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Autore: MaxT    29/11/2008    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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36-esilio  
Cara Amantha, cara CDM, sono contentissimo di aver trovato le vostre recensioni. Sono felice che il disegno vi sia piaciuto, mi è costato un'enormità di lavoro, e (non prendetevela) ne ho riciclato una variante per rappresentare la profezia di Elyon in questo capitolo.

Mi sto dando da fare per buttare giù una ricostruzione plausibile, anche grafica, di alcuni luoghi chiave, come il palazzo  e la città stessa di Meridian,  Kandrakar e, ad Heatherfield, le case di Elyon, di Will, di Cornelia e il Ye Olde Bookshop, dove si svolgono diversi capitoli. Il fumetto dà diverse ispirazioni, ma non di rado sono incoerenti.  La cosa più controversa sono i poteri diffusi tra gli abitanti di Meridian: nei primi numeri del fumetto, e soprattutto nel sesto, ai meridiani (o, almeno, ad alcuni di loro) vengono attribuiti poteri magici quali la telepatia ed il controllo dell'aspetto, poi, nei numeri successivi, la cosa cade gradualmente nel dimenticatoio. 

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a impadronirsi del Cuore di Kandrakar e a sostituirsi ad Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane, ed impedendone il ritorno. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi.
Vera e Wanda, la ex goccia di Will, hanno sottratto il Cuore di Kandrakar a Will, usando l'ipnosi. 
Taranee ha captato la richiesta di aiuto di Will e si è ritrovata con le altre W.I.T.C.H. davanti al portale nella libreria Ye Olde Bookshop; assieme, lo hanno utilizzato per avvertire Kandrakar del furto e per ricercare il Cuore, con scarso successo. 
Elyon ha fatto sapere di non affrontare le ladre, e che sarebbe venuta ad Heatherfield al più presto.
Il giorno dopo, ritrovatesi davanti allo specchio magico, le W.I.T.C.H. assistono alla trasformazione delle loro gocce in copie delle guardiane e della regina, ed alla loro partenza per Meridian, in contemporanea all'arrivo di Elyon.
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere del tutto convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.

Cap. 36
 

Esilio



Casa Portrait, Heatherfield.

Il redivivo Thomas Portrait riapre gli occhi nella penombra della sua vecchia casa.
La luce fredda del pomeriggio autunnale entra da sotto le saracinesche, e sembra sottolineare il freddo dell’ambiente abbandonato.
Davanti a sé non ha più l’immagine della sua bella moglie Miriadel, col suo delicato colorito uovo d’anatra screziato di verdazzurro e la chioma dai meravigliosi riflessi celesti. Al suo posto, c’è quel viso terrestre incorniciato da lisci capelli color carota, il meglio che era riuscita ad inventarsi all’epoca delle sue prime missioni sulla Terra.
Lei capisce subito la sua occhiata di disappunto. “Beh, neanche tu ti sei sforzato troppo, caro!”, risponde stizzita. “Con la tua idea che i terrestri sono tutti brutti, hai già perso l’occasione di scegliere una faccia migliore per Thomas Portrait tanto tempo fa”.
“Ma ti pare il momento, Miriadel?”, si adombra lui. “Dobbiamo contattare Elyon al più presto”.
“E’ quello che faremo. Ma ricordati di chiamarmi Eleanor, quando siamo così. Eleanor Portrait”. Chiude gli occhi per concentrarsi. ‘Elyon, piccola mia…’.
 

