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Autore: TheAntlers    30/01/2015    1 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ci furono attimi di silenzio, probabilmente dedicati ad una elaborazione del discorso da parte del Principe, che sembrava fosse entrato in uno strano stato di panico, o di semplice pietà.

"Winter, ascoltami..."

Si sedette accanto ad essa, a stretta distanza. "Può capitare che ciò accada. Che pensieri dedicati ai due diversi mondi si mescolino tra loro dando vita a delle allucinazione come quella che hai appena avuto" ci fu una pausa, accompagnata solo da alcuni singhiozzi. "È una conseguenza... Non appena attraversi il limbo tra i due mondi, i tuoi ricordi possono mescolarsi tra di loro, e giocarti brutti scherzi in futuro" le spiegò, guardandola.

La ragazza contava mentalmente in un disperato tentativo di calmarsi, e sembrò funzionare, col tempo.

"Fantastico" commentò poi lei, non riuscendo a trattenere un po di ironia. "E succede spesso?" chiese smorfiando, sistemandosi i capelli che le coprivano ancora il viso.

Naoise sospirò amaramente. "No. Solitamente le allucinazioni sono frutto di pensieri simili ad essi. Ma sono soprattutto frutto di stress ed ansia. Quindi ciò è normale... ma non si ripetono spesso, solitamente."

E non capisco perchè tu possa quasi credere che io abbia una qualsiasi intenzione di far del male alle persone a cui tieni, anche volendo e potendo. 

Cercò di cacciar via quel pensiero dalla mente. D'altronde, non poteva sapere con esattezza se fosse quello il motivo della allucinazione, e forse non teneva neanche a saperlo. Ma dovette rassegnarsi all'idea che ancora la ragazza non avesse nessun riguardo di fiducia verso di lui, o di tranquillità in sua compagnia.

L'aria della ragazza, infatti, era estremamente tesa ed ansiosa; e per quanto cercò di mascherarla agli occhi di Naoise, fu inutile.

Il Principe comunque la assecondò, comportandosi neutralmente, sotto lo sguardo distratto ma in realtà ben vigile della ragazza, che non si lasciava sfuggire nessun minimo comportamento di lui.

"Ti sei calmata, ora? Stai meglio?"

Il ragazzo si alzò, guardandola in attesa di una risposta.

Lei annuì, tenendo lo sguardo basso. "Si" disse solamente, asciugandosi il viso con la mano.

Naoise sospirò, abbassando anch'esso lo sguardo. "Non so..." mormorò poi, indeciso sul da dirsi. "Vuoi che faccia stare qualcuno della servitù qui con te o...", non continuò, osservando Winter scuotere la testa in dissenso.

"No", quasi lo mise in guardia, con tono irritato, massaggiandosi le tempie.

Naoise alzò le braccia in segno di arresa, non riuscendo a trattenere un ghigno di pura esasperazione.

La ragazza era davvero cocciuta.

"Come vuoi" si arrese, indietreggiando di qualche passo verso l'uscita. "Se cambiassi idea, chiedi alle guardie ai lati della porta" continuò a spiegarle, ammiccando un sorriso prima di lasciare la camera.

***

Winter non riuscì più a chiudere occhio dal precedente episodio.

Sdraiata sul letto, era immersa tra i suoi pensieri; così tanti che parve non riuscire più a gestirli tutti. La testa ormai le doleva.

Se i miei genitori, i miei genitori biologici, avessero a che fare con ciò? Con questo mondo?
Era la domanda che più si poneva; era ormai il suo chiodo fisso.

Si portò una mano alla tempia. Sembrava che la testa le potesse scoppiare da un momento all'altro.

E poi, improvvisamente, l'incessante desiderio di uscire all'aperto, l'incessante desiderio di una distrazione. Era stanca di rimanere in quella stanza, in balia del nulla e dei suoi pensieri contorti.

Ho bisogno di uscire da qui dentro, o impazzirò. 

Si alzò, senza una meta precisa.

Devo uscire. Devo uscire.

Si guardò intorno, individuando la porta. Velocemente, si avviò verso essa, bloccandovisi davanti.

Afferrò la maniglia e fece per aprire quando le tornò in mente che la porta era ormai stata schiusa esternamente. Così, non del tutto sicura, si decise a bussare.

Due guardie le aprirono poco dopo, e a studiare il loro sguardo, sembravano increduli o forse semplicemente impreparati al gesto della ragazza. Così si limitarono a guardarla con fare interrogativo.

