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Autore: Dragneel_Natsu    30/01/2015    1 recensioni
Una storia ambientata in un mondo completamente fantastico in cui nevica in continuazione. I due protagonisti, Frebi e Ful, si troveranno stranamente assieme a vivere una breve ma significativa avventura che cambierà le loro vite.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui un nuovo capitolo ^^ ho deciso di pubblicarne 2 a settimana, quindi verso lunedì pubblicherò il prossimo. Grazie a tutti quelli che leggono ^^, spero il capitolo possa piacere, e possiate trovare qualche critica costruttiva o comunque qualche consiglio per migliorare ^^ La vostra opinione è davvero molto importante.
Vi lascio alla lettura, spero vi piaccia ^^
COME LA NEVE CHE CADE DAL CIELO
cap. 4 Il buio cala
Uscii di casa in compagnia di quella bigotta noia mortale di quel mio suddetto "mentore" che tutte le volte si prendeva la briga di farmi la morale e si arrogava il diritto di giudicarmi... L'istituzione che giudicava me? C'è più corruzione in quell'istituzione che si fa tanto portatrice di diritti che all'interno di un esercito di mercenari. 
Un organo marcio, una patetica ombra di ciò per cui era nato.
"Ti saresti almeno potuto... non dico vestire, ma le scarpe?"
"Oggi mi andava di girare scalzo"
I miei piedi affondavano nella neve, ed il livello della candida bianca acqua che mi avvolgeva fin ad arrivare alla base della pelliccia sintetica che usciva dall'interno dei miei pantaloni, bagnandone l'estremità.
Un gilet dello stesso tessuto, e con la stessa imbottitura, lasciato aperto, mi ricopriva appena le spalle, e solo in piccola parte il busto.
Fece un verso gioioso, meravigliato e speranzoso al pensiero della frase che subito dopo mi ripropose: "Il natale! Oh il natale! Che bello sarà! Tutti felici, tutti più buoni" feci una smorfia di disappunto
"Che cumulo di stronzate!"
"Non essere volgare! E poi... Oh il natale! Che festa meravigliosa! Aprire i regali assieme tutti contenti, oh che meraviglia! Nemmeno questo ti consola?" Lo guardai con un ghignò diabolico dipinto sul viso.
"Non c'è regalo che voglia che io non mi prenda da solo" E lui, conoscendo la mia malizia, sapeva benissimo a cosa mi riferissi.
Mi guardò infatti storto.
"Dobbiamo tornare, coraggio. Ci aspettano" tornare? Neanche per sogno!
"Ma come? Nemmeno un giro al mercato oggi? E se potessi trovare qualche altro regalo? Ormai mancano solo pochi giorni"
Sicuramente l'avrei convinto, che mente fragile ed ingenua
"Oh i regali! Che bello! Andiamo andiamo! Ma solo per poco, poi dovremo tornare" m'incamminai senza rispondere o aspettare. Senza nemmeno ascoltare.
Il mercato di Shar, un posto senza neve. Tutta la sua enorme superficie era sovrastata da un enorme "tetto" fatto interamente di stoffa che ne cingeva l'altura, e per l'infinito scorrere del cielo che dominava questo mondo (la neve) non c'era possibilità di toccare il suolo. Insomma, la neve non poteva cadere a terra, ma si raccoglieva nel telo.
Girato per le bancarelle per una manciata di minuti, fui avvicinato da Alsa, che ormai era pronto per tornare a casa. Sbuffando mi girai verso di lui ma... quando stavo per iniziare a camminare...
"Ahio! Levati di mezzo tu!!! Non stare fermo qui!!!" Spostai i miei violacei occhi sulla figura che si era appena spalmata contro la mia schiena per poi ricadere a terra. 
Mi aveva appena gridato dietro? Oh oh oh, questo non sapeva con chi aveva a che fare. Si rialzò guardandomi storto e furente. I suoi occhi erano rossi e gonfi... aveva appena pianto? Era vestito pesante... troppo pesante per i miei gusti.
Aspetto singolare. Direi che non era del posto.
"Sei Ful giusto? Ho sentito parlare di te" Gli risposi con tono decisamente più tranquillo del suo. Mi guardò truce.
