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Autore: Kilian_Softballer_Ro    28/01/2015    5 recensioni
Silver è un impacciato cameriere di tavola calda, con un fratello da mantenere e una storia non proprio allegra alle spalle.
Blaze è la tranquilla figlia di due ricchi imprenditori, forse un po' viziata ma in fondo di buon cuore.
Sembrano appartenere a due mondi diversi. Ma cosa succede se questi due mondi non solo si incontrano,ma si scontrano e si intrecciano? E se tutto ciò accade fra le mura di un luogo all'apparenza tranquillissimo come il South's Diner?
Questo resta tutto da scoprire.
(AU, Human!Verse, presenza di OC e probabilmente di personaggi OOC)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Silver the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Metal city, ovviamente, non aveva un aeroporto, perciò Amy e Rouge l’avrebbero raggiunta in treno. Blaze andò ad aspettarle alla stazione pochi giorni dopo la colazione al Diner. Il treno, naturalmente, era in ritardo. Era di nuovo una giornata terribilmente afosa, e lei era già sul punto di lasciare le sue amiche al loro destino per andare a rifugiarsi in qualche bar quando finalmente la locomotiva apparve da dietro una curva. A quel punto era troppo in fibrillazione per anche solo pensare di vedere le ragazze un minuto più tardi.
Quasi non riuscirono ad aspettare che il treno si fermasse. Amy e Rouge furono le prime a scendere, cariche di valigie, e le tre si saltarono praticamente addosso, stringendosi in un caotico abbraccio. Poi iniziarono a parlare tutte insieme, ridendo, mentre si dirigevano verso la macchina. Blaze non riusciva quasi a credere che fosse arrivato il momento, ma così era. Le sue migliori amiche erano lì.
Caricarono le valigie nel bagagliaio e salirono, Blaze al volante con Rouge al fianco e Amy sdraiata sui sedili posteriori. Rouge allungò le lunghe  gambe sul cruscotto, abbassò la capotte e si sciolse i capelli con un sospiro soddisfatto. – Un po’ di libertà. Hai presente tutte quelle ore di viaggio con Amy? Un incubo.
- Ha parlato la donna che ci provava col controllore.
- Era un gran bell’uomo.
- Gli hai palpato il sedere, Rouge.
Blaze sorrise. – Davvero? E com’era?
Le due si lanciarono in un disordinato resoconto del loro epico viaggio. Nonostante fossero diversissime, si intendevano a meraviglia. La formosa e statuaria Rouge, con i suoi capelli chiarissimi e gli occhi verde mare, sembrava venire da tutt’altro pianeta rispetto ad Amy, piccolina, con gli occhi più scuri e i capelli rosa come il novanta per cento dei suoi vestiti. Eppure andavano molto d’accordo, stuzzicature varie a parte. E Blaze voleva bene a entrambe.
Attraversarono la città senza preoccuparsi di passare inosservate. Rouge salutava tutti gli uomini che incrociavano e Amy commentava ogni cosa che vedeva, soprattutto l’apparente assenza di vita nelle strade. Tuttavia, quando arrivarono a casa, l’eccitazione stava già svanendo e la stanchezza del viaggio cominciava a farsi sentire. Per il resto della giornata non riuscirono a fare altro che disfare le valigie e scambiarsi qualche blanda battuta. Solo quella notte, quando nessun orecchio indiscreto poteva sentirli e potevano stare comodamente sdraiate, si lasciarono andare a raccontare tutto ciò che era successo nel periodo in cui erano rimaste separate.
- Novità? Ragazzi? – Amy pescò una patatina dalla ciotola sul pavimento. – Sveltine?
- Nah, niente. – Blaze sedeva a gambe incrociate sul letto, mentre Rouge le spazzolava i capelli.
- Sicura? In un posto così sperduto, non so quanti altri divertimenti ci siano....
- Oh, taci. Non siamo così disperati, qui. Ho avuto la vita sessuale di una suora.- Era totalmente convinta di ciò che stava dicendo. Non toccava un ragazzo da settimane. Eppure c’era una piccola parte di sè...una briciola, niente di più, che la faceva sentire come se stesse dicendo una bugia. Ridicolo. – E voi?
- Rouge ha saltellato da un letto all’altro come al solito.
- E tu non sei stata da meno, eh?
- Oh, insomma – Blaze fece un mezzo sorriso. – Quanti cuori avete spezzato?
Amy fece un gesto noncurante con la mano. – Solo qualcuno.
Andava sempre così. Da quando avevano iniziato a vivere insieme al campus, le loro serate erano sempre passate in modo simile, in mezzo a racconti di vite amorose e di ore di lezione. Ora era prevedibile che non avrebbero trascorso le notti in modo diverso, solo con meno preoccupazioni riguardo a esami e professori intransigenti. Il ritorno all’università era lontano.
Parlarono per ore, cercando di soffocare le risate, finché non caddero addormentate l’una addosso all’altra a notte fonda. Prima di assopirsi, Blaze decise che era soddisfatta.
Quella vacanza era iniziata davvero per il meglio.
 
