Bleeding
love
Capitolo
-10-
*
Anya..stai tremando* Mi sussurrò Ville all’
orecchio
tenendomi più stretta per farmi smettere.
*
Hai paura di cadere?*
*
No, ho paura di non riuscire a reggere tutte queste
emozioni* Ammisi.
*
Vedi il mondo con gli occhi da umana. Ti darei i miei
per farti vedere ciò che non vedi, per riuscire a percepire
ogni singolo segno
di vita in quest’ insieme di natura morta*
Feci
un gran respiro profondo e poi, mi abbandonai alle
sue parole: guardai giù. Tutto era sotto di me: macchine,
strade e persone. Era
difficile riuscire a mantenere la calma stando sul passamano di un
altissimo
grattacielo. Ebbi la stessa sensazione di quando mi portò
sopra alla cima di
quel monte solo che lì, riuscivo a percepire l’
odore della notte.
Si,
quella notte, la stessa in cui affrontai il saggio,
Ville aveva deciso di portarmi lassù.
*
Tu non sei umano. Io adoro questo tuo non esserlo. Perché
non ti fermi all’ apparenza invece di andare sempre in fondo
alle cose? Come
fai a vedere vita in un cumulo di mattone quale questo edificio?*
*
Sarei ancora mortale se lo facessi. Lo hai detto stesso
tu no?. L’ odore di sangue umano è impregnato su
tutte le pareti, sotto ogni
pavimento o mattonella che sia. È da questo che riesco a
percepire la vita.*
*
Tu vuoi farmi capire tutto questo non è così?*
Chiesi.
*
Si*
*
Perché non mi fai diventare come te? Trasformami*.
Sentii il fiato della sua risata ghiacciare il mio collo. Non era
arrabbiato
dalla mia richiesta, anzi, sembrava quasi incuriosito.
*
Tutto al suo tempo amore mio. Voglio solo rassicurarti
che se tu deciderai di amarmi per sempre non ti farò
uccidere dalla vecchiaia o
dalla malattia. Ti porterò per sempre con me,
nell’ eternità. Che tu voglia o
no, noi ci apparterremo e io avrò bisogno di te tanto quanto
tu avrai bisogno
di me. Sta a te dosare il tuo amore.*
*
Nell’ eternità? Ville cos’ è
l’ eternità*
*
L’ eternità è un tempo molto lungo
Anya. È capace di
distruggerti se non riesci a trovare una ragione di vita per la quale
riesci a
sopravvivere nei secoli. Io ho 250 anni. Ho visto scorrermi davanti gli
occhi 2
secoli e mezzo cercando costantemente qualcosa o qualcuno che mi desse
anche
una sola speranza per andare avanti.* Fece una pausa e poi
ricominciò.
*
Ho paura che tu sia troppo fragile per esserlo. Ho
paura di distruggerti prima di diventare immortale.*
*
Ville perché dovresti farlo? In che modo?*
*
Tutto a suo tempo amore mio. Dai principessa ti riporto
a casa. Fra un po’ crolli fra le mie braccia*
*
Che ore sono?* Dissi mentre sbadigliai. Lo feci come se
fosse stato lui a ricordarmi che era dalle 5 della mattina di qual
giorno che zampettavo
da una parte all’ altra del palcoscenico.
*
le 2 e mezza*
*
Io non voglio lasciarti.*
* Voglio passarla
con te questa notte. Voglio proteggerti da qualsiasi incubo che farai e
trasformarli in dei bellissimi sogni*
*
è vero….tu puoi controllare i sogni di tutti*
*
Si posso. Solo per te.*
Mi
prese in braccio a principessa e con un piccolo e
leggiadro balzo ci trovavamo già sulla terrazza di un altro
grattacielo. Ad
ogni passo vidi che ci trovavamo sempre più in bassa quota
fino a quando lo
vidi correre per la strada. In mezzo a tutti non venivamo visti, era
troppo
veloce da essere percepibili all’ occhio umano. Durante la
corsa, io sentivo il
mio corpo completamente attaccato al suo. Non posso negare che non era
una
sensazione molto piacevole: anche se il vampiro era totalmente vestito
percepivo il freddo della sua pelle entrare nella mia mentre
quest’ ultima, era
incapace di trasmettergli calore e colore.
Non
mi sentivo inferiore ma completamente posseduta da
lui.
Il
viaggio durò pochissimo. In cinque minuti circa
avevamo percorso una distanza pari ad un viaggio di 2 ore da una
città della
quale non conobbi nemmeno il nome. Avremmo dormito insieme quella notte
e come
lui mi diceva ci saremmo appartenuti.
Io ero lui e lui
era me
Alzò
con una mano la finestra mentre con l’ altra mi
teneva stretta a lui. Mi fece entrare per prima e rispetto ai suoi
movimenti
angelici, mi ero dimostrata goffa e incapace. Bene o male, riuscii a
mettere i
piedi sul pavimento. La camera era molto calda, i letti ancora intatti
e
nessuna traccia delle mie due compagnie di stanza. Sapevo che Erika e
Marion
era andate a seguire quella specie di corsi notturni di pittura
però, ero molto
preoccupata per loro perché non ero certa che con quei ritmi
sarebbero riuscite
a mantenere il ritmo degli esami. Occupavano sempre gli ultimi posti a
lezione
e che dormissero era evidente. La cosa più strana
è che non consegnavano più
tavole o dipinti e avevano accumulato tantissimi brutti voti cosa che,
da loro,
i professori non si sarebbero mai aspettati. Devo anche ammette
però che la
loro assenza mi avrebbe permesso di passare la notte con Ville.
La
prima, di altre mille.
*
Girati* Ordinai.
* e
perché?*
*
Devo mettere il pigiama avanti!*. Quando ebbi finito di
parlare, lui si presentò davanti a me. Mi guardava con occhi
strani e riuscii a
percepire che erano pieni di desiderio verso di me.
*
Posso…?* Chiese piano. Sempre con la sua lenta, solita,
ma sempre piacevole voce sensuale. Io non gli risposi. Certe cose non
hanno
bisogno di risposte ma solo di gesti o di sguardi. Presi le sue fredde
mani e
le poggiai fragilmente sui miei fianchi. Lui fece il resto: mi
sfilò la
maglietta con estrema facilità. Non ero nuda, ma indossavo
una canotta di seta
e pizzo. Spesso non indossavo quel tipo di biancheria ma,
chissà perché, la
buon anima di Erika mi aveva convinto a metterla proprio quella sera.
Eravamo
nuovamente nel vortice dell’ amore dove tutto il resto era
soltanto un piccolo
particolare, la scenografia dove recitavano i due attori principali.
Non mi tolse altro. Era gia a letto aspettandomi.