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Autore: GottaBeLou    01/02/2015    3 recensioni
“Posso farti una domanda?” chiese infine.
“Sicuro”
Esitò prima di parlare.
“Perché credi che Hikari mi odi?” disse tutto d’un fiato.
“Che?”
***
“Ma non ti preoccupare, è storia vecchia” si affrettò ad aggiungere, ridendo.
“Perché non me l’hai mai detto?”
Passarono diversi secondi prima che lui rispondesse.
“Sarebbe cambiato qualcosa se l’avessi fatto?”
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap3

The playful conversation starts, counter all your quick remarks
Like passing notes in secrecy
And it was enchanting to meet you
All I can say is I was enchanted to meet you

Erano dieci minuti buoni che Kazuha fissava lo schermo del computer, dove l’avviso di un nuovo messaggio continuava a lampeggiare. Era talmente concentrata, che quando il cellulare appoggiato sulla scrivania prese a vibrare, quasi cadde dalla sedia.
“P-Pronto?” balbettò, dopo essersi data una calmata.
“C’è qualcuno? Kazuha-chan? Non sento nulla.. Ka-
“Sì! Sono io, ma chi-? Ran-chan, sei tu?”
“Kazuha-chan!!  La ricezione è pessima, non sentivo nulla. Ascolta, ti chiamavo per confermare che io e Shinichi saremo allo spettacolo”
“Pensavo sareste rimasti a New York fino alla fine di gennaio” disse, cercando di mascherare una nota di disappunto. Non che non le facesse piacere rivedere l’amica, ma, davvero, sua madre avrebbe potuto risparmiarsi l’invito. Era un semplicissimo spettacolo che lei aveva aiutato a preparare, nient’altro. Non avrebbe nemmeno suonato.
“Un tale di Tokyo ha pregato Shinichi di aiutarlo a risolvere un caso urgente, quindi torneremo in Giappone questo weekend!”
“Oh, perfetto. Allora ci vediamo la prossima settimana!”
Chiuse la chiamata con un sospiro e riprese a fissare il pc. Si decise ad aprire la chat, nonostante non le andasse per niente. Una quindicina di messaggi - tutti di Heiji - si erano accumulati in appena una manciata di minuti. 

Hattori: Heyy mi stai ignorando?
Hattori : Kazuhaaaa
Hattori: Dove diavolo sei finita?

Si ritrovò a ridere per la solita eloquenza dell'amico.

Kazuha: Ero al telefono. Va bene.
Hattori: Finalmente! Pensavo fossi morta.
Kazuha: Ah ah ah
Hattori: ...
Hattori: Quindi per domani?
Kazuha: Ho detto che va bene, ma poi devo andare alle prove dello spettacolo, credo che la Kotobuki pensi che i bambini non sono ancora pronti.
Hattori: Certo, certo. È tanto per fare qualcosa..
Hattori: A proposito, grazie per avermi invitato.

Beccata.
Alzò gli occhi al cielo e prese un respiro profondo. Aveva sperato fino alla fine che non glielo chiedesse.

Kazuha: Pensavo tornassi a casa alla fine prima dell’inizio della prossima settimana. E poi non sarà uno spettacolo così esaltante, non ti perdi nulla.
Hattori: Sto pensando di rimanere un paio di giorni in più.
Kazuha: In ogni caso lo spettacolo è venerdì prossimo.
Hattori: Ne riparliamo domani.
Kazuha: Okay.

Spense il computer con la sensazione di essere appena andata a sbattere contro un muro. Si sciolse la coda e si lasciò cadere sul letto.

