Capitolo 3
Nel
frattempo, Raku è al
lavoro in cucina, ma mentre prepara, anche lui non può fare
a meno
di pensare agli avvenimenti di quella mattina chiedendosi come possa
quella ragazza essere tanto dolce in certi momenti e aggressiva in
altri.
Con un sospiro e un
inspiegabile brivido, rivive l'attimo in cui le ha impedito di cadere
per la seconda volta in poco tempo.
Quando lei si è girata
stupita e l'ha guardato negli occhi, nonostante la paura di prenderle
come al solito, il suo cuore ha mancato un battito mentre il suo
sguardo e la sua mente si perdevano in quelle iridi azzurre.
“No.
Cosa vado a pensare?
Io amo solo Onodera, giusto? Non posso comportarmi così con
Chitoge.
Dopotutto, lei è solo la mia falsa fidanzata, e non ha nulla
di
dolce e femminile. E io cerco questo in una ragazza. Chitoge
invece... Beh, anche un gorilla avrebbe più grazia di lei!
Quello
che è successo prima dipende solo dal fatto che comunque
è molto
carina, e se è riuscita a farmi quell'effetto, è
solo perché si è
avvicinata troppo, ecco” si dice deciso, anche se sa
benissimo che
in realtà non la pensa esattamente così.
Perché certo, Chitoge è
l'opposto di Onodera, ma persino la bionda a volte sa essere dolce e
gentile, oltre che di una tenerezza e fragilità incredibili.
Quando
è spaventata per qualcosa, e anche adesso che è
malata infatti, fa
solo venir voglia di stringerla forte a sé per consolarla e
proteggerla.
Resosi conto di quel
pensiero semplicemente assurdo, il ragazzo sta per lanciarsi contro
il muro per prenderlo a testate urlando come un pazzo, quando uno
strano odore lo riporta alla realtà.
Si gira quindi verso i
fornelli scoprendo con orrore che si tratta del loro pranzo, e dopo
averlo miracolosamente salvato, lo porta di sopra con un sospiro.
“Chitoge...
è pronto”
annuncia entrando.
Non ricevendo risposta,
appoggia i vassoi e si avvicina al letto scoprendo la ragazza
beatamente addormentata.
Senza nemmeno accorgersene,
trattiene il fiato ammirando estasiato la bionda che al momento, con
quell'espressione così tranquilla e serena, sembra proprio
un
angelo.
Istintivamente, le appoggia
una mano sulla fronte scostandole dal viso i capelli sudati mentre,
con un sorriso intenerito, ascolta il suo respiro lento e regolare,
tutto il contrario del proprio.
A rovinare quel magico
momento è però Chitoge, che svegliatasi
all''improvviso, trovandolo
così vicino, comincia subito a urlare con le guance rosso
fuoco per
l'imbarazzo.
“Cosa
pensavi di fare,
pervertito?! Volevi forse approfittarne come tuo solito?”
grida con
tutto il fiato che ha in gola cercando di colpirlo.
“N-no,
figurati!”
esclama lui spaventato, schivando per miracolo l'ennesimo pugno della
ragazza-gorilla finendo però a gambe all'aria.
Come se non bastasse,
Chitoge, per il troppo slancio, perde l'equilibrio cadendo dal letto
e atterrando tra le sue braccia.
Come era già successo
quando gli uomini di Raku li avevano chiusi nel magazzino di casa
sua, i due giovani si ritrovano con i volti a pochi centimetri l'uno
dall'altro, imbarazzatissimi ma incapaci di muoversi.
Tremando un po', si fissano
negli occhi per un tempo che pare loro infinito, perché a
pensarci
bene, per quale motivo dovrebbero desiderare di cambiare posizione?
Si sta così bene l'uno tra le braccia dell'altra in quello
strano
groviglio di corpi e coperte...
Alla fine, in un improvviso
lampo di lucidità, è Chitoge a rendersi conto
della posizione
equivoca che hanno tenuto fino a quel momento quando una vocina non
richiesta nella sua mente le fa notare che così anche Raku
rischia
di ammalarsi.
“E
tu non vuoi che questo
accada, vero?” le chiede quella maliziosa.
A questo punto, la bionda si
tira su di scatto come se si fosse punta, cercando di allontanare
l'immagine di lei vicina al suo letto intenta a curarlo
dall'influenza standogli accanto come doveva aver fatto da bambina
quando il suo primo amore era rimasto ferito alla fronte per averla
difesa da un cane randagio, permettendo così anche al
ragazzo di
alzarsi.