"Voglio uscire a prendere un po d'aria."

La ragazza era tesa, parlò con freddezza.

La guardia esitò un attimo prima di rispondere. "Mi dispiace signorina, è pericoloso per lei stare fuori da queste mura. Non possiamo accontentarla."

Winter, in realtà, si aspettava una risposta del genere. "Bene. Allora portatemi dal Principe."

Le parole le uscirono con ritegno e sgarbatezza.

Le due guardie si guardarono a vicenda; forse per il tono usato o per la domanda espressa, o per l'insieme della vicenda.

"Ma, signorina-"

"Ho bisogno urgente di parlare col Principe" lo interruppe, facendo una pausa. "Credo sia un vostro dovere portarmi da lui. D'altronde, ve lo chiede il vostro tributo."

Ripeté quest'ultima parola in tono glaciale, sentì un brivido attraversarle il corpo.

Ci fu un lungo silenzio, interrotto da un sospiro di rassegnazione di una guardia. "Come desiderate" disse poi questa, alzando il capo. "Venite" continuò, facendole segno di seguirla.

Finalmente!

La ragazza lo affiancò, e la seconda guardia li raggiunse poco dopo, occupando il fianco libero di Winter.

La stanza del Principe si trovava a poca distanza dalla sua; Winter non capì perchè doveva essere scortata anche per un percorso così semplice e breve, ma non fece domande.

La guardia bussò alla porta, parlando. "Naoise, il tributo ha bisogno di parlare con te."

Il modo in cui la parola "tributo" era stata pronunciata portò Winter a condividere uno sguardo indagatorio contro la guardia che aveva parlato.

In realtà neanche lei capì cosa significasse quel tono usato, e lo scrutò come cercasse una risposta; poi rivolse lo sguardo nuovamente dinnanzi ad essa, osservando Naoise aprire la porta.

Quando uscì, indossava una camicia bianca stropicciata e dei pantaloni larghi, marroni; le scarpe, a poca distanza da lui, erano ammucchiate insieme ad altra roba, che Winter non riuscì a mettere bene a fuoco; da ciò ne dedusse che si stesse cambiando.

"Winter" fu più un richiamo di attenzione che un saluto.

Lo sguardo della ragazza risalì pian piano verso la faccia del Principe. I suoi capelli erano ancora più arruffati di prima, e gli occhi parevano stanchi ed assonnati.

Che stesse dormendo?

"Come mai desideri parlarmi? Qualcosa non va?" chiese con dolcezza, indietreggiando, aspettando che entrasse.

Winter prese un gran respiro, mentre attraversava la soglia della stanza. 
"Si" mormorò decisa, girandosi un attimo indietro, osservando le porte richiudersi dietro di essa.

E si sentì, in quel momento, un animale in trappola, nuovamente.

"Voglio uscire fuori, all'aperto" disse d'un fiato, cercando di sembrare più calma possibile.

Determinata.
Naoise non riuscì a trattenere una piccola risata.

"Uscire?" le sorrise in conforto, portandosi una mano alla fronte.

"Si."

"No!" esclamò lui, con aria ironica ma pur sempre sincera. La guardò attentamente, osservando ogni sua minima reazione.

Era divertente, stare lì a fissarla, per lui.

"È fuori da ogni discussione" cercò di tornare serio. "Siamo in allerta attacco. È escluso che ti faccia uscire da queste mura" e questa volta parlò con estrema severità.

Winter abbassò lo sguardo. "Essendo il vostro tributo, non dovrei essere io a proteggere voi, e non il contrario?" parlò senza cognizione, le parole le scapparono di bocca.

Naoise in risposta inclinò la testa, alzando un sopracciglio. "Oh, ma questo accadrà" pausa. "Tutto a suo tempo, Etaine."

Winter alzò di scatto la testa, come fosse stata colpita da qualcosa, fisicamente e mentalmente. Sentì il marchio pizzicarle la pelle, ma solo per pochi e quasi inesistenti secondi.

"Come... Come mi hai chiamata?" chiese poi, aggrottando le sopracciglia.

"Etaine" ripeté, quasi melodicamente. "Etaine è il tuo vero nome" le spiegò risoluto.

Parlava con una tranquillità tale da poterti innervosire.

"Co...cosa? Come?" scrollò la testa, non riuscendo a capite.

Allora Naoise le si avvicinò di un passo, e la ragazza, a sua volta, indietreggiò.

