Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Flowerina    30/01/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se una normale ragazza, semplicemente guardando una puntata del suo telefilm preferito, si ritrovasse protagonista di una situazione surreale? Leggete e lo scoprirete!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non dire una parola!” sbottò Merlino. Era uscito dalla stanza di Artù e, senza nemmeno guardarmi, si era diretto verso le stanze dove viveva con Gaius. Io lo avevo seguito, tentando di stargli dietro e di soffocare dei continui accessi di risate.
“Hai intenzione di ripulirti?” gli chiesi ridacchiando con una mano davanti alla bocca, mentre tenevo lo sguardo fisso sul percorso per non ridere del suo aspetto buffo.
Lui non mi rispose e, dopo aver superato Gaius ignorandone le domande, si rinchiuse in camera sbattendo la porta.
“Tranquilla, gli passerà” mi rassicurò il vecchio, invitandomi a mettermi comoda.
Merlino ricomparve dopo circa un’ora, ripulito e risistemato.
“Cosa fai lì seduta?” mi urlò. “Non dovevamo stabilire come riportarti a casa?” aggiunse, vedendo che Gaius non si trovava nella stanza.
“Aspettavo te!” gli ricordai io.
“E allora muoviti, vieni con me!” mi incalzò.
Capii, in quel momento, come doveva sentirsi Merlino a subire continuamente quel comportamento da parte di Artù. Decisi, pertanto, di non replicare.
“Dove stiamo andando?” gli chiesi.
“Dal drago che è incatenato nei sotterranei” mi rispose.
A quelle parole, per la prima volta da quando mi ero svegliata nel telefilm, fui presa da un’enorme eccitazione: non solo avrei visto un drago… avrei conosciuto QUEL drago!
Seguii Merlino in preda all’agitazione, impaziente di arrivare da Kilgharrah. Più volte ricordai a me stessa che non avrei mai e poi mai dovuto pronunciare il suo nome, che non era ancora stato rivelato.
Dopo aver addormentato gli uomini che stavano di guardia nei sotterranei, Merlino mi portò al cospetto del Grande Drago e, finalmente, lo vidi. Era maestoso, enorme, gigante, mostruoso, ma era bellissimo! Nei suoi occhi c’era un’immensa tristezza, causata da anni e anni di prigionia, e non potei non provare una grandissima pena per quella creatura che, sapevo bene, prima di morire avrebbe vissuto in libertà un tempo troppo breve. Kilgharrah mi guardò intensamente e a lungo, ed io non riuscii a distogliere lo sguardo. Quando parlò, capii che sapeva ogni cosa.
“Ti aspettavo, Milena” mi disse.
“La conosci?” si stupì Merlino.
“Il suo arrivo qui è scritto nel destino” disse semplicemente il Drago.
“Come faccio a farla ritornare a casa?” chiese il ragazzo.
“Lo capirete quando sarà il momento” rispose Kilgharrah. “E sarà tutto più chiaro” aggiunse.
“Come lo capiremo?” domandai io.
“Lo capirete” ripeté, con un tono che non ammetteva repliche.
Avrei voluto rimanere lì con lui, consolarlo e parlare del futuro che attendeva Merlino e Artù, ma capii che non sarebbe stata la cosa giusta. Sentii che solo un Signore dei Draghi poteva parlargli da pari a pari, ed io non lo ero. Gli voltai le spalle ed imboccai la strada di ritorno.
Merlino mi seguì.
“Perché non hai insistito?” mi domandò. “Ci avrebbe detto di più.”
“Credimi, non lo avrebbe fatto” gli assicurai.
“E ora cosa facciamo?” chiese.
“Non lo so” ammisi io.
“Proverò a cercare qualcosa nel mio libro di magie” propose Merlino. “Se, nel frattempo, tu devi stare qui, conviene che indossi qualcosa di più appropriato.”
“Perché?” chiesi io. “Cos’ha che non va il mio abbigliamento?”
“Non è ciò che le donne di quest’epoca indosserebbero” mi fece notare. “Gaius sarà anche rimbambito al punto di non accorgersene, ma gli altri si faranno delle domande”.
“E dove pensi di trovare qualcosa per me?” volli sapere.
“Gwen” disse semplicemente lui.
Poi, mi prese per mano e mi trascinò all’esterno del castello, attraverso le strette viuzze del villaggio circostante. Al nostro passaggio, molti si voltarono ad osservare il mio abbigliamento, cosicché potei verificare direttamente le parole di Merlino. Più occhi si posavano su di me, più veloce diveniva il mio passo, finché tirai un sospiro di sollievo una volta giunti a destinazione.
Merlino bussò alla porta e chiamò la ragazza.
“Entra pure” si sentì la sua voce dall’interno.
“Gwen, scusa se ti disturbo, ma avrei un favore da chiederti” disse lui, chiudendo la porta alle mie spalle.
“Dimmi pure” gridò la ragazza dalla stanza accanto. “Ma non dovresti essere da Artù?” aggiunse.
“Dovrei” confessò Merlino.
“Ho capito, siamo alle solite!” esclamò Gwen, entrando nella stanza dove noi l’aspettavamo.
Era davvero carina nell’abito semplice che indossava, e pensai che Artù doveva aver apprezzato proprio quella sua semplicità.