       Heatherfield, cantina del Ye Olde Bookshop

In un altro locale nascosto, dove la luce fioca di una lampadina  non riesce a sovrastare l’irregolare riverbero azzurrino di un portale, Elyon si sta confrontando con le sue amiche W.I.T.C.H.. Si guarda attorno: quel luogo è pieno di ricordi che la mettono a disagio.
Will le indica una sedia dallo schienale alto, ma resta in piedi, tormentandosi le mani. “Ma perché hanno fatto una cosa del genere, secondo te?” .
Elyon, sedendosi, si stringe nelle braccia sotto la mantellina verde. Le altre non accennano ad accomodarsi. “Che dirti? Avevo parlato con Vera solo poche ore prima. Ero certa che, quando la ho incontrata, non avesse in testa niente di simile”.
“Poche ore prima?”. Will ha la sensazione di un campanello che le suona in testa. “E di cosa avete parlato?”.
“Di una premonizione che ho avuto: qualcuno è sulle loro tracce. Forse gli stessi di cui Wanda aveva tanta paura”.
Will riflette. Chi poteva temere così la sua ex goccia? Forse… “Forse un certo Sylla?”.
Le altre la guardano allarmate. “No! Sylla!”. “Ancora Sylla?”  “E quel testa pelata che era con lui?”.
“Non lo so”, risponde Elyon sempre stringendosi nelle spalle. “Però ho dato istruzioni a Vera. Avrebbero dovuto cambiare identità, lasciare la casa...”.
“Non si può dire che non l’abbiano fatto”, conviene Will sarcastica. “Ma questo non spiega ciò che è successo, per me”.

Dalle sue spalle, Taranee richiama la sua attenzione. Lei ed Irma stanno di fronte al portale, che emette una fastidiosa luce sfarfallante. “Will, ragazze, non riusciamo a prendere nessuna immagine di Meridian. Né del palazzo, né della città”.
“Non è normale”, aggiunge Irma. “Ieri, almeno, siamo riuscite a vedere Elyon che dormiva”.
“Ah… ecco cosa ha fatto scattare l’allarme”, risponde la ex-regina.
“Più che altro, è stata Irma che non sa mai tenere le mani al loro posto”, brontola Cornelia da un angolo in penombra.
Elyon sta per aggiungere qualcosa, ma si interrompe con la bocca già aperta. In un qualche punto tra le orecchie le risuona forte: ‘Elyon, piccola mia. Noi siamo nella vecchia casa’.
Taranee si volta, stupita, verso di lei. “Hai sentito?”.
“Cosa? I deliri di Corny io-so tutto?”, chiede Irma imbronciata.
“Un messaggio!”. Elyon si alza in piedi. “Ragazze, i miei genitori sono arrivati a casa. Vado loro incontro”.
“Ti accompagno!”, risponde pronta Cornelia. “Abbiamo un po’ di cose di cui parlare”.
“Anche io”. Will allunga la mano verso la sua giacca a vento, di traverso sul tavolo. “Hay Lin, vieni con noi?”.
“Perché lei? E noialtre?”, chiede Irma, sentendosi esclusa.
“Voi restate al portale, ed avvisatemi di ogni novità. Taranee, tu sai come”.

