"Allora...
pensi che sia la scelta giusta?"
Ron
guardò insicuro verso sua madre, mordicchiandosi il labbro
con fare nervoso.
"Si,
tesoro ... Rose non deve soffrire più del dovuto. In fin dei
conti lei ti considera il suo vero papà... Ed è
l'unica cosa che conta"
Rispose
Molly, schiaffandogli una generosa porzione di porridge nel piatto.
"E
se... Dovessi incontrare lui?!"
Sua
madre gonfiò il petto, improvvisamente indignata, il mestolo
ancora sgocciolante in mano:
" Spero vivamente che Hermione non deleghi la custodia di Rose a quel
..." Sospirò profondamente, cercando di darsi
un contegno "a quello
lì" disse sbrigativamente, evitando lo sguardo
del figlio, improvvisamente incupitosi.
"In ogni caso, é lui
ad essere di troppo. Tu sei il padre di Rose ed hai il diritto di stare
con lei!" Esclamò, incominciando a riassettare
la cucina freneticamente.
Ron
la osservò, non ancora pienamente convinto, chiedendosi se
recarsi in clinica senza preavviso potesse costituire un problema. si
convinse quando l'immagine della bambina sorridente si
stagliò oltre tutti i pensieri e le preoccupazioni. Rose
avrebbe potuto anche condividere il patrimonio genetico di Malfoy, ma
niente di più. Non gli avrebbe lasciato il privilegio di
crescerla al posto suo. Si sarebbe dovuto fare da parte, una volta per
tutte, permettendo alla loro famiglia di raccogliere i cocci.
In
cuor suo, infatti, sapeva di poter perdonare Hermione. Certo, era stato
crudele ed irrispettoso ciò che aveva fatto, eppure non
sapeva immaginare un'esistenza priva di lei. Provava sentimenti
apparentemente ingarbugliati ed ambigui nei suoi confronti;
ma sotto la superficie si nascondeva un ardore disperato.
Aveva
aspettato trepidante che Hermione si presentasse alla sua porta,
tremante e piangente, ansiosa di ricevere il suo benestare. Ma con suo
grande disappunto, ciò non era accaduto. Sua moglie sembrava
aver accettato di buon grado la fine del loro legame, completamente a
proprio agio nella nuova condizione. Si era arresa ancora prima di
combattere, lasciando che tutto ciò che avevano costruito
insieme si sgretolasse tra le sue mani senza battere ciglio.
Era
terribilmente doloroso per Ron, che ancora sperava di rammendare e
suturare lo squarcio che li divideva.
Forse
sarebbero potuti essere ancora felici. Solo Ron, Hermione, Hugo. E
Rose, ovviamente.
"Non glielo hai detto vero,
Molly?" Chiese titubante il signor Weasley, occhieggiando
ansiosamente in direzione del giornale abbandonato sulla poltrona.
"Oh Arthur"
singhiozzò lei, asciugandosi gli angoli degli occhi con una
manica e tirando su poco elegantemente con il naso "Non ne ho avuto il coraggio...
Questo gli darà il colpo di grazia, senza dubbio..."
Il
marito le cinse delicatamente la vita con una mano, cercando di
consolarla.
"Come
ha potuto? Come? Con Malfoy poi... "
Arthur
le diede una leggera pacca sulla schiena, infondendole coraggio, senza
tuttavia rispondere.
Non
aveva risposte per spiegare il comportamento della nuora.
Harry quasi si strozzò con il tè. Tossì vigorosamente, mentre il suo cervello si metteva in moto.
Il
gufo gli aveva appena consegnato il Profeta esattamente come tutte le
altre mattine.
A differenza del solito, però, in copertina campeggiava una foto sgranata di Hermione e di Malfoy stretti in un romantico abbraccio sotto la neve.
A differenza del solito, però, in copertina campeggiava una foto sgranata di Hermione e di Malfoy stretti in un romantico abbraccio sotto la neve.
Il
titolo era impietoso: GRANGER
TRADISCE WEASLEY CON UN EX MANGIAMORTE
Diede
una rapida scorsa all'articolo e non si stupì nel constatare
che la fautrice fosse Rita Skeeter. Il suo stile di scrittura era
inconfondibile: scandalistico, pretenzioso e cosparso di illazioni e
sottintesi. Faceva persino riferimento a Rose, sottolineando come
Hermione si stesse divertendo mentre la figlioletta si trovava in un
letto di ospedale. C'era un rapido accenno a Malfoy ed ai suoi
infamanti trascorsi, ma per il resto l'articolo era volto a mettere in
croce Hermione.
