Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: lullublu    05/02/2015    1 recensioni
Era una giornata piovosa in Culonia, ed un vecchio di nome Ponda se ne stava annoiato sulla sua sedia di vimini a sfogliare il suo vecchio diario.
Tanti anni, ormai erano passati da tutte le storie che teneva annotate, appunti di giorni ormai lontani.
Credeva che null'altro gli sarebbe potuto succedere, ne aveva passate di cotte e di crude nella sua lunga vita ed ormai, era quasi giunto al termine.
Non sapeva però, che presto avrebbe affrontato la sua ultima grande sfida.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Cross-over, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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4 Nell'aula di plastica, i nostri eroi erano riusciti in qualche modo a salvarsi dalle trappole ed avevano trovato una cassa che conteneva una videocassetta.
"Ci serve un televisore!" affermò Ponda.
"Io ce l'ho, l'ho preso da Euronics, ricordi Bakagami?" rispose Aomine.
Il suo ragazzo, arrossì per qualche motivo fino alla punta delle orecchie "mi avevi detto che la restituivi".
"L'avevo detto che Aominecchi ruba" disse Kise.
Ma il suo fu un gesto sconsiderato, infatti, Aomine gli si avvicinò e gli tirò i capelli per poi sussurrargli in tono cattivo all'orecchio "prima della fine della giornata ti ammazzo. Chiaro?".
La minaccia non turbò per nulla Kise, forse troppo stupido per capirla.
"Aominecchi, ma sei proprio un nigga, non un modello bello e affidabile come me".
E Aomine, non ebbe altra alternativa che riempirlo di mazzate.
"Basta cazzate!" imprecò Ponda "dov'è questa dannata tv?".
Intanto, Kuroko piangeva in silenzio.
Aomine se ne accorse ed essendo molto legato al ragazzo si preoccupò.
"Che c'è Tetsu? P-perchè stai piangendo?".
Kuroko lo guardò, il viso rigato dalle lacrime emanava un grande sconforto "Aomine-kun, non picchiare Kise-kun"
Il moro aggrottò le sopracciglia in un'espressione amara, chissà da quanto tempo Tetsuya si portava addosso quella tristezza.
"M-ma...io l'ho sempre fatto. Ti ha sempre dato fastidio? Perchè non me l'hai mai detto? Mi hai sempre taciuto tutti i tuoi dubbi, Tetsu. E' colpa tua".
"E già" annuì Su-san, tanto per fare qualcosa anche lui.
Kagami diede uno schiaffo ad Aomine ed uno, più debole, a Kuroko.
"Non capisco bene la situazione. Ma...tu, stupido Aomine, chiedigli scusa perchè di sicuro è colpa tua, visto che fai sempre danni... e tu, Kuroko, la prossima volta dì quello che pensi".
Aomine guardò il suo ragazzo sorridendo e guardò anche Tetsuya, pronto a chiedergli scusa, si sentiva decisamente meglio.
"Coff coff...scusate ragazzi. Televisone. Avventura. GRANDE MALE" fece Ponda, sempre inopportuno ed Aomine, alterato gli lanciò la televisione addosso.
Su-san, per salvare il suo Ponda gli si parò davanti ed afferrò il televisore, ma nel farlo, si slogò un braccio.
"NOOO" urlò il suo braccio.
"NOOO" urlò il suo sopracciglio.
"NOOO" fece anche l'altro sopracciglio.
E mentre le parti del corpo di Su-san urlavano per il dolore, Anna disse, come suo solito, qualcosa d'intelligente.
"Credo che Su-san non possa più seguirci. Ha bisogno di un ospedale".
Nell'aula di Iuppy entrò il portinaio " Uffaa o sapev sol i', stì viechhi' e mmerd".
"Ancor' tu?" gli rispose Aomine seccato, era convinto di essersi sbarazzato di quell'acido portinaio per sempre.
"We, nir e mmerd statt zitt".
Aomine fece per picchiarlo ma Kuroko gli trattenne un braccio.
"Per favore Aomine-kun" disse.
"Stu muccius e merd s' mett pur miezz, lievt annanz' o cazz o t romp o -censured-".
A questa uscita dell'insopportabile portinaio, Aomine perse la pazienza, e nonostante Tetsuya gli avesse detto di non farlo, gli diede un pugno così forte da fargli perdere i sensi.
Kuroko però non sopportava che qualcuno non lo ascoltasse e prese un ghiacciolo da chissà dove per farla pagare ad Aomine.
