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Autore: camoeight    03/02/2015    2 recensioni
"Per sempre non significa niente, nemmeno per creature come noi..."\"“Buon compleanno Caroline” si sentì sussurrare all’orecchio e un brivido le attraversò la schiena. Questa è una raccolta di one-shot\drabble di vario genere. La coppia principale è Klaroline, ma non solo!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Enzo, Katherine Pierce, Klaus, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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My heart to a mild frenzy her beauty inspires
-Part II-
 

“Enzo è magnifico!” squittì Caroline sporgendosi pericolosamente per ammirare il panorama mozzafiato. Si trovavano nel coloratissimo Park Guell e la vampira si era sentita subito a suo agio. Era tutto così pieno di vita, l’energia si poteva respirare e-
“Te l’avevo detto riccioli d’oro…molto meglio di un semplice museo!” fece Enzo guardandola compiaciuto.
La vacanza procedeva perfettamente e i due avevano legato ancora di più. Di giorno visitavano ogni attrazione, mangiavano nei locali meno conosciuti, la sera si divertivano in qualche discoteca o semplicemente passeggiando insieme, come la sera in cui Caroline aveva ballato per un’ora con dei musicisti di strada. Non l’aveva mai vista divertirsi tanto. Di notte ognuno aveva la sua stanza seppur comunicante e per il vampiro era una tortura sentirla muoversi nel sonno e non poterla abbracciare, stringere a sé. Ma sapeva che entrambi avevano bisogno di tempo.
I giorni a Barcellona passavano troppo velocemente per i suoi gusti.
Caroline lo rendeva sereno.
Il volto di Maggie non lo perseguitava più nei suoi incubi, così come i ricordi del dolore e della prigionia. L’angoscia era stata sostituita dalla pace, le grida dalla vibrante risata della ragazza.
Enzo si sentiva sopraffatto da questo sentimento di totale adorazione nei confronti della giovane vampira. Ma che fosse addirittura amore? Non ne era sicuro.
Questo fino al giorno prima della partenza.
Caroline era stata strana per tutta la giornata, come un bambino che vorrebbe a tutti i costi vuotare il sacco, ma tenta comunque di mantenere il segreto.
Il sole stava tramontando “Tutto bene riccioli d’oro?” le chiese sotto la guglia di Santa Eulalia. Erano nel Barrio Gotico e dopo un aperitivo avevano deciso di fare una passeggiata.
Caroline lo superò piazzandosi di fronte a lui aprendosi in un enorme sorriso. Dalla borsa estrasse un piccolo sacchetto decorato e senza dire nulla glielo porse.
Enzo corrugò la fronte e aprì il pacchetto. Tirò fuori un semplice braccialetto di cuoio intrecciato “Ho visto che lo fissavi in quella bancarella al Mercat Del Encants” la voce di lei lo riscosse dai suoi pensieri “…e siccome non guardi nulla per più di un minuto ho capito che era la scelta giusta...” esclamò la bionda dondolando sui talloni e scrutandolo curiosa.
Enzo sapeva di dover reagire, almeno ringraziare, ma era come paralizzato. Era davvero un bel braccialetto, ma c’era di più. Lei aveva pensato a lui. Aveva notato il suo interesse per quel braccialetto e senza farsi scoprire era tornata a prenderlo. Per lui.
Nessuno gli aveva mai regalato nulla.
“Uhm…ti piace, vero?” la sicurezza di prima sembrava svanita, Enzo alzò lo sguardo sulla vampira incerta, e si affrettò a rassicurarla “Grazie Caroline, è bellissimo” sussurrò e il suo cuore fece una capriola davanti al sorriso disarmante di lei “Posso?” fece indicandolo e senza aspettare risposta la bionda gli prese il polso e, soddisfatta di non vedervi intorno altri braccialetti, allacciò i piccoli gancetti “Perfetto!” dichiarò, poi come se avesse dimenticato qualcosa tirò fuori il telefono.
“Vieni qui Enzo!” lo chiamò dopo essersi spostata in una zona migliore. Il vampiro si avvicinò e sentì il braccio di Caroline circondargli la vita “Sarà un bellissimo ricordo” disse lei scattando la foto.
Quando più tardi, nella sua stanza, Enzo la osservò con più attenzione capì di essere fregato.
Nella foto, mentre Caroline guardava l’obiettivo, Enzo guardava Caroline.
 
