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Autore: tokiohotel0620    30/01/2015    2 recensioni
Sono sempre stata un errore, uno sbaglio.
Non capivo davvero cosa ci fosse di cosí imperfetto in me.
Poi sei arrivato tu.
Tremendamente perfetto.
Tremendamente bello.
Tremendamente sexy.
Perchè io sono un disastro e tu un'opera d'arte.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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07.30
La sveglia suonò svegliandomi dal mondo dei sogni. Stavo facendo un bellissimo sogno ma già non ne ricordavo più nulla. Non mi andava di alzarmi ma la sveglia ostinava a suonare perciò la spensi e mi diressi verso il bagno.
Mi guardai allo specchio senza trovare cambiamenti. Ero sempre la solita.
Oh, ma che stupida!  Inizio a parlare della mia vita senza nemmeno presentarmi ahah
Non che ci sia molto da dire. Il mio nome è Chiara, fra un mese è il mio 15esimo compleanno, abito in una casa accogliente, ho un fratello maggiore, due genitori quasi sempre a lavoro e tre migliori amiche.
Da questa descrizione sembra che io abbia tutto. Sbagliato!
Mi legai i capelli. E  mi iniziai a lavare. Fisicamente non sono nulla di eccezionale. Sono abbastanza alta per lamia età e sono magra. Ho i capelli biondi, un biondo molto strano. Ho gli occhi verdi, un verde molto strano."Chiara, sbrigati o farai tardi!" mi urlò mia madre dalla cucina
"Arrivo!"
Uscì dal bagno e trovai mio fratello davanti alla porta.
"Possibile che voi ragazze siete così lente. Si può sapere cosa fai in bagno?!"
"Primo: non sono stata nemmeno 15 minuti. Secondo: tu sei un maschietto, non puoi capire noi donne" gli rubai il naso come facevamo da bambini
"Donne? Ma se tu sei una bambina! Ahahahah donna!" rise a crepapelle fino a quando non si chiuse la porta del bagno alle spalle.
Gli mandai un terzo dito mentale e mi fiondai in cucina dove il mio solito latte e cereali mi stava aspettando. Mangiavo con calma, a differenza di mia madre che si stava ingozzando, facendomi intendere che era in ritardo a lavoro. Già, quella scimmia psicopatica di 23 anni è mio fratello. Si chiama Davide, lavora come contabile fuori città ed oh.. è odioso!
"Cavolo! Sono 07.55, Chiara se non ti muovi arriverai in ritardo!" mi avvertì lei
"Dovrei strozzarmi con il latte secondo te!?" le risposi io
"Signorina, modera i termini e il tono che usi con me okay!?" sbottò
"Ma se tu la colazione me l'hai preparata soltanto ora!"
"Alla tua età credo che sei abbastanza capace di prepararti la colazione!"
"Scusami se tu non mi hai nemmeno mai imparato ad accendere un fornello a causa del tuo lavoro." le dissi freddamente alzandomi
Mi aspettavo il solito sermone "Guarda che se non siamo sempre a casa non è colpa nostra, io e tuo padre lavoriamo per voi e blablabla. 
"Se io e tuo padre.." Eccolo pensai..
"Sisi, certo, come vuoi tu" le dissi andando in camera mia.
"Ma cosa ho fatto per avere una figlia come te?!" mi urlò lei per tutta risposta.
A quelle parole sbattei la porta. La giornata era proprio iniziata per il meglio eh..
Mi misi un felpone, dei jeans e le Vans. Mi misi un po di mascara e un filo di matita. Mi misi il cappotto e mentre mi caricavo lo zaino sulle spalle mi diedi una controllata allo specchio dell'armadio.
"Patetica." pensai  "Ti trucchi, ti sistemi a quale scopo? Tanto non ti nota mai nessuno!"
Uscì di casa senza dire nulla, tanto sapevo che se ne erano andati già tutti via, ai loro impegni, al loro lavoro..