La reazione del nigga è stata censurata.
Scena dopo.

"La tv" disse Ponda.
Anna collegò il televisore ad una presa, lo accese ed inserì la cassetta misteriosa.
Nell'aula nessuno più parlava, erano tutti curiosi di sapere cosa avrebbe rivelato loro la videocassetta.
Nella tv apparve una sagoma che iniziò a parlare.
 "Salve signor Ponda, vedo che ha accettato di nuovo la jeep ed è ancora vivo, mi fa piacere. Vedo che non riesce ancora ad andarsene...peccato ahahahah e ormai è lì dentro da quanto?
E' per caso un idiota signor Ponda? Ahahahah.... comunque, vorrei farle sapere che questo viaggio non la porterà a niente, ma se vuole, perchè non torna su quell'isola? Babbeo!!
Ci sentiamo...".
Tutti si voltarono a guardare Ponda.
Kise che non aveva capito molto della situazione, batteva le mani sorridendo. Su-san, invece, rimase in un assorto silenzio.
Ponda impallidì.
"L'isola..." mormorò con aria truce. Ricordava fin troppo bene quel posto, e pensava che non ci sarebbe mai più tornato.
"Andiamo al mare! Annacchi, prepara il rullino" disse il modello, non ce la faceva più a contenere la sua vitalità.
"Io sono già abbronzato" commentò Aomine con voce monotona, era ancora traumatizzato per il ghiacciolo.
"Volevo dirlo io, ma sembrava volgare" disse Su-san.
Aveva ancora il braccio slogato e sapeva che probabilmente non sarebbe riuscito ad arrivare così lontano, siccome gli dispiaceva rimanere Ponda da solo con quello strano gruppo, decise che non si sarebbe lamentato delle sue condizioni. Il suo amato aveva già troppe preoccupazioni.
Anna però, non si era scordata di quel che era successo.
"Prima dobbiamo portare Su-san all'ospedale" disse la ragazza.
Ed in quel momento, un sopracciglio di Su-san si ruppe.
"Muoviamoci ad uscire da questa scuola" disse Ponda ancora assorto nei suoi pensieri.
Lasciarono il Palazzi e salirono tutti sulla jeep gialla.
Arrivarono all'ospedale senza intoppi, ma a quanto pareva era occupato anche se da un unico paziente.
"Dottore ci serve un dottore!" esclamò il Ponda appena vide un medico.
Il medico aveva l'aria stanca e preoccupata "vorrei ma.." riuscì a dire prima che gli squillasse il walkie talkie.
"Dottore, ho chiesto la mia iniezione ben 5 minuti fa".
"E' importante Dottore! Il mio Su-san" insistè Ponda.
Non gliene fregava di quel paziente che a quanto pareva teneva sotto controllo l'intero ospedale, voleva solo che il suo Su-san ricevesse le cure di cui aveva bisogno.
Quanto avrebbe potuto resistere con un braccio slogato ed un sopracciglio rotto?
"Io quella voce la conosco" disse Kuroko, riferendosi alla voce autoritaria che avevano sentito provenire dal walkie talkie.
"Sì" confermò Aomine, anche lui aveva avuto la stessa impressione.
"E' A-Akashicci" disse Kise, felice e terrorizzato al pensiero del suo ex-capitano.
"Ma che cazzo vi conoscete tutti stramboidi?" fece Ponda, ormai aveva perso il conto di quante volte gliel'aveva fatto notare "Su-san sta male, dobbiamo aiutarlo" continuò.
"Cambiamo ospedale, se non volete rogne" consigliò Aomine e non ebbe nemmeno il tempo di dirlo che il suo ragazzo scese dalla macchina.
"Vado a convincerlo" affermò Kagami con aria convinta. Lui non sapeva ancora quanto potesse essere spaventoso Akashi Sijuuro.
"La prego signore non lo faccia"piagnucolò il medico che per qualche strambo motivo era ancora lì.
Aomine scese anche lui dalla macchina ed afferrò Taiga per trattenerlo.
"Idiota! Cosa credi di fare?" gli urlò contro, spaventato da quello che gli sarebbe potuto succedere.
"Sto male. Sto morendo" si lamentò il vecchio Su-san, ormai quasi al limite.
Kuroko, si avvicinò a Kagami e col suo invisibile sorriso gli disse: "col nostro basket possiamo farcela. Battiamo la generazione dei miracoli e diventiamo i numeri uno del Giappone" porse poi il pugno alla sua nuova luce.
