Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Umiko    05/02/2015    11 recensioni
"Lotus Hotel, il paradiso al giusto prezzo".
Nico sviene davanti al Lotus Hotel e viene ospitato dal suo gestore, Percy.
Ma sarà davvero un paradiso?
***QUESTA FANFICTION E' UNA TRADUZIONE. TUTTI I DIRITTI VANNO ALL'AUTRICE ORIGINALE. LINK ALL'INTERNO.***
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'attesa è terminata! :D
Ecco a voi l'ottavo capitolo, nuovo di zecca c:
Come sospetterete, questo capitolo è molto simile al precedente - anche se, d'ora in poi, saranno più o meno tutti così, perciò meglio abituarsi xD
Ringrazio infinitamente tutte le anime grandi che hanno recensito il capitolo precedente e lascio il link del capitolo originale (Children of Loss, Capitolo 8), insieme a quello dell'autore (XTheSonofHadesX). Fatemi sapere cosa ne pensate! E spero che la traduzione renda abbastanza :)
Buona lettura a tutti!

*



















Nico si dimenò nel banco mentre osservava il tempo scorrere. Finalmente stava per unirsi ai ranghi dei Bambini Sperduti. Il suo allenamento sarebbe cominciato quel giorno, e Nico era stranamente nervoso. Immaginava che ciò significasse fondamentalmente che i ragazzi gli sarebbero stati di fronte per tutto il tempo con pochissimi vestiti. E poi ci sarebbe stata la sua "lezione privata" con Percy. Nico non sapeva cosa pensare. Perché aveva bisogno di una lezione privata? E perché doveva essergli impartita da Percy? La mente di Nico era piena di domande.
Era pronto per uscire da scuola, in modo da poter cominciare tutto. Stava guardando accigliato l'orologio quando si sentì colpire dietro la testa da una pallina di carta. Si girò sul posto per fissare il prepotente, che aveva capito si chiamasse Carl.
- Che c'è? - chiese Carl con un ghigno fastidioso sulla faccia. Nico roteò gli occhi e si girò di nuovo. Non gli andava più di sopportarlo. Appoggiò il mento sul palmo, mantenendosi la testa. Forse avrebbe dovuto accettare la richiesta di Percy di aiutarlo con il suo problema. Nico brontolò sottovoce quando si sentì colpire dietro la testa da un'altra pallina di carta.
Finalmente arrivarono le tre, e il suo giorno di scuola giunse al termine. Si incamminò verso il suo armadietto e mise a posto i libri di cui non aveva bisogno. Chiudendo l'armadietto, si diresse fuori. Nico oltrepassò il portone e finì immediatamente sul pavimento. Cal e suo fratello, Zethes, risero di lui. Nico lanciò loro un'occhiataccia mentre si alzava in piedi. Individuò la macchina rossa di Apollo nel posteggio. Decise che se ne sarebbe andato semplicemente via, perciò si incamminò verso l'auto.
Senza alcuna intenzione di lasciarlo stare, Zethes e Cal lo seguirono. - Dove stai andando, gay? - lo schernì Cal.
- Fermo, Cal, non avvicinarti troppo. Potrebbe mischiarti l'omosessualità - aggiunse Zethes con un ghigno.
Nonostante tutto, Nico continuò a camminare. Non gli andava di sopportarli ancora, quel giorno. Era pronto per tornare al Lotus. Sentì Cal ringhiare alle sue spalle. Il bulletto afferrò la spalla di Nico e lo costrinse a voltarsi. - Dove cazzo pensi di andare, frocio? Presta attenzione quando ti parlo!
Nico sentì la portiera di un auto che sbatteva forte alle sue spalle. Un braccio fermo lo liberò dalla presa di Cal. Apollo fece un passo davanti a Nico, torreggiando con tutta la sua altezza sui due bulli. - C'è qualche problema, qui? - chiese Apollo con odio. Nico sbirciò oltre il suo corpo per guardare Zethes e Cal. I due stavano fissando il biondo, ma senza muovere un dito. - Se avete finito con il mio amico, qui, credo che lo porterò a casa.