Mi misi le cuffie nelle orecchie e iniziai a camminare nell'aria fresca di inizio febbraio.
Con la musica in testa mi guardai intorno senza notare nulla di differente. Le foglie svolazzavano sui marciapiedi, le macchine sfrecciavano sulla strada, le rondini davano il buon giorno al cielo e i bambini correvano felici a scuola salutando i loro genitori. Era tutto uguale, ma non potevo sapere..
Partì My Immortal degli Evanescence e continuai a camminare a testa bassa, alzandomi il cappuccio sulla testa.  Ero quasi arrivata alla mia scuola, un semplice liceo classico della mia città. Non avevo molta voglia di andarci quel giorno visto che la prof. di matematica che per qualche strana ragione c'è l'aveva a morte con me, avrebbe ridato i compiti in classe di algebra,in cui io già sapevo di aver fatto un flop.
Pensai alla mia classe e da qui alle mie migliori amiche. Come già detto ho tre migliori amiche: Mary,Martina e Arianne.
Mary la conosco dalle elementari. Lei  frequenta un altra scuola e perciò non ci possiamo vedere molto spesso durante la settimana ma ci vogliamo comunque un gran bene.
Invece Martina e Arianne sono mie compagne di classe e le conosco anche loro dall'infanzia. Diciamo che loro due in alcuni versi sono differenti da me. Loro si sono sempre distinte come ragazze studiose, bellissime, con voti perfetti e vita perfetta .La prima è mora con gli occhi blu scuro e la seconda  ha capelli biondo scuro con gli occhi azzurri, tutte e due belle e fidanzate. Quando si tratta di scuola, io non sono quasi mai chiamata a parlare durante l'argomento. Molti potrebbero trovarlo triste,deprimente ma io ci ho fatto l'abitudine. Ora,diciamo che non sono proprio una schiappa a scuola.. semplicemente non sono assolutamente portata per le materie scientifiche. Oddio,quanto parlo!
Eccoci qui, al cancello del liceo o meglio chiamato Il Cancello Dell'Inferno.
Mi tolsi le cuffie e spensi il telefono entrando nell'edificio. Salutai alcuni ragazzi e ragazze di altre classi ed entrai nella mia: la 1a B
Entrando salutai Jake,Marco,Andrea e Lucas, che sono i quattro giullari della classe. Salutai tutti gli altri e mi diressi al mio banco che era di fianco a quello di Martina e Arianne, già sedute a confrontarsi gli esercizi di algebra.
"Quanto ti è uscito questo?" chiese Martina
"Radice di 26 fratto x al quadrato" le rispose Arianne passando il bianchetto sul alcuni numeri sulla sua pagina di quaderno.
"Buongiorno ragazze!" le salutai io sedendomi.
"Buongiorno Chiara!" mi salutarono entrambe guardandomi per qualche secondo,per poi ritornare con gli occhi sui propri quaderni.
"Tutto bene Chià? Questa mattina ti abbiamo aspettato al solito posto ma non venivi.." mi disse Martina squadrandomi dai suoi occhiali da studio.
"Cavolo! Mi sono dimenticata di passare dal parco per incontrarmi con loro!" pensai
"E' che questa mattina ho fatto tardi e sapevo che ve ne eravate già andate, perciò.."
Lei annuì.
Entrarono gli ultimi compagni in classe fra cui Stefania Borzilli, la mia compagna di banco.
Stefania detta Stefy, è la solita tipa bellissima ma senza cervello, infatti è stata bocciata due volte. L'ha già fatto sei volte fra cui tre nei bagni e nella palestra della scuola.
I prof ci dicono di non prendere esempio da lei, ma io la trovo simpatica.
Stefy venne verso di noi.
"Bella raga, la sapete l'ultima?"
"No,spara Stè!" disse Arianne
"Da oggi c'è un nuovo alunno, si chiama Tom Kaulitz e va in 1C. Raga vi giuro! E' un figo da paura! Ma io lo conosco già perchè ci siamo incontrati in vacanza quest'estate!"
