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Autore: Jenny Ramone    04/02/2015    5 recensioni
STORIA SOSPESA.
U.S.A, anni Sessanta.
Infuria la guerra nel Sud-Est asiatico,contemporaneamente alle proteste giovanili e il movimento Hippy.
Delilah è una ragazza ribelle e pacifista che combatte per i diritti civili, David è un giovane uomo molto "inquadrato", proviene da una famiglia della middle-class benestante con alle spalle una lunga tradizione militare, basata sul senso del dovere e l'amore per la patria.
I loro destini si incroceranno, in quegli anni unici, drammaticamente divisi tra gli U.S.A e il Vietnam.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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Washington, Campo di addestramento reclute dei Marines degli Stati Uniti
"Voi siete qui per una missione.
E questa missione è combattere il Comunismo.
Quando fra qualche settimana partirete per il Vietnam voi non sarete più uomini ma killer.
Sarete pronti per affrontare i Musi Gialli e non vedrete l’ora di annientarli per poi tornare vittoriosi dalle vostre belle fidanzatine che ve la daranno senza pensarci due volte, il fascino della divisa.
Avete capito, luridi bastardi?
E adesso forza, muovete il culo e andate ad esercitarvi, c’è una guerra là fuori! Forza, forza, forzaaaaa!!!! Seguite l’esempio del vostro compagno, il Soldato Mitchell. Qualche giorno fa ha arrestato una pericolosa oppositrice.
Tutti dovreste essere come lui”- urlava il Sergente Istruttore che stava completando l’addestramento delle reclute.
David correva in testa ai suoi compagni nel piazzale del campo di addestramento: era assolutamente convinto delle sue buone motivazioni per andare in guerra e non vedeva l’ora che li chiamassero.
Si sentiva così fiero di essere utile all’America! Però in una piccola porzione del suo cervello non riusciva a non pensare a Delilah, chissà cosa stava facendo.
No, non doveva pensarci, lui era un soldato, il suo compito era annienare chiunque si opponesse ai princìpi a cui era stato addestrato…ma era più forte di lui.
Le aveva promesso che non sarebbe rimasta a lungo in prigione, le aveva dato la sua parola.
In fondo non sembrava una cattiva ragazza...a David restava ancora un po’ di tempo per vivere nel mondo civilizzato e gli sarebbe piaciuto utilizzarlo per conoscerla meglio…anche solo per diventare amici, così avrebbe avuto qualcuno ad aspettarlo al suo ritorno, più o meno come diceva il Sergente Istruttore.

 *******
“Hey, voi due! Siete libere ragazze, hanno pagato le vostre cauzioni. Andatevene,prima che io vi rispedisca in cella se mi fate venire il nervoso”-disse una guardia, aprendo le sbarre.
Delilah e Marylou erano incredule:chi mai aveva pagato la cauzione?
Quella di Marylou era stata pagata da un gruppo di suoi amici facendo una colletta ma Delilah rimaneva dubbiosa.
I suoi genitori di certo non potevano sapere che era stata arrestata e lei sarebbe marcita in prigione piuttosto che chiedere loro dei soldi…ma allora chi era stato?
“Non posso dirti chi ha pagato, mi dispiace. Ah, è arrivata una lettera per te, ecco, è questa, tieni. Adesso sparite!!”.
“Bel mistero… non è che quel soldato che ti ha accompagnata alla cella c’entra? Ho visto come ti guardava, mi stai nascondendo qualcosa?-le aveva chiesto Marylou con fare inquisitorio.
“Ma figurati! Io e quello? Sei impazzita? David è un soldato, partirà per il Vietnam, è contro il mio credo”.
“E com’è che sai tutte queste cose? David…bel nome. Ma allora vi conoscevate già? Magari la lettera è sua”-Marylou era sempre più curiosa.
“Uhm…si e no… mi ha dato un passaggio fino a Washington e casualmente era alla manifestazione e mi ha arrestata. E’ stato un caso, fine della storia”.