Appena lasciato il negozio, camminano a passo lungo per le vie della città, senza parlare. Il traffico di metà pomeriggio ed i marciapiedi affollati scoraggiano una conversazione così delicata.
Will decide di guidare il gruppetto lungo la piccola laterale di sinistra, molto poco frequentata.
“Ma così faremo mezzo giro del mondo”, protesta Hay Lin.
“Non importa”. Will si accosta ad Elyon, agganciandola per un braccio. “C’è una cosa importante che vorrei sapere da te, ora che non c’è nessuno che ci interrompe”.
“Hai detto Irma?”, scherza Hay Lin. Si morde il labbro quando nota lo sguardo severo di Cornelia.
Will ignora l’interruzione. “Elyon, tu hai il dono della precognizione, vero? Allora rispondi sinceramente: sapevi cosa sarebbe accaduto?”.
La risposta si fa attendere parecchio. “Qualcosa lo immaginavo”, le esce quasi sottovoce.
Studia le reazioni: Hay Lin è sbalordita, Cornelia non mostra alcuna sorpresa, Will fa quasi paura. Gli occhi della  ex-Guardiana del Cuore sono due fessure. “Perché non lo hai impedito?”, sibila.
Lei allarga le mani, sulla difensiva. “Sapevo solo che prima o poi sarebbe stato portato a Meridian, ed usato male. Il furto era solo una delle possibili interpretazioni di una profezia sibillina”.
Gli occhi di Hay Lin si spalancano sempre di più ad ogni parola. “COOOOSA?”.
Will si ferma e  affronta Elyon: “Avresti dovuto avvertirci!”.
L’altra si fa più piccola che mai. “Ma… ce l’hai con me?”.
Cornelia si mette in mezzo. “Ma no, è solo nervosa. Problemi di Cuore”. Si guarda attorno. “Non richiamate l’attenzione. C’è gente anche qui!”.
Will riprende a camminare veloce, sbuffando dalle narici e masticando oscure maledizioni.
Elyon si sforza di starle dietro. “Will, la precognizione non è sempre un dono. Queste predizioni si avverano sempre… qualunque cosa tu faccia per impedirlo. Anzi, talvolta ciò che fai per impedirlo… è proprio ciò che le fa realizzare”. Si ferma boccheggiando. “Troppo teletrasporti”, ansima.
Anche Will si ferma, voltandosi di scatto. “Se ce lo avessi detto, potevamo almeno tentare qualcosa!”.
Elyon scuote il viso.  “Per scatenare un pandemonio? Considera questa ipotesi: forse, in partenza, non avevano progetti ostili, ma se vi avessi messo in guardia, voi avreste potuto fare qualcosa contro di loro. Se fosse andata così, loro avrebbero solo reagito, e voi ora avreste torto. E poi, sarebbero riuscite comunque a rubartelo, se era questo il destino”.
Cornelia annuisce, e si accosta di più ad Elyon. Il suo viso lascia trasparire che è soddisfatta della spiegazione. “Insomma, perso per perso, non hai voluto che ci mettessimo in pericolo, o passassimo dalla parte del torto”.
Elyon prende fiato, un po’ sollevata. “Ero sicura che avresti capito”.
Will, invece, non sembra del tutto convinta. “Elyon, vorrei sapere di più sulle tue profezie. Cosa dicono, e cosa non dicono”. Tace un attimo, mentre un passante frettoloso le sorpassa e si allontana senza dar segno di averle ascoltate. “Mesi fa, a Meridian, dicesti che il nuovo tiranno saresti stata proprio tu!”.
Hay Lin le guarda stupita, prima l’una, poi l’altra. “Elyon… il nuovo tiranno?”. Si volta verso Cornelia. “E tu lo sapevi?”.
“Sì”, risponde lei. “Questo era ciò che poteva sembrare dai disegni”.
“Quali disegni?”, chiedono ad una voce Will ed Hay Lin.
 

Heatherfield, casa Portrait
 
 

Non hanno mai amato questa abitazione, nonostante fosse spaziosa. Essere costretti a tornarci dopo tre anni non migliora questo sentimento.
Le stanze mostrano evidenti segni di abbandono. Qualche ragnatela, poco visibile nell’ombra, adorna gli angoli dei soffitti.

“Non sopporto più questa attesa impotente”, sbotta Thomas Portrait, passeggiando nervosamente nel soggiorno in penombra. Batte una mano sullo schienale di una poltrona, dalla quale si alza uno sbuffo di polvere che la luce del sole d’estate avrebbe potuto accendere di piccolissimi bagliori colorati. Purtroppo non c’è né il sole, né l’estate, e la nuvoletta appare avvilentemente grigia.
“Chissà se ci manderanno qui anche Nagadir?”, si chiede Eleanor. “Avremmo bisogno disperato di una domestica”.

“Mi chiedo se potremo ancora abitare in questa casa, con queste identità”. Thomas sbircia fuori da sotto le persiane abbassate. “Tre anni fa siamo spariti all’improvviso. Potrebbero farci delle domande per cui non abbiamo risposte credibili”.

