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Autore: Flowrence    04/02/2015    5 recensioni
Narrandi
carmina
amoris.
( Mikorgan. )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passa uno, passano due, passano tre giorni.
Marco non ha più visto Michael in giro e non sa se interpretare quello come un buon presagio o meno. Potrebbe essere che il riccioluto non si è più trovato in contatto con quei bulli, così come potrebbe essere l'esatto opposto. Alla sola idea, rabbrividisce.
Non gli piace pensare al suo viso sfigurato, o al suo fisico indolenzito.

Non sa se ne ha parlato a qualcuno, nella sua famiglia, oppure no. Spera di sì. Dovrebbe farlo, probabilmente si risolverebbe la situazione. O forse no. Forse sarebbe peggio.
Si porta una mano tra i ciuffi scuri, li stringe tra le dita, frustrato.
La verità è che gli ha mandato dei messaggi, sul cellulare. Semplici saluti, qualche domanda (del tipo “conosci quel film? I miei amici non possono andarci, che ne dici di accompagnarmi?”) o roba simile, ma nulla. Mai una risposta. Non sa se è venuta a mancare poiché non ha visualizzato i messaggi, oppure per quello che è successo con sua sorella. Dio, se solo avesse saputo prima che era una sua famigliare.
Mai provarci con la sorella di un tuo amico. Un'unica regola. Intransigente.
Si è chiuso appena, coi suoi amici. In modo quasi impercettibile, ma che non è sfuggito a Beatrice. Troppo sensibile, in quanto donna, per non accorgersene.
“Allora?” Chiede infatti a Marco, un sopracciglio arcuato, la mano posata sul fianco.
“Allora cosa?” Marco, invece, solleva entrambe le sopracciglia, guardandola a metà tra il finto sorpreso e il ti prego, non farmi parlare.
“Allora – cosa ti succede? Sei più cupo, da un paio di giorni. Raccontami, su. Sono tutta orecchie.” Lo incentiva, assottigliando gli occhi. Non vuole demordere, per cui Marco si dovrà preparare ad uno stress emotivo, se non confessa subito la situazione.
“Nulla, Bea', sai... i soliti litigi con mia sorella.” Cazzata.
Alza le spalle, parlandone con un tono che trattiene vari sottintesi, lo sguardo che s'abbassa,
evitando quello della ragazza.
“Mh...”, Beatrice lo guarda, indagando sul suo aspetto, sulla postura, tentando di capire se quella sia la verità o una bugia. Alla fine sospira. “Non me la racconti giusta, tu.” Gli dà un lieve scappellotto sulla nuca, scuotendo il capo.
Marco si stringe nelle spalle, ma accenna un sorriso. Come se, tramite quel gesto, potesse svicolare dall'argomento principale.
“È per colpa di Zuleika?” Gioca una carta, Beatrice, che sembra andare più o meno a segno, perché Marco alza lo sguardo verso di lei. Lieve apertura.
“No, no... non è per lei.”
“Mh, no? Allora, vediamo... lei stessa dice che è successo qualcosa, dopo. C'era sua madre e suo fratello. Quindi, o si tratta del confronto col genitore, che non troverei un argomento da scartare, dal momento che, nella mente di sua madre, lei è ancora troppo piccola, oppure...” Non termina la frase. Forse non trova altra spiegazione, forse vuole che sia Marco a dirgliela, esplicitarla a parole.
Si mordicchia la guancia, Marco.
Beatrice
sorride. Colpito.
“Beh, no. Con la madre, non credo sia un problema...” Il tono non è pienamente convinto. A volte i genitori fanno paura, sul serio. Quando si tratta di proteggere i loro piccoli. L'istinto di protezione è molto forte.
Qualche secondo di silenzio.
Beatrice aspetta.
Marco spera ancora di non arrivare a raccontarle il tutto. Speranza inutile.
“È la sorella di Michael.”
“Michael, il fratello, hm? Lo conosci?”
Marco non ne ha fatto parola a nessuno dei suoi amici. Se così fosse stato, probabilmente Beatrice l'avrebbe avvertito prima che commettesse quel passo falso.
“Sì.” Marco non è mai stato di poche parole, ma... con quel riccioluto, sente che il tutto è diverso. Riesce a mutare perfino il suo carattere. E poi, Marco è confuso.
Perché si ritrova sempre più spesso, Michael, tra i suoi pensieri?
Che se ne stia invaghendo?