 
“Si prega i gentili passeggeri del volo 273 diretto a Londra di recarsi al gate 4” gracchiò la voce metallica ed Enzo sbuffò guardando l’orologio. Ancora venti minuti.
L’aeroporto lo rendeva nervoso. Non sapeva come sarebbe stato una volta tornati a casa. Si era chiesto per tutta la notte cosa sarebbe successo. Tutto sarebbe rimasto uguale? Sicuramente Mystic Falls non era cambiata: Elena e i suoi drammi, un nuovo cattivo da sconfiggere…le solite cose insomma!
Non era giusto. Odiava il fatto che Caroline si sentisse in dovere di sacrificare i suo tempo, di mettere a rischio la sua vita, per persone –amici!- che si erano dimostrate perfettamente ingrate.
Non era giusto.
Si guardò intorno. Caroline era andata a vedere la boutique con quegli stupidi souvenir e lui se ne stava buono a fare la guardia ai bagagli.
Cinque minuti dopo la vide tornare con una strana faccia. Alzò un sopracciglio curioso. Niente ciarpame, ma nascondeva qualcosa dietro la schiena.
“Ok, diciamo che ho fatto una follia…” balbettò ed Enzo sorrise “Non sarebbe la prima volta riccioli d’oro” Caroline alzò gli occhi al cielo ma continuò “…Mystic Falls è molto noiosa in questo periodo e tutti sono in vacanza, così mi sono detta ehi! Perché tornare così presto? Ho ancora un mese prima del college! Così ho pensato beh- arrossì- che visto che eravamo in giro…” “Cosa nascondi lì dietro?” chiese Enzo sorridendo sghembo e Caroline ridacchiò “Non c’era nessun cappello che mi piacesse così ho preso questi…” gli lanciò un paio di guanti “Andiamo ad Aspen!” gridò saltellando e sventolando i nuovi biglietti prima di cominciare a elencare l’occorrente –ci serviranno scii, snowboard, maglioni e giacche calde- e Enzo sentì un peso sparire dal cuore.
Caroline voleva stare con lui. Non era stufa, non voleva tornare a casa. Voleva stare con lui.
Istintivamente l’abbracciò e lei si interruppe ricambiando il gesto divertita “Partiamo tra mezz’ora” mormorò e lui annuì tra i suoi capelli. Poi si irrigidì “Caroline” sussurrò e lei si scostò preoccupata “Qualcosa non va?” fece “Non so sciare” ammise il vampiro imbarazzato. Caroline lo fissò dritto negli occhi “Neanche io” disse con estrema serietà. Poi entrambi scoppiarono a ridere.
 
A qualche metro di distanza una coppia guardava la scena, uno di loro scattò una foto prima di fare una telefonata “Dite a Klaus che li abbiamo trovati.”
 