I giorni successivi furono movimentatissimi.
Le tre ragazze sembravano voler recuperare il tempo perduto nel resto dell’estate. Non restarono ferme un attimo. Nuotarono nella piscina nel giardino di Blaze. Girarono il centro di Metal city fino allo sfinimento. Raggiunsero la città vicina per fare shopping. Iniziarono anche a progettare una festa, allo scopo di far conoscere alle due “straniere” i coetanei locali. E alla sera parlavano ancora per ore e ore, ricordando momenti assurdi e facendo progetti per i giorni successivi.  Non si stancavano mai.
Ma trascorrevano i pasti sempre a casa, o in qualche ristorante di lusso se avevano intenzione di restare fuori anche dopo. Era una routine a cui Blaze non era più abituata. Non che non fosse piacevole, anzi. Ma voleva mostrare alle sue amiche qualche possibilità diversa.
Perciò, verso la fine della settimana, le convinse entrambe a pranzare al South’s Diner.
Le piaceva un sacco quel posto. Si respirava un’aria...di casa. E il cibo era superlativo. A casa loro potevano permettersi fior di chef e di cameriere,ma l’ambiente, di solito, era troppo rigido per essere piacevole. Anche se c’erano Amy e Rouge a fare rumore.
Le due avevano fatto un po’ di resistenza quando seppero che voleva mostrare loro un posto nuovo. – Si mangia bene,almeno? – Aveva storto il naso Amy.
- Benissimo. E – aveva aggiunto la loro ospite, con un pizzico di malizia – è pieno di bei ragazzi.
Conosceva i suoi polli, e infatti quella frase riuscì a vincere ogni protesta e a trascinarle tutte al South.
In effetti, c’erano due ragazzi nel locale quando entrarono, più Silver, ovviamente: uno con i capelli scuri e l’altro con una massa di lunghi capelli rossi, entrambi seduti da soli. Blaze si distrasse a salutare Tikal dietro il bancone, ma riuscì a sentire chiaramente Amy e Rouge bisbigliare.
- Rosso o bruno?
- Rosso, rosso.
Intendevano i ragazzi, naturalmente. Avevano puntato la preda. Come al solito. Cercando di far finta di niente, la ragazza accennò ai tavoli. – Dove ci sediamo?
Senza esitazione, Rouge si diresse verso il tavolo dove era seduto lo sconosciuto coi capelli rossi e gli rivolse un sorriso smagliante. – Sono liberi questi posti?
- Uh? – Lui la guardò, anzi di fatto la misurò da capo a piedi con un’occhiata prima di rispondere con una smorfia perplessa. - ...sì?
- Perfetto. – La ragazza si sedette accanto a lui, accavallando le lunghe gambe e facendo cenno alle altre due di raggiungerla. Blaze guardò Amy, che alzò le spalle con un sorriso e si avvicinò al tavolo. Lei si affrettò a seguirla.
- A proposito, io sono Rouge. Vengo da fuori città.- Sentì dire mentre si sedeva accanto a Amy sulla panca opposta. Da vicino il tizio le sembrava familiare: probabilmente lo aveva già incrociato lì dentro.– Loro sono Amy, una mia concittadina, e Blaze, un’indigena.
- Sì, lei l’ho già vista. – La risposta del ragazzo fu poco più di un grugnito, ma non riusciva a distogliere a lungo gli occhi da Rouge, e la ragazza se n’era accorta, perché pronunciò la frase successiva con voce più bassa, languida,che non lasciava alcun dubbio sulle sue intenzioni.
- E tu invece? Come ti chiami? – Blaze cercò di nascondere un sorriso. Per la sua  amica flirtare era come respirare, non se ne rendeva neanche conto. Ora aveva un largo sorriso sul volto e si chinava verso il malcapitato come se la risposta fosse fondamentale per la sua vita. In aggiunta a tutto quel giorno, come tutti i giorni in fondo, si era vestita con abiti che lasciavano poco spazio all’immaginazione. Ecco, quando Blaze diceva che lei era la più sobria del trio non scherzava. Amy flirtava con gran piacere, ma davanti a Rouge non resisteva nessuno, maschi o femmine non faceva differenza.
E di solito era un grande spasso da guardare.
 
