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Autore: Clarrie Chase    30/11/2008    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Winry fosse stata adottata da Trisha Elric quando aveva solo quattro anni e fosse cresciuta come sorella di Edward e Alphonse Elric?
Trisha sarebbe morta comunque?
I fratelli avrebbero comunque tentato la Trasmutazione Umana per riportarla in vita?
Edward sarebbe diventato comunque Alchimista di Stato?
E Alphonse?
A quest'ora la sua anima sarebbe legata ad un armatura?
E che cosa sarebbe successo se... ?
Prima FF su Full Metal Alchemist: What if... ?
Dal 10° cap.:

Prima accetti che le cose non torneranno più come una volta, e prima ricominci a vivere. [...]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Momenti Cruciali

Momenti Cruciali

I Parte

 

I momenti cruciali arriveranno comunque, ciò che conta è come si reagirà.

 

 

 

 

 La testa… La testa gli stava scoppiando. E sentiva freddo, un freddo innaturale… Cercava disperatamente di aprire gli occhi, ma non ci riusciva. Intorno a sé vedeva solo buio. A rompere quell’innaturale silenzio giunse un grido, una voce di donna. Era un urlo agghiacciante, terrorizzato. Ed era il suo nome che veniva gridato con tanta insistenza, paura e preoccupazione. Un immagine riaffiorò con prepotenza nella sua mente.

<< Winry! >>

Edward cercò ancora una volta di aprire gli occhi, ma proprio non ci riusciva. C’era solo quel buio, tanto denso e consistente da dare l’impressione di poterlo toccare, se solo avesse avuto l’uso della mano nel luogo in cui si trovava. Con paura crescente si rese conto di non avere la coscienza del proprio corpo, in qualunque posto si trovasse. Non riusciva a muovere niente, forse non esisteva neppure. Ma l’urlo che aveva sentito apparteneva a Winry, senza ombra di dubbio. Provò a chiamarla: << Winry!!! Winry? Dove sei? Winry! >>

Edward rimase interdetto: era certo di aver chiamato Winry, eppure… non riusciva a sentire il suono della propria voce. All’improvviso la poca aria presente in quel luogo iniziò a mancare e la sensazione di soffocamento che il ragazzo stava provando aumentò a dismisura, fino a che tutto non gli apparve opprimente, come se fosse rinchiuso in qualcosa di troppo piccolo per contenerlo. Ma poi…

<< When I see your smile… >>  Quella voce… Quella canzone la conosceva… Era...  << Winry… ! >>

  Edward tentò di chiamarla, ancora una volta senza ottenere risultato. Era la  voce di Winry che cantava, non c’era alcun dubbio, ma Edward non riusciva a capire da dove provenisse.

Il buio che c’era in quel luogo iniziò a dissiparsi lentamente, per lasciare spazio a una piccola luce lontana, calda e intensa… Edward non sapeva come, ma la luce si stava avvicinando a lui, insieme alla voce di Winry:
<< Tears run down my face I can't replace…>>
 

Eccola, la luce… era calda e rassicurante, proprio come la ricordava…

Adesso sentiva che poteva aprire gli occhi, finalmente…

 

Winry si interruppe un attimo, smettendo di cantare quella canzone che aveva accompagnato la sua infanzia per asciugarsi le timide stille brillanti che le stavano scivolando dalla guancia. Gli occhi le bruciavano di lacrime mal trattenute rendendo sfocata l’immagine di Edward ancora steso sul letto, con gli occhi chiusi. Aveva dormito per tutta la giornata precedente e buona parte di quella nuova, visto che oramai era pomeriggio inoltrato. Non si era svegliato né per bere e né per mangiare… se avesse continuato così….

<< Winry… perché piangi? >>

Presa da un inspiegabile esasperazione Winry si asciugò le ultime lacrime con stizza, rispondendo: << Perché sono preoccupata per te, pezzo di idio…. >> Il cuore le si fermò nel petto e per un attimo rimase paralizzata dallo stupore: Edward aveva riaperto gli occhi.

Abbassò lo sguardo fino a lui quasi tremando dalla gioia: il ragazzo la stava guardando con gli occhi accesi di preoccupazione. Dimenticando per un attimo che Edward doveva essere debilitato dal lungo digiuno si chinò su di lui seppellendo il viso nell’incavo del suo collo e aggrappandosi alle sue spalle, facendolo gemere leggermente di dolore. Winry si allontanò subito, quasi scattando all’indietro come una molla. Edward sorrise leggermente: il dolore alla spalla non era ancora svanito del tutto.