 
Questa volta avevano optato per uno chalet. Non era grande, non avevano bisogno di molto spazio, ma c’era il necessario e ovviamente: camere separate.
Era quasi l’una di notte quando arrivarono, il tempo di sistemarsi e farsi una doccia prima di mangiare qualcosa davanti al caminetto “Pensi mai a come sarebbe stata…” fece Caroline guardando il suo calice di vino rosso “…se non fossi stato trasformato intendo…” domandò ed Enzo deglutì prima di rispondere “Sì, ma non importa, non sarei durato molto in ogni caso…sai, la guerra…” disse agitando una mano e Caroline sorrise “Scommetto che eri un bravo soldato” ed Enzo scosse la testa “Nessuno lo è davvero, ti convinci di aver visto tutto, di non avere più paura di niente, ma non è così…” mormorò perso in un ricordo, sentì Caroline farsi più vicina a lui sul divano “Cosa è successo?” chiese ed il vampiro appoggiò la nuca sullo schienale del divano “Era il 1940 ed ero stato incaricato dalla RAF inglese di rispondere ai bombardamenti tedeschi contro Londra. Con il mio spitfire sono riuscito a distruggere un paio dei loro bimotori, ma qualcosa andò storto e venni colpito da qualche parte vicino al Sussex…” fece e Caroline notò la punto d’orgoglio nel suo tono “…miracolosamente riuscii ad uscire e ad atterrare illeso su questa distesa, avevo seguito il protocollo, i nemici erano eliminati ed io ero vivo. Poi però sentii qualcosa sfiorarmi la tempia. Un soldato tedesco si era salvato e stava sparando contro di me. Riuscii a disarmarlo, ricordo che il cuore mi batteva all’impazzata. Eravamo io e lui capisci? A mani nude, l’uno contro l’altro. Sapevo che solo uno sarebbe tornato a casa e non avevo intenzione di morire lì…” fece una pausa e sentì la mano della vampira afferrare con delicatezza la sua “Gli strinsi le mani intorno al collo, lui graffiava e scalciava, ma io non mollavo. Poi mi guardò negli occhi e non si mosse più…” concluse e scosse la testa come a voler scacciare l’immagine.
Caroline si sentì in colpa, non voleva turbarlo in questo modo “La morte? È questo che ti ha spaventato?” chiese ma Enzo la guardò negli occhi “No tesoro. È stato il mio riflesso negli occhi di quel cadavere a terrorizzarmi” fecero silenzio per qualche minuto.
Caroline sentiva di dover dire qualcosa “Ti sembrerà infantile dopo quello che hai detto, ma la mia paura più grande è quella di non essere abbastanza –aspetta!-” fece alzando una mano per bloccare le sue proteste “…da quando ero piccola ho sempre cercato di essere la migliore in tutto, di avere il controllo su tutto e tutti. Se tengo tutto sotto controllo non può capitare niente di brutto no?” domandò retorica “…all’inizio funzionava, ottimi voti, capo cheerleader…ma poi i miei genitori divorziarono, mio padre se ne andò di casa. Immagino che quello fu il primo colpo. Cominciai a diventare invidiosa della mia migliore amica. Elena aveva tutto quello che volevo io e non sembrava fare il minimo sforzo per ottenerlo. Mi vergogno tanto adesso…” mormorò portandosi le mani davanti al viso “…poi sono arrivati i fratelli Salvatore, Stefan era così gentile ed io ovviamente non potevo lasciarmi scappare l’affascinante nuovo arrivato. Beh neppure Elena suppongo. Un altro colpo. Poi…” si fece incerta, Damon ed Enzo erano amici, non voleva creare problemi “…beh diciamo che il tentativo di ripiego sul fratello maggiore non andò a buon fine…” lo vide fermarsi di scatto, il bicchiere a mezz’aria “Tu e…Damon?” chiese e la vide annuire “Non me ne aveva parlato” si disse lui e notò qualcosa attraversare lo sguardo della bionda “Elena aveva vinto di nuovo. Poi c’è stato Matt, il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto. Non ha preso bene la mia trasformazione, ma in fondo credo che non avesse davvero dimenticato Elena. Per fartela breve sul resto: Tyler ha scelto la vendetta, Klaus il potere. Nessuno ha mai scelto me. La mia paura è di non meritarlo…” sospirò, poi cercò di alleviare la tensione con una spinta “Ehi! Guarda che non l’ho mai detto a nessuno, quindi sentiti onorato…” esclamò accennando un sorriso a cui lui non rispose costringendola ad abbassare lo sguardo e sussurrare “Ho paura di questo rancore, temo di diventare una persona cattiva, quel mostro che mio padre ha passato tanto tempo ad odiare…” Caroline lo sentì muoversi e sentì le sue mani circondarle il viso spingendola a guardarlo “Hai presente chi dice siamo quello che facciamo? Cazzate. Noi siamo chi desideriamo essere. Vuoi essere cattivo? Sei cattivo. Buono? Buono. È veramente molto semplice” disse memorizzando ogni lineamento del suo viso “Sei la persona migliore che conosca Caroline, chiunque non l’abbia ancora capito non merita nemmeno un minuto del tuo tempo…” sussurrò intensamente e la vampira trattenne il respiro. Inaspettatamente Enzo le diede un bacio proprio sulla punta del naso prima di alzarsi “Domani ci aspetta una bella giornata, splendore…meglio riposare…” disse avviandosi verso la sua stanza, Caroline lo seguì. La conversazione l’aveva stremata, ma le parole di Enzo le fecero tornare in mente qualcuno.
“E che mi dici di una persona che desidera essere amata, desidera immensamente non rimanere sola, ma continua inevitabilmente a ferire gli altri?” domandò sull’uscio della camera da letto.
Di fronte a lei Enzo si voltò facendo per entrare nella sua “Vuol dire che non lo desidera abbastanza” sussurrò “Buonanotte riccioli d’oro” disse chiudendosi la porta alle spalle.
Caroline si sentì immensamente triste pensando a quella persona.
 
