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Autore: Bad Bionda Bana    04/02/2015    1 recensioni
Io e la mia migliore amica abbiamo intrapreso un percorso che molti non avrebbero mai pensato di scegliere. Ci siamo iscritte insieme all'università di lingue per studiare il coreano. Già essere li insieme per noi era un sogno, ma la nostra mente volava sempre a quel momento che sembrava così lontano, al nostro stage del terzo anno in Corea del Sud, a Seoul. Avremmo potuto sognare qualsiasi cosa, ma di certo non ciò che ci accadde.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saltai appena per lo spavento e mi allontanai dalla gabbietta avvicinandomi ad un altro cucciolo. Ero troppo imbarazzata per guardare il padrone del piccolo Soju, anche se mi sembrava familiare sia il nome del cane che la voce del padrone.
-Scusa, ti ho spaventata?- mi chiese con tono un po' preoccupato -Non era mia intenzione.-
-Non si preoccupi, anzi mi scusi lei, ma il suo cagnolino era troppo carino, non ho saputo resistere.- dissi poco prima di girarmi, poco prima di rendermi conto di chi realmente avevo davanti in quell'esatto momento. I miei occhi si aprirono più grandi che mai, le gambe cedettero appena e il cuore perse un battito prima di iniziare a battere come non mai. Lui sembrò fare più caso al fatto che ero straniera che alla mia reazione, la quale fu simile alla sua. Mir ed io ci ritrovammo a fissarci ad occhi sgranati per qualche secondo per poi ridere di tutta quella situazione.
-È la prima volta che mi capita una cosa del genere, sembrava tanto la scena di un film.- disse lui ridendo, io annuii un po' rossa in viso, avevo momentaneamente perso la facoltà di parola, o almeno in coreano, sembrava come se i miei tre anni di studi si fossero volatilizzati in un istante- Sei venuta qui per comprare un cucciolo?- mi chiese lui mostrandomi uno dei suoi sorrisi splendidi che lo rendevano un po' come il Peter Pan del suo gruppo. Presi coraggio e in un nanosecondo mi ripassai l'intero programma di lingua coreana dell'università.
-Mi piacerebbe moltissimo, io amo gli animali, ma nel dormitorio dove vivo non si possono tenere animali. E poi non saprei cosa fare quando dovrò tornare a casa.- diedi un'ultima occhiata a quei meravigliosi cuccioli che sembravano pregarmi di portarli con me.
-Oh, non sei coreana? Pensavo fossi metà coreana e metà straniera.- mi guardò stupito e curioso, sinceramente quel pensiero mi lasciò un attimo perplessa, ma poi pensai alla persona con la quale stavo parlando -Da dove vieni?-
-Vengo dall'Italia, ho studiato coreano all'università e per completare il mio corso di studi sono venuta a Seoul per un viaggio di studio. Lavoro come stagista per Simply Kpop.- dissi sorridendo, ogni volta mi sentivo fiera di potermi presentare in tal maniera, mi faceva sentire importante e bene, perché era un sogno che diventava realtà.
-Ora capisco perché parli il coreano così bene. Wow, l'Italia, dicono che sia bellissima, è vero?- a quella domanda mi sfuggì una tenera risatina.
-Si si, è molto bella.- annuii sorridendo.
-E come ti chiami?- mi chiese curioso di sentire un nome italiano pronunciato appunto da un'italiana.
-Il mio nome è Alice.- risposi accentuando il mio nome, un sorriso si allargò sul suo viso.
-Al... Allice?- conoscendo la fonetica coreana ridacchiai per come pronunciavano il mio nome -Io mi chiamo Mir, di sicuro non ti sarà difficile pronunciarlo.- a quel punto mi sorse un dubbio, che avesse capito che lo conoscevo? Che conoscevo gli MBLAQ? -Sai, tempo fa io e i miei amici abbiamo ricevuto delle lettere dall'Italia, da alcune nostre fan!- disse lui tutto orgoglioso. Una punta di felicità colpì il mio cuore propagandosi in tutto il corpo, il fatto che le avessero ricevute mi rese felice, ma sapere che effettivamente le avevano lette le nostre lettere mi emozionò. Io non avevo scritto molto, ma avevo mandato una chiavetta USB con alcuni miei video di danza con delle loro canzoni come sottofondo e delle cover di alcune canzoni, tra le quali “Monster” di Cheondung.
-Signore, mi scusi, le ho procurato gli articoli che mi ha chiesto.- disse il commesso portando alla cassa alcuni articoli per rettili, una gabbietta con dei topolini e un'altra apparentemente vuota.
-Oh bene!- esclamò Mir -Visto che ti piacciono gli animali, ti piacciono anche i rettili?- mi chiese avvicinandosi alla seconda gabbia, io annuii guardando curiosa, poi ricordai -Con Soju hai già fatto amicizia, quindi ora ti presento un altro mio amico.- e tirò fuori dalla gabbia il suo serpente domestico. Io amavo incondizionatamente ogni specie di animale, tranne che gli insetti, e se non fosse stato per la paura di mia mamma per quegli animali, mi sarebbe piaciuto comprare un serpente.
-Oddio, è bellissimo.- mi fermai a fissarlo stupefatta, raramente avevo avuto la possibilità di vederne uno da vicino e fuori da una teca -Posso accarezzarlo?- chiesi un po' timida.