<< Se avessi saputo che avrei ricevuto questa accoglienza… mi sarei svegliato prima…>> mormorò Edward con voce un po’ roca, ma inspirando a pieni polmoni l’odore che Winry gli aveva involontariamente trasmesso avvicinandosi tanto. Winry sorrise appena: era proprio Edward, e se aveva addirittura voglia di scherzare doveva stare davvero bene. << Stupido. >> Gli rispose lei fingendosi inviperita, e voltando il capo altrove con aria altezzosa. Poi parve ricordarsi di qualcosa e si alzò dalla sedia vicino al letto su cui si trovava, mormorando quasi a se stessa: << Devo avvisare Al… >>

Edward si irrigidì cercando inutilmente di allungare una mano verso di lei; per fortuna Winry se ne accorse.

<< Che cosa c’è, Ed? >> chiese preoccupata guardando il suo volto contrarsi una volta da una scossa di dolore.

Lui si morse il labbro osservandola, indeciso se parlarle o meno: il ricordo di due sere prima era ancora più vivo in lui che in lei, visto che restando addormentato per una giornata intera si era perso lo svolgimento degli eventi successivi alla Trasmutazione.

<< Io.,. volevo sapere di Al. >> disse lentamente e sfuggendo allo sguardo sincero di lei voltando il capo verso la finestra presente nella stanza. Winry rimase interdetta: << Lui è preoccupato per te. Come me. >> disse cercando però di capire dove veramente volesse arrivare Edward.

Il ragazzo scosse la testa provocandosi un forte dolore alla spina dorsale. Si sentiva uno straccio e molto probabilmente avrebbe fatto meglio a vere qualcosa prima di ricominciare a parlare, ma quello che aveva da chiedere era troppo importante e non poteva aspettare. << Non ti ha detto nulla? >> chiese ancora Edward, non avendo però la forza di dire quello che veramente si stava agitando nel sui cuore. Winry si riavvicinò al letto, inginocchiandosi per terra così da avere il volto a pochi centimetri da quello di Edward, che adesso la stava fissando con occhi tormentati. << Di che cosa hai paura, Ed? >> gli chiese Winry facendo proprie anche le sue preoccupazioni. Edward vide la propria immagine riflessa negli occhi azzurro cielo di Winry: lei lo stava fissando preoccupata, una preoccupazione che lui non si meritava, non dopo quello che era successo… non dopo quello che aveva fatto. Fu per quello che distolse lo sguardo, non riuscendo a sopportare tutta quella sincerità e fiducia incondizionata che vi leggeva dentro. Si voltò nuovamente verso di lei al sentire un suono strano… un singhiozzo. Sorpreso si voltò nuovamente verso Winry, trovando conferma ai suoi timori: stava piangendo, di nuovo. Fece per parlare ma Winry lo precedette: << E’ tutta colpa mia, Ed, ti giuro, mi dispiace tanto, mi dispiace tantissimo! >>. Edward non capì. << Se io non avessi fatto così la difficile in questi giorni… se non fossi andata da sola al cimitero, quella volta… adesso tu e Al stareste bene! … Io volevo davvero tanto bene alla mamma, a tal punto da non voler più… vivere senza di lei! Sono stata una stupida, io… non neanche pensato che anche voi stavate male… che anche voi stavate soffrendo!  Se fossi stata con voi, se non mi fossi chiusa in me stessa pensando solo al mio dolore tutto questo non sarebbe mai successo! Io… io… ! >>

Edward osservò stupito le lacrime di Winry scendere copiose, una dopo l’altra, pensandosi responsabile dell’accaduto. Winry stava soffrendo per qualcosa che non aveva fatto, qualcosa di cui non aveva nessuna colpa… Non poteva sopportare le sue lacrime sapendone di esserne la causa diretta…. Era troppo, per lui.

<< Winry, smettila, ti prego… ti prego, smettila di piangere! >> implorò lui, sperando di fermare quelle lacrime che gli stavano lacerando il cuore…

<< Non è affatto colpa tua, hai capito? E’ solo colpa mia! Sono  io che ho voluto cercare di riportare indietro la mamma coinvolgendo Al in questa storia! Sono stato io…. Stupido e presuntuoso, come dici sempre tu! Proprio perché sono sempre stato bravo con l’Alchimia ho cercato una soluzione… ma in realtà non avevo capito niente!

Per ottenere qualcosa, è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore! Ma non c’è niente, niente, che abbia il valore di una madre! Ed è per questo che io credo… che Al mi odi, adesso… >> Ecco, l’aveva detto. Aveva ammesso tutte le sue convinzioni, dubbi e paure. E Winry aveva smesso di piangere.