Zethes picchiettò sulla spalla di Cal e i due girarono i tacchi per andare via. Apollo restò davanti a Nico fino a che i due non si furono allontanati dal suo campo visivo. Poi si voltò e afferrò Nico per il braccio, trascinandolo verso la macchina. Nico salì a bordo mentre Apollo accendeva la macchina e la guidava fuori dal posteggio.
- Perché non mi hai mai detto niente di quei bulli? - chiese Apollo severamente, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
- Non è niente che non possa sopportare - disse Nico in risposta. - Sono grande abbastanza da occuparmi di me stesso.
- Certamente. E' per questo che ti stavi facendo sottomettere? Ritieniti fortunato che sia stato io a venirti a prendere. Se fosse stato Percy, gli avrebbe spezzato le braccia.
- Perché avrebbe dovuto farlo?
- Perché non gli piacciono le persone che ci feriscono. - Dopodiché, tra i due cadde un silenzio imbarazzante. Nico appoggiò la testa sul finestrino. Una parte di lui non riusciva a smettere di sentirsi gelosa per il fatto che Apollo avesse fatto sesso con Percy. La parte razionale del suo cervello cercava di ricordargli che faceva solo parte del lavoro del biondo. Alla fine, non aveva grande importanza, in ogni caso. Percy non sarebbe mai stato suo. Come gli avevano detto gli altri, Percy non si interessava mai a nessuno.
Nico si sentiva ansioso per tutta quella storia. Non aveva mai fatto una cosa del genere, prima d'ora. Percy era stato la prima persona a vederlo nudo da quando era un neonato. Era nervoso per il fatto di essere costretto ad esporsi sul palco. Anzi, non era costretto: era stato lui a scegliere di farlo. Perché, però?
Che fosse a causa dell'atteggiamento spavaldo di Luke? Voleva far parte della "famiglia" dei Bambini Sperduti? Nessuno lo stava obbligando, in ogni caso. Non avrebbe mai potuto dare la colpa agli altri di essere stato spinto a farlo. Lo avevano avvertito tutti. Avevano tentato di proteggerlo al meglio che potevano, ma lui non li aveva ascoltati. Nico sapeva che probabilmente avrebbe potuto dire di no: in quel caso, sarebbe tornato tutto alla normalità. Solo che c'era una parte di lui che voleva farlo.
Percy. Voleva dimostrare qualcosa a Percy. Voleva mostrare al ragazzo di non essere un bambino piccolo. Voleva che Percy lo trattasse almeno come gli altri. Al solo pensiero, Nico sentì le guance accendersi. Anche se non sarebbe stata una prima volta speciale, quasi desiderava che Percy facesse sesso con lui, come faceva con gli altri.
Al rumore di un tuono, Nico ritrasse la testa dal finestrino. Guardò in alto verso le nuvole temporalesche che si stavano formando nel cielo. - Sei emozionato di cominciare l'addestramento? - chiese Apollo mentre si fermavano nel garage del parcheggio.
Nico lo guardò e scrollò le spalle. - Immagino di sì. Non ho mai fatto niente del genere prima d'ora. Sono piuttosto nervoso riguardo il dover esporre il mio corpo.
Apollo parcheggiò la macchina, la spense e si voltò, fronteggiando Nico. - Ti ci abituerai. Non preoccuparti. Probabilmente non verrai toccato molto se resterai sul palco. Ritieniti fortunato a riguardo.
- Percy mi ha fatto vedere la camera di sicurezza, ieri sera. - Nico non sapeva perché avesse spifferato quella cosa. Le sue guance si scurirono quando Apollo alzò un sopracciglio.
Sulle labbra di Apollo si formò un sorrisetto. - Ti è piaciuto lo show? - Aumentando la distanza tra lui e Apollo, Nico scese dalla macchina, dirigendosi verso l'ascensore. Apollo uscì fuori e lo seguì. - Stavo solo scherzando - disse Apollo una volta che furono nell'ascensore. - Prendila come la tua prima lezione del giorno. Avrai bisogno di imparare a parlare come il resto di noi.
- Cosa intendi?