“Sarà…se lo dici tu… beh, io adesso che ci hanno liberate cercherò dei miei amici di Washington che mi ospiteranno per qualche giorno poi, come ti ho detto, ripartirò in autostop.
Tu che fai?”.
Delilah attese un attimo prima di rispondere…era un pomeriggio magnifico, il sole autunnale splendeva tra le foglie degli alberi e una leggera brezza le colpiva il viso:”Mi farò un giro, cercando di non farmi arrestare di nuovo. Manteniamoci in contatto però!”.
Marylou le scrisse l’indirizzo dei suoi amici su un foglietto e le disse di venire pure a cercarla quando le pareva, tanto lei poteva aspettare a partire per il viaggio on the road.
Le due si salutarono e si divisero:Delilah si avviò verso un giardino pubblico poco frequentato, si sedette su una panchina e, dopo essersi accertata di essere al riparo da occhi indiscreti, aprì la busta che le era stata consegnata.
All’interno trovò un biglietto scritto in fretta e furia, con una calligrafia maschile.
Cara Delilah,
quando leggerai le mie parole sarai già libera.
Ho pagato io la cauzione e adesso ti spiego perché.
Tu credi nei colpi di fulmine? Io fino a ieri non ci credevo.
Poi ho incontrato te.
Siamo diversi, è vero, però ho subito notato il tuo carattere deciso, la tua fermezza e il tuo coraggio.
Ti ammiro molto per quello che fai, anche se non sono per niente d’accordo.
Presto partirò per il Vietnam e potrei non tornare più indietro; questa occasione potrebbe non ripresentarsi mai più.
Mi piacerebbe conoscerti meglio,poter parlare un po’, trascorrere un po’ di tempo insieme a te, sapere che, se e quando tornerò, avrò qualcuno che conosce la mia storia.
Se sei d’accordo ci vediamo stasera alle 18.00 al National Mall( tranquilla, stavolta non c’è niente sotto, non voglio arrestarti di nuovo).
Ti aspetterò.
David
. “
La ragazza sgranò gli occhi per lo stupore e mise di nuovo il biglietto nella busta: adesso si spiegavano un po’ di cose.
Ecco chi aveva pagato la cauzione! Che ci fosse dietro un tranello? Magari le aveva teso una trappola,l’avrebbe fatta arrestare e rinchiudere in carcere, questa volta per anni.
Si rese conto che le idee che le stavano affollando la mente non avevano fondamento, che motivo avrebbe avuto per mentirle? La conosceva appena.
Decise che si sarebbe presentata all’appuntamento.
Controllò l’ora:erano le 16.30, aveva tempo per prepararsi.
Entrò in uno squallido locale, si chiuse in bagno, tirò fuori dalla borsa con cui era fuggita di casa un abito pulito e lo indossò, poi si passò un leggero filo di trucco sul viso e si ravvivò i capelli, aggiungendo un fiore che aveva raccolto poco prima a completare l’acconciatura:era pronta.
 ******
Quando uscì il sole stava calando: le luci dei lampioni si riflettevano nella fontana del National Mall creando dei riflessi spettacolari e conferendo all’ambiente un tocco molto romantico.
Delilah si sedette ai bordi della fontana dato che era in anticipo e si accese una sigaretta.
Aspettò a lungo l’arrivo del soldato.
Il tempo passava, le ultime luci del tramonto avevano ormai lasciato il posto al buio di una notte stellata.
Le 18.30.
“Ormai non verrà -pensò- che stupida sono stata ad accettare l’invito. Mi sono fatta prendere in giro per niente”.
Stava già per andarsene quando davanti a lei comparì David,in uniforme, con una rosa rossa in mano e un sorriso sul volto…
Image and video hosting by TinyPic ANGOLO AUTRICE: Ecco il nuovo capitolo!
I nostri protagonisti finalmente potranno passare un po’ di tempo insieme…David è proprio rimasto colpito da Delilah, non ha esitato a pagare lui stesso la cauzione pur di rivederla!
Vedremo come andrà l’appuntamento…alla prossima e grazie a tutti!
Jenny

  
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