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Autore: Chesy    30/01/2015    3 recensioni
[...]"Sullo sfondo di una New York mondana e piena di sotterfugi, di club segreti e demoni impazziti, omicidi e brutali lotte, ci saranno anche i sorrisi e gli amori, il dolore e le storie di questi due protagonisti, e di tutti coloro che li circondano.
Perché, nonostante i ruoli capovolti, la storia cambiata e la linea temporale simile, il loro amore sboccerà ugualmente. E loro resteranno esattamente come sono, perché il passato li ha formati e resi ciò che adesso smuove le fondamenta di New York, ribaltando le Leggi e trasgredendo sempre alle regole che, da tempo, mantengono l’equilibrio dei mondi.
Benvenuti nel Mondo capovolto degli Shadowhunters."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ad Ari Youngstairs, perché oltre a scrivere bene, traccia dediche meravigliose.

 
Il dado è tratto: la battaglia sulla nave ha inizio.
Raphael fa la sua comparsa a fianco dei suoi ex-compagni, i Cacciatori: Jace e Clary sono pronti ad affrontare Valentine, con o senza i loro amici. Catarina e Isabelle combattono fianco a fianco, Simon si aggira per la nave alla ricerca di una via d’uscita: una spada gli brilla in mano, ha coraggio negli occhi, ma non è addestrato per combattere i demoni. Magnus si scaglia contro numerosi nemici, pur di raggiungere la propria parabatai: Imogen, dopo aver sacrificato la sua vita per Jace, giace immobile sul ponte, prima vittima di quella maledetta notte.
Ma quando un demone attacca i Cacciatori e i Nascosti finalmente riuniti, tutto diventa incerto e si tinge i sangue: Isabelle e Catarina saranno costrette a lottare assieme per sopravvivere, Clary dovrà scegliere da che parte stare, Magnus e Alec, invece….
 
 DIES IRAE
 
Si chiese quanto si poteva vivere senza respirare. Per un lungo, lunghissimo attimo, il suo cervello pose quella domanda insensata, benché oramai fosse il suo intero corpo a reclamare aria per potersi rimette in moto.
Il problema? Respirare aveva delle conseguenze.

Uno spaso lo costrinse a smettere di riflettere e a reagire, finalmente: come se qualcuno gli avesse dato la scossa, Magnus si mise a sedere e rigurgitò l’acqua che, come un peso opprimente, gl’impediva d’inalare l’aria sporca della città. Solo quando sentì i polmoni e la gola in fiamme, capì perché prima stava facendo quel malsano ragionamento.
Si guardò attorno spaesato, cercano di orientarsi in quell’oscurità densa e fangosa: sotto di se sentiva la consistenza del ferro, e il rumore dell’acqua scrosciava nelle orecchie, il che lo portò a dedurre di trovarsi sull’acqua, in equilibrio precario.

-Finalmente ti sei svegliato.-

Fu un sussurro roco, ma gentile, che lo costrinse a voltarsi per incrociare gli occhi blu di Alec: la sua figura muscolosa, zuppa d’acqua, stava tremando, e i denti bianchi battevano senza controllo.

-Alec.- sembrava che lo vedesse per la prima volta.- Che è successo…?-

Sputò ancora una manciata d’acqua, la lingua come carta vetrata.

-Sei caduto in acqua.- gracchiò.- Ti ho tirato fuori prima che potessi affogare. Come ti senti?-

-Io….-

Forse sarebbe stato meglio farla ad Alec la domanda: era così pallido che la sua pelle sembrava trasparente, e le occhiaie sotto i suoi occhi erano un miscuglio tra il nero e il viola scuro. I capelli, dello stesso colore della notte, erano appiccicati al viso e parevano assottigliarlo ancora di più: le palpebre cedettero e lo Stregone socchiuse gli occhi per un paio di secondi, riaprendoli poi di poco.