- Praticamente, qualunque cosa esca dalla tua bocca dev'essere seducente. - Apollo premette il pulsante del loro piano e cominciarono a salire. - Non è facile come sembra, ma una volta che ci avrai preso la mano, lo farai senza pensarci. Ovviamente, quando sei tra di noi, puoi sempre comportarti come fai di solito, come durante i giorni liberi.
- Nessuno mi farà una lap dance intorno, vero?
Apollo ridacchiò e si sporse verso Nico. - Solo se ne desideri una - disse con un occhiolino. Si tirò una ciocca di capelli. - Penso che ti divertirai, oggi.
- Niente orge - mormorò Nico mentre uscivano dall'ascensore. Apollo rise di nuovo e seguì Nico verso la sua camera. Una volta dentro, Nico raccolse la sua roba. - Devo indossare qualcosa in particolare?
- Abiti larghi, immagino. Puoi indossare gli stessi vestiti di quando facciamo allenamento. A proposito, ho bisogno di correre a cambiarmi.
Nico fece un cenno al biondo mentre usciva dalla porta. Si diresse verso il bagno, cercando dei vestiti da allenamento puliti. Dopo aver trovato un paio di pantaloncini neri e una maglietta rossa, cominciò a cambiarsi.
Quando ebbe finito, afferrò il suo telefono e la chiave prima di lasciare la camera. Si incamminò nel corridoio proprio mentre Apollo e Will uscivano dalla loro stanza. I capelli di Will erano bagnati: probabilmente era appena stato sotto la doccia. Nico aveva imparato da settimane a smettere di fare domande sulle abitudini notturne dei Bambini Sperduti. A causa delle ore piccole che facevano, cercavano sempre di dormire più che potevano. Will rivolse a Nico un piccolo cenno mentre i tre si dirigevano verso l'ascensore. - Ehilà, Nico - disse Will con uno sbadiglio.
I tre salirono sull'ascensore e Will premette il pulsante per la destinazione desiderata. Mentre aspettavano, si stiracchiò e fece schioccare la schiena. Nico non riuscì ad evitare di vagare con lo sguardo sul ventre esposto di Will, quando la sua camicia si alzò. Era quasi ingiusto il fatto che tutti i loro fisici fossero così perfetti. Non per dire che il corpo di Nico fosse qualcosa di cui vergognarsi. Era bello poter finalmente guardarsi allo specchio.
- Allora, Nico, come ti senti sapendo di dover salire sul palco? - chiese Will, cercando di spezzare il silenzio.
- Un po' nervoso. Non sono molto abituato a tutta questa roba - chiese Nico, arrossendo leggermente.
Apollo e Will si guardarono per un momento. - Nico, sei vergine? - chiese Apollo senza mezzi termini.
La faccia di Nico si accese come un pomodoro. - Sì - mormorò sottovoce, ma i due biondini lo sentirono comunque.
- Che carino! - disse Will. - E' un peccato che tu non possa lavorare nelle stanze nascoste. Il prezzo per la verginità è piuttosto alto. - Se possibile, Nico divenne di una sfumatura ancor più scura di rosso.
- Immagino che tu non sappia praticamente niente di seduzione - disse Apollo.
Nico seppellì il viso tra le mani. - E' solo che... non ho mai trovato la persona giusta - mormorò. - Mia mamma e mia sorella mi hanno più o meno inculcato di dover aspettare.
- Perché? - dissero i due biondini all'unisono.
- Il sesso è divertente - disse Will. - E' un bell'anti-stress.
Prima che Nico potesse replicare, la porta dell'ascensore si aprì e i tre si diressero nella parte privata della palestra che utilizzavano i Bambini Sperduti. Quando arrivarono, trovarono il resto dei Bambini Sperduti allineati lungo il muro più vicino. Si agitavano tutti nervosamente, fissando qualcosa con orrore. Nico si voltò per ritrovarsi Percy che camminava dall'altra parte della stanza. Era al telefono con qualcuno, chiaramente poco contento. La sua mascella era ben salda e i suoi occhi ardevano di rabbia. Stava parlando in una lingua che, secondo Nico, assomigliava al tedesco - cosa che lo faceva sembrare ancora più arrabbiato.
