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Autore: Balla sulle nuvole    04/02/2015    2 recensioni
Yukio Kasamatsu è un brillante e tenace giovane ispettore in carriera.
Un uomo retto ed inflessibile che non ha mai infranto le regole.
Per questi suoi meriti, nonostante la giovane età, toccherà proprio a lui cercare d’incastrare la banda di ladri più famosa del Gippone: la Kiseki no Sedai.
Un gruppo di ragazzi particolarmente dotati che per noia ed adrenalina rubano tutto quello che sembra al sicuro.
Tra loro c’è anche Kise Ryota, un modello affermato in grado d’imitare chiunque.
Un ragazzo fin troppo sicuro di se, sempre in cerca di nuovi stimoli.
E cosa c'è di più stimolante del sedurre chi cerca di metterti dietro le sbarre?
[ KiseKasa, KagaKuro, MidoTaka, AoMomo, MuraMuro]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Kiseki No Sedai, Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3:

L’occasione fa l’uomo ladro, ma l’occasione altrui può farlo derubato.
 
 


Kuroko  stiracchiò le membra ancora intorpidite dal sonno. Era sveglio da parecchio tempo eppure il suo corpo sembrava non volerne proprio sapere d’attivarsi completamente.
Inoltre la condizione di totale immobilità in cui si trovava non lo aiutava per niente, anzi  più le lancette dell’orologio segnavano il trascorrere dei minuti più le palpebre diventavano pesanti.
Era fermo in piedi come un palanchino tra l’entourage, circondato da un silenzio  glaciale interrotto solamente dai clic della macchina fotografica.
Gli occhi di tutti erano intenti ad osservare i modelli assumere pose sempre più assurde.
A parte il fotografo nessuno fiatava, nessuno si muoveva. Eppure sui loro volti era evidente una febbrile eccitazione.
Erano tutti in estasi, tutti a parte lui che a quel mondo di bellezza ed apparenza non era per nulla interessato.
Per un attimo, un solo attimo, si sentì in colpa. Non era difficile  immaginare con nitidezza le urla isteriche e il caos che la sparizione dei gioielli avrebbero scaturito in quella sala, mentre  lo sconforto rubava il posto alla gioia.
Non era il suo primo furto e non si era mai fatto scrupoli durate un colpo, questa volta però le motivazioni  alla base  non gli piacevano.
Di solito la Kiseki no Sedai eseguiva furti in pompa magna, con piani elaborati e l’adrenalina che scorreva nelle vene.
Quello che stava per fare invece era talmente facile da essere noioso e, certamente, se non ci fosse stato un piano più grande, un secondo fine dietro a tutto quello, Akashi non glielo avrebbe mai chiesto. Stava agendo per un capriccio del loro imperatore.
Ciò nonostante avrebbe dato il massimo come sempre, lavorare senza impegno non era da lui.
Si era infiltrato nello staff senza nessun problema, inoltre nessuno pareva averlo notato ne gli aveva rivolto la parola.
Tutti quei riflettori, brillantini e  i vestiti eccessivamente vistosi, costituivano l’habitat perfetto per le ombre come lui.
Era invisibile senza dover usare alcun trucco.
Annoiato lanciò un’occhiata veloce all’orologio: era ora di andare in scena.
Difatti, proprio in quel momento, la voce  del fotografo annunciò il cambio d’abiti, mentre un assistente gli  tamponava la nuca con un fazzoletto color lilla.
Come bravi soldatini i modelli adagiarono con cura i gioielli  nella teca dirigendosi  poi chiacchierando verso i truccatori.
Tutt’intorno le persone avevano iniziato a correre di qua e di là come uno sciame impazzito.
I capelli fuori posto ed il mascara leggermente sbavato erano molto più importanti degli  Swarovski dimenticati a se stessi.
Kuroko avanzò lentamente tra la folla e senza fare il minimo rumore raggiunse l’obbiettivo.
Con circospezione  scrutò minuziosamente l’intera sala: nessuno lo stava guardando.
Proprio come aveva detto Yellow.
Con calma estrasse il sacco di tela che teneva ben nascosto sotto la giacca azzurra ed indossò la maschera ed i guanti.
Rassegnato iniziò ad arraffare un anello maledicendo mentalmente Akashi e quel piano così grezzo e stando ben attento a non lasciare tracce.
E’  come rubare le caramelle a un bambino durante uno spettacolo di marionette pensò rattristato.
Poi, come d’accordo, diede il segnale facendo roteare più volte tra le mani l’ultima collana.
Immediatamente qualcuno iniziò a gridare a pieni polmoni “ al ladro, al ladro”  “Sta rubando i gioielli”.
In mezzo alla sala Kise  continuava a sgolarsi, l’indice teso contro di lui.
Sotto la maschera l’espressione di Kuroko non mutò minimamente mentre incrociava lo sguardo dell’amico.
Il mimo ha fatto il suo dovere, ora Green dammi la notte  fece in tempo a pensare prima d’essere inghiottito dalle tenebre.
Un corto circuito aveva tolto la luce in tutto il palazzo.
 