Magnus però non disse nulla, cercando freneticamente lo stilo: quando capì che doveva esserselo preso la corrente, provò a ricordare cos’era successo. Dapprima nulla, poi piccole schegge di memoria si ricongiunsero davanti ai suoi occhi, sino a formare un quadro più o meno completo della situazione.
Un’immagine delineava la sua caduta in acqua, i demoni che animavano la nave come spiriti inquieti, Raphael bloccato in quel relitto in procinto di affondare, Catarina che, dietro di lui, chiamava forte il suo nome,….

-E Catarina? Raphael?- si voltò per scrutare l’acqua salmastra alle sue spalle.

-Non lo so.- alzò la testa per guardarlo negli occhi. –Ma penso se la siano cavata. Voi Cacciatori…-

-Devo tornare.- sibilò. –Lei è là, non posso lasciarla.-

-Anche i miei fratelli sono lì, cosa credi?- si passò una mano tra i capelli. –Ma credo di non poter resistere ancora molto… Oltretutto, potresti avere una commozione celebrale e, per come sono messo adesso, non riuscirei a curarti.-

-Sapevo che era una pessima idea.- strinse le dita sulla divisa. –Maledizione….-

-Non è colpa tua, Magnus.- lo Stregone lo fissò da sotto le ciocche bagnate.

- Non ho detto questo.- soffiò lui, voltandosi nuovamente.

Alec sembrò ferito da quelle parole, e si strinse ancora di più alla ricerca di calore.

-Scusami.- gli occhi brillarono alla luce delle stelle. –Tu sei, probabilmente, l’unico che non centra nulla in tutto questo.-

-Ti sbagli, forse sono coinvolto anche più di te, per via di Jace….-

-Ovviamente.- tutto, nel suo atteggiamento, esprimeva un misto di rabbia e irritazione.

-Magnus, ne abbiamo già parlato….-

-Questo non è esatto.-

-Secondo te faccio tutto questo solo per lui?- ora la sua voce era chiara, decisa. –Davvero la pensi così?-

Ci fu un attimo di silenzio, in cui Magnus rimase a fissare Alec, immobile come una statua: avrebbe voluto rispondergli, ma qualcosa glielo impediva. Le iridi del Cacciatore si posarono sull’uomo che gli stava davanti, la voce immobile e poco collaborativa: sentiva come una….resistenza tra loro, soprattutto quando s’inoltravano in certi discorsi. C’era attrazione, c’era calore e, per l’Angelo, quello Stregone lo faceva sentire eccitato come un bambino la vigilia di Natale, ma….

….Magnus lo metteva sempre in difficoltà. Ogni volta che provava a parlare, restando calmo, in lui s’innescavano mille emozioni e non riusciva a controllarsi: quando quegli occhi di giada si posavano su di lui, i nervi prendevano fuoco e ogni pensiero negativo spariva nel nulla. Ma c’era quella bolla, quel peso triste e pieno di rammarico, che gli pesava sul cuore e che, ogni volta, sembrava impedirgli di dar vita a pensieri sinceri o significativi per entrambi.
Aveva 400 anni, maledizione. Come poteva comportarsi come un diciottenne impacciato?

-Devo tornare sulla nave.- disse in fine, forse più per orgoglio che per altro.

-Ti aiuterei volentieri.- non era ironico, solo tanto stanco. –Ma non ci riesco: eliminare gli incantesimi difensivi dalla nave ha portato via un sacco di energia. Oltretutto, quando ti ho trovato e ripescato dall’East River, ho fatto un incantesimo al pick-up per non farlo affondare qualora avessi perso i sensi….-

-Alexander..?- Magnus si avvicinò a lui, vedendo il corpo afflosciarsi ulteriormente.