***

Quando Heiji spalancò la porta della sala di musica, Kazuha stava provando uno dei pezzi per lo spettacolo al pianoforte.
“Vuoi spiegarmi?” chiese il ragazzo.
“Devo provare con i bambini, te l’ho detto”
Heiji assottigliò gli occhi e si avvicinò a lei.
“Certo, ma mi hai anche detto che ci saremmo visti, prima. Avresti anche potuto avvertirmi, sono rimasto per più di mezz’ora ad aspettarti!” sbuffò. “E.. potresti girarti? Non mi va di parlare con la tua schiena”
L’altra obbedì controvoglia.
“Contento?”
La ignorò.
“Perché ora ce l’hai con me?”
Kazuha incrociò le braccia al petto e sospirò. “Non ce l’ho con te”
“Certo”
“Non mi andava di fare niente, d’accordo?” disse senza nemmeno guardarlo.
“E dirmelo ti costava tanto, giusto?”
La ragazza non rispose, si limitò a tenere gli occhi sulle sue ginocchia, mentre l’altro si sedeva sullo sgabello accanto a lei. Non che ci fosse tutto quello spazio, ma comunque.
“Senti, se ho sbagliato qualcosa.. Mi dis-
Kazuha scosse la testa.
“Per cosa ti stai scusando?” disse, quasi senza accorgersene. Si sentiva il suo sguardo addosso.
“Heiji,” disse di nuovo “per cosa ti stai scusando?”
“Io-
A interromperlo, di nuovo, fu il suo cellulare. Quando vide il mittente chiuse la chiamata e lo rimise a posto.
“Dovresti rispondere”
“No, non devo. Hikari può aspettare”
L’ultima volta che hai detto qualcosa del genere non è finita bene, pensò. Ed era finita male davvero.
“Che vuoi dire?” chiese lui.
Le ci vollero un paio di secondi per capire di aver detto quelle cose ad alta voce. Si morse la lingua, chiedendosi perché dovesse sempre finire per complicare tutto.
“L'anno scorso.” disse, lasciando andare un sospiro “Lo so che non ve ne siete andati prima perché le avevano spostato un esame, avreste potuto scegliere una scusa più credibile, se posso dirlo. Non ci ho creduto nemmeno per cinque minuti.”
“Non mi devi spiegare niente, comunque.” Si affrettò ad aggiungere. “Non te ne faccio una colpa”
Heiji ricordava bene cos’era successo. Era stata Hikari ad insistere perché le facesse conoscere la sua famiglia e aveva colto l’occasione per allungare le vacanze invernali per passare qualche giorno a casa. Il fatto che Kazuha compisse gli anni proprio in quei giorni non era che un caso. Ma ne avrebbe approfittato per portarle il suo regalo. Che male c’era?
Non poteva sbagliarsi di più.
“Hikari ha frainteso tutto e-” balbettò Heiji.
“Te l’ho detto, non mi servono spiegazioni” ripetè Kazuha, alzandosi. “La mia vita è andata avanti comunque, così come quando hai smesso di farti sentire quest’estate, come quando tua madre mi ha detto che eri tornato per il compleanno di tuo padre senza dirmi nulla, come quando hai deciso di punto in bianco di andartene a Niigata, e così via. Tu fai finta di niente e va bene così. Ma, già che ci siamo, come diavolo ti è saltato in mente di baciarmi?”
Si zittì di colpo, quando si accorse di ciò che aveva detto.
“Ascolta,” aggiunse in fretta, con lo sguardo basso “i bambini stanno per arrivare e-
“Kazuha..”
“Dovresti andare”
“Kazuha” la chiamò di nuovo. Lei scosse la testa.
“Per favore, vai via”
Heiji sospirò e si alzò, per poi dirigersi verso la porta dell’aula. Per un attimo gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo, quando i litigi tra di loro erano all’ordine del giorno. Ma mai una volta l’aveva vista tanto scossa per colpa sua.
“Mi dispiace” mugugnò prima di uscire.
Lei rimase immobile, ferma al centro della stanza con gli occhi puntati sulle sue stesse scarpe.
Quando la porta si riaprì qualche minuto dopo, Kazuha pensò che fosse di nuovo Heiji, ma rimase sollevata quando vide tre dei bambini della classe di cui si occupava - Mai, Akihito e Kei - e che lei aveva preso particolarmente a cuore, dopo tutte le ore di prove.
“Ohayo!”

***

Per la fine della lezione aveva ricominciato a nevicare e Kazuha si maledisse per non aver portato un ombrello. Decise di aspettare qualche minuto, sperando che smettesse di nuovo. Era appena uscita da una settimana di influenza e l’idea di ricominciare tutto da capo non la faceva saltare di gioia.
“Ti avevo chiesto di andartene” disse distrattamente, senza togliere lo sguardo dal cielo scuro.
“Volevo solo chiarire” borbottò Heiji, facendosi più vicino.
“Non serve”
“Sì, invece. Negli ultimi tempi..” fece una pausa, per poi riprendere “so di essermi comportato da idiota. Insomma, non che io l’abbia fatto di proposito, ma.. insomma.. mi dispiace”
“Wow, loquace” disse Kazuha dopo un po’, ridendo.
“Hey!” esclamò l’altro, indignato “Io per lo meno ci ho provato!”
“E hai fallito miseramente, ma va bene comunque”
Rimasero in silenzio, spalla a spalla, mentre la neve continuava a cadere, senza dare segno di voler smettere.
“Non l’ho fatto per Hikari” gli sentì dire Kazuha, d’un tratto. “Volevo solo, uhm, essere sicuro che quella cotta fosse davvero acqua passata. Per me.”
Si sentì avvampare, mentre di nuovo la scena del giorno prima le si parava davanti agli occhi. Hai vent’anni, dannazione! si disse, Perché diavolo ti comporti da ragazzina?  
“Ti senti meglio ora che sai che è così?” gli chiese in un soffio.
Lo sentì ridere.
“Ci ho pensato. Tanto. E forse- Non lo so”
Kazuha si voltò e vide che lui la stava già guardando. Un singolo movimento da parte di uno dei due e lui l'avrebbe-
“Sta smettendo di nevicare, dovremmo tornare indietro”

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Dun dun duuuuuun

Penso abbiate capito tutti che quello della scorsa volta è stato un vero e proprio miracolo, dato che stavolta (ovviamente) non sono riuscita a rispettare le scadenze che mi ero imposta. 
In mia difesa però dico che (come miss Toyama) ho passato una settimana d'inferno con la febbre e, dato che non mi ammalo mai, è stato piuttosto traumatico. E poi due settimane fa sono iniziati gli esami e ancora non mi sono ripresa (ascoltate il mio consiglio: non finite mai le superiori, fatevi bocciare all'infinito).
Coooomunque, abbiamo degli sviluppi nella storia (kinda), Kazuha riesce a perdonare il Tonno (sì, continua ad essere la definizione migliore) e niente, non lo so nemmeno io. 
Mi veniva da piangere mentre scrivevo la scena iniziale della chat con nome, due punti, testo, perchè è uno stile che non mi piace usare e probabilmente avrei potuto renderla molto meglio, ma spero abbiate capito comunque ciò che volevo dire. 
Siamo in dirittura d'arrivo, penso che ci saranno altri due capitoli al massimo sigh
(Sto blaterando, sì)

Spero vogliate continuare a seguire la storia, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione!!

A questo proposito, ringrazio Ella1412 (con cui mi scuso perchè ancora non sono riuscita a leggere le sue storie nonostante avessi detto che lo avrei fatto al più presto),  shinran4869 e shinichi e ran amore per le recensioni allo scorso capitolo.


A presto, 

Gaia

  
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