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Autore: Touch_Me_Like_A_Ritual    31/01/2015    2 recensioni
E' così che tutto è cominciato tra di noi. Non avevo mai pensato a come sarebbe stata una relazione in generale, ma tra i due, tu sei sempre stato quello più avanti. [...] Così, quella notte fredda e buia, mi sono reso conto che se volevo, potevo amarti.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest, Threesome, Triangolo
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Mi sento così solo..sono settimane, forse mesi, non lo so più, che a malapena hai considerazione di me, da quando nel baciarti non ho saputo mettere a tacere i miei occhi che hanno rivelato tutta la nostalgia per quei baci che non potrò più darti. Non so esattamente con cosa ti ho fatto del male, e so per certo che la tua non è rabbia ma puro dolore. Non ne conosco il motivo, ma se ciò ha fatto in modo di allontanarti da me così rapidamente, forse va bene, anche se non voglio che tu mi odi. Potremo mai tornare ad essere semplici fratelli o il nostro rapporto sarà più come quello di due ex che si sono lasciati malamente? Non voglio perderti per sempre, Tomi. E devo ammettere, almeno a me stesso, di non riuscire più a dormire come si deve, da quando non mi abbracci più nel letto. Tu sei la mia abitudine da sempre e il non avere più alcun contatto fisico con te mi fa letteralmente a pezzi. Perché io non ho mai scherzato quando nelle interviste dichiaravo di aver bisogno di te. Sei il mio bisogno impellente, la dose extra della mia droga preferita, tu sei me. Sei la parte di me che tiene assieme i pezzi della mia esistenza ed evita di farmi annegare. Ma se anche tu vai via, io non sono più nulla. Bill Kaulitz senza il suo gemello è solo un morto che respira ancora. Finisco il succo d'arancia e mi alzo dalla sedia diventata troppo dolorosa, e decido di controllare la mia casella e-mail. Ho smesso di controllarla da quando siamo venuti a vivere qui, ma forse se per un giorno ti evito David Jost e le sue paranoie da manager esaurito di un gruppo di teen agers, mi guarderai solo un po' di più di ora. Sprofondo il mio fondoschiena sul divano in salotto e ti vedo giocare fuori in giardino con Chippu e Scotty, così con un sospiro apro il mio laptop, posandomelo sulle gambe. Un sorriso mi spunta spontaneo sulle labbra nel vedere lo sfondo del dekstop: io e te che brindiamo come una coppia di sposi al nostro diciottesimo. Non posso fare a meno di domandarmi che fine abbia fatto tutto quell'amore. Possibile che oltre alla nostra privacy, abbiano rubato anche quello? E mi manca il profumo della tua pelle calda addosso a me, carezzare il tuo viso attraverso questo schermo gelido non può essere considerato davvero carezzarti, perché nessuna carezza fatta o ricevuta da te ha mai fatto così male, nessuna delle tue carezze mi ha mai fatto piangere, tu, non mi hai mai fatto piangere. E mi odio per il male che ti sto facendo, mi odio per aver spento la luce nei tuoi occhi, la stessa che hai tenuto viva nei miei. Mi odio per non essere all'altezza di tutto ciò che provi per me, mi odio per non riuscire a vivere un solo istante lontano da te. Mi odio perché tu ami me. Accedo velocemente alla casella e-mail e un messaggio tra tutti colpisce la mia attenzione, lo apro velocemente, curioso di ciò che potrò leggervi. Mi prendo giusto un paio di minuti per leggerlo e rileggerlo, incredulo alzo lo sguardo su di te, ed è quasi come se ti avessi chiamato, perché nello stesso istante in cui alzo il mio sguardo su di te, tu mi stai fissando. Nei tuoi occhi vedo il dolore, una rabbia profonda verso te stesso e contro chi ci ha fatto tutto questo. Per ora non voglio dirti nulla, lo farò quando mi avrai perdonato, qualunque cosa io abbia fatto. -Lo stesso giorno, poche ore più tardi- Mi sono impegnato tanto affinché tutto vada per il meglio, sono anche andato dal parrucchiere e sono ore che non ti vedo, spero che l'effetto sorpresa giochi a mio vantaggio. I vestiti che indosso sono nuovi, e quasi non mi riconosco allo specchio, sono così tanto cambiato negli ultimi anni. Non sembro più una ragazza, sono un uomo. Sospiro e finisco gli ultimi ritocchi. Non me la sono sentita di parlartene a voce, e per quanto possa essere da codardi, ti ho mandato un messaggino per chiederti di restare a cena con me, stasera. Ho ingaggiato all'ultimo secondo un catering di cuochi per farci preparare le nostre pietanze preferite, e se avessi saputo cucinare, mi sarei messo io stesso ai fornelli, ma sono solo un misero cantante, e con la voce non avrei potuto riempirti lo stomaco. Sono nervoso come prima di andare in scena, se non più. Mi tremano le gambe, le mani, la voce, tutto. Scendo velocemente in salotto e mi dirigo verso il giardino, e ti trovo lì, con i tuoi soliti vestiti larghi, i tuoi ordinatissimi cornrows neri lunghi fino alle scapole, la tua fascia legata a coprirti la fronte. Solo Dio ed io possiamo sapere cosa stai pensando con lo sguardo fisso nel vuoto, verso la piscina, e dev'essere qualcosa di serio perché non mi hai sentito arrivare, e sei splendido, con il bagliore delle piccole lanterne ad illuminarti il viso. Accenno un piccolissimo quanto timido colpo di tosse per non essere troppo molesto nell'avvisarti della mia presenza, e dopo avermi guardato per pochi secondi, in silenzio ti avvii al tavolo quadrato, prendendo da subito posto. Mi mordo le labbra e con lo sguardo basso ti raggiungo. Non hai notato nulla di tutto ciò che ho fatto oggi. Né i capelli tinti di grigio, né questa maglietta totalmente trasparente. Nulla. Mi siedo lentamente e cerco di trovare il coraggio, ma nessun suono viene fuori dalla mia bocca. Sento la voglia di piangere impadronirsi della mia gola, gli occhi diventare lucidi, ma devo resistere. Cerco di schiarirmi la voce senza farti intuire niente mentre cominci a servirti in totale silenzio senza degnarmi di un solo sguardo anche fosse solo casuale. Tomi guardami, sto urlando, sono qui, sono il tuo Billy, sono quello che ami da sempre, sono il tuo gemello, sono il tuo ragazzo, sono ciò che ti scorre nelle vene, sono le tue stesse cellule, sono quello a cui sussurravi l'amore in quelle dannate camere d'albergo, sono la stessa essenza di te, sono quello che abbracciavi in quei fottuti bagni tutte le volte che mi picchiavano, sono quello che è nato subito dopo di te perché mi mancava averti vicino. Non mi guardi, non mi parli, sembro essere così invisibile per te e non può essere davvero così, non puoi esserti dimenticato di noi, dell'amore, non puoi esserti dimenticato di me. Dannazione quanto mi manca il suono della tua voce, la tua risata contagiosa, i tuoi occhi su di me, le tue mani grandi e callose a contatto con la mia pelle bianca, le tue morbide labbra sulle mie. Vorrei che mi urlassi contro, che mi picchiassi, ma sai fin troppo bene quanto l'indifferenza sia ciò che mi fa più male. Dannazione quanto mi manchi tu. Tutto ciò sta diventando troppo doloroso per il mio cuore ed io sono così stanco di aver bisogno della tua attenzione.
  
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