Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Pomponella_    04/02/2015    2 recensioni
< "Dermanis. Andrew Dermanis." abbassò lo sguardo. "Ed il tuo invece?"
"Penniman." raccolsi lo zaino.
"Va bene allora.. Penniman." rise. Poi mise in moto e partì, mentre io andavo via, un'ennesima volta.. con lo stomaco sottosopra." >
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Fortunè Penniman, Paloma Penniman, Yasmine Penniman, Zuleika Penniman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~“Eh si, sono appena tornata da un viaggetto a Parigi, fatto con il mio papy. Lì si che sono sviluppati! Altro che qui a Londra! E ho comprato una magnifica collana di perle! È fighissima, dovete proprio vederla!” continuava a blaterare Jessica, giocherellando con i suoi lunghi capelli biondi. Eravamo seduti ad un tavolo, in un ristorante, aspettando che ci servissero. Giusy pendeva letteralmente dalle labbra dell’amica; io ed Andrew continuavamo a fare finta di ascoltare mentre ci scambiavamo delle occhiate che nessuno dei due riusciva ad interpretare. Era talmente divertente vederlo girare gli occhi in su per poi sorridere ed annuire come un cretino ogni volta che la logorroica si girava a guardarlo.
La nostra attenzione fu attirata dal cameriere che ci aveva appena portato da mangiare.
“Oh finalmente!” urlò la bionda sbuffando. “Vieni Giù, devo lavarmi le mani e sistemarmi il trucco!”
Detto ciò, le due sparirono dietro la porta della toilette.
Rimanemmo di nuovo soli, il biondo tirò un sospiro di sollievo e poi guardò me; ridemmo insieme pensando alla reale situazione mentale della tipa che la mora si era portata appresso quella sera.
“Beh, ti piace?” continuai ridendo
Silenzio. Abbassò lo sguardo per poi rialzarlo e mettersi a fissare il suo piatto.
“Ha.. ha un bel culo.” Buttò fuori, senza muovere un muscolo. Mi guardò, forse aspettandosi che mi mettessi a ridere; non lo feci.. assunsi invece una faccia seria e buttai anche io lo sguardo a terra. Mi dava fastidio.
Mi dava fastidio??
Si. Mi dava fastidio il fatto che le avesse guardato il culo. Non ne capii il motivo.
E quel nostro silenzio piacevole, divenne improvvisamente imbarazzante.
“Ehm.. e quindi suoni il piano?” chiese dopo un po’, iniziando a mangiare.
“Si.. ad.. orecchio.” Balbettai tenendo la testa bassa.
“Ah.. figo.” Masticò ancora. “A Giusy non piace, eh?”
“A quanto pare..”
“A lei non piacciono un sacco di cose.” Fece spallucce.
Solo allora mi accorsi di quanto poteva essere stranamente adorabile in quella posizione.
“Eccooci!” le sentii ad un tratto. Loro, le uniche capaci di urlare anche i un locale. Si sedettero.
La mora cominciò a guardare suo cugino con odio. “Potevi aspettarci per mangiare. Fai schifo, sei proprio un maiale.”
Alzò lo sguardo. “Stai perdendo colpi con i tuoi insulti, cugina.” Vidi un guizzo nei suoi occhi che non fece altro che ipnotizzarmi. Aveva un piccolo sorrisetto ricurvato sulla guancia sinistra. Come se volesse sfidare la tipa che lo aveva appena rimproverato.
“Dai, so che se ti concentri puoi fare di meglio..” concluse guardando me, che come Jessica, stavo cercando di soffocare una risatina, con scarsi risultati.
Lo sguardo della mia ragazza prese fuoco, mi guardò. “Che cazzo mi ridi te??”
Si rigirò e si sedette, ricominciando a ciarlare con la bionda. Rimasi zitto. Non avevo proprio tanta fame. Era come se il mio stomaco si fosse chiuso. Giocavo con la forchetta, nel mio piatto, sotto gli occhi di Andy, fissi su di me.
Mi sentii tirare verso la mora, che mi stampò un bacio sulle labbra, sorridendo, senza pronunciare una parola.
Il mio corpo si irrigidì improvvisamente. Nulla, anzi forse sempre peggio, considerando la presenza del ragazzo davanti a me, che aveva avuto la mia stessa reazione e poi aveva curvato la testa in giù, e aveva fatto finta di guardarsi intorno, quasi come se non volesse vederci.
Dopo quel bacio, non proferì parola. Si era improvvisamente spento e non potei fare a meno di guardarlo, ogni cinque minuti, mentre le voci delle ragazze non facevano altro che cercare di richiamare la mia attenzione.. con scarsi risultati.
Continuava a stare lì, lo sguardo fisso sul pavimento, senza più appetito o voglia di provocare. E non parlò più per il resto della serata.
Si limitava a guardarmi, ogni volta che sua cugina mi sfiorava come per chiedermi il motivo di quel suo comportamento.