 
“Lanciamoci in pista Enzo!” aveva esclamato Caroline prima di fiondarsi giù a spazzaneve. Sembrava divertente, pensò il vampiro seguendola.
Ed era bello lasciarsi andare, la velocità, l’adrenalina. I suoi sensi sviluppati gli permettevano di schivare gli ostacoli senza problemi. Poi sentì un gridolino e spostò lo sguardo alla sua destra, dove poco prima c’era Caroline.
Dove diavolo era?
Si fermò bruscamente e finalmente la vide. Sgranò gli occhi e si fiondò da lei.
 
Ottima idea Forbes, si disse la vampira a terra. Aveva finito col prendere troppo velocità…e una roccia.
L’impatto era stato violento e l’aveva scagliata a qualche metro di distanza. Cercò di rialzarsi ma soppresse un grido di dolore. Costola e caviglia rotta. Sarebbero guarite nel giro di qualche minuto, ma facevano un male schifoso!
“Caroline!” sentì gridare e si ritrovò un Enzo dall’aria atterrita in ginocchio di fronte a lei “Stai bene?! Cosa è successo?” chiese allarmato togliendosi gli occhiali e i guanti e, sentendola lamentarsi, guardò con attenzione cercando qualche ferita  “La caviglia è rotta…forse una costola, qualche minuto e passerà” disse lei in un misto tra dolore e divertimento. Insomma era una scena tragicomica. L’unico a non capirlo era Enzo “Ti serve del sangue, guariresti più in fretta. Aspettami vado a-” ma la mano di lei lo riportò esattamente dov’era “Guarda che sto bene…immortale ricordi?” fece indicandosi e accennando un sorriso, ma il vampiro continuava a guardare la caviglia con espressione preoccupata “Ehi” fece prendendogli il viso tra le mani “Va tutto bene”  sussurrò cercando il suo sguardo nel tentativo di rassicurarlo. Quando Enzo alzò gli occhi improvvisamente l’atmosfera cambiò. I loro visi erano vicini.  Caroline fece la prima mossa e chiuse la distanza.
All’inizio fu dolce, la vampira sentì le labbra di Enzo tremare contro le sue e fu pervasa da una sensazione di euforia che la spinse ad approfondire il bacio.
 
Fu come una scarica elettrica. Enzo le portò una mano tra i capelli sulla la nuca spingendola più vicino a lui e Caroline lo afferrò per il bavero della giacca trascinandolo sopra di lei.
Erano entrambi sdraiati in mezzo alla neve, ma i brividi non erano certo a causa del freddo.
Si separarono e il vampiro appoggiò la fronte su quella della ragazza “Sei stupenda Caroline” mormorò adorante e lei sorrise accarezzandogli la guancia “Meglio alzarci prima che qualcuno ci veda” fece lui spostandosi e porgendole la mano, Caroline ne approfittò per tirarlo di nuovo a terra, questa volta salendo su di lui a cavalcioni.
Enzo si aprì in un ghigno “Caroline Forbes questo non mi sembra affatto un comportamento controllato” la prese in giro e la vide mordersi il labbro inferiore “Al diavolo il controllo!” la sentì esclamare prima di essere di nuovo avvolto dal suo profumo e stregato dai suoi baci.
 