-Certo!- rispose posandomi il serpente attorno al mio collo, subito mi spaventai per l'azione improvvisa, poi cominciai ad abituarmi, sentirlo insinuarsi tra i miei capelli mi dava un senso di affetto molto tenero e particolare, come un cucciolo quando si struscia contro la mano per farsi accarezzare -Sembri piacergli.- disse lui ridacchiando -Però ora dobbiamo andare.- pagò le sue cose e poi rimise l'animaletto nella sua gabbia. Guardai l'orologio e sbiancai in viso, era veramente tardi e avevo paura di controllare le possibili chiamate perse e i messaggi che avevo ricevuto nel telefono, così salutai velocemente Mir per poi correre a casa in bici. In fretta e furia mi fiondai nel nostro piccolo appartamento pronta a scusarmi per il ritardo.
-Scusami scusami scusami!- dissi portando le mani a preghiera davanti al viso.
-Dove diavolo eri finita?- mi chiese Jessica, a quanto pare si era preoccupata molto per me -Avevi detto che dovevi finire alcune cose. Che hai fatto per stare via tutto questo tempo? Tradotto la Bibbia?- il suo sguardo era fisso e serio su di me, mi faceva paura -Hai idea di come mi sono spaventata? Nemmeno rispondevi ai messaggi o alle chiamate.-
-Mi dispiace.- abbassai il viso -Ma in realtà...- iniziai a torturarmi le mani -Non ero a lavoro.- il suo sguardo probabilmente era cambiato ma non avevo il coraggio di alzare il mio -Sono andata al negozio di animali che c'è a fianco al ristorante giapponese.- rimasi a testa bassa, finchè non mi venne il colpo di genio -Ma non crederai mai a quello che sto per dirti, a chi ho incontrato in quel negozio!- lei incrociò le braccia tornando a guardarmi seria.
-E sentiamo, chi avresti incontrato?- ero sicura che una volta pronunciato il suo nome mi avrebbe perdonato per il ritardo.
-Mir.- come immaginavo i suoi occhi si spalancarono assieme alla bocca -Ho incontrato il maknae degli MBLAQ.- sorrisi iniziando a saltellare eccitata, davanti a lui dovetti reprimere la piccola fangirl che viveva in me, ma con la mia migliore amica mi sarei potuta sfogare finalmente.
-Ti prego, dimmi che gli hai chiesto una foto, un autografo, qualcosa.- disse speranzosa, e fu così che tutto il mio entusiasmo venne smorzato.
-Non... non ci ho pensato. Ci siamo persi a parlare e non glielo ho chiesto.- in quell'istante mi colpì un flash nella mente -Mi ha detto che hanno ricevuto le nostre lettere di tempo fa e mi sono dimenticata di dirgli che erano nostre.- mi diedi un colpo in fronte, era un'occasione d'oro e me la ero fatta scappare come una stupida.
-Aspetta, non ho capito. Lui ti ha detto che hanno letto le nostre lettere ma non sa che erano nostre?- Jessica mi guardò perplessa, io scoppiai a ridere.
-Ti spiego, mi ha chiesto da dove vengo e quando gli ho detto che sono italiana lui mi ha detto che tempo fa avevano ricevuto lui e dei suoi amici delle lettere dall'Italia.- chiarii sorridendo.
-Sai questo cosa vuol dire Ali?- sul suo viso si allargò un sorrisetto abbastanza inquietante -Questo significa che dalla settimana prossima torneremo più spesso in quel tenero negozietto, si sa mai che possa farsi vedere di nuovo.- concluse ridacchiando, e io con lei.
Passammo il resto della serata a mangiare schifezze e a parlare del mio incontro, non avrei mai pensato di riuscire ad avere una conversazione normale con un idol, in più era stato molto gentile nei miei confronti Mir, era veramente un bravo ragazzo. Poco prima di andare a dormire iniziai a fantasticare, e se invece di Mir avessi incontrato proprio Cheondung? Al solo pensiero il mio cuore iniziò a battere come se non ci fosse un domani. Molto probabilmente non sarei riuscita a dire nemmeno una parola, e ancora più probabile, se lo avessi visto avrei fatto di tutto perché non mi vedesse, ero una ragazza troppo timida. Quella sera era stata un'eccezione, la gioia e la spensieratezza di Mir mi avevano contagiato, mi sentivo come se stessi parlando con un mio vecchio amico e non con un idol conosciuto in tutto il mondo. Ma con Cheondung sarebbe stato diverso, me lo sentivo. Con lui sento come un rapporto diverso, certo, è il mio cantante preferito e lo ammiro da lontano come ogni fan che si rispetti, ma da quando avevo iniziato a scrivere delle storie su di lui, dal suo punto di vista, mi sentivo come più vicina a lui. Sentivo come di conoscerlo, mi sembrava di vedere ciò che scrivevo non con la mia mente, ma con i suoi occhi, e per quanto fosse qualcosa di bizzarro per qualsiasi persona normale, per me invece era qualcosa di magico.
Ovviamente, visto quello che era accaduto quella sera, non persi l'occasione e mi misi a scrivere qualche riga al computer, qualsiasi cosa poteva trasformarsi in uno spunto per qualche storia, soprattutto l'incontro con un cantante famoso.

  
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