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Autore: kiko90    30/01/2015    4 recensioni
Nami, una ricca ereditiera decide di fare una crociera insieme al suo ragazzo, sulla Sunny la più famosa nave da crociera dei sette mari.
Durante la vacanza la donna si renderà conto di quanto la sua vita non la soddisfi ma presto qualcuno le farà cambiare idea.
Intrecci amorosi e un misterioso delitto sconvolgeranno la tranquilla vacanza sulla Sunny.
Niente sarà più come prima!le coppie verranno stravolte e le vite dei passeggeri subiranno dei drastici cambiamenti!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Rimasi immobile senza neanche respirare per qualche secondo o minuto che a me parvero ore prima di urlare con tutta la voce ed il dolore che avevo in corpo.
Caddi con le ginocchia a terra e strisciai verso il corpo inerme di mio padre.
Non riuscivo a crederci, non potevo credere che lui fosse morto.
Dei passi mi raggiunsero e delle voci iniziarono a dire qualcosa, ma a me non importava più niente, davanti ai miei occhi c’era mio padre, l’uomo più dolce ed onesto mai conosciuto, l’uomo che anche se aveva perso sua moglie non si era dato per vinto, non si era abbattuto ed aveva cresciuto le sue due bambine non facendogli mancare niente.

Mi sento chiamare, qualcuno mi chiede di spostarmi ma io non lo faccio, non ho la forza per farlo. Non sento niente, solo il cuore ormai in pezzi che fa male, tanto male.
Fuori dall’ufficio di mio padre si sono raggruppate molte persone, lo capisco dal vociare irrequieto dietro le mie spalle. Qualcuno parla di infarto, altri di ictus non hanno ancora notato la katana infilzata nel petto di mio padre, parlano senza sapere cosa sia effettivamente accaduto, senza conoscere nessun fatto, parlano perché è questo che alla gente piace fare, parlare.
Mi volto verso la porta e mi alzo –Andatevene! Andatevene tutti!- urlò in piena crisi nervosa, mentre sento lo stomaco torcersi.
Nel giro di qualche minuto la stanza si affolla ed io non riesco più a respirare, mi manca l’aria e vorrei uscire da lì ma non ci riesco.
-Nami- una voce profonda mi chiama e mi circonda le spalle accompagnandomi fuori, riconosco quella voce è Law e mi stupisco che dopo tanto tempo mi abbia di nuovo chiamata per nome.
-Cos’è successo Nami?- mi chiede guardandomi negli occhi, con le sue iridi grigie tremendamente serie.
-Papà…l’ho trovato morto…a terra…con una katana nel petto- balbetto scossa da potenti singhiozzi. Leggo nei suoi occhi il dolore prima di essere racchiusa tra le sue braccia ed e lì che mi viene in mente il volto di una persona, Zoro.
È ingiusto lo so, ma non posso far a meno di desiderare che le braccia di Law siano in realtà quelle di Zoro. Mi odio per questo pensiero, ma non posso comandare il mio cuore.

-è la sua katana!-
-Sì, dicono sia stato lui!-
-Non ci posso credere sembrava una così brava persona!-
-la sua collega ha appena riferito alle autorità sulla nave che Roronoa era stato chiamato nell’ufficio del capo e che Genzo era furioso con lui-

Voci, ancora quelle fastidiose voci.
Sciolgo l’abbraccio di Law per capire cos’hanno ancora da dire e quando sento il cognome di Zoro il mio cuore perde qualche battito. Ma che diavolo stanno insinuando quelle persone? Non possono pensare che Zoro…
La katana.
Sgrano gli occhi quando l’immagine di mio padre con quella katana nel petto mi invade di nuovo la mente. Non posso crederci, non voglio crederci, eppure ora riconosco anche io quella katana, la spada di Zoro.
Mi sento mancare il respiro e le gambe mi cedono, l’ultima cosa che vedo è Law che mi chiama e poi il buio…






