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Autore: Elly J    03/02/2015    2 recensioni
"...e sui loro volti riuscivo a scorgere la stanchezza e il peso di quel compito che ormai ci accompagnava quasi da una decina d’anni."
Gli anni passano, imperterriti. Le nostre Guardiane sono cresciute, sono diventate donne.. Ma in loro è ancora vivo il legame del Cuore di Kandrakar che le unisce nel loro destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
Lo specchio del bagno rifletteva il mio volto stanco e provato. Questa volta sarebbe stato difficile nascondere il vistoso taglio sullo zigomo destro che mi ero procurata la sera prima. Mia madre non lo aveva ancora visto, ma ero certa che mi avrebbe riempita di domande non appena se ne fosse accorta.
Mi sfiorai leggermente la ferita con i polpastrelli delle dita, ma subito dovetti ritrarre la mano a causa del bruciore.
- Cazzo.. - mormorai leggermente. Non osavo pensare a tutte le domande che mi avrebbero fatto quel giorno in università.
Iniziai a lavarmi il viso con delicatezza, facendo attenzione a non premere troppo sul punto dove mi ero ferita. La sera prima avevo rischiato parecchio su Meridian, come sempre del resto. Ultimamente tornavo sempre a casa con botte, tagli, e un’infinita collezione di cicatrici sulle mani e sulle braccia. Mia madre aveva iniziato a sospettare che mi tagliassi e questo proprio non lo sopportavo.
- Will, tesoro.. ti vedo un po’ strana ultimamente. Sei schiva, non mi parli.. e tutti quei tagli.. Se hai bisogno di un aiuto psicologico posso accompagnarti da.. - e a questo punto ero uscita dal salotto sbattendo forte la porta. Se mia madre avesse iniziato a credere che stavo diventando una pazza autolesionista sarebbe stata la fine.
Mi asciugai il viso con un asciugamano morbido, tamponando la pelle con delicatezza. Poi alzai gli occhi e mi guardai ancora una volta allo specchio. Ebbi quasi l’impressione di mostrare molti più anni dei 23 che avevo. I lunghi capelli di un rosso spento che avevo lasciato crescere fin troppo, il viso scarno e serio, le occhiaie viola sotto gli occhi castani. Ero davvero io quella riflessa nello specchio?
Abbassai lo sguardo e scossi leggermente la testa.
Non potevo continuare così.
 
 
 
***
 
 
 
- Will?
La voce di Cornelia mi fece riscuotere all’improvviso.
- Dimmi. - risposi con voce piatta, distogliendo lo sguardo dal mio armadietto e posandolo su Cornelia.
Lei fece un cenno con il viso verso di me, guardando la mia ferita sullo zigomo.
- Va un po’ meglio? - mi chiese cercando di sorridere.
La guardai fisso negli occhi per alcuni secondi senza rispondere. Provai un forte fastidio, un fastidio inspiegabile ma allo stesso tempo pesante e difficile da digerire. Odiavo quando le altre Guardiane mi chiedevano se le ferite che collezionavo durante le missioni miglioravano. Non sapevo il motivo, ma lo odiavo. Non le sopportavo quando mi trattavano con le pinze, come per paura di farmi del male o di offendermi. Ultimamente lo facevano spesso, soprattutto Cornelia, come se avesse da farsi perdonare qualcosa.
Con un gesto brusco presi il libro di infermieristica dall’armadietto e subito dopo chiusi l’anta con forza, provocando una leggera vibrazione e un forte tonfo.
- Sono in ritardo alla lezione. - risposi secca.
Superai Cornelia spostandomi all’ultimo per schivarla e procedetti a passo deciso lungo il corridoio dell’università.
Odiavo venire compatita.
 
