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Autore: SSJD    30/01/2015    10 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Come Fratelli, pubblicato qualche mese fa. La storia è ambientata nel periodo successivo alla scomparsa di Goku, a causa di Cell. Chichi è incinta di Goten e sta per partorire.
Dal testo:
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito con fatica a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, il piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg, quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa.
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Chichi/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno, il giorno di Natale, sulla città dell’Ovest un leggero sole riuscì a trovare un varco, anche se solo per qualche ora, tra le fitte nubi che ancora si stavano ammassando nel bianco cielo invernale.
Tutti decisero di imbacuccarsi e scendere in giardino a fare un enorme pupazzo di neve, tranne Bulma. Vegeta le aveva tassativamente proibito di alzarsi e la donna se ne stava a letto a guardare fuori dalla finestra che il sayan mantenesse la sua promessa. Poco prima di uscire, le aveva dato un bacio e le aveva detto:
“Ti prometto che lo vedrai il pupazzo di neve, ma devi startene qui buona buonina e riposare, ok?”
Lei aveva accettato, di malavoglia e ora non vedeva l’ora di capire come avrebbe fatto a farla partecipare, anche se solo in parte, a quello che lei aveva sempre considerato come un divertentissimo gioco.
Si stupì veramente tanto quando vide, fuori dal balcone, Gohan che volava con in mano una palla gigantesca di neve. Il bambino non poteva vedere nemmeno tanto bene dove volava e lo sentì chiedere:
“Vegeta, più a destra o a sinistra?”
“Destra, destra!” si sentì rispondere dal basso.
“Bene, ora lascia!”
Gohan appoggiò la palla che sembrò rimanere a mezz’aria, appoggiata sul niente. In realtà, Bulma non poteva vedere che il pupazzo che avevano appena finito di costruite era alto quanto il suo balcone e che ora i due grandi sassi che gli facevano da occhi, erano praticamente alla stessa altezza del tuo letto. Bulma fece una faccia un po’ perplessa, gli sembrava che quello non fosse solo un grosso ammasso di neve, ma che quegli occhi avessero pure un espressione, nel complesso abbastanza buffa. Pochi istanti dopo, i suoi pensieri furono distratti dallo squillo del telefono.
Bulma sollevò il ricevitore e disse:
“Casa Brief, chi parla?”
“Buongiorno, qui è l’hotel Congresso, parlo con la signora Bulma Brief?”
“Oh, buongiorno! Sì, sono io, mi dica”
“Ehm…signora…devo comunicarle alcune cose, non so se le faranno piacere…”
“Cosa…cosa è successo?”
“Vede…il fatto è che…beh, vede…suo marito…e la signora che l’ha accompagnato alla cena…
“Sì, la mia amica” lo interruppe lei per chiarire che fosse a conoscenza di tutto.
“Sì, la sua amica…ecco…è successa una cosa veramente…inappropriata…io, sono veramente… desolato” continuò l’uomo in evidente stato di panico.
A Bulma venne un po’ da ridere per l’imbarazzo dell’uomo, chissà cosa si era immaginato vedendo la camera “usata” da Goku e Chichi per la loro notte d’amore e, per farlo imbarazzare ancora di più, mantenendosi seria gli disse:
“Non mi starà venendo a dire che ha notato qualche atteggiamento strano tra mio marito e la mia amica, vero?”
Bulma sentì l’uomo deglutire e, poco dopo, riprendere a parlare, ma a bassissima voce, come se non volesse farsi sentire da nessuno:
“Beh…ecco…vede, signora Brief, il fatto è che…questi non sono affari che mi riguardano, non è certo il mio lavoro dire cosa succede nelle camere di un albergo…ma, nel suo caso…ehm…specifico…vede, io non so proprio che pesci prendere…come mi devo comportare”
“In che senso? Mi faccia capire” insistette Bulma su cui era comparso un sorrisetto molto simile a quello di suo marito.
“Beh, insomma…glielo devo proprio dire?”
“Certo, coraggio, qualsiasi cosa sia non sarà di certo colpa sua, no?”
“Bene, allora” continuò il corsierge schiarendosi la voce “la suite stamattina era un assoluto disastro, i mobili spostati, quattro carrelli completamente vuoti con piatti ovunque….blablabla…
Mentre l’uomo continuava ad elencare tutte le cose ‘fuori posto’, a Bulma venne solo da ridere e da pensare: ‘hai capito Goku, se l’è proprio spassata ieri sera…ebbravo il mio furbetto’. Quando tornò a prestare attenzione a ciò che l’uomo stesse dicendo, riuscì a malapena a ritrovare il filo del discorso:
“…e poi, signora, manca all’appello un piumone e in più il telecomando del televisore non funziona più…Per non parlare poi del fatto che suo marito se n’è andato con la sua amica, senza nemmeno pagare…e io non so se sia il caso di dirle che suo marito è…è…è sparito, con la sua amica…nessuno li ha visti uscire. Abbiamo messo sottosopra l’albergo per trovarli, ma non c’è stato verso. Cosa dobbiamo fare? Chiamare la polizia?” concluse l’uomo quasi disperato.
“Polizia? Noooo, ma quale polizia, piuttosto mi dica quanto devo pagare e basta”
“Come? Ma…ma…ma è sicura? Ha sentito quello che le ho detto? Qui è un disastro!”
“Certo, lei mi dica quanto devo pagare” insistette Bulma con assoluta calma.
“Sì, dunque, vediamo: servizio in camera notturno, più tutto il resto…sono duemila zeni in totale”
“CHECCOSA? DUEMILA ZENI?” gridò Bulma richiamando l’attenzione di tutti quelli che erano in giardino a giocare a palle di neve “Ma è sicuro?”
“Certo, vuole che le elenchi le cose che sono state portate in camera da mangiare?” disse l’uomo tentando di giustificarsi.
Nel contempo, Chichi e Vegeta si erano piombati in casa per correre in camera di Bulma a vedere cosa fosse successo. Quando la videro al telefono si fermarono sull’uscio facendosi fulminare entrambi dallo sguardo assassino di lei che, poco dopo, chiuse la telefonata dicendo:
“Sì, sì, le faccio un bonifico, buon Natale a lei…”
Bulma appoggiò il ricevitore e disse:
“Chi di voi due devo ringraziare per i duemila zeni che devo pagare all’hotel? Siete riusciti addirittura a rompere il telecomando del televisore, mi hanno addebitato anche quello, lo sapete?”
“Il telecomando non l’abbiamo rotto noi, aveva le pile scariche e basta…” disse Vegeta che era stato informato da Goku nella lettera tenendo lo sguardo basso come un bambino che viene sgridato dalla mamma.
“Beh, pile o non pile, allora? Chi è l’artefice di questo disastro?” insistette lei.
I due si guardarono, fecero spallucce, si voltarono verso di lei e, all’unanimità dissero:
“Goku!”




 

FINE (O FORSE NO...)
 

NOTA AUTORE: Spero veramente tanto che il mio racconto vi sia piaciuto. Se sí, passate a leggere il seguito tra le mie storie...
Penso abbiate capito quale scomoda parte mi è toccata in tutta questa vicenda, ma vi garantisco che, alla fine, la conclusione del racconto non si discosta poi molto dalla realtà.
Grazie a tutti per averla letta e un grazie ancora più grande a chi ha speso del tempo per recensirla!
Alla prox.
Ssjgod





 


 
 

   
 
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