Apollo portò una mano sulla schiena di Nico, spingendolo nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle e i tre nuovi arrivati si avvicinarono per sistemarsi silenziosamente tra gli altri. - Cosa succede? - sussurrò Apollo a Beckendorf.
- Ha chiamato Gea. C'è qualcosa che la disturba - rispose Beckendorf, tenendo gli occhi fissi sulla figura fumante di Percy.
Con stizza, Percy disse arrivederci alla donna e attaccò il telefono. Si passò una mano sulla bocca. Leo si tenne a pochi metri di distanza da Percy, avvicinandosi al ragazzo arrabbiato solo quando ebbe posato il telefono in tasca. - Cosa ti ha detto? - domandò Leo.
- Sembra che abbiamo un problema. Gea mi ha appena informato che Zeus ha aperto un'attività simile a qualche isolato da qui. Non ha certo la raffinatezza del Lotus, ma è pur sempre una spina nel fianco - replicò Percy, facendo schioccare il collo. - Dovrò vedermela con quel fottuto bastardo se non avrà qualche spunto. Giuro, è come un maledetto scarafaggio.
- Vado di sopra a vedere cosa posso fare.
Percy annuì. Leo girò sui tacchi e si avviò fuori dalla stanza. Percy fece avanti e indietro per qualche altro istante, mentre la stanza restava in silenzio. Finalmente sospirò e guardò in faccia il gruppo di ragazzi. - Devo occuparmi di questa cosa. Voglio che voi ragazzi introduciate Nico all'ambiente mentre sono via. Tornerò più tardi per controllare le cose. - Tutti i Bambini Sperduti annuirono e Percy si incamminò verso la porta. Nico si guardò attorno, sbattendo le palpebre. Era incredibile come un unico ragazzo potesse incutere paura ad ognuno di loro, specialmente quando Butch e Beckendorf erano più grossi di lui, sia in statura muscolare sia in altezza.
Apollo si schiarì la gola e fece un passo avanti. Batté le mani per attirare l'attenzione di tutti. - Allora, cominciamo - disse Apollo. Will si avvicinò e prese una sedia, posizionandola al centro della stanza. Apollo indicò a Nico di sedersi. Esitante, Nico si fece strada e si accomodò sulla sedia offerta. - Non avere paura, Nico. Non ti faremo del male. Inoltre, i vestiti resteranno al loro posto... almeno possibilmente.
Travis si avvicinò ad un altoparlante. Afferrò un iPod sulla cima. Premette "play" e la stanza fu riempita di musica. I Bambini Sperduti si sparpagliarono tutti per la stanza, formando un cerchio confuso.
- D'accordo, da dove iniziamo? - rifletté Apollo, fermo dietro la sedia di Nico. Quest'ultimo riusciva ancora a vederlo nello specchio che foderava il muro di fronte. Apollo si chinò per appoggiare la testa a pochi centimetri sopra la spalla di Nico. - Tutte le persone che vedrai là fuori sono qui per un unico scopo. Vogliono vedere te. Sei ciò che soddisfa le loro fantasie più selvagge.
- Sei il marito che non hanno mai avuto - aggiunse Ottaviano, avvicinandosi a Nico dall'altro lato.
- Sei il ragazzo della nave dei sogni mai arrivata - disse Travis dall'altro lato di Apollo.
Luke si fermò davanti a Nico. Si chinò e premette i palmi sulle sue gambe. - Sei l'avventura di una notte che vivono con te ogni sera, sul palco, quando più lo desiderano - aggiunse Luke. Nico deglutì mentre fissava i quattro ragazzi che lo circondavano. Sarebbe dovuto diventare come loro. Doveva farlo per dimostrare di non essere un bambino.
- Avrai bisogno di una personalità - disse Will, appoggiandosi alla spalla di Luke. - Beh, immagino che il tipetto innocente sia il più adatto. Ti viene naturale. - Tutti i Bambini Sperduti risero. Al loro divertimento, Nico si accigliò.
- Quali sono le vostre personalità? - chiese Nico. Tutti i ragazzi si allinearono di fronte a Nico.