 
 
***
 
 
 
La luce della piccola candela rischiarava a sbuffi le pareti della mia camera da letto. L’aroma alla cannella che evaporava dal piccolo fornelletto illuminato mi entrava nelle narici con delicatezza, trasportandomi quasi in un’altra dimensione. Sdraiata sul letto schiusi leggermente gli occhi e indirizzai il mio sguardo verso la finestra. Fuori era già buio e le luci intermittenti dei fari delle macchine e dei semafori rischiaravano quasi con prepotenza il cielo scuro. Rimasi diversi minuti con lo sguardo che si perdeva fuori dalla finestra, pensando alla giornata che avevo appena passato. Avevo praticamente evitato tutti, anche le altre Guardiane. Non avevo voglia ne di vederle, ne di parlare con  loro.
Come era strana la vita. Anni fa, ma nemmeno troppi anni fa, non avrei mai pensato che un giorno avrei iniziato a non sopportare più le altre Guardiane, le mie compagne di vita.. se non le uniche. Con loro avevo passato ogni sorta di momento, avevo provato ogni sorta di emozione, avevo pianto con loro, avevo riso.. avevo rischiato di morire insieme a loro. Come potevo non sopportarle più?
I miei occhi stanchi si spostarono dalla finestra ed andarono a posarsi su una foto che tenevo sul comodino. La avevo sempre tenuta lì, sempre. Non avevo mai spostata e mai avrei pensato che un giorno avrei perfino desiderato di non vederla più. Eravamo ancora delle bambine su quella foto.. eravamo ancora giovani, unite.. eravamo ancora entusiaste per il compito che ci era stato affidato.
Irma rideva a bocca aperta, senza ritegno, con le braccia alzate verso il cielo. Hay Lin le dava man forte facendo la linguaccia verso l’obiettivo, mentre Taranee rideva a sua volta con la mano sinistra davanti alla bocca. Cornelia invece mi abbracciava stretta e aveva il suo mento posato sulla mia spalla.
E io?
Io sorridevo leggermente, quasi impercettibilmente. Le mie labbra erano piegate in quel piccolo sorriso timido che facevo ogni volta che ero veramente felice.. Quel sorriso che ormai non riuscivo più a fare da molto tempo.
Senza alzarmi dal letto allungai la mano verso la fotografia e la presi, portandomela davanti al viso. I miei occhi si soffermarono su me stessa, una me stessa 10 anni prima. Che cosa era cambiato da allora? Molte, troppe cose. Erano anche cambiate delle cose che mai sarebbero dovute cambiare.
Mi soffermai diversi secondi sulla fotografia, osservandola in tutti i suoi particolari. E solo alla fine, come se lo volessi quasi rifiutare, mi soffermai su un particolare, quel particolare..
Nella foto sorridevo timidamente, Cornelia mi abbracciava, Irma, Hay Lin e Taranee ridevano felici.. e il Cuore di Kandrakar che stringevo in mano sembrava quasi illuminarsi con violenza, come per farsi notare tra la felicità di tutte noi, rovinando l’atmosfera gioiosa dell’immagine.
Aprii un cassetto e con un gesto brusco ci gettai dentro la foto. Era la prima volta che vedevo il Cuore di Kandrakar sotto quella luce, come se fosse qualcosa di brutto che aveva intaccato la felicità delle nostre vite.
Una lacrima silenziosa mi solcò la guancia proprio mentre il Cuore di Kandrakar iniziò a pulsare da sopra la scrivania.
 
 
 
***
 
 
 