Quel giorno, Michael non si trova a scuola.
Zuleika si è sentita male e lui ha finto di provare lo stesso malessere.
Per poterle parlare, metterla in guardia.
In guardia, già... come se ce ne fosse bisogno, con Marco. Come se quel ragazzo non fosse uno più che a posto.
La verità è che non la vuole vedere gironzolare con lui, ma per tutt'altro motivo.
La verità è che si è sentito geloso, quando li ha visto baciarsi. A metà tra la rabbia andante, la frustrazione e la delusione. Delusione forse dovuta al suo dover accettare che quel Marco Castoldi che tanto sta occupando la sua mente e i suoi pensieri è eterosessuale. Non avrebbe alcuna speranza, perciò, Michael.
Vuole parlare a sua sorella, avvertirla, ma solo per scopi egoistici. E forse per questo un po' si sente in colpa; ma, ben presto, anche quella sensazione non v'è più. Soffocata dalla determinazione.
Sua madre li ha lasciati in casa. A badare a loro v'è Yasmine, la maggiore. In realtà, ella si è chiusa in camera, le orecchie coperte dalle cuffie, dalle quali risuona una musica ad alto volume.
Loro madre è andata a fare compere.
Per cui, Michael può permettersi di parlare tranquillamente con Zuleika; che, dal canto suo, vorrebbe solamente sfuggire a quel discorso. Già c'è sua madre, che le rompe. Ci si deve mettere anche suo fratello?
“Capito? Non... non mi piace l'idea che tu stia con uno come lui. È più grande di te, e non parlo di un anno o due. Insomma, è più grande di me di tre anni.” Tenta di convincerla. Ma il tono non è convinto, non contiene disapprovazione né è conciliante. È semplicemente lamentoso. Il suo tentativo di camuffarlo è vano.
“Ma – Mika, Paloma prova a conquistare Damon – Damon, che ha cinque anni in più di lei, cavolo – e io non posso stare con Marco? Ma almeno lo conosci, lui? È in gamba, credimi.” Prova a sostenere la sua tesi, la piccola di casa Penniman.
Michael scuote il capo, contrariato, e lascia che un sospiro fuoriesca dalle sue labbra. La stessa discussione va ormai avanti da cinque buoni minuti.
“Lo so, lo so... guarda che lo faccio per il tuo bene” le risponde, aprendo le braccia, invitandola silenziosamente a lasciarsi andare in un abbraccio conciliatore. Zuleika, un po' riluttante all'inizio, alla fine cede e viene avvolta da Michael, che stringe il suo fragile corpo contro il suo, caldo.
“E poi... Paloma è grande” conclude.
E Zuleika sbuffa.
Odia essere piccola.



Cosimo e Domenico l'hanno invitato ad uscire.
Casa di Cosimo. Per una serata tutta “tra maschi”, a giocare a videogiochi e bere alcolici sottratti con furbizia alla riserva personale dei genitori di Cosimo.
Beatrice non è potuta venire. Appuntamento con Claudia. Finalmente si dichiarerà, Marco è sicuro che non la ritroverà in lacrime, a suonare al campanello, in cerca di conforto dai tre. Cosimo e Domenico sono un po' meno ottimisti di lui; non che l'abbiano vista relazionarsi con la fanciulla più di tanto, comunque.
Marco è soddisfatto di essere andato da Cosimo. Si divertono, tra scherzi, scappellotti, prese in giro bonarie e i genitori che, ogni tanto, passano, per controllare che tutto sia a posto – e allora il tutto si fa più divertente, l'adrenalina scorre nelle vene dei tre ragazzi, che tentano di nascondere le bottiglie vuote e quelle che devono ancora consumare. Come non si accorgano che mancano delle bottiglie, in realtà, per Marco rimane ancora un mistero.
Man mano che passa il tempo, si fa tardi. Il sole tramonta e lascia spazio alla luna e alle sue figlie.
Cosimo invita i due a cenare a casa sua. Entrambi accettano.