Lo stava guardando con occhi sgranati, e dall’espressione che aveva in volto Edward seppe con certezza di aver detto qualcosa di sbagliato: << Edward Elric, ma hai segatura al posto del cervello?! Alphonse non ti odierà mai! Non è capace! Tu sei il suo idolo, Ed! Da piccoli facevate sempre a gara a chi era il più bravo con l’Alchimia, e Al ce la metteva sempre tutta per eguagliarti! Sei sempre stato il suo modello, lui ti vuole bene e non ti odierà mai! >>

Oh, Edward avrebbe voluto veramente credere a quelle parole, veramente. Ma… << Ma è colpa mia se adesso ha quel corpo. Sono stato io a legare la sua anima a quell’armatura nello studio di papà! >> nella voce del ragazzo Winry riuscì a cogliere tutta l’amarezza e il ribrezzo per se stesso che Edward stava provando in quel momento. << Sì, sei stato tu. Gli hai salvato la vita, nello studio. E Al te ne sarà per sempre grato. >> affermò Winry convinta, rispecchiandosi negli occhi di Edward in tutta la sua convinzione. Edward la guardò con scetticismo mista ad amarezza: << Ho legato la sua anima ad un armatura dopo che… ha rischiato di morire per colpa mia. – stava per dire ‘è morto per colpa mia’, ma sapeva che Winry si sarebbe arrabbiata ancora di più e in quelle condizioni fisiche non era assolutamente in grado di sopportare una delle sue sfuriate – Deve odiarmi. Io mi odierei se fossi al suo posto. >>

Winry sospirò esasperata, le lacrime erano ormai scomparse dal suo volto: << Già, ma per fortuna Alphonse non è testardo, vendicativo e basso come te! >> esclamò convinta, annuendo con aria saggia.

Edward si corrucciò << Che cosa c’entra desso la mia statura?! >> chiese offeso, sebbene mentalmente ringraziasse Winry. Solamente lei era capace di risollevargli il morale e di distrarlo facendolo pensare ad altro e facendogli guardare le cose da diverse prospettive. Era anche per questo lato del suo carattere che si era innamorato di lei. Per il suo modo di vedere del buono in tutti, anche nel peccatore che in quel momento si sentiva.

<< E, comunque, tu sei un Alchimista provetto, no? Chissà che non sarai in grado di restituire ad Al il suo vero corpo, prima o poi! >> continuò Winry guardandolo dolcemente, come solo lei sapeva fare. Edward sorrise di rimando: all’inizio solo per riflesso condizionato, ma poi… << Ehi, ma… è vero! Forse posso restituire il corpo ad Al! >> affermò lui guardando Winry stupito, come se avesse avuto davanti la reincarnazione di una qualche Divinità leggendaria. Winry arrossì sotto quello sguardo: << Perché mi guardi così? Cos’è, neanch’io posso avere una buona idea ogni tanto?! >> chiese puntando orgogliosamente il naso all’insù, in una posa così infantile e spontanea da far sorridere Edward; il primo sorriso sincero da quando si era risvegliato.

In quel momento la porta della stanza si aprì, rivelando uno spettatore inaspettato. Winry si voltò verso Alphonse sorridendo: << Forse è meglio che io esca a fare quattro passi… >> suggerì a se stessa voltandosi e facendo l’occhiolino ad Alphonse, invitandolo ad entrare. L’ultima cosa che vide prima di chiudersi la porta alle spalle fu Edward che la guardava allontanarsi, in un certo senso rammaricato.

 

Non appena Winry si chiuse la porta alle spalle nella camera scese un silenzio strano.

Non era un silenzio imbarazzante, di chi non trova niente di intelligente da dire. Era un silenzio denso, ricolmo di mille parole, scuse, dubbi, e malintesi. 

Alphonse aveva notato lo sguardo intenso e tormentato che suo fratello aveva lanciato a Winry. E aveva visto il sorriso imbarazzato che Winry aveva sul volto prima di chiudere la porta.

Aveva ascoltato tutta la conversazione, ma nonostante tutto gli sembrava di essersi perso qualcosa.               Come se per una sua svista si fosse perso una parte importante del discorso o non avesse capito bene il senso di alcune frasi. E il silenzio di Edward non migliorava certo la situazione.

Edward aveva volto il capo verso il soffitto nello stesso istante in cui Winry aveva chiuso la porta. Fin da piccolo aveva sempre saputo che i suoi occhi erano un libro facile da leggere, specialmente per la sua famiglia, e adesso temeva che Alphonse potesse leggervi dentro quel che suo malgrado Edward si impegnava a tenere nascosto. Si sentiva sporco. Sporco per aver confinato l’anima di Alphonse, del suo fratellino, dentro quella grande e imponente armatura, sporco perché nonostante tutto quello che aveva combinato non riusciva a emarginare i sentimenti che provava per Winry dalla conversazione che di lì a poco avrebbe avuto inizio. 