-E’ tutto okay Magnus.- gli occhi blu dello Stregone si schiusero e si fissarono nei suoi. – Devo solo….recuperare le forze.-

Magnus guardò Alec, le scaglie perlacee che splendevano alla flebile luce delle stelle: era uno Nascosto con diversi secoli sulle spalle, eppure gli appariva come un normalissimi ragazzo di vent’anni, così sensibile e gentile, pronto a dare tutto per coloro che amava.
Si era buttato nel fiume e l’aveva tirato fuori: si era fatto in quattro solo per assecondare i capricci dei suoi fratelli, mettendo da parte la sua felicità per loro. Ora, sotto la luce e con gli abiti che gli aderivano, gelidi, alla pelle, Magnus capì quant’era, in realtà, fragile e, allo stesso tempo, determinato: cresceva, dentro al Cacciatore, la voglia di proteggerlo dai pericoli a cui, lui e tutti gli altri, lo avevano egoisticamente esposto.

Fu allora che si avvicinò ad Alec, allungando le mani verso di lui: il ragazzo osservò le dita brune e piene di cicatrici, le unghie smaltate di nero, alcune rovinate per via dell’acqua e la lotta. Stava per dire qualcosa, quando Magnus parlò.

-Prendi la mia energia, Alexander.-

- Non posso, tu devi tornare alla nave, e…- un gesto del Cacciatore gli bloccò le parole in gola.

Magnus scosse la testa, afferrando le mani pallide dello Stregone: le dita s’intrecciarono, un contrasto di colori e forme, di cicatrici e polpastrelli raggrinziti. Una scintilla rossa prese vita da quel tocco, innescando numerosi, piccoli fiocchi rossi, come se una manciata di brace fosse esplosa.

-In questo momento, il mio posto è accanto a te, Alexander.- disse, avvicinandosi ancora a lui. –Prendi la mia forza, prendi tutto ciò che ti serve, fiorellino.-
 



Lo Stregatto Parla.

L’ho detto (al mio bonsai Tobi) che le Long non fanno per me, e ora potete vederlo anche voi. Manco da….quando? Novembre? E, ora, dopo il mio “assestamento” sono riuscita solo a produrre una schifezza del genere =__=” Non posso essere chiamata “autrice”, ne sono pienamente indegna.
Ho pensato a mille cose da dirvi una volta finito il capitolo, ma ora è sparito tutto, e non so come delineare scuse e situazione attuale: fondamentalmente, resto dell’idea che io e le long con tanti personaggi, e situazioni complesse, non andiamo d’accordo.

Motivo per cui, per evitare di farvi penare, chiuderò questa storia con il terzo libro di TMI, “City of Glass” e la ragione è anche semplice da spiegare: quando la Clare ha pensato ad un quarto libro, io l’ho accettato e me lo sono sorbito pensando fosse quella la conclusione (anche se CoG mi aveva pienamente soddisfatta). Quando ha scritto anche il quinto e il sesto, io non sono riuscita a leggerli (solo Malec’s moments): nessuno dei due. Non perché mi faccia schifo la Clare, ma perché credo sia stato rovinato pienamente TMI: almeno, in TDA, è stata coerente e sensata, e tre libri sono stati perfetti per non rovinare l’intera storia.
Il tutto, per dirvi che, per me, andare a cercare e raccontarvi di CoFA, CoLS e CoHF sarebbe come torturarvi per le lunghe attese (e rischierei di farvi aspettare per poi non produrre nulla): indi per cui, ho deciso che terminerò con il terzo libro questo racconto. (già detto, LOL)
(Millanta parole per dire una cosa sola, diamine!)

MA, e lo sapete che quando dico “ma” c’è da aver paura, ho altro che posso proporvi, qualcosa che mi lascia più libera di gestire, come mi pare, i racconti, senza incastrare i personaggi a forza. Se volete, nel prossimo post vi lascio un piccolo spoiler <3 <3 <3
Quindi scusate se ancora vi ho fatto dannare tanto, ma sono fatta così.
Ah, e perdonate il post scarno, sono un po’ arrugginita.
Colpa del mio capo che, per altro, vorrei prendere amorevolmente a cazzotti <3

Ps. Ragazze/i, che mi seguite, grazie per non avermi abbandonata. E per la vostra immensa pazienza. Grazie Di Cuore.

Chesy :3
  
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