- Guardiane, alcune mie sentinelle mi hanno riferito che il primo Portale della Muraglia situato a Heatherfield si è riaperto. - la voce profonda dell’Oracolo rimbombò nella sala principale della Fortezza di Kandrakar, dove si svolgevano tutte le riunioni con noi Guardiane della Muraglia.
- Che cosa? - esclamò Irma strabuzzando gli occhi - Non può essere!
- Quel portale è stato il primo che abbiamo sigillato 10 anni fa! Come può essersi riaperto? - disse Taranee con un’espressione incredula sul viso.
Ricordavo bene quel portale. Come aveva appunto detto Taranee, era stato il primo portale che avevamo sigillato dopo aver ottenuto i nostri poteri di Guardiane. Era molto strano che un portale sigillato così tanto tempo prima si riaprisse così all’improvviso. Solitamente i portali sigillati non si riaprivano, piuttosto ne venivano creati di nuovi poiché avevano maggiore potenza; era la prima volta che accadeva una cosa simile. Nessun altro portale da noi sigillato si era mai riaperto.
- Da quanto tempo vi siete accorti che si è riaperto? - chiesi con voce seria.
Tutti si girarono verso di me. L’Oracolo mi fissò negli occhi e per un attimo ebbi paura che potesse percepire il mio stato d’animo. Faticai a reggere il suo sguardo.
- Questa mattina. Ma crediamo che sia aperto già da qualche giorno. - rispose l’uomo continuando a fissarmi intensamente. Non riuscivo a capire se mi stava sfidando o era semplicemente una mia impressione. Poche volte l’Oracolo mi aveva fissato in quel modo e quelle volte che era accaduto era perché c’era qualcosa che non andava.. qualcosa che non andava con me.
- Perché vi siete accorti solo ora? - chiesi con decisione. Se l’Oracolo mi stava sfidando non avevo nessunissima intenzione di perdere la sfida.
L’uomo rispose tranquillamente continuando però a fissarmi negli occhi. - Ce lo stiamo domandando tutti qui alla Fortezza. Solitamente rileviamo all’istante l’apertura di nuovi portali, ma con questo è stato diverso. Nessun segnale, nessuna anomalia, nulla.
- Probabilmente non avete ricevuto alcun segnale poiché era un portale vecchio sigillato. Solitamente non si dovrebbero riaprire i portali sigillati, o sbaglio? - intervenne Hay Lin con la sua solita voce squillante.
L’Oracolo si girò verso di lei. - Dici bene, Hay Lin. Nessun portale sigillato si dovrebbe riaprire.
- Quindi? - la mia voce risuonò quasi un po’ troppo dura. Tutti si girarono nuovamente verso di me e notai che Cornelia mi guardava con occhi sbarrati. Probabilmente si stava chiedendo cosa mi stava passando per la testa per rispondere all’Oracolo con quel tono.
- Quindi dovete richiuderlo. - rispose l’Oracolo.
- Tutto qui? - dissi facendo spallucce e alzando le braccia - Dobbiamo semplicemente richiuderlo senza fare altro?
- Sì.
Guardai l’Oracolo dritto negli occhi. Sentivo la rabbia salirmi lungo la schiena e lungo il petto. Strinsi forte i pugni. Dovevo assolutamente autocontrollarmi.
- Non è normale che un portale sigillato si sia riaperto. Dobbiamo scoprire la causa di questa riapertura prima di chiuderlo. - dissi cercando di mantenere un tono di voce tranquillo. Probabilmente non mi riuscii molto bene.
- Non possiamo lasciare un portale aperto troppo a lungo Will, e lo sai bene. - questa volta la voce dell’Oracolo mi parve più aggressiva, ma non mi lasciai intimorire.
- E se questo portale fosse l’inizio di qualcosa di più pericoloso? Non sarebbe meglio accertarci che sia tutto a posto? - dissi accompagnando la mia voce con un leggero movimento delle mani.
- Ho già disposto il piano e non accetto obbiezioni. Adesso vai ed esegui gli ordini, Will.
Credetti di non riuscire più a reggere. Con le braccia abbandonate lungo il corpo, strinsi così forte i pugni che mi piantai le unghie nei palmi delle mani. Sentivo la rabbia che mi saliva lungo la schiena sotto forma di brividi fastidiosi. Volevo urlare. Urlare tutto il dolore che portavo dentro, volevo riversarlo fuori… volevo riversarlo addosso all’Oracolo.
- Andiamo. - fu l’unica cosa che riuscii a dire. Non guardai in faccia nessuna delle altre Guardiane, ma loro mi seguirono fuori dalla stanza senza replicare.
  
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