- Adesso le tiro un vassoio in faccia – ringhiò Tikal. Silver spostò istintivamente il vassoio di piatti sporchi che aveva in mano fuori dalla sua portata. Non era proprio tranquillo. L’espressione che la sua amica aveva non gli piaceva affatto.
Non che avesse tutti i torti, però. Avevano visto entrambi Blaze entrare insieme alle sue amiche e si erano preparati a fare conoscenza, sperando che fossero simpatiche come lei. Di sicuro non si erano aspettati di vedere una delle ragazze sconosciute provarci con Knuckles dopo un minuto scarso.
- E quello là le da anche corda. Dio santo. Stasera finisce male – sibilò la ragazza. Silver si affrettò a sparire in cucina. Tikal poteva sembrare inoffensiva, con la statura minuta e il visino calmo, ma quando si arrabbiava poteva essere davvero pericolosa. Abbandonò i piatti dove il lavapiatti/sguattero/tuttofare (non aveva ancora capito bene quale fosse il suo vero lavoro lì) potesse recuperarli e ritornò in sala carico di piatti pieni. Se conosceva i suoi polli, non voleva mettersi in mezzo. Rischiava di rimetterci qualche arto.
Comunque, passando,riuscì ad attirare lo sguardo di Knuckles e a lanciargli un messaggio molto chiaro, prima indicando Tikal e poi passandosi il dito sotto la gola.
Doveva essere stato abbastanza esplicito, perché il ragazzo spalancò gli occhi e si voltò a guardare dietro il bancone. Dopodiché probabilmente l’espressione di Tikal fu sufficiente a farlo a alzare di scatto e rifugiare nel bagno con poche parole di scuse, incurante delle proteste della bellezza seduta al suo fianco. Silver riprese il suo lavoro con più calma. Aveva fatto il suo dovere, ora li avrebbe lasciati a sbrigarsela da soli.
Quando fu libero, ritornò al tavolo delle tre ragazze e esibì il suo sorriso più smagliante, come se niente fosse successo e Blaze non fosse esattamente lì davanti a turbarlo. – Salve, posso aiutarvi?
- Ciao, Silver – rispose proprio Blaze, sorridendo a sua volta – loro sono Amy e Rouge, le mie amiche di cui ti parlavo.
- Benvenute a Metal City. Resterete qui a lungo?
- Quasi tutta l’estate, credo – replicò la ragazza in rosa, Amy.
- Allora è meglio che abbiate la migliore impressione possibile. Cosa vi porto?
- Qual è il piatto del giorno? – Chiese Blaze.
- Enchiladas di pollo appena fatte.
- Allora vai con quelle, mi fido di te.
Queste ultime parole bastarono a farlo arrossire fino alla punta delle orecchie. – Arrivano subito, signore – balbettò e volò in cucina con l’ordine, i problemi di Tikal e Knuckles improvvisamente lontani chilometri dalla sua mente.
 
- Un bel posto – commentò Rouge guardando Silver allontanarsi.
- Già – assentì Amy – però non vi sembra un po’...rustico? Dozzinale?
- Si mangia in modo divino. Aspetta e vedrai.
- Speriamo. Ma come ci sei finita qui? Non sembra un locale che frequenteresti.
- Beh...è stato un caso – rispose Blaze, vaga. – Un caso fortunato.
- Almeno su una cosa avevi ragione: i ragazzi sono tutti carini. Anche il cameriere.
- Quanto sei monotona...- La ragazza dai capelli viola scoppiò a ridere. Però, in effetti, pensò. Non ci aveva dato molto peso, ma Silver non era affatto male, a guardarlo. Proprio per niente. Di sicuro meglio di quel tizio che Rouge aveva messo in fuga. – Cambiamo argomento,su. Non dovevamo organizzare una festa,mentre eravamo qui?
Si misero al lavoro allegramente, elencando tutto ciò che si sarebbero dovute procurare e lasciando che Blaze facesse una lista di persone all’incirca della loro età da poter invitare. Non parlarono più di ragazzi. Almeno finché Silver non tornò da loro con tre piatti colmi di enchiladas, perché in quel momento Rouge si piegò verso Blaze e facendole l’occhiolino bisbigliò – Dimmi che quando avremo organizzato tutto verrai in questo posto e inviterai tutti i bei maschietti presenti in quel momento.
L’altra ragazza alzò gli occhi al cielo. Erano davvero incorreggibili.
 
Eeeeeeeeeee sono ancora qui!
Ebbene sì. Con calma, ma ritorno sempre. Come la peste.
Godetevi i miei deliri e se vi piacciono, recensite. Ave, gente.
^Ro
PS Una domanda, ma solo qui dove abito io si sta facendo una settimana dedicata solo ai recuperi a scuola (che è esattamente il motivo per cui sono riuscita a finire il capitolo)? Oppure anche nel resto d'Italia? E' un mistero.
 
  
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