La sera passa velocemente, tra altre risa e scherzi.
Poi, si fa l'ora di tornare a casa. I genitori di Marco lo aspettano poco lontano dalla dimora di Cosimo, hanno parcheggiato l'automobile dove hanno trovato posto e, purtroppo, non si è trovato sotto casa del fanciullo. Marco, quindi, dovrà fare un pezzo a piedi.
Ma lui non si lamenta. Non è mai stato pigro, gli piace camminare.
È quindi con passo tranquillo che si dirige verso la macchina, dopo aver salutato gli amici con due strette di mano.
Lo sguardo è volto verso il cielo, verso la notte, tanto bramata, tanto amata. Un giorno gli piacerebbe scrivere una canzone, su quel periodo della giornata.
Gli vengono in mente alcune frasi. “Cade la sera / e il cuore s'ispira / mentre che il cielo si oscura / buio a regalar le stelle / belle illusioni, sogni lontani.” Sorride soddisfatto, per quel colpo di genio.
Il sorriso diventa un po' più cupo quando si ritrova a sbattere contro qualcosa. O meglio, contro qualcuno.
L'espressione sul viso di Marco è chiaramente sorpresa, mentre osserva il malcapitato contro il quale – a causa dello stato della sua mente, tra le nuvole – si è scontrato.
Pronto a scusarsi.
Se il soggetto fosse diverso.

Quella massa di riccioli la riconoscerebbe ovunque, ormai frequente visione della sua mente, della sua memoria. Così come quegli occhi, profondi. Ma non c'è sorriso, su quel volto. Non v'è – e lo sguardo non ne viene rischiarato. Cupo. Incrinato come il sorriso di Marco.
A quest'ultimo vengono i brividi.
Perché l'occhio di Michael è gonfio e tende a chiudersi da solo.
Perché il viso è sfregiato, e il labbro è spaccato.
Perché, quando Michael tossisce, un grumo di sangue si unisce alla saliva.
Ma, soprattutto, perché quello è uno sguardo perso.
D'una persona che ha cercato la salvezza. 
E non l'ha trovata.


Angolo dell'autrice.
Okay, linciatemi pure.
Anche se io vi lovvo. Ho avuto un momento di crisi, per quanto riguarda la scrittura. L'ho messa da parte, mi sono concentrata su altro. Poco tempo fa, però, mi sono ricordata di questa fanfiction, che avevo cominciato. E mi sono messa a scriverne un altro capitolo.
Stavo dicendo, vi amo perché mi avete chiesto di continuarla, e... non so, mi avete fatta sorridere. ( InsomniacDreamer, Joey_97 ).
Non ho risposto alle tue recensioni, InsomniacDreamer, non volermene. ;A; Sappi che le ho lette tutte, col sorriso stampato sulle labbra dall'inizio alla fine. Anche perché non mi sarei mai aspettata che qualcuno commentasse tutti i capitoli di una mia fanfiction. Quindi grazie. ; u ;
Per quanto riguarda te, Joey_97 ( <3 ), se mai avrò bisogno di una mano, ispirazione o roba varia, potrò chiedertela, allora, nee? v.v
Eee... questo capitolo è dannatamente corto, lo so. Ma l'effetto si sarebbe guastato, se l'avessi continuata, quindi... çwç Di nuovo, non vogliatemene. :c
Prometto che proverò a scrivere più frequentemente ( contate anche la scuola, non prometto miracoli ;^; ). ~
Che dire - mi farebbe piacere, se mi lasciaste un commento. Anche di critica, aiuta a migliorarsi.
Per questo, mischief managed, Zuleika è rimasta. Sorry ;^; ( ? ) ~
Okay, adesso me ne vado, prima che mi linciate per davvero --.

   
 
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