Doveva avere inizio.

<< Fratellone, io…! >>

<< Al…. Io….! >>

Parlarono contemporaneamente, e se ne accorsero nel medesimo istante. Edward si voltò finalmente verso di lui, ed entrambi risero. Il clima teso e problematico parve crollare in un solo istante.

Edward pensò che aveva quasi dimenticato il suono delle risate di Alphonse, e sentirlo ridere, sebbene il suono fosse leggermente diverso, ovattato dal metallo dell’armatura, lo fece sentire decisamente meglio. Significava che Alphonse non era arrabbiato con lui. Era già qualcosa.

<< Ti ricordi quando da bambini ci capitava di parlare nello stesso momento? >> gli chiese Alphonse con voce intrisa di ricordi. Edward annuì mentre tornava a quei momenti sereni della sua infanzia. << E Winry? Ti ricordi che faccia faceva ogni volta che parlavamo nello stesso momento facendolo apposta? >> chiese retoricamente anche Edward, di rimando. Alphonse sospirò: << Come se potessi dimenticarlo! Gonfiava le guancie e puntava il naso all’insù con aria offesa… ! >> Edward sorrise ancora di più ripensando alla scena di poco prima: << Non è che adesso sia cambiata molto, in effetti… ! >>

Alphonse smise di ridere per primo, facendo tornare nella stanza quel silenzio pieno di sottintesi che solo il pensiero di Winry pareva in grado di spezzare. Mai come allora Edward desiderava vedere il vero volto del fratellino per leggerne l’espressione. << Fratellone… - Edward trattenne il fiato, in attesa – ho sentito quello che ha detto Winry. Anch’io voglio farlo. >> Il tono di Alphonse era sicuro e convinto come poche volte era accaduto… peccato che Edward non avesse capito a cosa si stesse riferendo. << Di cosa stai parlando? >> chiese infatti il fratello maggiore guardandolo confuso. Dall’armatura si udì il suono rombante di quello che non poteva essere nient’altro che un sospiro esasperato: << Anch’io voglio farti tornare normale! Riottenere il braccio e la gamba che hai perso durante la Trasmutazione! >>

Edward lo guardò: la sorpresa e l’incredulità erano ben visibili sul suo volto. << Che… che cosa? Al, in confronto a quello che hai perso tu, io non ho dato niente! Il tuo intero corpo è stato preso per rispettare lo Scambio Equivalente! E’ solo colpa mia! >> esclamò Edward con voce roca dal troppo sforzo ripetendo al fratello quello che era successo due giorni prima, come temendo che lui non avesse ancora preso piena coscienza della situazione.

<< Lo so, Fratellone! – esclamò il minore, con convinzione – Ma anche tu hai dato qualcosa, anche a te è stato preso qualcosa! E io voglio restituirtelo! E’ stata colpa mia se è andato tutto storto, non av… >>

Ma Edward questa volta lo fermò prima che finisse la frase  << Tu non hai fatto assolutamente niente. Sono stato io a convincerti ad aiutarmi a riportare in vita la mamma. >> gli ricordò con amarezza ritornando con la mente a quella dannata sera per l’ennesima volta in meno di venti minuti.

Dal tono di voce di Alphonse traspariva tutta la rabbia mal trattenuta che stava provando in quel momento: << Non è vero! Non è vero niente! Io sapevo che la Trasmutazione Umana era una pratica Proibita, lo sapevo, e non ho fatto niente per fermarti! Anch’io volevo rivedere la mamma. E ora anch’io voglio ridarti gli arti che hai perso durante la Trasmutazione. >>

Edward non era ancora convinto, e Alphonse fu costretto a giocare l’ultima carta, quella che teneva nella manica come ultima risorsa ogni volta che litigavano per gioco; peccato che quella volta fosse diverso. << E’ uno Scambio Equivalente. Tu accetti che io farò di tutto per riottenere ciò che hai perduto ed io ti perdonerò per quello che mi hai fatto due sere fa. >>

Alphonse sapeva di averlo in pugno: conosceva suo fratello e sapeva che era parte del suo carattere prendersi la colpa di tutto e di tutti. Ovviamente questo lato del suo carattere gli era stato da ostacolo in quel momento, impedendogli di vedere il ‘giochetto’ di Alphonse. La verità era che non esisteva nessuno Scambio Equivalente per quello che Alphonse aveva deciso di fare. Lui non aveva perdonato Edward, ma solo perché non aveva niente da perdonargli. Ma suo fratello era testardo, e se voleva che lui non l’ostacolasse nel tentativo di restituirgli il braccio e la gamba doveva appellarsi all’unica cosa che Edward temeva e rispettava: lo Scambio Equivalente,e,  secondo loro, la Legge dell’Universo.