Tornati a Mystic Falls -in realtà fuori dai suoi confini- Caroline decise di trasformare la loro casa. Due camere da letto sono inutili a questo punto, aveva detto.
Così oltre al povero Enzo anche Matt e Damon erano stati incaricati di collaborare mentre Caroline ed Elena davano disposizioni. Si era trasformata in una vera e propria ristrutturazione.
“Non sono la tua scimmietta addestrata biondina! Non ho uno stupido cappellino e non mangio banane!” aveva esclamato Damon esasperato ma Caroline non aveva neppure alzato lo sguardo dal suo block notes “Per il cappellino posso rimediare subito. E quando dico salta, a meno che la risposta non sia quanto in alto madame?, tu salti…” fece pacata prima di andare a controllare il piano di sopra.
“Complimenti per la scelta amico…” sussurrò velenoso Damon guardando Enzo spostare la libreria per la quarta volta.
Quando finalmente ebbero finito si riunirono nel nuovo salotto per un brindisi “Grazie a tutti ragazzi!” esclamò Caroline sorridente “Damon questo è per te prendi!” esclamò lanciandogli qualcosa. Il vampiro l’afferrò al volo.
Una banana.
“Non è magnifica?” domando Enzo sorridendo sghembo, guadagnandosi una serie d’insulti dall’amico.
 
Enzo e Caroline erano felici insieme. Non erano solo un coppia. Erano amanti, complici, amici. Sapevano esattamente di cosa l’altro avesse bisogno, cosa lo rendesse felice.
Fu esattamente un anno dopo Aspen che successe l’impensabile.
Enzo l’aveva portata a Londra, so che hai un debole per l’accento, le aveva detto facendole l’occhiolino e la vampira aveva rettificato imitandolo, per uno in particolare, splendore!
Così le aveva regalato un cottage poco fuori città.
Per i primi giorni tutto sembrò tranquillo. Poi era iniziata quella sensazione.
Erano un paio di sere che Enzo si sentiva osservato. Non aveva detto nulla alla sua compagna per non spaventarla ma il sospetto che qualcuno li seguisse non lo abbandonava.
Erano appena usciti dal teatro e Caroline era ancora eccitata dal musical “L’hai sentita la vecchia accanto a me? Non faceva che lamentarsi!…insomma non si può non amare Il Re Leone! Voglio dire, che razza di infanzia hai avuto?!” esclamò strattonandolo giocosamente, ma si accorse dello strano atteggiamento dell’altro “Tutto bene?” chiese e lui le strinse la mano “Qualcuno ci segue” sussurrò impercettibilmente e solo allora Caroline sentì la stessa presenza a qualche passo da loro.
“Siamo in due possiamo neutralizzarlo” fece lei accelerando il passo e, prima che Enzo potesse reagire, svoltò in una strada deserta. Sembrava il retro di qualche locale.
“Ti abbiamo sentito…Vieni fuori” chiamò la bionda e per qualche secondo ci fu silenzio.
Poi un ragazzo uscì dall’oscurità. Era alto, non particolarmente muscoloso, ma i lineamenti erano molto duri, sembrava venire dall’est.
“Cosa vuoi?” chiese Enzo facendo un passo avanti e parandosi davanti a Caroline.
Il ragazzo li guardò attentamente “Datemi borsa, cellulare…quello che avete” fece semplicemente, ma Enzo lo interruppe “Ci stai seguendo da almeno due giorni amico, non penso tu sia un semplice delinquente” esclamò assottigliando lo sguardo e le venature scure sotto gli occhi cominciarono a manifestarsi.
Caroline continuava a guadare quel tipo, c’era qualcosa di strano in lui. Nessuno sfiderebbe con tanta sicurezza due vampiri, pensò mentre teneva una mano sulla schiena del compagno e sentì distintamente i muscoli tendersi. Enzo si stava preparando ad attaccare.
Il giovane fece spallucce “Se non volete collaborare…” sorrise e qualcosa gli attraversò lo sguardo prima che si lanciasse verso di loro.
Enzo si mosse velocissimo e Caroline capì in un attimo perché quel tipo fosse così strano.
Vide Enzo scaraventato contro il muro di mattoni. L’avversario era davvero troppo forte.
“Attento! È un ibrido!” gli gridò terrorizzata la vampira, ma il ragazzo aveva già snudato i canini e con uno scatto letale si era lanciato su Enzo.
A Caroline sembrò di volare, i suoi piedi non toccavano terra e per un attimo fu sicura di essersi teletrasportata per la velocità con cui si scagliò contro quella creatura, esattamente un attimo prima che i denti affondassero nel collo del suo compagno.
Tyler l’avrebbe definito un placcaggio perfetto.
Rotolarono per alcuni metri. Era tutto troppo confuso.
La paura e l’adrenalina rendevano i suoni ovattati. C’era sangue, annusò, sentiva gridare.
Riuscì ad aprire gli occhi –quando li aveva chiusi?- e incrociò lo sguardo terrorizzato di Enzo “Cosa hai fatto?!” le gridava cercando di farla sedere, ma non c’era rabbia solo paura e le sembrò di vedere qualcosa luccicare agli angoli dei suoi occhi.
“Dov’è andato?” chiese Caroline muovendo la testa, ma un’ondata di nausea la pervase.
“…è fuggito…” sussurrò il vampiro non distogliendo lo sguardo da lei.
“Mi ha morsa” non era una domanda.
Vide Enzo serrare la mascella, lo sguardo folle. Il vampiro si alzò calciando con rabbia il primo bidone che gli capitò a tiro, gridando la sua frustrazione. Poi tornò ad inginocchiarsi davanti a lei, passandosi le mani sul viso stravolto “Perché ti sei messa in mezzo? Potevo bloccarlo! Potevo-” e Caroline, esattamente come quando era caduta ad Aspen, gli incorniciò il viso con le mani “Ehi” sussurrò e lo vide chiudere gli occhi addolorato “Portami a casa” lo pregò e in un attimo si sentì abbracciare.
 
