima e io l’adoro proprio per questo!!

 

 

 

 

  
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