 

Winry dovette appellarsi a tutto il buon senso che possedeva per non mettersi sulla soglia della porta con l’occhio di fronte alla serratura e un bicchiere vicino all’orecchio per sentire meglio quello che i suoi fratelli stavano ‘confabulando’. In quel momento sentiva che nulla poteva scoraggiarla: sembrava che tutto si stesse sistemando. Edward si era svegliato, in quel preciso istante si stava riappacificando con Alphonse, e presto Pinako, che aveva da poco riscoperto essere sua nonna, avrebbe lasciato Resembool.

A proposito… ma dove diamine era finita quella donna?

Winry si rese conto con sorpresa di non avere la minima idea di dove potesse trovarsi. Che fosse già partita?

Impossibile, si rispose Winry mentalmente e con sconforto, se così fosse stato di certo loro sarebbero stati i primi a saperlo. Già, ma allora dov’era?

Sedendosi sulla sedia del tavolo in cucina, Winry si concesse finalmente un meritato riposo. Posò la testa sul tavolo, usando le braccia come la pessima imitazione di un cuscino. Nella casa regnava una pace che quasi le sembrava surreale, dopo tutto quel caos che era diventata la sua vita nell’arco di una sola settimana.

Senza neanche rendersene conto, rischiò di addormentarsi lì, su quella scomoda sedia di quello scomodo tavolo in legno. Nonostante una parte di lei si sentisse in territorio nemico, un'altra parte, quella più infantile, si sentiva finalmente a casa. Era una sensazione raggelante e raccapricciante. Ma allo stesso tempo la faceva sentire protetta. Che cosa le stava succedendo?

Una domanda le nacque spontanea, timida e infantile: suo padre aveva vissuto in quella casa, da giovane? In quella casa che profumava di menta piperita e tabacco da pipa?

Scuotendo definitivamente la testa e alzandosi finalmente da quel tavolo ormai troppo invitante, Winry bloccò il flusso dei propri pensieri per due motivi: motivo numero uno, non era detto che la signora avesse vissuto in quella casa da sempre, altrimenti di certo lei se ne sarebbe accorta, no? Viveva nella casa accanto da quando era piccola! Motivo numero due, aveva sentito un rumore, il rumore di passi.

Pinako comparve sulla soglia della cucina proprio in quel momento: indossava un abito nero che pareva nuovo e fatto per essere indossato nelle occasioni speciali e in mano dei documenti plastificati.

Winry la guardò interdetta, mentre la sua mente non faceva altro che registrare: Vattene-finché-sei-in-tempo-Vattene-finché-sei-in-tempo-Vattene-finché-sei-in-tempo-Vattene

Non appena la donna la vide, le si illuminarono gli occhi: << Winry! Come sta tuo fratello? Si è svegliato? Ho una buona notizia da darvi e vorrei che fosse sveglio anche lui, per sentire… >>

Winry non poté far altro che sorriderle, domandandosi però che cosa avesse combinato di tanto divertente da avere stampato in faccia quel sorriso soddisfatto di chi ha vinto alla lotteria il primo fantastico premio.

 

<< Va bene, - acconsentì finalmente Edward, facendo si che Alphonse potesse rilassarsi e finalmente tirare un sospiro di sollievo – ma solo se anche tu mi permetti di fare di tutto, per riottenere il tuo vero corpo. >>

Se Alphonse avesse avuto il suo vero volto probabilmente in quel momento sarebbe stato corrucciato, Edward questo lo sapeva bene, ma non poteva proprio fare altrimenti. Non quando il Principio dello Scambio Equivalente veniva usato contro di lui. Proprio nel momento in cui Alphonse stava per aggiungere qualcosa la porta si aprì, rivelando Pinako e Winry. Le due entrarono nella stanza, la più anziana con un sorrisone ad illuminarle il volto raggrinzito dagli anni, la più giovane con l’espressione di chi avrebbe preferito trovarsi dall’altra parte del mondo piuttosto che in quella stanza.

Edward lanciò uno sguardo incuriosito a Winry, rendendosi conto solo in quel momento di non trovarsi né in camera sua, né tanto meno in casa sua. Quella doveva essere per forza la casa della vecchia venditrice di Auto-mail.  Edward si vergognò di averla insultata, d’un tratto consapevole che la donna aveva messo a disposizione la sua casa e le sue cure per lui, un ragazzo qualunque incontrato per caso al mercato in una comune giornata di lavoro. La donna si fermò ai piedi del letto di Edward, lì dove la sua già piccola statura pareva accentuarsi ancora di più, se paragonata allo stipite del letto. Eppure il sorriso bonario che aveva in volto impediva ai fratelli Elric di muovere qualsiasi muscolo volontario. << Ragazzi, oggi sono stata in comune e, sono lieta di comunicarvi, che sono stata formalmente nominata vostra tutrice legale. >>

Winry si irrigidì indietreggiando, Edward spalancò la bocca dalla sorpresa ed Alphonse lanciò un esclamazione stupita: era ovvio che nessuno dei tre si era aspettato dalla vecchia una cosa simile.