“Oh, vedo che hai portato un’amica” disse, notando la mia presenza.
“Lei è mia cugina Milena” mi presentò Merlino.
“Non sapevo avessi una cugina” disse la ragazza. “Comunque, piacere di conoscerti!” aggiunse, rivolta a me.
“Il piacere è mio” ricambiai il saluto.
“Gwen, Milena avrebbe bisogno di qualcosa di più appropriato da indossare” disse Merlino.
“In effetti, gli abiti che porta sono un po’ strani” notò la ragazza. “Ho giusto un vestito che credo faccia al caso tuo.”
Sparì nella stanza accanto e tornò poco dopo con un lungo abito rosa pallido, ricamato finemente e stretto in vita da una fascia color ciliegia. Era bellissimo … l’abito che, confesso, ho sempre sognato di indossare!
“È perfetto!” esclamò Merlino.
“Lo portavo qualche anno fa. Ora non mi va più” confessò Gwen. “Ma a occhio dovrebbe essere della tua misura” mi disse, invitandomi a provarlo.
“Ragazze, ora che la mia missione è compiuta tolgo il disturbo” si congedò Merlino. “Vado dal principe-testavuota!”
“Non dovresti trattarlo così” lo rimproverò Gwen sarcastica, le labbra incurvate in un sorriso.
“È lui che mi tratta male!” spiegò il ragazzo. “Chiedi a Milena cos’ha fatto stamattina, dopo che gli ho premurosamente portato la colazione a letto?”
“Gli ha lanciato addosso delle uova strapazzate” dissi io, di nuovo preda di accessi di risate. “Ma Merlino si è presentato nella sua stanza con più di un’ora di ritardo” aggiunsi.
“Ehi!” esclamò il ragazzo.
Io e Gwen non potemmo trattenerci oltre e ci piegammo in due dalle risate.
 
 
***
 
Uscito Merlino, indossai l’abito prestatomi da Gwen e constatai che era proprio della mia misura. “Ti sta davvero bene” dichiarò la ragazza, osservandomi. “Sembra fatto apposta per te.” Poi, aggiunse: “Vieni, ho preparato qualcosa da mangiare.”
Mi sedetti a tavola e Gwen fece altrettanto.
Mi sembra doveroso, a questo punto, aprire una piccola parentesi: io ho sempre avuto gusti sofisticati (diciamo pure difficili!) in fatto di cibo, e non ho mai e poi mai voluto assaggiare alcun tipo di verdura. Immaginate la mia faccia quando nel piatto mi sono trovata un miscuglio indistinto di vari ortaggi, alcuni dei quali non avevo mai visto! Non potevo rifiutare il cibo preparato con tanta premura dalla povera Ginevra senza ferirla. Pertanto, decisi di trattenere il respiro e ingoiare a forza tutto il contenuto del mio piatto, che in pochi secondi fu ripulito.
“Vedo che ti è piaciuto” disse Gwen, notando il piatto vuoto. “Se vuoi, ce n’è ancora.”
“Noooooo!” esclamai io, un po’ troppo velocemente. Quindi, aggiunsi: “Sono proprio sazia.”
“Va bene” disse Gwen, chiaramente sospettosa. E, probabilmente, lo divenne ancor di più quando mi scolai tutti d’un fiato tre bicchieri d’acqua pieni. Fortunatamente, non disse niente.
“Allora, da dove vieni?” mi chiese, dopo aver finito di mangiare.
“Da un piccolo villaggio più a sud di qui” inventai io. “È simile al vostro, ma noi non abbiamo un re.”
“E chi si occupa di mantenere l’ordine?” domandò incuriosita.
“Un uomo eletto da noi” spiegai io. “Lo chiamiamo sindaco.”
“Spero per voi sia come Artù!” esclamò Gwen. Poi, arrossendo, aggiunse: “Intendo un buon capo.”
“Oh no, non lo è di certo!” dissi io, fingendo di ignorare il fatto che la ragazza fosse diventata del colore di un pomodoro e pensando al mio sindaco, tutt’altro che giovane e bello.
“Che ruolo hai nel tuo villaggio?” mi chiese lei, cambiando velocemente discorso mentre il rossore scemava dal suo viso.
“Studio” dissi semplicemente, tralasciando i particolari per non cadere in errore. “E tu?”
Gwen mi raccontò di essere la serva di Morgana e che, fortunatamente, la principessa le aveva concesso la giornata libera perché era uscita a fare una scampagnata con Uther; sarebbe tornata soltanto in tarda serata.
Trascorsi con la ragazza due ore piene, cominciando a considerarla come un’amica. La aiutai a sparecchiare la tavola, nonostante le sue proteste, e a ripulire la casa.
D’improvviso, qualcuno bussò alla porta e Gwen corse a vedere di chi si trattava. Poco dopo entrò nella stanza accompagnata da Artù in persona, cogliendomi totalmente impreparata. Mi alzai velocemente da tavola e inciampai con la gamba di una sedia. Tentai di inginocchiarmi soffocando l’imbarazzo, e scoprii di non esserne capace; quindi mi rialzai e bisbigliai parole disconnesse: insomma, un disastro totale!
Artù mi osservò attentamente, poi sentenziò: “Scommetto che lei è Milena, la cugina di Merlino!”
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Flowerina