"Ma quale cazzo di basket. Camminate mentecatti" s'intromise Ponda e trascinò tutti all'ospedale.
All'ingresso delle forbici volanti li attaccarono.
"E che cazzo" si lamentò Ponda.
Kuroko, fece sparire le forbici, eliminando così quel problema.
"Andiamo all'accettazione" disse Ponda.
Nell'ospedale c'era aria di terrore. Nessuno osava parlare o lamentarsi, solo le infermiere più giovani piangevano in silenzio, afflitte dal loro destino.
Era cominciato tutto un giorno qualunque del mese prima, quando un ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi uno dorato e l'altro rosso, aveva deciso di farsi ricoverare per un semplice raffreddore.
Siccome era molto ricco, nessuno aveva provato a fargli notare che era inutile ricoverarsi per un problema così stupido.
Poi, le cose avevano cominciato a degenerare.
Akashi aveva imposto di essere l'unico paziente dell'ospedale ed aveva realizzato lì il suo regno di terrore, dove governava come un tiranno sui poveri lavoratori.
Ponda si rivolse ad un'infermiera.
"Scusi, il mio Su-san esige cure mediche specifiche".
"VADA VIAAA" urlò l'infermiera terrorizzata.
"Ma insomma. Non vede che anche il biondo ha bisogno di una tac al cervello? Ha ricevuto tante di quelle botte..." insistè Ponda
Il corridoio divenne buio e si sentirono dei passi. Un'ombra altissima si stagliò su di loro, ma di alto vi era solo quello.
Apparve Akashi.
"Inserviente, ma cos'hanno tutti? Sù mi aiuti a portare Su-san al reparto radiografia e anche quello lì" fece Ponda indicando Kise.
Akashi sorrise impercettibilmente e la terra sotto i piedi di Ponda comincia ad agitarsi, facendolo finire seduto.
"Impara le buone maniere, Michele" fece il piccolo rosso.
"Mi scusi signor inserviente, mi potrebbe gentilmente aiutare?" provò di nuovo Ponda e stavolta, venne ferito da delle forbici.
"POOOOOOOOOOOOOOOOONDAAAAAAAA!!!!!!!!" urlò Su-san.
Per fortuna le ferite del vecchio erano solo superficiali, ma alla vista del sangue, il suo compagno si era spaventato.
Kise fissò affascinato la scena, chiedendosi quando toccasse a lui. Aveva un debole per le persone che lo trattavano male.
"IO NON HO PAURA DI TE" fece Kagami, come al solito, sprezzante del pericolo.
Su di lui soffiò un'aria intimidatoria che, anche se il rosso non lo diede a vedere, lo fece tremare da capo a piedi.
"Imbecille, sta calmo e non fare stronzate. Non voglio che tu sia ferito" gli sussurrò Aomine all'orecchio ed Anna immortalò l'attimo con la sua fotocamera.
Non voleva perdersi nemmeno un attimo di fanservice.
Kuroko, tentò di trattare con l'ex capitano.
"Akashi-kun, potresti aiutarci? Kise-kun sarebbe più che felice di obbedirti a vita".
Ed il biondo, come per confermare le parole dell'ombra, scodinzolò.
"Imploratemi" fece Akashi, le braccia incrociate e sul viso un'espressione di superiorità.
Era convinto di essere invincibile, ma ben presto si sarebbe reso conto che non era così.
"Col cazzo" protestò Ponda, la cui dignità non gli avrebbe mai permesso di abbassarsi ad implorare un ragazzo.
Ma in realtà, Ponda non disse nulla, non ne ebbe il tempo perchè Akashi, prevedendo la sua frase, lo colpì con delle altre forbici, prima che potesse anche solo pensare di parlare.
"Ponda, basta. Lasciami qui, continua la tua avventura, mi sacrificherò io" disse Su-san.
"Buona idea, andiamocene!" rispose Aomine e prendendo per il polso Kagami provò a trascinarlo fuori, ma l'altro continuava a voler rimanere lì.
"No Su-san, io non ti lascio. Abbiamo passato una vita in....".
Qualcosa, impedì a Ponda di continuare la frase.
"Non finirà la frase" predì Akashi.
Qualcosa, aveva congelato di nuovo Ponda.
Era la stessa forza superiore che l'aveva congelato nella stanza tre anni addietro?


Nda:
Ringrazio Chiara_mlmlml per aver recensito e messo la storia tra i preferiti







  
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