<< Cosa… cosa vuol dire? >> Winry fu la prima a superare lo stupore iniziale e a parlare.

Pinako spostò lo sguardo sulla ragazza, e Winry vide in quegli occhi un affetto incondizionato, che lei non voleva né desiderava. << Vuol dire che da questo momento in poi siete sotto la mia esclusiva responsabilità. In questi giorni… mi sono affezionata a voi, ragazzi. Specialmente a te, Piccoletto, sei stato veramente di molta compagnia, incosciente per due giorni di fila. >>

Winry, con la schiena contro il muro, non poté far altro che spostare lo sguardo su Edward, l’unica persona di cui si fidava di cui in quel momento era in grado di leggere l’espressione. E

<< Lei non aveva il diritto di farlo! >> sbottò Winry innervosita dalla presenza di quell’infimo documento di carte che la etichettava come legale proprietà di quella donna. Edward guardò Winry stupito, non aspettandosi da lei tanta freddezza verso quella donna che li aveva accolti in casa sua e lo aveva curato. Alphonse non riusciva a capire cosa diamine stesse succedendo. Pinako lanciò un fugace sguardo a tutti e tre, prima di soffermarsi di nuovo su Edward, avvicinandosi al letto e tendendogli il documento plastificato. << Temo che abbiate capito male… io mi sono fatta nominare vostra tutrice solo per rendervi la vostra libertà… Come ho detto a Winry, io sono solo di passaggio qui. Legalmente tutti i vostri beni appartengono a me ed io posso amministrarli come meglio credo fin quando non avrete raggiunto la maggiore età. Per tanto vi lascio vivere nella vostra casa qui a Resembool senza nessuna intromissione da parte mia. In cambio voglio solo che mi chiamiate ogni mese per farmi sapere se vi serve qualcosa o avete bisogno di mettermi al corrente di eventi particolari… le solite clausole legali, sapete. >> chiarì subito Pinako, sperando di sedare fin da subito le ostilità create da quella semplice accortezza da parte sua.

Winry non allontanò da Edward quello sguardo accusatore, ma reprimendo a stento la voglia di mettersi a urlare restò in silenzio. Edward vide la vecchia posargli il documento plastificato sul petto, ancora leggermente scosso: ma chi diamine era quella vecchia? Perché si stava prendendo cura di loro in quel modo? E senza chiedere nulla in cambio, soprattutto! E perché aveva la sensazione che… la sensazione che a Winry lei non piacesse affatto? Che fosse successo qualcosa tra loro mentre lui stava dormendo?

Ad ogni modo, se le cose stavano davvero come Pinako aveva spiegato - se davvero non c’erano sotto tranelli o inganni -  loro erano in debito con quella vecchia.

<< Io la ringrazio veramente tanto per quello che ha fatto e sta facendo per la nostra famiglia, signora. >> disse Edward con un tono serio che sia Winry che Alphonse stentarono a riconoscergli. E a giudicare dall’espressione anche Pinako non si era aspettata quell’improvvisata da parte del maggiore.

All’improvviso si udì un fischio, era il suono del… << Oh, questo dev’essere il tè! >> esclamò Pinako risoluta, affrettandosi ad uscire da quella stanza per lasciare discutere i tre.

Non appena la porta si richiuse Winry esplose: << Come diavolo ti è saltato in mente di ringraziarla?! >> sbottò subito, rivolta a Edward. Il ragazzo la guardò serio: << Winry, si è presa cura di voi mentre io ero incosciente, ha curato le mie ferite senza che nessuno glielo chiedesse e non ha fatto nessuna domanda riguardo… l’accaduto. E adesso ci ha anche reso la nostra libertà. Ringraziarla mi sembra il minimo dopo tutto quello che ha fatto per noi. >> Winry, gli occhi lucidi e le mani tremanti dalla rabbia, si girò verso Alphonse, in cerca di appoggio. Ma la grossa armatura scosse l’elmo, per la prima volta impenetrabile nel vero senso della parola. << Il Fratellone ha ragione, mi dispiace, Winry. >>

Winry li guardò incredula: ma davvero non avevano capito il gioco di quella vecchia? Veramente non aveva capito che lei intendeva solo dividerli?