"Figo! Chissà com'è!" rispose Martina.
La prof. di lettere entrò in classe salutandoci con un: "Buongiorno ragazzi, a posto su su che è tardi!"
Stefy si sedette accanto a me facendomi l'occhiolino. Sapevo cosa voleva dire. Me lo faceva sempre quando mi cercava un ragazzo ma se pensava che il nuovo arrivato si sarebbe interessato a me si sbagliava.
Andiamo,solo uno con dei seri problemi mentali si interessa a me.
...................
La campanella della ricreazione suonò segnando la fine di tre ore piene di materie abbastanza stressanti cioè storia, greco e latino.
Io,Martina e Arianne andammo verso i nostri armadietti.
"Cavolo, la prof. ha dato troppi esercizi di latino!" disse Arianne
"Già.." risposi io.
"Cavolo, io non so farli! E poi devo anche recuperare greco! Ari, mi aiuti tu? le chiese Martina
"Certo!" le rispose la bionda.
Mi allontanai da loro, per non sentirle iniziare a parlare dell'argomento "scuola" e così andai da Stefy che stava mettendo i libri nell'armadietto
"Ehi!" la salutai io
"Ehi Chiaretta, tutto bene?" mi chiese lei sorridendo
"Si,tu?"
"Alla grande!" mi rispose scostandosi i capelli biondo miele dagli occhi
"Vorrei avere dei capelli come i tuoi!" le dissi io accarezzandoli
"Ma anche tu sei bionda! E poi stavo pensando di tingerli o di rosso o di nero!"
"Mannò!"
Lei rise.
"Allora.. come va in amore?" mi chiese con uno sguardo pervertito.
Risi. "Come al solito Stef.. nessuno mi interessa ed io non interesso a nessuno."
"Sull'ultima affermazione avrei da ridire tesoro" mi disse lei sorridendo
"Sei bellissima!"
"Si, nei tuoi sogni!" le dissi ricambiando il sorriso
"Credimi e poi.. oh mio dio! Cavolo, fatti sistemare!"
Inizio ad aggiustarmi i capelli, che erano sempre in disordine essendo mossi e anche dopo pochi giorni crespi, ed ad allisciarmi le pieghe del felpone che portavo.
"Perchè? Che succede?" chiesi iniziando a preoccuparmi
"Sta arrivando sciocchina!" mi disse lei
"Chi?!"
"Tom!"
Mi chiedevo che avesse di così tanto di speciale questo Tom..
"Eccolo che arriva!" disse Stefania guardando qualcuno dietro di me che camminava dall'altro lato del corridoio. "Ehi Tom!"
Mi girai. Eccolo. Camminava abbastanza veloce ma lo vidi a rallentatore. Era alto e snello. Aveva dei rasta biondo castani che aveva raccolto in una coda. Portava un cappello della NY nero e tutti i suoi vestiti fra cui la sua felpa, la sua maglia e i suoi jeans erano minimo di tre taglie più grandi. Aveva degli occhi color nocciola e per contornare il tutto, sul suo labbro inferiore aveva un pearcing.
"Ehi Stef" disse lui. Mi vennero i brividi per quanto fosse fottutamente bella la sua voce.
Per qualche secondo ci guardammo negli occhi, secondi che per me furono millenni, ma poi lui distolse lo sguardo per guardare avanti e continuare a camminare fino alla sua classe.
Continuavo a guardare il punto in cui era scomparso, incantata come una scema.
"Ehi!" Stefy mi sventolò la mano davanti agli occhi per attirare la sua attenzione "Ci sei? Terra chiama Chiara!"
Io mi ripresi e la guardai, spezzando la mia ipnosi.
"Cosa?" dissi
"Stai bene?" mi chiese lei
"Oh si.. io..io stavo solo pensando.." risposi
"Mh.. allora che te ne pare Tom?" mi chiese con sguardo malizioso
Ci pensai su..
"E' davvero un figo da paura!"
Ma in realtà per me era molto di più...
 
   
 
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