"Ti fu scelto da tua madre, tanti anni passati fa."

Ennesimo passo avanti, ennesimo passo indietro.

Winter sgranò gli occhi, ed un brivido le attraversò la schiena.
I suoi pensieri ebbero conferma, le sue domande una risposta.

"Mia madre? La mia... vera madre? Ha a che fare con tutto ciò, vero? Questo mondo... L'altro mondo... I miei genitori, anche loro hanno a che fare con questo?" chiese con voce strozzata, e la schiena sbattè contro il muro per un ennesimo passo indietro.

Si accorse che le tremavano le mani.

Il ragazzo la osservo profondamente, prima di mormorare qualcosa in conferma. "Ma non ne parleremo ora, Winter..."

E si sentì uno stupido, ad aver iniziato per sbaglio un discorso minato come quello.

Lei si sentì ribollire dalla rabbia. "Come puoi accennarmi un discorso del genere per poi chiuderlo così?" quasi li urlò, infuriata.
Strinse un pugno, sospirando a gran pena. "Erano dei tributi anche loro?" chiese poi, cercando di calmarsi.

"Lascia stare, Winter."

"Io non lascio stare proprio un bel niente. Hai iniziato un discorso, ora lo finisci!"

Naoise non potè far altro che mostrare un sorrisetto nervoso al tono ostinato della fanciulla.

Lo divertiva così tanto stare li ad osservarla, ad irritarla.

"Ti chiedo scusa per averti accennato un discorso che non avevo assolutamente intenzione di iniziare. Ma fidati, se ti dico che non è ancora tempo di parlarne."

Il ragazzo sembro più che sincero e risentito. Era consapevole dell'errore che aveva commesso.

Ma la ragazza non se la dava per vinta.

"Quindi io ora dovrei stare con questo pensiero in mente? Tornare a casa con la paura di non poter avere mai delle risposte e per sempre delle domande? Ti diverte ciò?" chiese irritata, osservando il sorriso del ragazzo sopprimersi lentamente.

"No, Etaine, non è questo che mi diverte" disse con la sua solita calma piatta. "Ma guarda il lato positivo: avremmo tutti la certezza che tornerai" osò ironizzare la vicenda, con sgarbo.

E fu un passo falso.

Attimi di silenzio invasero la stanza.

Ma tu senti un po il suo bel piano! 
Winter alzò lo sguardo su di lui per guardarlo con aria piena di risentimento e puro disprezzo; e per quanto cercasse una alternativa alla sua conclusione, aveva capito.

"Quindi era questo il tuo unico scopo!" li disse con rabbia, avvicinandosi lei, questa volta, pericolosamente a lui. "Avere la certezza che tornassi!" continuò, quasi ringhiandoli, a denti stretti.

"No, no... Winter-"

"No. No! Và al diavolo, Naoise!" si lasciò scappare, tra una parola e l'altra.

"Mh" mormorò il ragazzo, abbassando lo sguardo e alzando un sopracciglio. "Direi di essermelo meritato" aggiunse poi, quasi sussurrando, tra se e se.

Lo odio.

Winter sentì di poter scoppiare da un momento all'altro. In quel momento non trovava nessuna differenza tra una granata e lei. Il nervosismo la divorava, strani pensieri iniziarono a frullarle per la testa; poi pronunciò la frase che più le appariva in mente. "Voglio uscire", e parve più una riflessione che quant'atro.

Indecisa, iniziò a camminare, avviandosi verso porte a caso, sperando di beccare l'uscita ad un giardino, o a qualsiasi cosa non comprendesse un tetto.

Iniziò nuovamente a sentirsi soffocare; odiava essere così soggetta ad attacchi di panico.

"Winter" si sentì chiamata alle sue spalle, udendo dei passi veloci, sempre più vicini a lei. "Etaine."

"Non mi chiamare così" lo avvertì lei, con fare calmo, mentre osservava diverse porte dinanzi ad essa.

Sono troppe. Troppe

Si fermò, non sapendo cos'altro fare. 
Poi si girò, accorgendosi che Naoise era proprio dietro di lei, con la mascella tesa ed il busto rigido, sembrava volesse metterla in guardia nel caso decidesse di riprendere la sua camminata infondata.

"Portami fuori."

"No."

"Portami fuori" ripetè, questa volta, scandendo le parole.

"Ho detto, no" rispose allora lui, con naturalezza.