No, capì Winry, non potevano capire. Per la prima volta.

Winry nascose gli occhi all’ombra dei capelli, cercando di nascondere le lacrime ai due ragazzi: doveva uscire al più preso da quella stanza. Si voltò: << Torno a casa. >> mormorò con voce strozzata aprendo la porta ed uscendo da quella camera. Alphonse fece per fermarla: << Aspetta, Winry! Le tue condizioni fisiche non… >>

<< Lascia perdere – lo interruppe Edward. Non ti ascolterebbe. >>

Alphonse si voltò a guardare il fratello, che in quel momento aveva abbassato gli occhi fino al documento che gli aveva dato Pinako pochi attimi prima. Ma, come notò Alphonse, i suoi occhi non si stavano muovendo, quindi Edward stava solo facendo finta di leggere.

<< Che cosa succede, Fratellone? >> gli chiese Alphonse, preoccupato.

Edward tuttavia non staccò gli occhi dal foglio, cercando di riordinare le idee.

<< Winry ci sta nascondendo qualcosa. >>

 

**********************************************

Eccola, finalmente. Riusciva a scorgere la propria casa fin dalla base della collinetta su cui era posta. Winry non poté fare altro che affrettare il passo: non vedeva l’ora di ritrovarsi tra le mura di casa sua.

Non appena poté avere una visuale completa della casa le parve subito lampante che qualcosa non andava. La porta era semiaperta. Un'altra volta semiaperta.

Un nodo doloroso le si fermò in gola, mentre già lottava per respingere le lacrime che ancora non aveva versato.

… Che cosa poteva essere successo questa volta?, si chiese Winry intimorita, ritrovandosi in una situazione già familiare per l’ennesima volta, quella settimana. Che ci fossero i ladri?

Facendosi coraggio spinse la porta d’entrata leggermente, con la mano sinistra, caricando un possibile destro chiudendo la mano a pugno, nel caso ci fosse qualcuno.

In cucina non c’era nessuno. Winry non sapeva se esserne felice o spaventata.

Mentre una trave di legno del pavimento scricchiolava sotto il suo piede uno suono metallico le giunse all’orecchio, associando involontariamente a quello che fa una pistola che viene caricata.

Che cosa doveva fare adesso? In casa sua c’erano i ladri! Doveva girarsi e correre il più velocemente possibile per tornare da dove era venuta oppure doveva restare e vedere se il suo era solo un brutto scherzo dell’immaginazione? Winry non riusciva a decidersi.

Finché….

Una donna bionda in divisa blu comparve improvvisamente sulla soglia della porta del soggiorno, puntando una pistola contro di lei con aria minacciosa.

<< E’ solo una ragazzina. >> osservò una voce maschile profonda e leggermente roca proveniente dalle spalle della donna. Questa, annuì abbassando l’arma lentamente e facendosi avanti: << Sono il Sottotenente Riza Hawkeye. >> disse la donna dai capelli biondi, avanzando per fare spazio all’uomo che aveva alle spalle. Winry si ritrovò automaticamente ad arretrare, facendo caso solo in quel momento alle vesti di quella donna: un Alchimista di Stato. In casa sua. Che cosa diamine volevano?

<< E io sono il Tenente Colonnello Roy Mustang. Se sapete dove si trovano Edward, Alphonse o Winry Elric, sei pregata di informarci, ragazzina. >> chiarì l’uomo fin da subito guardandola con nervosismo.

Winry lo fissò con scetticismo: << Che cosa volete da loro? >> chiese lei cercando di giocare d’astuzia sebbene lo stomaco le si stesse torcendo dalla paura.

<< Chi sei? >> chiese invece il Sotto Tenente, come intuendo la situazione.

<< Dipende da cosa volete da me. >> rispose Winry sulla difensiva, indietreggiando un'altra volta.

Il Tenente Colonnello Mustang affilò lo sguardo, squadrandola incuriosito. Il Sotto Tenente Hawkeye sembrava aver capito il gioco di Winry. << Lei deve essere Winry Elric, signore! >> esclamò subito lei, stupendo Winry di quel tono così pratico e rispettoso. Un cane dell’Esercito ben addestrato.