Eleanor comincia ad aprire i cassetti dei mobili. “La nostra vecchia roba c’è ancora”. Tira fuori un album di fotografie e lo appoggia sul mobile. Un’altra nuvoletta di polvere si solleva dal ripiano e volteggia, sempre più lentamente. “Dai, vecchio, brontolone, non negarlo: siamo stati felici anche qui”.
“Non so come tu faccia a prenderla così”. Thomas si raddrizza, come per rimproverare un subordinato. “Io ho la responsabilità della sicurezza di Elyon, ho cento uomini al mio comando, e non ho potuto muovere un dito per fermare quelle là. Mi hanno solo guardato negli occhi, e…”.
“Usa pure il passato, caro. Avevi cento uomini, eccetera eccetera”, risponde lei distratta, mentre sfoglia l’album con un sorriso di rimpianto fuori luogo. Ad un certo punto fa una smorfia di disappunto: “Alb… Thomas! Qualcuno ha tolto delle fotografie!”.
“Sarà stata la polizia”, risponde l’uomo con indifferenza.
“Ma erano i nostri ricordi! Quelle della gita a Longbridge! Il tredicesimo compleanno!”. Continua a sfogliare. “Le più recenti! Le più belle!”.
Sospira rassegnata, chiudendo l’album. “Non importa”.
Va all’interruttore accanto alla porta del corridoio, e prova a premerlo. L’unico effetto è un “click” impotente. “Siamo senza luce. Come faremo stasera?”.
“Anche senza soldi”, riflette Thomas. “Dovremo tornare ai vecchi trucchetti”.
Lei va verso la cucina.
“E senza acqua, naturalmente”, dice la sua voce da lì. Poi, dopo qualche sbattere di antine: “Pane di tre anni fa. Biscotti con… bleah, le farfalle!”.
Thomas la raggiunge in cucina. Quando apre il frigorifero, un tanfo nauseabondo lo investe. Richiude con un’espressione disgustata. “Qui non c’è niente di mangiabile”.
“Merendine!”, esclama Eleanor un po’ sollevata, aprendo l’ultimo pensile. Poi guarda il cestino della spazzatura, stipato fin all’orlo di involucri di biscotti e snack vari. “Di qua sono passate due tra le maghe più potenti del creato, e non una di loro ha sprecato né olio di gomito, né magia, per pulire!”.
Il signor Portrait stringe i denti. “Mir… Eleanor, io non ce la faccio più ad attendere qui dentro!”, sbotta esasperato uscendo dalla cucina.
Dopo un po’, Eleanor lo segue nel soggiorno, trovandolo che cammina avanti ed indietro come un sarvak in gabbia.
“E allora fatti quattro passi fuori, prima di consumare il tappeto persiano. Quello ci è costato un bel po’”.
“Quattro passi! Facile a dirsi. E se mi riconoscono?”. Riflette un momento, poi si decide. L’immagine dell’uomo riduce gradualmente la sua statura, fino ad assomigliare ad un bambino. “Che te ne pare? Così darò meno nell’occhio”.
Lei sorride, quasi intenerita. “Bravo tesoro, Elyon ci aveva chiesto proprio un fratellino”, gli dice accarezzandogli la testa. “Ma guarda da tutt’e due le parti prima di attraversare la strada, e sta attento ai malintenzionati!”.
“Stiano attenti loro, piuttosto!”, grugnisce il bimbo, schivandole la mano.
“Ah, tesoro… fa freschetto. Vado a cercarti qualcosa da mettere. Non vorrai...”.

Un quarto d’ora dopo, Eleanor, sola in casa, si è abbandonata sulla poltrona. Fa freddo. Si è coperta con un playd,  incurante della polvere.
E’ scoraggiata dall’enormità del compito. Rendere abitabile una casa abbandonata da tre anni non è cosa che si possa fare in una serata. Ormai sta per fare buio…
All’improvviso, un’intuizione le prorompe nella mente: Elyon è a pochi passi da casa. Finalmente!
Va ad attenderla, aprendo la porta sul davanti. Tre… due… uno… Ecco!