ROBIN
Corsi in camera di Nami appena mi diedero la notizia, non riuscivo a crederci che Genzo potesse essere morto era una così brava persona.
Entrai in camera senza neanche bussare e trovai Kaya e Bibi sul letto vicino a Nami per consolarla. I miei occhi trafissero quelli di Bibi la quale abbassò la testa sconfitta.
Volevo andarmene, non la volevo vedere, ma dovevo restare per Nami lei ora aveva bisogno di me.
Mi sedetti sul letto e l’abbracciai, sentendo le sue lacrime bagnarmi il collo del vestito, mi si strinse il cuore a vedere Nami ridotta in quello stato, ma la potevo capire anche io avevo perso mia mamma quando ero piccola, però sapere che la morte di Genzo era opera di qualcuno sulla nave, che il suo era stato un omicidio doveva aver sconvolto Nami nel profondo. -Non posso credere che sia stato lui!- singhiozzò Nami tra le mie braccia –Io credevo che lui fosse…-
La strinsi più forte a me accarezzandole i lunghi capelli ramati. Era stato uno schok per tutti noi venire a conoscenza che l’istruttore di kendo, Zoro, avesse ucciso lui Genzo. Non sapevamo il movente, ma si parlava di una lite e poi era venuta fuori una testimone, Tashiji l’istruttrice che lavorava al fianco di Zoro.
-te lo avevo detto io di stare lontana da lui!- disse Bibi con la sua solita aria da snob. Non era affatto vero, lei non le aveva detto un bel niente anzi forse l’aveva persino spronata a buttarsi tra le braccia dell’istruttore. Avevo capito, forse come tutte, che Nami era decisamente attratta da Zoro e che la stessa cosa valeva per lui. Quando i loro occhi si incrociavano sembravano emanare scintille e vedevo la reazione che lui aveva su Nami, la stessa che avevo io quando incrociavo il sorriso di Rufy.
Rufy.
Solo pensare a lui mi provoca una morsa al cuore e non posso far altro che incolparmi per essermi illusa per l’ennesima volta. Io lo so, e forse anche Nami adesso sa che gli uomini sono tutti uguali, vogliono solo una cosa, l’amore ormai non esiste più.