Mustang la squadrò ancora di più, questa volta la delusione era ben leggibile sul suo volto. << Ma sul documento c’era scritto che aveva 24 anni! E io che speravo di conoscere una bella donna….! >> esclamò dando voce alla delusione ben visibile sul volto e dando l’impressione a Winry di trovarsi nel bel mezzo di uno scherzo. Anche Riza Hawkeye doveva pensarla allo stesso modo, visto l’espressione rassegnata che aveva in volto. << Sui documenti deve esserci un errore, signore. >>

Mustang grugnì: << Lo vedo… un errore decimale! >>

Riza tirò un profondo sospiro e alzò di nuovo gli occhi a Winry: << Sei Winry Elric, vero? >>

<< Sì.>> confermò Winry, ormai smascherata. << Dove sono i tuoi fratelli? >> chiese Mustang con voce seccata, come se stesse decidendo se schiacciare uno scarafaggio particolarmente brutto con le scarpe nuove pagate un occhio della testa (XD)

Non avrebbe cavato un ragno dal buco restando sulla difensiva. Doveva dargli quello che voleva per essere messa al corrente dello scopo di quella ‘intrusione’. D’altronde stava avendo a che fare con due Alchimisti. Scambio Equivalente.

 

 

 

 

***************************My Space

E rieccomi qui, dopo tanto tempo^^ Mi spiace avervi fatto aspettare^^

Allora… la frase di inizio capitolo, come al solito, non mi appartiene, ma purtroppo (ancore T^T) non mi ricordo da dove l’ho presa T^T

La parte iniziale in corsivo col gessetto, invece, sono i primi due versi di una canzone intitolata ‘Your Guardian Angel’ , che molto probabilmente sarà il titolo del sequel che ho in programma si scrivere (si spera tra Natale, Befana e Pasqua, visto che nella mia mente sembra non avere mai fine XD) Quelle due frasi tradotte significano: Quando io vedo il tuo sorriso/Le lacrime cadono giù dal mio viso  e  non riesco a fermarle ( o qualcosa del genere, comunque XD non sono mai stata troppo brava in inglese, anche se di tanto in tanto traduco qualche ff di FMA e vari dall’inglese all’italiano XD)

Mmmhh… ho appena notato una contraddizione che compare in questo e nel prossimo capitoli… mi toccherà modificarli un po’, uffa! Come avrete notato, la mia pigrizia non ha limiti -___-

Tecnicamente parlando non avrei neppure dovuto aggiornare oggi, ma siccome ieri era il mio compleanno e oggi  mi sento più felice di Mary Poppins… Voglio festeggiare con voi pubblicando questo nuovo capitolo^^

15 anni ieri XD Ora rispondo ai commenti:

 

Aki13: Sono contenta che la pensi così, credevo che fosse troppo lunga e pesante da leggere… riguardo ai tempi di aggiornamento mi spiace, ma la mia indole presuntuosa mi dice che devo sempre aspettare che ci siano almeno 3 o 4 commenti a capitolo… meglio ancora se ce ne sono di più XD E’ per questo che incito sempre a commentare, anche se vengo puntualmente ignorata da quelli che la leggono e basta ( e sono veramente molti… ) Spero che commenterai anche questo capitolo^^ (ß----------- ed ecco che l’indole presuntuosa si ripresenta >.<)

 

Kekkuccia: Grazie per i complimenti^^ Mi rende orgogliosa sapere di riuscire a rendere bene i sentimenti di tutti i personaggi pur non avendoli mai (per mia fortuna!) provati sulla mia pelle…. Per quanto riguarda la Winry dolce e protettiva piace molto anche a me! Mi piace il modo in cui tratta Al e il modo in cui considera Ed… E’ come se lei e Ed fossero i genitori e Al il bambino da tenere sott’occhio e trattare con riguardo, troppo sensibile per venire contaminato da tutte le sofferenze del mondo esterno… *loVVa Al* Sono personaggi che amo con tutto il cuore, e ringrazio la grande sensei Arakawa per averli fatti conoscere a me e a tutte le persone che le apprezzano e scrivono su di loro in questo e altri siti! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e conto di leggere il tuo prossimo commento, ok? ^^ Grazie ancora^^

 

MellyVegeta: Grazie per il commento^^ Anche a me piacciono molto i momenti in cui Ed e Winry stanno soli… Mi piacciono troppo *ç* Speriamo che il nostro mame-san si dia una mossa! Perché essere timidi va bene, ma essere come lui… insomma, sinceramente, è da classificare nei casi patologici O.O XD Vabbe, non offendiamolo oltre se no poi si arrabbia XD Spero di legggere un tuo nuovo commento^^ A presto^^

 

Talpina Pensierosa: Sai, ho notato una cosa di cui stranamente non mi ero mai accorta prima… sei una di pochissime parole, vero? XD vabbe, i tuoi commenti mi fanno piacere comunque XD Ti è piaciuto questo cappy? Spero di poter rispondere a un tuo commento anche al prossimo chappy^^ Ciao^^

 

Se ottengo 4 commenti aggiorno in settimana, se ne ottengo di più ancora prima >.<

Alla prossima^^

   
 
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