Baby-Thomas varca la soglia del giardino, seguito dalle ragazze.
Appena la vede, Elyon si affretta lungo il vialetto. “Mamma!”, cinguetta festosa gettandosi al suo collo.
“Cara Ellie! Sono state lunghe queste ore, vero, tesoro?”.
“Mamma! Lo sai che mi piaci tanto, così?”.
“Grazie, tesoro. Prova a convincere anche il tuo papino”.
Cornelia, in testa al gruppo, sorride a quel viso sparito da tre anni. “Signora Portrait! Disturbiamo?”.
“Cornelia! Ragazze! Accomodatevi, scusate se è tutto sporco… Gradite una merendina, garantita senza muffa?”.
“No, grazie”. Cornelia sbircia nella penombra della casa. C’è tanta polvere, lei lo sente anche senza vederla. Quando Will la spinge delicatamente dentro, fa qualche passo incerto come se si aspettasse che milioni di acari affamati le si precipitino addosso per soffocarla e divorare il suo cadavere.
“E’ scuro…”, si lamenta.
“Purtroppo la corrente non è allacciata”, si scusa Eleanor.
“Ma come!”, protesta Elyon. Quando preme l’interruttore, la luce elettrica cancella ogni angolo d’ombra.
“O Cielo!”. Cornelia stringe i denti, osservando il velo grigio su tutti i mobili, e gli irregolari festoni di ragnatele. “Scusate… la mia allergia… non posso restare qui!”. Più che una scusa, sembra un rimprovero, sottolineato da un colpo di tosse.
Elyon passa un dito sul piano del tavolo, lasciando una netta strisciata nella polvere. “Eh, già…”, conclude mesta, guardandosi il polpastrello.
“Vado a cercare un canovaccio”, si scusa la signora. “Elyon accende stelle in cielo, e non muove un dito per la sua casa!”.
“Veramente un dito l’ho mosso”, risponde esibendo il polpastrello impolverato, ma la madre è già andata.
“Non viene neanche l’acqua!”, sbotta la sua voce esasperata dalla cucina.
“Come no?”, si stupisce Elyon.
Alle sue parole, uno scroscio improvviso è seguito da un’imprecazione in meridiano che fa sbiancare in viso la ex-regina e il baby-colonnello.
Dopo un attimo, Eleanor torna torva nel soggiorno. Il suo vestito è più zuppo dello straccio che tiene in mano. “Potevi preavvisare…”.
“Scusa, mà”.
“Oh, con Irma succede anche di peggio”, minimizza Hay Lin. “Forse posso aiutarvi io. Aprite le finestre…”. Per un attimo si mette in posa a braccia tese.
“Ferma!”, le grida Cornelia. “Non vorrai alzare polvere, con me qui?”.
“Ma…”.
“Niente ‘ma’. Stai a vedere come si fa”.
Appena le hanno fatto posto, Cornelia si pone al centro della stanza, ad occhi chiusi. Fa un gesto solenne alzando le braccia, e allargandole lentamente attorno a sé.  Una debole luminosità verdina si diffonde davanti ai suoi palmi, e illumina leggermente mobili e muri.
Compiuto un giro completo, lenta e solenne, Cornelia riapre gli occhi, col sorriso di chi sente di meritare un applauso. La stanza sembra nuova, o quantomeno lavata con Perlana.
“Whooow”, fa Elyon. “Brava, Corny!”.
“Passabile”, concede Hay Lin.
“Aspetta”, riprende Elyon entusiasta. “Adesso guardate cosa faccio in corridoio…”.
Eleanor la tira per una manica. “In cucina! Prima in cucina, o niente cena!”.