 
 
***********************
 
 
Scusate se questa volta non abbiamo avvisato.
 E’ stato un po’ maleducato da parte nostra e ci dispiace ma non abbiamo resistito. Ci tenevamo veramente tanto a presentarci al nostro nuovo ispettore.
Buona caccia Detective, perdonaci se non ti  auguriamo il successo.
E ricorda che la prossima volta non saremo più così buoni.
Kiseki no Sedai.
 
Kasamatsu non riusciva a staccare gli occhi dal foglietto che stringeva avidamente tra le mani.
L’aveva trovato per terra durante il sopraluogo, quando aveva scrutato minuziosamente ed inutilmente ogni piastrella alla ricerca di indizi.
La Kiseki non lasciava tracce, non era mai capitato e lui non  ci aveva sperato nemmeno per un momento di scoprirne qualcuna.
Era troppo intelligente per illudersi a quel modo, tuttavia il protocollo andava rispettato.
Poi ovviamente sapeva di trovare nascosto da qualche parte il bigliettino da visita che i ladri amavano gettare durante la fuga.
Più lo leggeva più la rabbia si impadroniva di lui.
Certo aveva  analizzato attentamente ogni missiva che il suo predecessore aveva trovato sui luoghi delle rapine, dedicando particolare attenzione a quelli che  i ladri inviavano al detective per informarlo del prossimo colpo.
Erano tutti molto simili: scritti al computer su carta bianca, al plurale ed intrisi di sarcasmo e arroganza.
Per questo era preparato al tono di superiorità che infarciva quelle righe ma sapere che quelle parole erano rivolte direttamente a lui e a lui soltanto, era tutta un’altra storia.
Se c’era qualcosa che non tollerava era proprio che qualcuno gli mancasse di rispetto.
“ Vi prenderò” ringhiò deponendo il foglietto nell’apposita busta di plastica. “Eccome se vi prenderò” “ Stupidi, boriosi, arroganti vi darò la caccia finché non sarete dietro alle sbarre”.
Con le orecchie arrossate dall’ira, respirò a pieni polmoni più volte per ritrovare la calma.
Poi, taccuino alla mano, si preparò mentalmente per interrogare il testimone chiave. Uno dei modelli era riuscito a vedere perfettamente uno dei componenti della banda, un colpo di fortuna che non era mai accaduto e di cui Yukio sentiva di dover ringraziare i suoi antenati.
 “C’è  una stanza o  un posto dove posso svolgere gli  interrogatori senza interferenze? ” domandò allo stilista che lo tallonava fin da quando era arrivato.
L’uomo annuì, indicandogli lo stanzino dei truccatori visto che per l’angoscia non riusciva ancora a parlare.
Queste persone sono troppo teatrali pensò l’ispettore, ricordando le urla nevrotiche che l’avevano accolto al suo arrivo.
“ Vammi a chiamare il testimone ” ordinò ad uno dei suoi sottoposti prima di incamminarsi  a sua volta.
Si era appena sfilato i guanti in lattice ed accomodato su una sedia, cercando di evitare le decine di specchi che lo circondavano, quando una voce melodiosa lo fece sussultare.
“ Quindi è questa la tua divisa. Devo dire che è molto più sexy di quella di Zenigata”.
Sulla porta, con addosso solamente dei pantaloni bianchi decisamente troppo attillati  c’era il ragazzo che aveva conosciuto qualche sera prima: Kise Ryota.
Kasamatsu per un pelo non cadde dalla sedia, la bocca spalancata per l’incredulità.
Era già la seconda volta che quel tale lo lasciava di stucco comparendogli  davanti all’improvviso e di certo non ce ne sarebbe stata una terza.
“Cosa diavolo ci fai tu qui?” disse riprendendo la sua compostezza.
Kise sorrise, passandosi una mano tra i capelli “ Sono il tuo testimone”.
 
 
 
 
Note dell’Autrice folle ( questa volta terribilmente lunghe):
 
Innanzitutto mi scuso per il ritardo.
Purtroppo ho avuto qualche problema di salute e non sono riuscita a scrivere in questi giorni, ci ho provato ma ho miseramente fallito.
Oggi però con l’aiuto di mia sorella, santa donna,  che ha scritto sotto dettatura sono riuscita a finire almeno una parte di quello che volevo succedesse in questo capito. 
Meglio di niente e comunque qualcosa succede.  Così ho deciso di non farvi aspettare altro e di pubblicare e lasciare il resto degli avvenimenti per la prossima volta.
L’idea dell’entourage che non degna di uno sguardo i gioielli mentre vengono rubati l’ho presa da un episodio di Ugly Betty.
Come sempre un grazie ha chi ha recensito, messo tra le ricordate/ preferite/seguite questa storia.
Spero di riprendermi al più presto e gettarmi a capofitto nella scrittura dell’interrogatorio.
Un bacio
Mary
  
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