“Cosa
cercavi di fare
prima?” chiede imbronciata senza neanche guardarlo per
evitare che
si accorga del suo rossore.
Il giovane, che stava ancora
fissando estasiato il suo profilo ora di nuovo decisamente tenero,
finalmente si riscuote.
“N-niente.
Io... volevo
solo... spostarti i capelli dal viso e sentire se la febbre era scesa
almeno un po'” risponde a fatica dandosi dello stupido,
rassegnato
a ricevere, questa volta, il suo micidiale pugno.
Dopo qualche secondo però,
il colpo non è ancora arrivato, e Raku azzarda un'occhiata
in
direzione di Chitoge che è rimasta ferma a fissare il vuoto
con la
stessa espressione dolce e smarrita che aveva quella sera d'estate in
riva al mare.
“Ma
che le prende?” si
chiede confuso, contemplandola meravigliato mentre il suo cuore parte
di nuovo al galoppo.
“Sei
uno stupido. Mi credi
forse una bambina?” dice piano lei, con le guance arrossate
per
l'imbarazzo e quel broncio adorabile sedendosi sul letto mentre gioca
con una ciocca di capelli evitando il suo sguardo.
Vedendola così, il ragazzo
è sempre più in difficoltà e non
riesce a formulare un solo
pensiero coerente.
Certo di avere qualcosa
impigliato in gola, cerca invano di ritrovare il respiro e le parole
che sembrano finiti chissà dove. Deglutisce sudando freddo
mentre
tenta di togliersi dalla mente l'idea di abbracciarla di nuovo.
L'espressione triste e delusa di Onodera si fa strada per un attimo
nei suoi pensieri confusi, ma il suo volto dolce e gentile viene
presto sostituito da quello della bionda, che nel frattempo si
è
accorta del suo sguardo e lo sta fissando a sua volta in un turbine
di emozioni contrastanti. Emozione, rabbia, felicità,
imbarazzo,
paura e confusione. Nella mente lusingata e spaventata della ragazza
c'è di tutto ormai... fuorchè la
capacità di mettere insieme due
parole di senso compiuto!
“Ma
che ha in testa quel
rammollito? Non si accorge di come mi sta fissando, accidenti a
lui?!” pensa alla fine Chitoge, desiderando di alzarsi per
spedirlo
in orbita con un calcio dei suoi, ma qualcosa le impedisce di
comportarsi come al solito di fronte a quell'espressione tutto
sommato così carina evidentemente dovuta a ciò
che ha detto o
fatto.
Il suo volto si apre in un
gran sorriso mentre, imbarazzata ma felice, cambia posizione sul
letto per guardarlo più comodamente godendosi la buffa
espressione
del ragazzo perso chissà dove.
Forse è il risolino che le
è sfuggito suo malgrado, forse il movimento o magari il
lieve
cigolio del letto, ma finalmente il giovane si riscuote sbattendo un
paio di volte le palpebre e balbettando qualche parola di scusa con
il volto rosso fuoco.
Chitoge a quel punto scoppia
a ridere sistemandosi meglio sul letto aumentando se possibile il suo
imbarazzo, ma tutto sommato, per una volta, quel suono cristallino
non lo infastidisce, e anzi, quasi gli dispiace quando lei si ferma.
Per interrompere il silenzio
che si è nuovamente creato, la bionda dice qualcosa sul
pranzo e
Raku, lieto di avere altro a cui pensare, recupera i vassoi e si
siede di nuovo sulla poltroncina accanto al letto per farle compagnia
mentre mangia con gusto le pietanze che le ha preparato.
Angolo
autrice:
Ciao a tutti!
Per vostra fortuna o
sfortuna, sono riuscita ad aggiornare oggi e spero che il capitolo
sia stato di vostro gradimento. Ho idea che questa parte di storia mi
sia venuta più comica che romantica, ma per gli amanti del
fluff ho
comunque in mente delle belle scenette che vedrò di inserire
quanto
prima. :)
Ringrazio intanto Gwendolyn
per aver recensito lo scorso capitolo e Serpeverde1 per aver inserito
la storia tra le preferite (non immaginate quanto mi avete resa
felice!), oltre ovviamente a tutti coloro che sono passati in
silenzio a dare un'occhiata. Fatevi sentire anche voi se volete e
grazie comunque a tutti! :3 <3
Mi sembra di non avere altro
da dire quindi... a domenica (o lunedì al massimo) con il
quarto
capitolo!
Baci & abbracci,
Ellygattina