Winter non riuscì a trattenere un ghigno di frustrazione. Si portò una mano alla fronte, strizzando gli occhi per la rabbia.

"Dannazione, Winter! È mattina presto, cosa vorresti fare fuori?" le chiese lui, non riuscendo più a trattenersi calmo. "Piuttosto, torna a dormire" continuò poi, afferrandola per un braccio nell'intento di ricondurla nella sua camera.

Ma lei non si mosse di un passo, rimanendo piazzata. Naoise tirò un sospiro di frustrazione. "Smettila, Winter. Ora smettila."

"Ti chiedo solo 30 secondi."

"Ma è una ossessione la tua? Non capisci che rischieresti la vita anche per soli 5 secondi?"

"Suvvia, Naoise!" si lamentò lei, esasperata. "Non accadrà nulla!"

I due si guardarono, e non udendo nessuna riposta da parte di lui, la ragazza continuò. "La mia non è una ossessione, ma una necessità. Mi sto sentendo soffocare, qui dentro."

Rischio di avere un ennesimo attacco di panico, se non trovo una distrazione, quindi portami fuori.

Il Principe scrollò la testa, alzando le mani in segno di arresa, poi la guardò intensamente, per infine abbassare lo sguardo. "Sei esasperante" le confessò, facendole segno con la testa di seguirlo.

Winter non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto e vittorioso.

***

"Grazie."

La ragazza avrebbe di gran lunga preferito uscire in giardino, fare una camminata in un bosco... ma si ritrovò in una veranda occupata da decine di guardie piazzate ad ogni centimetro scoperto.

In ogni caso, la lei parve capire la situazione, ed anche accettarla; o almeno, cercava di farlo.

Ma tutte queste guardie rimangono ugualmente una esagerazione. 

"Prego."

Winter si schiarì la voce, tipico atteggiamento copri-imbarazzo.

"Riguardo i miei genitori-"

"No."

La ragazza girò di scatto il volto verso di lui, guardandolo con fare deluso e allo stesso tempo accanito. "Ho bisogno di risposte" li ringhiò a denti stretti.

"E le avrai. Su questo non devi aver dubbi."

Winter sbuffò, smorfiando.

E Naoise sembrò imitarla, divertito. "Il tuo carattere sta subendo la trasformazione in modo alquanto veloce" parlò più all'aria che a Winter.

La ragazza inclinò la testa.

"Trasformazione?"

Lui smorfiò, grattandosi la nuca. "Forse il termine 'trasformazione' non è il più adatto. Semplicemente si sta sviluppando in te un carattere che ti permetterà di sopravvivere in questo mondo. Un carattere più... definito" le spiegò, con lo sguardo basso.

Poi la guardò e li scappò un sorriso.

"Possiamo definirlo un 'adattamento della specie'. Un 'adattamento all'ambiente'. Non sopravviveresti un giorno da sola in questo mondo con col carattere che avevi nell'altro" concluse quasi con tono glaciale.

"Quindi ormai... ho due caratteri?" chiese lei con aria che non pareva nè ironica nè seria.

Naoise aggrottò le sopracciglia, abbassando lo sguardo da lei. E quest'ultima annuì, mormorando qualcosa di inaudibile.

"E una volta tornata al mio mondo? Avrò... entrambi i caratteri?" chiese togliendo il peso dalla trave del balcone, per poi sedersi a terra, sopra un gradino affianco alla porta.

Lui lentamente la imitò, sedendosi a pochi centimetri di distanza da lei.

"Si, avrai entrambi i caratteri" le confermò, e sospirando continuò, "questo mondo ti ha semplicemente svegliato un nuovo modo di pensare... di agire. Che hai comunque avuto sempre con te, Etaine."

Le rivolse uno strano sguardo.

Winter odiava essere osservata, non poter sapere cosa una persona intendesse con uno sguardo, cosa pensasse... cosa giudicasse.

Così abbassarono entrambi li sguardi.

"Il fatto che accetti il tuo vero nome è un fattore di questo tuo nuovo carattere."

Ecco perchè mi guardava in quel modo. Mi studiava. 

"Ed è molto importante" continuò poi, abbassando le mani sulle proprie cosce per aiutarsi a rialzarsi.

Winter innalzò un sopracciglio.

In effetti, non aveva fatto nemmeno caso a come il ragazzo l'aveva chiamata. "Perchè è importante?"

"Lo capirai."

  
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