Si
prospettava una catastrofe di dimensioni epiche. Doveva fare
qualcosa.
Abbandonò
a malincuore la torta al cioccolato sul tavolo ed uscì di
corsa, la pagina ancora stretta in pugno.
Astoria fu svegliata delicatamente da Scorpius, che teneva precariamente tra le mani un vassoio d'argento, su cui erano stati disposti una teiera di porcellana ed una mezza dozzina dei suoi biscotti preferiti.
La
donna gli scompigliò intenerita i capelli, prima di
abbracciarlo forte contro il suo petto.
Era
diventato un piacevole rituale: tutte le mattine il figlio le portava
la colazione a letto, da quando lei e Draco non si rivolgevano la
parola.
Il
bambino doveva aver compreso e percepito la tensione negativa che si
era instaurata fra loro, eppure non aveva fatto domande inopportune.
Semplicemente, si era adeguato in silenzio e con dignità a
quei cambiamenti, cercando di gestire a proprio modo la
situazione.
Per
non fare torto a nessuno dei due faceva colazione due volte,
dimostrando la sensibilità che da sempre lo
contraddistingueva.
Tuttavia,
quel giorno sembrava essere triste ed agitato. Il volto affilato,
solitamente pallido, era cosparso di macchie rosse, dovute senza dubbio
all'ansia.
Astoria
se ne accorse immediatamente. Scostandolo leggermente da sé
lo interrogò con lo sguardo.
Siccome
non voleva parlare, gli suggerì "Si tratta di papà?"
Scorpius
alzò immediatamente la testolina bionda, facendo un cenno di
assenso. "Stamattina
non é venuto a svegliarmi" singhiozzò
"Gli elfi domestici mi
hanno detto che non ha dormito qui"
La
rabbia incominciò a montare in Astoria, potente, impetuosa e
pericolosa. Aveva accettato il fatto che Draco non avrebbe mai provato
niente per lei; lo aveva di fatto legittimato a trascorrere del tempo
insieme alla madre della figlia illegittima, coetanea peraltro del loro
primogenito... Draco poteva continuare a ferirla a proprio piacimento,
in un sadico gioco al massacro. Lei lo avrebbe compiaciuto. Ma mettere
in mezzo il figlio, coinvolgerlo nei suoi loschi traffici extra
coniugali era un gesto quantomeno inqualificabile.
Soprattutto
visto che era stato lui, non molto tempo prima, a disquisire sulla
necessità di porre gli interessi di Scorpius al centro delle
loro esistenze. Evidentemente trascorrere del tempo tra le
gambe di Hermione era molto più piacevole di occuparsi di
suo figlio, rifletté livida Astoria.
Tuttavia,
per non turbare il suo adorato bambino, ostentò un falso
sorriso prima di rassicurarlo: sicuramente il padre sarebbe tornato
presto. Nel frattempo, che cosa ne pensava di un giretto a Diagon
Alley? Avrebbe potuto comprare anche un pensierino a Draco da parte
sua, se lo desiderava.
La
proposta scatenò l'entusiasmo del piccolo Malfoy, che
incominciò a battere felice le manine.
Astoria
lo invitò ad andare a vestirsi, mentre lei si preparava. Era
decisa a non rinchiudersi più tra le lussuose pareti del
Manor, rivestendo il ruolo della povera moglie vittima degli umori del
coniuge. Desiderava rivedere la luce del sole, conversare amabilmente
con i conoscenti, fare shopping. Le sembrava una vita dall'ultima volta
che si era avventurata fuori dal perimetro della proprietà e
fu percorsa da un brivido di esaltazione.
Mentre
stava dando gli ultimi ritocchi alla intricata pettinatura che le
incorniciava il viso, uno degli elfi domestici le porse il giornale
intonso.
Solitamente
trascorreva le mattine sommersa tra le calde coltri del suo letto a
baldacchino, immersa nella lettura di quotidiani e libri.
Quel giorno, invece, non degnò la Gazzetta neppure di uno sguardo.
Angolo dell'autrice:
Buonasera miei adorati lettori.
Finalmente questa sessione esami è finita, quindi d'ora in avanti dovrei avere più tempo da dedicare alla scrittura.
Spero che continuerete a seguirmi/recensire come sempre.
Un abbraccio
Quel giorno, invece, non degnò la Gazzetta neppure di uno sguardo.
Angolo dell'autrice:
Buonasera miei adorati lettori.
Finalmente questa sessione esami è finita, quindi d'ora in avanti dovrei avere più tempo da dedicare alla scrittura.
Spero che continuerete a seguirmi/recensire come sempre.
Un abbraccio