“Buonanotte Michael..” sussurrò, avvicinandosi a me e afferrandomi il braccio. Mi sorrise leggermente.
“Buonanotte Andrew..” ricambiai.
Fece per allontanarsi, le nostre mani si sfiorarono. La mia era calda, essendo stato costretto a tenere quella della mora per tutto il tempo, la sua invece era fredda.. come il ghiaccio. Ci guardammo.
“Oh, amore, io accompagno un attimo Jessica alla macchina, mi fai il piacere di portare st’idiota a casa? È
poco lontano da qua. Io torno subito.” Ci interruppe lei.
“Non sono un bambino e tu non sei mia madre.”
“È tardi, non aggiungere altro.” Comandò di nuovo.
La bionda si buttò fra le braccia del biondo, ridendo, producendo un suono simile al verso di un’oca.
“Alla prossima eh..” gli fece qualcosa che somigliava ad un occhiolino, poi andò via.
Ci trovammo ancora, un ennesima volta.. da soli.
Feci spallucce. “Beh, allora, che faccio.. ti accompagno?”
Mi guardò con la coda dell’occhio “Non ti va..?”
“Cos.. no.. cioè si.. cioè..”
Rise ancora.
In quel momento il rumore di un tuono attraversò il cielo. Voleva piovere.
“Alla prossima.. Michael.” Si mise il cappuccio
“Andrew..” esitai.
Si girò, aspettando che continuassi.
“Puoi chiamarmi Mika.. se vuoi.”
Sorrise, guardando in basso. Poi i suoi occhi si tuffarono di nuovo nei miei.
“Va bene.. Mika.” Mise le mani nelle tasche della felpa. “Ci vediamo..”
Lo vidi allontanarsi, lungo la strada illuminata solo dalla fioca luce di un vecchio lampione.
Mi girai e prendendo a calci una lattina, mi avviai verso casa.. mentre delle gocce di pioggia cominciarono a bagnare il terreno su cui camminavo.
Avevo i brividi.. per il freddo.. o forse per altro.
--
Girai la chiave nella serratura ed entrai in casa, in punta di piedi. Silenzio e buio totale. Mi precipitai nella mia stanza e mi infilai a letto.
“Allora, come è andata?” mi sussurrò qualcuno, facendomi sobbalzare.
Una piccola figura, stesa nel letto accanto al mio, mia sorella Yasmine.
“Hei..” mi strofinai gli occhi “sei ancora sveglia..”
“Volevo aspettarti.” Si stiracchiò. “Allora, come va con Giusy?”
Mi portai una mano alla fronte, spalancando gli occhi. “Oh cazzo.” Non l’avevo aspettata!
Corsi a prendere il cellulare e controllai: 5 chiamate perse da lei.
Ecco che riprese a suonare.
“Oh Yas, aiutami!” tremai “Che faccio?”
“Ma sei idiota? Rispondi e subito!” si portò le lenzuola in testa.
Mi portai l’oggetto all’orecchio “P-pront..”
“MICHAEL MA DOVE SEI??” la sua voce mi perforò un timpano.
“Giusy.. sono a casa.. ma pensavo che…”
“SEI A CASA?? NON VOGLIO SAPERE CHE COSA PENSAVI! NE PARLIAMO DOMANI A SCUOLA.”
“B-buonanott..” troppo tardi, aveva già attaccato.
Mia sorella, una tipa dai capelli castani e gli occhi scuri, intanto se la rideva come una matta. Mi tirò una coperta.
“Sei un casino Mika.”
La afferrai al volo.
“O preferisci che ti chiami Michael?”
Buttai gli occhi in aria. “Ah no, ti prego. Odio quando mi chiamate così.”
“Ma Giusy lo fa..”
“Ma con Giusy è diverso. A lei Mika non piace.”
Si alzò e venne a sedersi affianco a me, guardandomi con un’aria severa ma anche dolce che solo lei riusciva ad assumere.
“Fratellino..  ma tu sei Mika. Se a lei non piace, come puoi sperare che ti ami per quello che sei?”
Feci spallucce, guardando da un’altra parte. Silenzio.
“Ma tu.. tu la ami?”
Mi rigirai, puntando i miei occhi nei suoi. Avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
“Non lo so Yas. Forse non è amore.”
Cambiò subito espressione, aspettando che continuassi.
“Non mi piace quando mi tocca, quando mi bacia. Ci sto male e mi sento tanto a disagio.”
“Sai, vero, che devi parlarne con lei?”
“Ma la farò soffrire.” Mi tirai il piumone fin sotto al mento.
Lei sospirò. “Ma ne vale la pena continuare così? Senti.. Se vuoi che la tua felicità sia sacrificata per qualcuno, assicurati almeno che per te questo qualcuno sia speciale. È se lo è davvero, fidati, sarai felice anche tu.” Si mise a giocare con le mani.
Non replicai. Forse aveva ragione… senza forse.
Mi fece il labbruccio. “Va beh, io vado a letto Mika, buonanotte.” Si rinfilò nel suo letto
“Notte.” Mi distesi anche io e rimasi in silenzio.
Chiusi gli occhi.
Il mio ultimo pensiero fu Andrew, mi chiesi se fosse tornato a casa, cosa stesse pensando.. Pensai al suo sorriso timido e sorrisi spontaneamente.
Poi crollai.

 

*Cantuccio della pazza dall’altra parte dello schermo*
Ma salve! Eccomi con il secondo capitolo, spero vi piaccia anche questo. Spero vi sia piaciuto questo lato un po’... saggio.. di Yasmine hihu.
Vi ringrazio per i commenti dolci e coccolosi che avete lasciato sotto al primo capitolo, sono felice di ricevere tutto questo amore ** (ma chi ti credi di essere?!) No okay, bando alle ciance (?), penso di pubblicare il prossimo capitolo questo sabato (esticazzi).
See you! <3

 

   
 
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