“Non possiamo tornare in Virginia, rischieresti di morire durante il viaggio” esclamò Enzo facendo avanti e indietro nella piccola camera  “Devo chiamarlo…è l’unico modo” si disse stringendo i pugni e Caroline sentì un ondata di panico avvolgerla “No!” esclamò guadagnandosi un’occhiata furiosa dal vampiro “Che significa no Caroline?! Non morirai qui!” esclamò avvicinandosi al letto.
“Enzo” fece lei, ma l’altro non voleva sentire storie.
“Non morirai stasera!” gridò fuori di sé spalancando le braccia.
“Enzo” cercò di farlo ragionare.
“Scommetto che tutto questo facesse parte del suo piano, quale altro modo per vederti?! Schifoso bastar-”
“Enzo!” gridò Caroline prima di tossire “So che l’ha fatto apposta…ma non ero io il bersaglio, eri tu. L’ha fatto di proposito e non posso perdonarlo. Non. devi. chiamarlo.” lo supplicò ed Enzo si lasciò cadere in ginocchio accanto al letto, la testa appoggiata sul petto di lei “Sei la mia famiglia Caroline, cosa dovrei fare senza di te?” chiese con voce spezzata. Caroline gli accarezzò il capo per qualche minuto prima di addormentarsi.
 
Stava riposando. Era il momento buono.
Uscì in corridoio con il cellulare di lei, sicuramente aveva il suo numero.
Qualcuno potrebbe essere morso, aveva detto una sera quando lui aveva preteso una spiegazione, non ascolterebbe nessun altro.
Lo trovò e dopo aver inviato la chiamata aspettò esattamente tre squilli.
“Caroline, mia cara, a cosa devo il piacere dopo tanto tempo?” il bastardo non sapeva niente e credeva che fosse lei a chiamare. Caroline aveva ragione: doveva essere lui l’obiettivo.
“Tu” sibilò tra i denti “…è tutta colpa tua…” fece in un ringhio e percepì la sorpresa dall’altro capo “Dov’è Caroline?” sentì chiedere poi. Era preoccupazione quella che sentiva? Bene.
“Non so cosa pensassi di fare con quel tuo stupido ibrido, ma se il bersaglio ero io sappi che hai sbagliato!” tuonò “Cosa è successo Lorenzo?” domandò l’altro agitato.
“Si è messa in mezzo! Ecco cosa è successo! E adesso sta morendo per colpa tua…” le ultime parole gli uscirono quasi in un singhiozzo. Prese un respiro “Devi curarla e in fretta! Siamo a-” fece per dire ma Klaus lo interruppe “So dove siete, dammi dieci minuti” esclamò e la linea si interruppe.
Era già a Londra, realizzò respirando affannosamente, con gli occhi ancora sgranati in un misto di rabbia e sconcerto.
Un piccolo lamento lo ridestò e immediatamente fu accanto a Caroline “Sono qui” sussurrò prendendole la mano baciandone il palmo.
“Non so quanto ci vorrà prima che inizino le allucinazioni quindi meglio dirlo ora. L’ultimo anno è stato qualcosa d’indescrivibile Enzo, quello che ho provato con te-” sentì le labbra del vampiro premere contro le sue “Andrà tutto bene splendore” sussurrò l’altro contro la sua bocca.
Sentì la porta d’ingresso sbattere e dei passi farsi più vicini.
Era arrivato.
 
