Cap.1 Il bacio di Gary
“È da un
po’ che non c’incontriamo”
sussurrò Ash. Era
sdraiato sull’erba con braccia e gambe aperte a stella,
l’umidità gli aveva bagnato
i vestiti, il sudore gli scendeva lungo la pelle pallida, ed ansimava.
Pikachù era addormentato,
riverso su un fianco, e dimenava
la coda a forma di fulmine nel sonno.
“Pika… Pika…” mugolava.
Gary era seduto davanti
all’altro ragazzo e si stava
agganciando delle sfere poké alla cintola.
“Ed ancora vinco io” gli fece notare.
Ash sospirò, socchiudendo
gli occhi.
“Non è una novità, Oak”
brontolò.
Gary si passò le mani tra
le ciocche di capelli castani larghe
tre dita ed espirò dalle narici.
“Devo essere all’altezza del grande ricercatore, lo
sai” ribatté. Un rivolo di
sudore gli scese lungo il collo e guardò Umbreon riposare
steso accanto al topo
elettrico.
“E poi non è colpa mia se non fai mai evolvere i
tuoi Pokemon, ma li abbandoni
per strada” borbottò.
Ash si alzò seduto ed
incrociò le braccia.
“Non li abbandono, li libero” borbottò.
Gary ghignò mostrando i
denti candidi e piegò di lato il
capo.
“Sì. Tu li liberi e poi io li riprendo.
Ultimamente ho collezionato tutti i
tuoi primi Pokemon” sibilò.
Ash si abbassò il
cappellino da baseball premendo la visiera
ed il suo viso divenne in ombra.
“Scommetto che questo non ti ha impedito di collezionare
anche ragazze nel
frattempo” ringhiò.
Gary si leccò le labbra,
mise le mani sul manto erboso e
alzò il capo. Osservò una nuvola candida
sfrecciare lungo il cielo azzurro.
“Non è colpa mia se tu ti sei lasciato sfuggire
quella bella sirena di Misty.
In ogni caso, sono stufo delle ragazze da parecchio. Di solito sono
facili,
noiose ed oche. Le brave ragazze si stancano presto di quelli come me e
mi
restano solo le altre” spiegò Gary.
Ash incrociò le gambe e
guardò l’altro giovane sedersi
accanto a lui.
“Cosa pensi di fare? Non mi direi che ti darai alla
zoofilia” ribatté.
Gary sfilò il cappellino
ad Ash e
lo lasciò cadere per
terra. Le iridi nere con riflessi castani del giovane più
grande incontrarono
quelle nere screziate di rosso di Ash.
“Potrei rubarti la sirena. L’ultima volta che sono
stato alla sua palestra le
ho rubato un bacio”. Lo punzecchiò Gary.
Ash digrignò i denti e
strinse i pugni, conficcò le unghie
nella carne lasciando dei segni pallidi a forma di mezzaluna.
“In fondo tu non fai altro che cambiare compagna di giochi.
Sono rimasto a
quella sciocchina di Vera…”. Proseguì
acido Gary.
Ash gli saltò addosso e lo
sbatté per terra, premendo sul
suo corpo steso con il proprio.
“Non hai il diritto” sibilò.
“Giusto, come abbandoni i Pokemon abbandoni anche gli amici.
Brook lo lasci e
lo riprendi come uno yo-yo” ribatté Gary. Le sue
iridi divennero liquide ed il
suo respiro divenne affannoso come quello dell’altro.
“Credevo fossi cambiato, ma a quanto pare mettere un camice
bianco non fa di te
un’altra persona” sibilò Ash.
Digrignò i denti e gli strinse le spalle con
forza fino ad arrossargliele.
“Forse perché tu non hai capito mai niente di me,
Ash” mormorò Gary con voce
roca.
“Cosa devo capire? Sei sempre stato meglio di me. Ed in
questa mia avventura
non fai altro che rinfacciarmelo?! È così da
quando eravamo bambini!” gli gridò
in faccia.
Gary si leccò le labbra e
chiuse gli occhi, cercando di
regolare respiro e battito cardiaco, entrambi accelerati.
“No, sin da quando eravamo bambini volevo catturare la tua
attenzione. Pensavo
che facendo il gradasso mi avresti considerato. Anche solo come un
rivale o uno
sciocco fighetto, ma mi avresti considerato”
ribatté.
Ash inarcò un
sopracciglio, guardando l’altro riaprire gli
occhi.
“Considerato?” chiese. Gli occhi dei due giovani di
Pallet s’incontrarono di
nuovo.
“Sei proprio un baka,
Ash” ribatté
Gary. Afferrò per i capelli il giovane moro, gli
avvicinò il viso e lo baciò,
premendo le proprie labbra su quello dell’altro fino ad
arrossargliele.
Ash sgranò gli occhi,
socchiuse la bocca con un mugolio e
impallidì.
Gary gl’infilò
la lingua in bocca, accarezzando con la
propria quella dell’altro, e avvertì un calore al
basso ventre.
Ash si staccò, lo
lasciò andare e indietreggiò lungo il prato,
strofinando gambe e glutei sull’erba.
“Sei dell’altra sponda?”
domandò con voce tremante.
Gary si mise la mano sul volto e
singhiozzò, ansimando.
“Ti prego, non cominciare”
implorò.
Ash
si portò la mano alle labbra,
avvampando e deglutì a vuoto.
< Non so se sia peggio quello o il fatto che non mi è
dispiaciuto >
rifletté.