NAMI
Le mie amiche mi sono state accanto tutto il giorno, sono veramente uniche.
Dopo essere svenuta tra le braccia di Law mi sono svegliata nella mia cabina e dopo un po’ sono stata circondata dagli abbracci calorosi delle mie amiche. Ho notato un certo distacco tra Robin e Bibi, ma forse è una mia impressione.
Ora sono sola in camera, ho chiesto loro di lasciarmi un po’ da sola per dormire, ma in realtà l’ultima cosa che voglio è dormire.
Tutta la nave e in fermento, il medico di bordo sta facendo l’autopsia al corpo di mio padre cercando qualche indizio sul colpevole, ma tutti i sospetti sono fondati su un'unica persona, Zoro.
Sono ore che lo cercano per tutta la nave ed ancora non sono riusciti a trovarlo e questo alimenta solo i sospetti. Non volevo crederci ma ora è tutto troppo evidente. Mio padre avrà minacciato Zoro di licenziarlo o chissà cosa e lui colto da uno scatto di ira lo ha trafitto con la sua spada.
Rabbrividisco immaginandomi la scena fin troppo reale e piango, piango perché la crociera da sogno che mi era stata promessa si è trasformata nel mio peggior incubo.
Infondo al mio cuore credo ancora che Zoro sia innocente, ma allora se lo fosse veramente perché si sta nascondendo? Perché è questo che sta facendo. La nave anche se grande non è infinita e ci sono molte persone reclutate nella ricerca, ma niente nessuno lo ha ancora trovato.
Zoro è colpevole.
Zoro ha ucciso Genzo.
Zoro mi ha solo usata.
Questa ultima considerazione mi toglie il respiro e decido che è ora di uscire da questa cabina.
Cammino per il corridoio verso il ponte per prendere un po’ d’aria quando improvvisamente sento una porta aprirsi e poi mi sento afferrare da un braccio e vengo trascinata in uno stanzino, forse quello adibito a ripostiglio.
Mugugno qualcosa mentre una grossa mano mi viene portata sulla bocca e non posso emettere nessun suono.
Un’altra mano chiude il ripostiglio a chiave.
Sono al buio dentro questo stanza due metri per due schiacciata contro il torace di qualcuno.
Mi tremano le gambe e il cuore pompa forte, chi è questa persona? Cosa vuole da me?
Lo sento spostare il viso accanto al mio orecchio e le sue labbra mi sussurrano di non urlare.
Annuisco per farlo contento, ma appena toglierà la mano griderò così forte che mi sentiranno per tutta la nave.
Sento la sua mano scivolare lentamente dalla mia bocca ed accarezzarmi il collo mentre un sospiro esce dalle labbra del mio aggressore.
-Mocciosa- quel nomignolo, non può essere.
Serrò le labbra e mi mordo il labbro inferiore con i denti, mentre lentamente mi volto verso di lui. Inizialmente non avevo riconosciuto la sua voce per la troppa paura, ma ora…ora non ho nessun dubbio e, stranamente, non ho nessuna paura di lui, anche se dopo quello che ha fatto a mio padre dovrei.
Mi volto e nel buio dello stanzino riesco comunque a scorgere i suoi occhi scuri e mi perdo in essi come sempre. Non so perché Zoro mi faccia questo effetto, perché quando sono accanto a lui mi dimentico di tutto, eppure nonostante il mio cuore è a pezzi, con lui accanto mi sento un po’ meglio.
-Non sono stato io, credimi- mi sussurra e solo allora la magia di quello sguardo si infrange riportando tutto il dolore provato in quelle ore nel mio petto.
Faccio un passo indietro e vado a sbattere contro il muro, cavolo questa stanza è veramente un buco!
Tende una mano verso di me per toccarmi, ma io gli faccio capire che non deve farlo, non può più farlo, non dopo aver ucciso mio padre.
-Mocciosa non sono stato io ad uccidere tuo padre! Perché avrei dovuto farlo?- mi chiede come se io potessi conoscere una tale risposta.
-è allora perché ti stai nascondendo? I veri innocenti non si nascondono! Sei stato tu! Tu! Come hai potuto! io pensavo che noi…- mi fermo prima di pentirmi per l’ennesima volta delle mie azioni quando ho lui vicino. Lo vedo guardarmi con occhi seri, occhi feriti, come può credersi lui quello ferito? Sono io quella a cui LUI ha appena ucciso il padre!
Rialza gli occhi su di me e si avvicina, ed io da perfetta stupida lo lascio fare.
Mi prende il viso fra le sue rudi mani e lo alza in modo che i nostri sguardi si fondino.