“Cosa hai fatto?” chiese Caroline guardandolo con occhi sgranati.
Non poteva aver-
Enzo le accarezzò la testa “Non sono disposto a lasciarti andare. L’ho chiamato…” ammise andando verso la porta “Per quanto io lo detesti…amo te di più” lo sentì dire subito prima di una fitta fortissima al petto.
Poi più niente.
 
Ad Enzo tremavano ancora le mani. C’era mancato così poco. Era stato così vicino a perderla.
“Non era così che doveva andare” sentì l’ibrido ammettere accanto a lui.
Caroline dormiva profondamente e loro erano usciti dalla camera da letto per non fare rumore.
Nella sua testa Enzo riviveva i minuti precedenti come un film dell’orrore. L’ibrido era entrato come una furia dirigendosi verso il letto e solo allora Enzo l’aveva vista priva di conoscenza, la pelle tendente al grigio e aveva gridato con tutto se stesso, aveva pregato Klaus di non lasciarla morire. Ovviamente Caroline era già tra le braccia dell’ibrido che subito l’aveva curata.
“Tu dovevi essere morso…e saresti dovuto morire” disse l’originario scuotendo la testa ed Enzo rise amaro “Lei ti avrebbe odiato” gli assicurò e Klaus fece spallucce “All’inizio forse, ma avrebbe finito col perdonarmi prima o poi. L’eternità è davvero troppo tempo per serbare rancore” disse il pazzo omicida che ha inseguito una donna per cinquecento anni, pensò Enzo con sguardo incredulo. Che faccia tosta.
Passò un minuto di totale silenzio. Il vampiro si sentiva strano. Era una situazione grottesca in cui non avrebbe mai pensato di trovarsi.
Bel modo per incontrare l’ex, sospirò. Poi scrutò meglio il volto dell’uomo alla sua destra. Il suo sguardo lasciava trasparire poco, forse un velo di preoccupazione e rimorso ed Enzo riuscì a scorgere della stanchezza nella sua espressione. Mille anni di oscurità avrebbero fatto questo effetto a chiunque. Enzo realizzò in quel momento che l’ossessione di Klaus per Caroline non era ossessione. Quella ragazza era il fottuto sole per l’ibrido. Lo capiva.
Era così anche per lui.
Fu attraversato da un brivido pensando a un domani senza il sorriso della vampira, i suoi abbracci, i suoi baci.
 