- Siamo un po' di tutto. E' un'ottima strategia mostrare diversità di fronte alla varietà di clienti. In quel modo possiamo essere qualunque cosa loro vogliano. Tutto ciò che devono fare è scegliere uno di noi dal gruppo - disse Apollo, appoggiandosi alla spalla di Ottaviano. - Ovviamente, puoi scegliere i biondini sexy. - Apollo indicò sé stesso, Will, Ottaviano e Luke.
- Oppure i fratelli - disse Luke, indicando sé stesso e Ottaviano.
- O i gemelli - dissero gli Stolls.
- Mi piace riferirmi a me stesso come il ragazzo della nave dei sogni - disse Apollo con un ghigno. - Anche se emano un'atmosfera da spiaggia. Sono anche il musicista del gruppo, cosa che includo in qualche mia performance.
Ottaviano si passò una mano nei capelli, rivolgendo a Nico uno sguardo seducente. - Puoi sempre scegliere me e stimolare il cervello, prima di fartelo scopare - disse Ottaviano con un occhiolino. - Oppure potresti scopare il mio. Lavoro anche nella stanza dei capricci.
- Cos'è la stanza dei capricci?
Tutti i ragazzi ghignarono. - Beh, alcuni dei clienti preferiscono un... tocco più interessante.
- Se sei entrato nella camera di sicurezza, avrai visto le stanze con le fruste e tutta quella roba, giusto? - chiese Apollo. Nico annuì. - Ecco di cosa si occupa.
- Alcuni di noi si specializzano in materia. E' piuttosto divertente - disse Ottaviano con un grosso ghigno. - Me la cavo bene con un sacco di politici.
- Come mio fratello, anche io lavoro nella stanza dei capricci - disse Luke. - Tutti amano i ragazzi cattivi, specialmente quelli con una cicatrice. - Luke si diresse verso Nico. Si chinò, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso. Gli afferrò i capelli e tirò la sua testa all'indietro. - Sono anche piuttosto bravo a dominare.
Butch e Beckendorf si avvicinarono. Luke si girò e torno in fila. - Se ti piacciono i tipi muscolosi, non cercare nessun'altro - disse Beckendorf con un sorrisetto.
- A molti clienti piace essere dominati - aggiunse Butch. - Arrivano sempre un sacco di richieste di gente che vuole essere scopata contro il muro. Anche io lavoro nella stanza dei capricci.
I gemelli ghignarono mentre Beckendorf e Butch tornavano in fila. Si tennero la mano mentre si avvicinavano a Nico. Travis avvolse un braccio intorno alla vita di Connor, mentre Connor circondò con le braccia il collo di Travis. - Sarai sorpreso dai gusti della gente. Siamo molto bravi nelle cose a tre - disse Travis, facendo l'occhiolino a Nico. - Anche noi due lavoriamo nella stanza dei capricci. 
Connor si strofinò sul collo del fratello. - Le persone pensano addirittura che sia sexy quando facciamo sesso tra di noi - disse Connor, ghignando. - Perciò incrementiamo il nostro amore fraterno quando lavoriamo in giro per l'albergo. - I due si separarono e tornarono in fila con i Bambini Sperduti.
Will fece un passo avanti. Mise un dito sotto il mento di Nico, inclinando la sua testa verso l'alto per guardarlo negli occhi. - A parte te, sono il più giovane del gruppo. La gente adora i ragazzi - disse Will, sporgendosi molto vicino a Nico. - Scoprirai molto presto che la maggior parte dei clienti ama l'aspetto giovanile. - Will tolse il dito e si allontanò da Nico. - Come Apollo, anche io emano un'atmosfera da ragazzo di spiaggia, con un leggero accenno stile "All American boy". 
I ragazzi si sparpagliarono di nuovo per la stanza. - Ha anche bisogno di imparare come si parla - disse Apollo, passandosi una mano tra i capelli.
- Non è così difficile - dichiarò Connor, guardando Nico. - Ricorda solo che tutto quello che dici dev'essere seducente. Puoi dire quel cazzo che vuoi quando sei con noi o a scuola, ma devi stare attento a come parli da queste parti.