“NON VOLEVI MOSTRARCI DEI DISEGNI?”.
La domanda di Will, quasi urlata, richiama alle cose più serie. “Non per sembrare impaziente, ma per me sono brutte giornate! Sono ventiquattr’ore che il Cuore di Kandrakar mi è stato rubato, un’ora sola che lo hanno usato per esiliarvi… e voi sembrate appena arrivate nella casa delle vacanze, a fare a gara di prodigi!”.
“Giusto!”, fa eco il baby-colonnello. “Parliamo di cose importanti, voglio vederci chiaro anch’io”. Fa un largo gesto verso il tavolo. “Sedetevi, ora che è pulito”.
Eleanor gli pone il palmo della mano sulla testa, ed il bambino cresce velocemente fin a tornare il signor Portrait. “Ecco, caro. Se vuoi comandare, così ti riesce meglio”.
“Papà…”, gongola Elyon quasi commossa.
“Arriviamo al sodo”, fa Will, raschiando il fondo della sua riserva di pazienza.
“Allora vi raccontiamo la nostra”, inizia Eleanor. “Le vostre amiche si sono materializzate tutte lì, appena Elyon è andata via. Hanno fatto un rituale con quel coso luminoso…”.
“Il Cuore di Kandrakar”, fa Will, attentissima.
“Sì. Poi si sono accorte di me, e mi hanno tolto il sigillo per il teletrasporto”.
“Cosa?”. Elyon spalanca gli occhi. “Tolto…”.
“Sì…”, annuisce Miriadel colpevolmente. “E’ grave?”.
“E’ che quelle guardiane sono terribili!”, la difende Thomas. “Basta che ti guardino negli occhi, e non puoi più rifiutarti di obbedire”.
“Noi non abbiamo questa capacità”, si preoccupa Hay Lin. “Funzionerebbe anche su di noi?”.
Gira gli occhi verso Will, che commenta amara: “Quando dormiamo, senz’altro. Da quel che dite, sospetto persino che possano avermi sorpresa da sveglia”.
Cade un momento di silenzio preoccupato.
“Ah, già…”, aggiunge Thomas. “Quella… quella strega dai capelli rossi ha detto di chiedere a voi perché sono venute. A te, Elyon, e a voi guardiane”.
“A noi?”. Elyon trasale.
“Non capisco”. Will scuote la testa. “Non pensavo a loro da mesi”.
Cornelia alza un sopracciglio. “Forse Wanda, la tua goccia, ce l’ha ancora con te per la faccenda di Matt”.
La frase coglie Will come un insulto. “LEI ce la dovrebbe avere con me?!?!”, fa, quasi alzandosi in piedi.
“Fosse anche”, interviene Hay Lin, “come avrebbe fatto a coinvolgere le altre nella vostra bega?”.
“La NOSTRA bega?!?!…. E’ LEI che…”.
“Non è questo il punto”, interrompe Eleanor. “Certo non è stata questa Wanda a decidere, semmai Vera”.
Si alza dal tavolo.  “Te l’avevo già detto, Ellie, hai creato tu stessa l’unica che poteva spiazzarti”, sbuffa. “Tutto per la tua idea balzana di modernizzare Meridian!”.
“Come, balzana?”, fa Elyon, colpita sul vivo.
“Basta, Miriadel”, interviene il colonnello. “Non si discutono le decisioni della Luce di Meridian, soprattutto davanti…”. Si interrompe. ‘…Ad estranei’ sembra echeggiare nell’aria, più forte che se fosse stato pronunciato.
“Mi dispiace che siamo di troppo”, dice Hay Lin, un po’ offesa.
“Ma no, restate!”, fa il signor Portrait. “Solo che questa discussione era fuori luogo”.
“Sono contento che lo abbia detto lei”, interviene Will, “perché io sono qui soprattutto per sapere di queste infallibili profezie”.
“Ti prego, Elyon, mostra i tuoi disegni”, fa eco Cornelia.
“Ma certo”, risponde lei, togliendosi la mantellina. Comincia a sentirsi un po’ di tepore, come se l’impianto di riscaldamento avesse ripreso vita dopo tre anni.
Sul tavolo, davanti a lei, c’è una cartellina che nessuno aveva notato prima. Apre la copertina.
 


Un bel disegno a matita e pennarelli mostra le cinque guardiane minacciose, disposte in cerchio. Al centro la Luce di Meridian, cupa, ha l’espressione di una cattiva delle favole. Sullo sfondo si riconosce, appena abbozzato, il Trono di Luce.

“Sembriamo proprio noi”, fa Hay Lin, turbata. 
“Infatti è stata la prima interpretazione, la più ovvia”, spiega Cornelia. “Plausibile fino a un’ora fa”.
Hay Lin annuisce. “Tu avevi già visto questi disegni?”.
“Questo sì”.
“Ne ho altri”. Elyon sfoglia rapidamente altri cinque disegni, varianti del primo. 
Al sesto foglio, spiega: “Ecco, questo non te lo avevo mostrato, Corny. Hai già capito perché”. 
Nella nuova tavola, la terribile guardiana dai capelli rossi tiene sollevato sul palmo, sfolgorante, il Cuore di Kandrakar. 
“E come potevo mostrarlo a te, Will? Questa – indica la guardiana del disegno - avresti potuto essere tu”.
Will grugnisce, osservando lo sguardo sinistro con  cui il personaggio disegnato la ricambia.