"Perché sono finito in questa dannata città di Dite? Credevo fosse il paradiso... ed invece... eccomi all'inferno" (piccola nota: la città di dite è una città di fuoco che si trova nell'inferno. Al suo interno sono condannati gli eretici, chiusi in bare di fuoco)
Che malinconia nella sua voce...
"Andiamo! Non c'è tempo! Dobbiamo tornare!" Intervenne il terzo incomodo, che quasi ignorai.
"Allora torna da solo" Gli risposi. 
Mi avvicinai al ragazzo, che indietreggiò lentamente, quasi ringhiandomi... un cucciolo impaurito? La cosa non mi dispiaceva molto.
Lo raggiunsi... ed iniziai a togliergli qualche strato di vestiti, non sopportavo vedere qualcuno così tanto coperto.
"CHE COSA FAI?!?!?" cercò di allontanarsi 
"E' da pazzi andare in giro vestiti così, la gente ti guarderà male" gli dissi ghignante.
"ED INVECE ANDARE IN GIRO NUDI E SPOGLIARE GLI ALTRI E' NORMALE????"
"Non sono nudo... ma se ci tieni posso anche spogliarmi" sgranò gli occhi diventando leggermente rosso.
"NON STORPIARE QUELLO CHE DICO!" certo che era proprio nervoso.
Gli sorrisi solare... poi ricordai...
Avevo sognato la morte di Heyma qualche giorno fa... dovrebbe essere la donna che si era preso cura di lei. Ora si poteva capire come mai fosse così sconvolto e nervoso.
Pensai un istante a lei... La prima donna che vidi andarsene serena e con un sorriso.
Tornai a fissare questo ragazzo... oltre ad essere triste e bisognoso di aiuto era anche unico, diverso da tutti quelli che avevo visto fino ad ora. Deve essere mio!
"Heyma è morta, vero?" Lo vidi bloccarsi ed iniziare a tremare. Il modo in cui si era comportato fino ad ora... evidentemente non aveva ancora veramente accettato il fatto che fosse morta.
I suoi occhi divennero lucidi... Scattai verso di lui abbracciandolo. Ne rimase sorpreso.
"Non hai più una casa, vero? Sei solo... Mi prenderò io cura di te" Sgranò gli occhi all'inverosimile.
"S-solo?" tremava un poco solo a pronunciare quella parola.
Lo strinsi con più dolcezza.
Sentii che per un momento assaporò il profumo della mia pelle.
"Ha-ai l'odore di Heyma" Lo guardai stranito
"Frebi non dire idiozie! Non puoi portarlo nel nostro luogo di culto sacro!" Mi girai scazzato verso l'opprimente chiesaiolo.
"Vorresti negare sostegno e abitazione ad un orfano?" gli dissi con un sorriso ben più che bastardo, senza ovviamente farmi vedere dal ragazzo che stringevo 
"Ma tu..." "Shhhh. Non vorrai turbare questo ragazzo?"
Ed il mio sguardo si fece diabolico.
Prima che potesse succedere qualunque altra cosa l'intero mercato fu avvolto dall'oscurità... In un solo istante. Anche noi fummo catturati da quella coltre di ombra.
Si scatenò il panico generale. Si sentivano grida e rumorosi passi di gente che correva. Avevano tutti così tanta paura del buio?
Presi in braccio l'ambrato ragazzo e corsi fuori di li.
"Che succede?" mi guardò spaesato e spaventato 
"Non lo sai? L'illuminazione in questo mondo è la stessa in ogni dove. Ma alcuni luoghi vengono infusi di luce, per far cadere altri nell'ombra. Succede una volta al giorno a quest'ora"
Si stava stringendo a me... era spaventato?
"Quindi hai deciso?" Mi fissò disorientato.
"I-io..." Gli feci uno dei miei più meravigliosi e rassicuranti sorrisi.
"Andiamo!" Ed iniziai a correre.
"Ehi! Non ho detto che vengo!" nonostante le sue parole non mi fermai, andando dritto verso la mia meta, stringendo tra le mani la mia rara preda.
"A-aspetta" A-almeno mettimi giù!"


Poco dopo anche il mio """"""mentore""""" uscì dalla coltre oscura, e prese ad inseguirmi e richiamarmi come un forsennato, ma ormai eravamo più che lontani, e quasi arrivati a destinazione.
  
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