- Ogni parola che fuoriesce dalla tua bocca dev'essere allettante - aggiunse Travis.
- Devi ipnotizzarli non solo con le parole, ma anche con gli occhi - disse Luke. - Devi sempre assicurarti che ti stiano prestando attenzione.
- Impara a muovere bene il tuo corpo - disse Will, sedendosi sul pavimento. - Qualunque mossa il tuo corpo faccia deve attirare gli sguardi.
- Devi camminare con aria di sicurezza - dichiarò Beckendorf, picchiettando la schiena di Nico.
- Mantieni sempre il contatto visivo - suggerì Butch.
- Devono essere loro a contorcersi sul loro posto, non tu - dichiarò Travis, facendo sedere Connor sopra di lui.
- Devi essere provocante - disse Apollo con un occhiolino. - Capace di stimolarli con gli occhi e con la mente. Persino il suono della tua voce dev'essere allettante.
- In ogni caso, non pensare di essere una loro proprietà. Se mai ti toccassero anche solo con un dito, si ritroverebbero nella merda - disse Connor con un sorriso storto.
- Sei tu che cominci il contatto, non loro - disse Luke, indicando Nico con un dito. - L'unico posto in cui gli è concesso di toccarci per primi è la camera di sicurezza.
- E l'unico caso in cui gli è concesso di toccarti sul pavimento è quando ti pagano - aggiunse Ottaviano, appoggiandosi al muro.
- Il che mi ricorda... - disse Apollo, schioccando le dita. - ...che dobbiamo procurargli qualche accessorio e tutto il resto.
- Cosa? - chiese Nico. Non suonava tanto bene.
- Roba come costumi Speedo, completi speciali, eccetera...
- Non spaventarti, Neeks - disse Connor. - Sarà divertente. Avremo più tempo per legare quando ti vedremo in vari capi di abbigliamento succinti. - Le guance di Nico si accesero.
La porta della stanza si aprì e Percy entrò all'interno. Sembrava essersi calmato, rispetto a prima. Tutti i ragazzi parvero rilassati, quando se ne accorsero. - Come sta andando? - chiese Percy, appoggiandosi alla parete accanto alla porta.
- Gli verrà naturale in pochissimo tempo! - esclamò Travis con un ghigno.
Percy roteò gli occhi. - Cosa gli avete spiegato? - chiese, rivolgendosi ad Apollo.
Apollo soffiò con le labbra. - Le basi - rispose il biondo. - Gli abbiamo spegiato le nostre specialità, come parlare, il modo di camminare, e ci stiamo organizzando per attrezzarlo.
Percy annuì. - D'accordo. Penso che possa bastare, per oggi. Potete andare tutti a prepararvi per il lavoro. - I ragazzi si alzarono in piedi e si diressero verso la porta. Percy premette una mano sul petto di Nico quando fece per avvicinarsi alla porta. Si chinò per sussurrargli all'orecchio. - Dove pensi di andare? Non ti avevo detto che ti avrei dato una lezione privata? - Nico sentì il viso andare in fiamme. Percy lo spinse di nuovo sulla sua sedia.
- Ch-che tipo di lezione privata? - balbettò Nico.
Percy ghignò. - Ti farò vedere come applicare quello che ti hanno insegnato. - Le dita di Percy raggiunsero l'orlo della maglietta, sollevando il tessuto oltre la testa. Gli occhi di Nico si spalancarono mentre fissava il corpo senza difetti di Percy. Il suo torso era perfetto. Era magro e tonico al punto giusto. La pelle abbronzata non aveva nemmeno un'imperfezione. - A questo punto, credo che dovresti essere già capace di acquisire il modo corretto di parlare. Tutto ciò che serviva era prestare attenzione a come parliamo di solito. Non faccio più lo spogliarellista, ma parlo ancora come loro, in pubblico. Sarai sorpreso di quanto le persone possano essere cooperative quando sai lavorare bene sulla seduzione.
- Puoi farmi un esempio?