Il foglio successivo mostra i visi eterogenei di un gruppo di metamondesi, chini e umiliati, su uno sfondo nero che sembra l’oscurità di una segreta.
“C’è Galgheita in primo piano!”, si stupisce Hay Lin.
“Proprio lei”, conviene Thomas. “E molti saggi del Consiglio. Tutta gente in grado di riconoscere un’usurpatrice”.
“Un’abilità che non farà la loro fortuna”, conclude amara Eleanor.
Altre tavole sembrano meno comprensibili: occhi luminosi, ombre indistinte, sagome umane delineate da nuvole di puntini.
Hay  Lin li squadra con occhio critico: “Questi sarebbero ottimi per una mostra di quadri onirici”.
“Vero?”, Per un attimo, l’orgoglio d’artista traspare dal tono di Elyon. “Anche questi sono stati disegnati in quasi trance. Secondo me, sono un’allusione all’uso di poteri magici”.
Will riguarda  rapidamente le prime tavole. “Ma cosa ti faceva pensare che si riferissero ad una tua tirannia? E perché noi avremmo dovuto fiancheggiarla?”.
“C’erano anche predizioni verbali. Alcune parlano di un anno che sarà ricordato per la tirannia della sorella di Phobos.  Altre dicono che il nome di Kandrakar sarà infamato da un’oppressione”.
Cornelia annuisce. “Insomma, un quadro che faceva pensare che noi e lei avremmo fatto assieme qualcosa di infame, o almeno di impopolare”.
“Però, si adatta bene anche a ciò che sta succedendo ora a Meridian”, fa presente Thomas.
Will riflette, sostenendosi il viso con le mani. “E così, la tirannia di Elyon era un’interpretazione ormai superata di questa profezia. Eppure sarà così che la percepiranno a Meridian: lei e noi, le guardiane di Kandrakar”.
“La situazione, lì, è destinata a peggiorare”, rimugina Thomas. “E io, comandante della guardia, sono stato neutralizzato per primo!”.
“A questo punto, considerati fortunato”, gli ribatte Eleanor. “Pensa a Galgheita e agli altri rimasti lì.”.
“Ci penso. Ma è questo senso di impotenza…”.

“Un’altra cosa, Elyon”, fa Will. “Prima hai parlato di un anno?”.
“Signorsì. Un anno di Meridian. Diciotto mesi. Io non intendo tentare nulla, prima di quella scadenza”.
Will torna ad accigliarsi. “E poi, come si risolverà?”.
“Non so ancora. Spero, usando l’intelligenza anziché la forza”.
Will rimugina ancora un attimo. “E il cuore di Kandrakar? Dovrebbe restare lì fino alla fine?”.
Elyon si stringe nelle spalle. “Andare a reclamarlo ora sarebbe una pazzia”.
“Per me non è accettabile!”. Will sui alza in piedi. “Dovremo riprenderlo prima. E’ troppo importante per l’equilibrio degli universi!”.
“O per te?”. Cornelia la guarda severa. “Ti ricordo che i nostri poteri sono dimezzati”.
Hay Lin, incerta, riflette: “Il Cuore di Kandrakar ha spesso rovesciato le sorti di qualche missione, quando stavamo per essere sconfitte”.
“Conto proprio su questo”, fa Will, decisa. “In passato, il Cuore è tornato a me di sua volontà”.
Elyon ha seguito con apprensione questa discussione. “Will, aspetta…Studiamo un po’ la situazione. Per iniziare, come arriveresti a Meridian?”.
“Escludiamo l’autostop”, scherza Hay Lin sottovoce. Lei e Cornelia si scambiano uno sguardo d’intesa: nessuna delle due ha intenzione di andare allo sbaraglio senza un buon piano.
 

  
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