“Devi andartene amico” disse Enzo mostrando una tranquillità che in quel momento non provava “Sarà meglio per tutti noi che tu non sia qui quando si sveglierà. È un consiglio…”.
Quasi non vide lo scatto repentino con cui l’ibrido voltò il capo. La postura ancora rilassata, la schiena appoggiata al muro con la gamba destra leggermente piegata e le braccia incrociate. Klaus alzò un sopracciglio e si aprì in un sorriso derisorio “Forse intendi dire che sarebbe meglio per te. Sembra quasi che tu ti senta minacciato dalla mia presenza…” lo provocò, ma il vampiro non cedette. Enzo corrugò le sopracciglia in un misto di rabbia e disperazione “Non è abbastanza per te sapere che è felice?” domandò tra i denti e vide qualcosa attraversare lo sguardo di Klaus.
Una piccola crepa nella sua armatura.
“Siamo stati insieme per un anno e lei- lei è luminosa, vivace- lo so ok?! Io capisco…io ti capisco Klaus! Ma non posso perderla…” esclamò perdendo compostezza per un attimo e fronteggiando l’uomo, poi fu come se la forza fosse prosciugata e lasciasse spazio solo all’angoscia “Mi ha raccontato cos’è successo tra voi. Ha sofferto tanto-” si prese un secondo per vedere la stessa tristezza sul volto dell’altro alle sue parole “-ma ha voltato pagina, ed è tempo che lo faccia anche tu. Hai la tua famiglia –hai una figlia per l’amor del cielo!- non sei solo…” le ultime parole uscirono in un sussurro tremante “Caroline è tutto ciò che ho…” fece con occhi sgranati. Lo stava implorando con lo sguardo di capire, di andare avanti.
Ma in fondo Klaus aveva ragione. La verità? Era fottutamente terrorizzato. Temeva che Caroline cambiasse idea. Era lo scenario perfetto: il suo cavaliere oscuro che per l’ennesima volta la salva sul letto di morte. Da qualcosa che lui stesso ha provocato però, ricordò a se stesso.
Non l’avrebbe sopportato.
Caroline per lui era tutto, ma aveva rivisto quel suo stesso sentimento nell’espressione di Klaus mentre la teneva tra le braccia qualche minuto prima. E lo rivedeva anche adesso mentre l’ibrido guardava intensamente la stanza accanto.
“La amo” dichiarò di nuovo Enzo e gli occhi dell’originario furono di nuovo su di lui “…e lei sta con me” Non con te.
Klaus si scostò dal muro, fece un passo avanti fermandosi a un centimetro da lui, lo studiò attentamente senza far trasparire alcuna emozione.
Poi finalmente –Enzo lasciò andare il respiro che stava trattenendo- fece per andarsene.
“Questo oggi” mormorò dopo aver fatto qualche passo verso le scale. Enzo sgranò gli occhi “Cosa?!” sibilò e cercò di sopprimere l’istinto di ringhiare. Si morse una guancia prima di parlare “Mi stai minacciando?” chiese deglutendo e portando frenetico lo sguardo verso la camera dove Caroline riposava. L’ultima cosa che voleva era iniziare una lotta, che sapeva benissimo avrebbe perso, senza poterla rivedere.
Klaus si voltò sorridendo amichevole –come un lupo con una pecora- e tornando verso di lui gli diede una giocosa pacca sulla spalla “Certo che no amico. Ti sto solo dicendo che ho un’eternità per aspettarla…e lo farò” il sorriso di prima sparì e il vampiro vide una scintilla dorata nell’iride dell’altro, la voce divenne profonda e minacciosa “Ti sto solo dicendo, Lorenzo, che lei. sarà. mia” sibilò ad un palmo di naso prima di fare un passo indietro, l’aria di nuovo divertita “Le ho fatto una promessa che intendo mantenere. Caroline sarà il mio ultimo amore e tu sei solo una parentesi, non dimenticarlo amico…” disse prima di girare l’angolo.
 
Enzo non seppe per quanto tempo rimase fermo a guardare il punto in cui Klaus era sparito.
“Enzo” sentì una voce sussurrare e immediatamente si fiondò da lei.
“Come ti senti?” le chiese ansioso vedendola accennare un sorriso “Adesso va tutto bene” disse con voce rotta la vampira “Vieni qui” mormorò e Enzo l’abbracciò sdraiandosi accanto a lei.
Sei solo una parentesi, gli ricordò la voce dell’ibrido.
“Pensavo che non abbiamo ancora visto Cuba” lo ridestò Caroline accoccolandosi sul suo petto e sorridendogli adorante.
Il vampiro chiuse gli occhi sospirando.
Al diavolo Klaus! Forse aveva ragione, forse non sarebbe stata per l’eternità.
Ma Enzo si promise che almeno sarebbe stata una lunghissima e felicissima parentesi.
 
 

Mortificata per l'assenza.
Qualche recensione per curarmi dalla depressione post Plec??
Un bacio e spero vi piaccia!
Cami.
 
 
 
 
 
 
  
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