Percy si spostò i capelli dagli occhi. Si sporse in avanti, vicino all'orecchio di Nico. - Che tipo di esempio ti piacerebbe, Nico? - sussurrò Percy in modo seducente. Nico rabbrividì alla sensazione del respiro di Percy sul suo collo. Percy fece schioccare le dita. - A proposito, hai bisogno di imparare ad interagire come si deve. Toccherai i clienti molto raramente. Devi sapere come sedurli senza toccarli.
Nico inclinò la testa di lato. - Mi sono perso.
Percy alzò una mano e la fece scivolare sul braccio di Nico, senza toccare la pelle. Nico si agitò alla sensazione delle dita di Percy che gli sfioravano i peli del braccio. Poteva percepire il calore del suo corpo. I suoi occhi vacillarono sul petto esposto di Percy. Quella pelle sembrava magnifica. Nico avrebbe voluto allungare una mano e toccarla. Inconsciamente, la sua mano si sollevò e fece per avvicinarsi a Percy. Percy la schiaffeggiò via. Afferrò i capelli sulla nuca di Nico e gli tirò indietro la testa, esponendo il suo collo. Poi si mise cavalcioni sulla vita di Nico, senza sedersi sulle sue ginocchia. Si sporse in avanti, lasciando che le sue labbra sfiorassero la pelle morbida del collo di Nico. Nico poteva sentire il suo corpo farsi caldo. Percy soffiò sulla sua pelle, facendolo rabbrividire.
Nico fissò Percy negli occhi mentre il ragazzo più alto si distaccava. Si lasciò sfuggire un piccolo gemito allo sguardo negli occhi di Percy. Gli venne spontaneo protendersi in avanti mentre Percy faceva lo stesso. Percy lo spinse contro la sedia e finalmente si sedette sulle sue ginocchia. Impugnò le braccia di Nico ai lati della sedia. Portando le labbra a pochi centimetri da quelle Nico, continuò ad avvicinarsi. Gli occhi di Nico si chiusero di propria iniziativa. Riusciva a sentire il cuore che palpitava contro il petto, il quale saliva e scendeva pesantemente. Giusto un attimo prima di entrare in contatto, Percy arretrò, l'espressione che tornava normale. - Hai preso appunti? - disse con un ghigno.
Nico gemette, lasciando cadere la testa all'indietro. Percy si alzò in piedi e girò intorno a Nico. - E' stato completamente ingiusto - mormorò Nico. Percy gli sorrise e gli arruffò i capelli.
- Dovrai imparare a farlo. - Finalmente Percy si fermò, di nuovo davanti a Nico. - Sarà sempre più facile, con il tempo. Devi solo prencerci la mano. - Percy allungò la mano e aiutò Nico ad alzarsi. - Dovresti anche allenarti a camminare bene. Voglio vederti cominciare a pavoneggiarti e a sculettare. - Percy gli fece l'occhiolino. - Se gli sguardi di tutti non sono fissi sul tuo sedere, mentre cammini , vuol dire che lo stai facendo nel modo sbagliato. Oh, e non accovacciarti mai per prendere qualcosa a terra, piegati sempre. - Percy guardò l'orologio. - Bene, penso che sia tutto, per oggi. Puoi andare a cambiarti.
Nico rivolse a Percy un sorriso. - Grazie ancora - disse Nico, dirigendosi verso la porta. Quando Percy parlò di nuovo, si fermò.
- Un'altra cosa.
- Sì?
- Non perdere la tua innocenza, in tutto questo - disse Percy, ricambiando il sorriso.




Nico era seduto al tavolo con Hazel, Zoe, Ottaviano e Talia. Hazel avrebbe finalmente lavorato al bar con Nico, cosa che lo rendeva felice. Voleva conoscere meglio sia lei che Butch da quando li aveva recentemente incontrati. Al momento il gruppo stava cenando, scambiando qualche chiacchiera di volta in volta. - Allora, Ottaviano, come è andato Nico, oggi? - disse Talia, masticando un boccone.
Ottaviano guardò Nico per un momento. - Tutto bene. Ha dovuto solo sedersi e ascoltare, per oggi - rispose il biondino.
- Sono sicura che imparerà in fretta - disse Hazel con un sorriso.