-Ho visto tuo padre nel suo studio, ma abbiamo solo parlato, niente lite, anzi! Poi sono uscito e mi sono fatto una doccia. Avevo fame così sono andato in cucina e, mentre due camerieri stavano per entrare li ho sentiti parlare dell’omicidio di tuo padre e del fatto che era stato trafitto dalla mia katana. Mi sono nascosto e sono venuto a cercarti ma sei stata con il tuo fidanzato e le tue amiche per così tanto tempo…- sospira abbassando lo sguardo per poi riportarlo su di me –non so cosa sia successo, so solo che sono innocente Nami! Mi devi credere!-
Lo guardo cercando di assimilare ogni sua parola, e gli credo, cavolo se lo faccio!
I suoi occhi sono così sinceri, la sua voce così calma quando mi racconta la verità che tutti i dubbi maturati fin adesso si sciolgono come neve al sole.
Non so perché lo abbia fatto ma appena ho capito che il mio cuore aveva ragione, che Zoro non poteva aver ucciso mio padre, mi sono avventata sulle sue labbra.
Lo sento rispondere al mio bacio con passione, sembra una vita che non lo bacio invece sono passate solo ore da questa mattina.
Mi schiaccia contro il muro con il suo corpo, ed entra con la sua lingua nella mia bocca iniziando ad assaporarmi.
Mi perdo, mi perdo letteralmente nei suoi gesti così caldi, così passionali.
Le sue mani si infilano sotto la mia maglietta alla ricerca della mia pelle.
Mi accarezza il ventre e poi sale fin su ai seni. Si stacca dalla mia bocca per scivolare in una lunga serie di bollenti baci sul collo ed io inarco la testa all’indietro quando sento le sue mani stringermi i seni.
Non dovrei perdere la testa in questo modo per lui. Non dovrei comportarmi così a qualche ora dalla morte di mio padre, quando non so chi lo abbia ucciso, ma non resisto, le sue mani, il suo corpo mi coinvolgono troppo.
Il mio respiro si fa affannoso ed inizio ad avere un gran caldo soprattutto se lui continua a stuzzicarmi in questo modo.
Alza la testa e mi guarda negli occhi ed io capisco che aspetta che io gli dica di fermarsi o continuare e in tutta risposta alzo le braccia verso l’alto per farmi togliere la maglietta, non mi voglio fermare, mi sento troppo bene adesso, mi sento leggera come una foglia.
Gli tolgo la maglia a mia volta e graffio per l’eccitazione i suoi perfetti pettorali.
Lo sento ansimare contro il mio petto, mentre succhia i miei capezzoli turgidi.
Gemo, gemo come mai in vita mia, mordendomi il labbro con i denti per non farmi sentire, nessuno deve disturbarci questa volta.
La mia mano scivola verso la zip dei suoi jeans, non voglio rimanere passiva, voglio arrivare a lui come lui è arrivato a me.
La apro ed intrufolo la mano sentendo la sua erezione ben dritta.
Mi vuole, mi desidera e questo mi fa bagnare all’istante.
Sfilo il suo pene e lo inizio a massaggiare e lo sento gemere sempre più ritmicamente sul mio seno, finché preso dall’eccitazione si avventa sulle mie labbra e perdo la presa sul suo pene.
Si spinge verso di me sempre di più e sento chiaramente pulsare la sua erezione.
Si stacca da me e ghigna e piano scende con la bocca sempre più giù finché non libera la mia intimità e la lecca lentamente gustandosi il mio sapore.
Mi tremano le gambe e se ne accorge, così torna su e si para dritto davanti a me.
Siamo pezzi di due puzzle diversi ma che si completano comunque.
Entra dentro di me ed è allora che assaporo il paradiso.

Usciamo dallo stanzino assicurandoci che non ci sia nessuno nel corridoio.
Abbiamo deciso che si nasconderà fino a che non ci inventeremo un piano per scagionarlo. Lui non è d’accordo, dice che gli basta sapere che io gli credo ed è pronto ad affrontare tutto, ma io no, io non l’ho lascio, non più adesso.
Svoltiamo nel corridoio e saliamo le scalette del ponte, lui e il primo ad arrivare su di esso ed e lì che trova Law e due guardie ad attenderlo.
Mi fa un veloce cenno ed io mi nascondo, mentre lo portano via da me.



Angolo autrice:
Salve a tutti!!
Innanzitutto mi scuso per i mesi di assenza e soprattutto per aver mollato la fic per tutto questo tempo. Spero che la continuerete a seguire, sono intenzionata al 100% a finirla!
Questo capitolo non è un granché ma diciamo che è una sorta di riscaldamento per riprendere in mano la ff, spero che vi piaccia comunque e se vi va lasciatemi pure una piccola recensione mi farà molto piacere leggerle, almeno saprò se la ff interessa ancora a qualcuno!
Grazie per la pazienza!
Un bacione kiko90
   
 
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