- Mi ha impressionato il fatto che l'abbia presa così bene - disse Zoe. - Lo immaginavo così innocente da uscire fuori di testa.
- Non sono un bambino - disse Nico, con un broncio.
- Già, e nel tuo caso non aiuta, Nico - scherzò Talia. - Dovresti cominciare ad allenarti con i clienti, stasera. Almeno su come parlare e camminare.
- Prova ad allenarti camminando in camera - suggerì Zoe.
- Lavora sulle espressioni facciali davanti allo specchio - disse Ottaviano, prendendo un boccone.
- Espressioni facciali? - chiese Nico.
- Sì - disse Talia. - Devi guardarli nel modo giusto, come penso ti abbiano già detto i ragazzi. - Nico annuì. - L'espressione sul tuo viso dev'essere sempre adatta.
- Devi imparare a sedurre qualcuno solo con un'occhiata - aggiunse Hazel. 
- Perciò, come ci si sente ad essere un Bambino Sperduto?
- Lo è già? - commentò Ottaviano. - Non dovremmo prima aspettare che salga sul palco? - Lanciò un'occhiata a Nico. - Senza offesa.
- Niente offesa, credo - mormorò Nico.
- Non preoccuparti, Nico. Ti abbiamo assicurato un posto. Devi solo salire su quel palco e scuotere il sedere - disse Talia, facendo l'occhiolino.
- Beh, dovremmo andare a lavoro - dichiarò Zoe. Lei, Ottaviano e Talia si alzarono e salutarono Hazel e Nico. Nico guardò Hazel, che gli sorrise. Già gli piaceva; gli ricordava vagamente Bianca.
- Quindi... qual è la tua storia, Hazel? - chiese Nico, prendendo una bibita.
Hazel posò il tovagliolo sul tavolo, finendo di masticare il cibo. - Beh, sono cresciuta nel New Orleans con mia madre - rispose Hazel.
- Sei molto lontana da casa.
Hazel annuì, mordendosi il labbro inferiore. - Mia madre... non era una gran bella persona. Vendere il suo corpo per denaro era una cosa, ma cominciare a vendere anche il mio ne era un'altra. Ero solo una bambina quando iniziò a farlo, avevo dodici anni. Ero nauseata da me stessa la maggior parte delle notti. Vomitavo ogni volta che succedeva. Ero così disgustata. Crebbi odiando mia madre. Non capivo come una madre potesse fare una cosa del genere alla propria figlia.
- Mi dispiace tanto - sussurrò Nico.
Hazel alzò le spalle. - Finimmo per trasferirci in un quartiere messo piuttosto male. I siti web sulle offerte sessuali non erano sempre utili. Ti dico solo che finimmo per avere un'ampia lista di clienti provenienti dal nostro vicinato.
- E' orribile.
- E' acqua passata. Un giorno, cercai di fare qualche soldo mentre mia madre era via. Dopodichè, me la diedi a gambe. Feci l'autostop per andarmene lì. Passai un anno in mezzo alla strada prima che Percy mi trovasse. Ero più che entusiasta di accettare il lavoro. Considerando il mio passato, non era niente di nuovo, per me.
Nico terminò di mangiare, cercando di sbrigarsi per andare a lavoro. I due si alzarono e uscirono dal ristorante dell'albergo. Salirono sull'ascensore e Nico premette il pulsante per il bar. - Spero di potermi abituare a tutto questo come il resto di voi.
- Sono sicura che ci riuscirai. Ci siamo tutti noi per aiutarti ad imparare. Qui siamo una famiglia, Nico. Ci prendiamo cura l'uno dell'altro. - Alle parole confortanti di Hazel, sul viso di Nico si diffuse un sorriso. Forse le cose non sarebbero state così male, lì. Aveva una nuova famiglia ad aiutarlo a prendersi cura di sè stesso.



















*
Questi personaggi non mi appartengono né appartengono a XTheSonofHadesX, ma sono proprietà di Rick Riordan e di chi ne detiene i diritti, quindi questa fanfiction è stata scritta e tradotta senza alcun scopo di lucro.
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Umiko